Riceviamo e pubblichiamo:
Dopo 5 anni (ma diciamo pure 10 o 15) non proprio brillanti sotto il profilo dell’efficacia nella gestione politico-amministrativa del paese, nonostante copiose e vibranti lamentele da parte di larghi strati di popolazione dell’arcipelago, incredibilmente, da quello che filtra, i candidati al consiglio comunale di Lipari, dovrebbero essere i soliti noti.
Per i candidati alla sindacatura la situazione è in evoluzione, ma per l’organo di indirizzo e controllo, tranne rare e marginali eccezioni e con l’aggiunta di qualche rispettabile ‘figlio di’ chiamato a contendersi uno scranno per questioni dinastiche, pare non si senta la necessità e non ci sia la possibilità di un cambio di rappresentanti del ‘popolo’: questi siamo e questi dovremo essere, rivendicano i ‘nostri’, impettiti e forti del consenso popolare ricevuto in passato!
Qualcuno in questi anni si è dimesso ammettendo il fallimento della propria azione e della classe politica tutta, ma la gran parte dei nostri ‘eletti’ concittadini non ci pensa proprio a farsi da parte causa manifesta incapacità di realizzare obiettivi minimi nell’interesse della comunità.
E’ comunque legittimo che ognuno degli uscenti e dei frequentatori storici e recenti di palazzo cerchi riconferma, quello che suona davvero strano è che non venga fuori niente di nuovo dalla consistente parte di paese che critica ferocemente nel tempo che intercorre tra un’elezione e l’altra, salvo poi eclissarsi o accodarsi ai soliti gruppi di potere quando si arriva al dunque.
Per convenienza o indolenza, il paese sembra non riuscire ad esprimere iniziative davvero di rottura col passato e con interpreti che hanno fatto (male) il loro tempo.
Inquieta la possibilità concreta che ci siano tanti elettori eoliani disposti a riporre ancora fducia negli attori principali della tragicommedia che ha vissuto l’arcipelago negli ultimi lustri, uno spreco di possibilità e risorse che grida vendetta e che ha pregiudicato presente e futuro prossimo di tanti eoliani.
Per quanto mi riguarda, ho provato e proverò ancora a mettermi in gioco e offrire una scelta alternativa alle solite, ma è davvero difficile trovare sponde affidabili e ‘coraggiose’ con cui costruire qualcosa che vada fuori dalle dinamiche consolidate e nefaste del consenso clientelare.
La democrazia impone rispetto per la volontà popolare che si esprime col voto, ma se certe impressioni fossero confermate, dopo le elezioni, vi prego, risparmiamoci lamentele ipocrite e penose.
C’è sempre tempo per ritrovare dignità e speranza, ma chi è causa del suo mal abbia la decenza di piangere se stesso.
Luca Chiofalo