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mercoledì 13 marzo 2024
E' deceduto Giovanni Russo "Augusto"
Oggi, 13 marzo: San Rodrigo di Cordoba
Nei primi secoli della dominazione mussulmana della penisola iberica visse e morì martire San Rodrigo, accanto a molti altri cristiani intransigenti nella loro fede e troppo zelanti nel loro apostolato.
L'avvento dei Mussulmani segnò infatti, in Spagna, una dolorosa divisione tra popolazione cristiana e popolazione maomettana; una divisione che spesso si insinuava fin nell'interno delle famiglie, dando luogo a situazioni incresciose, e talvolta addirittura grottesche.
Nella famiglia di Rodrigo, per esempio, un fratello era acceso mussulmano; un altro, fervente cristiano. Rodrigo stesso, poi, era stato ordinato sacerdote cristiano. La convivenza, perciò, non era facile, e un giorno, in occasione di un alterco più violento del solito tra i due fratelli, Rodrigo si interpose come paciere, finendo per buscarne dall'uno e dall'altro. Ridotto privo di sensi, il fratello mussulmano gli giuocò il tiro più subdolo, caricandolo su una barella e portandolo in giro per le strade di Cordova, proclamando a gran voce che il fratello, già sacerdote cristiano, si era finalmente convertito alla fede del Profeta.
Ignaro di tutto ciò, quando si fu rimesso in sesto, Rodrigo riprese a esercitare il sacerdozio, e quando scoppiò una delle periodiche persecuzioni contro i cristiani, si allontanò da Cordova per ritirarsi in una località vicina.
Venne presto arrestato, non tanto perché cristiano, quanto come rinnegato. Se era vera infatti, come il fratello aveva proclamato, la sua conversione al Corano, il ritorno all'antica fede appariva come un vero e proprio tradimento, a meno che Rodrigo non si piegasse a rinnegare pubblicamente, davanti al Cadì, cioè al giudice arabo, la religione cristiana.
E poiché San Rodrigo non volle piegarsi, venne condannato al carcere, dove incontrò quel Salomone il quale viene oggi festeggiato, ma sul cui conto, fino a quel punto, non abbiamo notizia alcuna.
Si sa soltanto che tutti e due, Rodrigo e Salomone, si esortarono a vicenda nella fede, preparandosi al prossimo martirio. Furono infatti decapitati ambedue nell'anno 837, diventando, per così dire, fratelli di sangue, uniti in una famiglia che non conosce discordie né rivalità.
MARTIROLOGIO ROMANO. A Cordova, nella Spagna, i santi Martiri Ruderico Prete e Salomone.
martedì 12 marzo 2024
Election day, in Sicilia si vota l’8 e il 9 giugno per amministrative ed europee.
«È una scelta opportuna e di buon senso che - dice il presidente della Regione, Renato Schifani - abbiamo fortemente voluto. L'election day, infatti, ci permetterà di contenere notevolmente i costi evitando così di gravare ulteriormente sui bilanci dei Comuni. La nostra decisione va anche incontro ai cittadini che saranno agevolati nell'esercizio del voto».
«La scelta di accorpare le elezioni amministrative alle Europee – sottolinea Andrea Messina, assessore regionali alle Autonomie locali – risponde a un duplice obiettivo: da un lato si riduce il disagio per i siciliani chiamati al voto, dall'altro si contiene la spesa. Una scelta ispirata al principio di economia e al buon senso, maturata proprio dall'ascolto quotidiano degli amministratori locali».
L'unico capoluogo di provincia interessato da questa tornata elettorale è Caltanissetta; tra i comuni di maggiori dimensioni ci sono Gela, nel Nisseno, Mazara del Vallo, nel Trapanese, e, per la provincia di Palermo, Bagheria e Monreale.
Le operazioni di voto si svolgeranno nelle giornate di sabato 8, dalle ore 14 alle 22, e di domenica 9, dalle 7 alle 23. L’eventuale turno di ballottaggio per le elezioni amministrative si terrà, come previsto dal Dl 7/2024, nelle giornate di domenica 23 giugno a partire dalle ore 7 e fino alle 23 e di lunedì 24 giugno dalle 7 alle 15.
Questo l'elenco dei Comuni al voto nelle varie province:
In provincia di Agrigento si voterà in sei Comuni, tutti al di sotto dei 15 mila abitanti: Alessandria della Rocca, Caltabellotta, Campobello di Licata (commissariato), Naro, Racalmuto e Santa Elisabetta.
Nel Nisseno si voterà con il sistema proporzionale oltre che a Caltanissetta anche a Gela. Con il sistema maggioritario, invece, a Mazzarino.
Nella provincia di Catania l’unico dei quattro Comuni coinvolti che andrà alle urne con il sistema proporzionale è Aci Castello. Si voterà anche a Motta Sant’Anastasia, Ragalna e Zafferana Etnea.
I dieci Comuni del Messinese coinvolti dalla tornata elettorale sono tutti al di sotto dei 15 mila abitanti Brolo, Condrò, Falcone (commissariato), Forza D’Agrò, Leni, Longi, Mandanici, Oliveri, Rometta e Spadafora.
In provincia di Palermo si voterà per il rinnovo di nove amministrazioni: con il proporzionale a Bagheria e Monreale, mentre con il maggioritario a Bompietro, Borgetto, Corleone, Palazzo Adriano, Roccamena, Cinisi e San Mauro Castelverde. Gli ultimi due attualmente attualmente amministrati da commissari straordinari.
Nel Siracusano si voterà solo a Pachino, attualmente commissariato, con sistema proporzionale.
In provincia di Trapani i Comuni al di sopra dei 15 mila abitanti coinvolti saranno Castelvetrano e Mazara del Vallo. Si voterà col maggioritario a Salaparuta e Salemi.
Auguri di...
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Ricordando... Bartolo Casamento
Le foto sono pubblicate, in modo casuale e gratuitamente, dal direttore e non su richiesta dei lettori. Anniversari, ricordi, commemorazioni con foto a vostra scelta sono a pagamento. Il costo è di euro 15 a pubblicazione, 20 euro con foto.
Santo del giorno: San Luigi Orione.
D'estate, al tempo della mietitura, la mamma andava a spigolare trascinandosi dietro il piccolo Luigi. «Il pane per i poveri è sacro gli diceva e neppure una briciola deve andare perduta». E si inchinava lei stessa a raccoglierla. Quel gesto, di raccogliere e portare alla bocca ogni pezzo di pane, divenne anche per Luigi un'abitudine. Che un giorno gli costò cara. I compagni di collegio, avendo notato il suo innocente vezzo, buttavano pezzi di pane che poi con sottile perfidia si affrettavano a calpestare. E quando Luigi, obbedendo al suo istinto, si chinava a raccogliere le briciole, era un coro di risate. Per tutta la vita, in verità, non farà che curvarsi per sollevare gli emarginati, i disgraziati abbandonati a se stessi da una società gretta e meschina.
A Voghera Luigi non stette per molto: una broncopolmonite lo costrinse a lasciare il convento. Il papà lo prese allora con sé a lavorare lungo le strade: un buon noviziato, che gli fece conoscere il mondo operaio, un mondo difficile, di gente sfruttata e arrabbiata, un po' anticlericale ma non lontano da Cristo. Poi Luigi conobbe don Bosco che lo prese con sé a 'Torino e lo coinvolse nelle sue iniziative a favore dei ragazzini che la durezza della vita aveva ridotto a vivere nei marciapiedi delle città. Ma alla vigilia del noviziato, quando don Bosco pensava ormai di avere un confratello in più, inspiegabilmente Luigi Orione lasciava Torino c chiedeva di essere accolto nel seminario diocesano di Tortona.
In seminario Orione non fu mai un chierico come gli altri. L: ansia per i ragazzi male in arnese, che don Bosco gli aveva comunicato, gli fece fare cose che di solito i chierici non fanno. Un'estate, quando i chierici tornavano in famiglie, Luigi chiese di restare. E poiché il seminario chiudeva, il rettore gli mise a disposizione una stanzetta, un bugigattolo nel soffitto della cattedrale, che al caldo estivo era tutt'altro che un luogo di delizie.
Un giorno la porta della sua stanzetta si aprì per accogliere un ragazzino cacciato dalla scuola di catechismo perché turbolento. Qualche giorno dopo una frotta di marmocchi invadeva la soffitta del duomo, contenti di passare qualche ora con quel chierico un po' matto che si faceva in quattro per loro. Un po' meno contenti furono i piissimi canonici, disturbati nel loro devoto salmodiare dai rumori «sospetti» provenienti dalla soffitta.
Disturbare la preghiera dei canonici fu considerato quasi un delitto e Orione dovette sloggiare, accompagnato dalla fama di soggetto poco raccomandabile. Ma non tutti furono d'accordo con quella sbrigativa definizione, non il vescovo, monsignor Igino Bandi, che, apprezzando l'iniziativa del chierico Orione, gli mise a disposizione il proprio giardino, presto trasformato in oratorio. Ma anche lì la storia durò poco. Qualcuno ravvisò nel gruppetto di ragazzini un covo di papalini antipatriottici e sovversivi. E si diede da fare perché il patronato venisse chiuso.
E l'oratorio chiuse i battenti. Ma Orione si inventò qualche altra cosa: aprì un piccolo collegio per seminaristi poveri, con la benedizione del vescovo. L'iniziativa per un po' funzionò, ma poi alcuni malintenzionati misero in giro la voce che Orione fosse indebitato fino al collo. 11 vescovo fu costretto a prendere delle precauzioni per non trovarsi nei guai. E Orione si trovò da solo. Ma non mollò l'impresa. «Aiutati ché il ciel t'aiuta», dice la saggezza popolare e lui, dandosi da fare, trovò i soldi per pagare l'affitto del locale che ospitava il collegio. Per mettere tutti a tacere. La Piccola opera della divina provvidenza, una delle sue iniziative più incisive, nascerà da quel collegio, della provvidenza, è il caso di dire. Aveva allora solo ventuno anni. Ed era ancora chierico. Sacerdote lo divenne due anni dopo, nel 1895.
Ancora chierico ne aveva combinata un'altra delle sue. Il patriarca di Venezia Giuseppe Sarto, il futuro Pio X aveva invitato nella città della Serenissima, per dirigere il coro della basilica, il chierico Lorenzo Perosi, compagno di corso di Orione e promettente musicista.
Notizie che giungevano dalla città di san Marco avevano inquietato il severissimo papà Perosi, il quale un giorno andò a confidare a Orione le sue angustie. Secondo lui, il cardinale Sarto stava «viziando» suo figlio: lo invitava a pranzo, giocava con lui ai tarocchi, gli offriva sigari... Orione, contagiato dal sacro furore di papà Perosi, prese carta e penna e inviò una lettera di rimproveri al cardinale. Se ne pentì subito, ma ormai la frittata era fatta. Il patriarca Sarto, letta la lettera dell'audace chierico, si vendicò, ma a suo modo: inviandogli un pezzo di stoffa per la talare che avrebbe indossato il giorno della prima messa. Quando, anni dopo, don Orione sarà ricevuto in udienza, Pio X, mostrandogli la lettera che aveva posto nel breviario come segnalibro, gli dirà: «Certi rimproveri fanno bene ai patriarchi».
Intanto la Piccola casa della divina provvidenza prendeva piede. A don Orione si era aggregato un altro sacerdote, don Sterpi, suo futuro successore, e con lui tanti giovani che volevano essere della compagnia. E l'iniziativa cresceva. Don Orione era un vulcano. Una ne faceva e cento ne pensava. La Casa della provvidenza divenne più di una e a esse si affiancarono presto asili, scuole professionali, centri giovanili, ospedali... In Italia e fuori Italia, in Brasile e Argentina. Troppo successo, per non suscitare nei soliti invidiosi qualche sospetto: dove trovava i soldi quel pasticcione di prete? II suo castello era solido o poggiava su un mare di debiti? Perché non era mai in casa ma sempre in giro per il mondo?...
Sospetti e altro ancora finirono raccolti in un bel dossier che monsignor Bandi dovette leggersi. E non ne fu contento. Tanto che, chiamato don Orione, gli disse con tono che non ammetteva repliche: «La Piccola opera della divina provvidenza deve essere chiusa».
Il monsignore si aspettava chissà quali reazioni. Don Orione rispose solo: «Obbedisco». Sollecitato poi dal vescovo, sconcertato dalla secca risposta, a esplicitare la sua opinione, egli si mise in ginocchio dicendo: «Eccellenza, domani lei non può celebrare la messa perché ha compiuto un'ingiustizia troppo grossa».
Tre mesi dopo l'Opera di don Orione otteneva dal vescovo l'approvazione ufficiale, insieme alla raccomandazione di dare basi solide all'istituzione, perché non finisse travolta dai debiti. Don Orione promise. Ma intanto chiedeva di poter aprire una 'uova casa a Borgonovo, nel piacentino, per ospitarvi i più poreri tra i poveri. E il vescovo glielo concesse perché, in fondo, aveva fiducia in quel suo prete un po' pasticcione, è vero, ma mimato da una grande passione che aveva nell'amore di Dio e iel prossimo la sua origine.
Nel 1908 Messina veniva rasa al suolo dal terremoto. Don Orione fu tra i primi a portare soccorso in nome del papa e della carità cristiana. E mentre gli anticlericali lo accusavano di essere una spia del Vaticano e chiedevano che fossero incamerati tutti i beni ecclesiastici per soccorrere i terremotati, don Orione scriveva mirabili pagine di Vangelo vivo, «incamerando» duemila orfanelli nei suoi collegi. Quando Pio X lo nominò vicario generale della diocesi disastrata, un canonico gli offrì un materasso e una stanza scampata alla devastazione. Ma lui cedette tutto a una famiglia senza casa e andò a dormire in un vagone ferroviario.
Erano tempi duri, di miseria, di fame e di lotte. Gli operai e i poveri lo ebbero sempre dalla loro parte. Tanto che i socialisti di Alessandria lo chiamavano «il nostro prete». In una predica incitò provocatoriamente i poveri a rubare: «Non nella terra dei poveri specificò , ma in quella dei ricchi. Andate nella proprietà di Pedenovi (suo amico, che sapeva presente in chiesa). Però non portategli via la carretta ma solo il canestro».
Anche il terribile terremoto della Marsica (1915) lo vide prodigarsi in prima persona e con gesti di carità al limite della legalità. Per portare in salvo dei bambini, ad esempio, requisì l'automobile del re, il quale, presente alla scena, non osò opporsi. Tra i bambini che un giorno accompagnò alla stazione per portarli in un suo collegio in Liguria, c'era anche un ragazzetto che nel terremoto aveva perso tutta la sua famiglia, Ignazio Silone. Intervistato in seguito su quali personaggi l'avessero più colpito, il celebre scrittore disse: «Don Orione e Trotskij: il primo non era il cristiano della domenica mattina; il secondo non era il rivoluzionario del sabato sera».
Mentre imperversava la prima grande guerra con le sue drammatiche vicende, don Orione diede le ultime rifiniture alla Piccola opera, che articolò in cinque rami: i piccoli figli della divina provvidenza, le piccole suore missionarie della carità, gli eremiti di sant'Alberto, le figlie della Madonna della Guardia o sacramentane e i fratelli laici coadiutori. Le sacramentine e gli eremiti, due comunità contemplative, che accolgono anche i ciechi di solito rifiutati dagli istituti religiosi perché non idonei, sono il fiore all'occhiello di don Orione, e il motore di tutte le sue altre attività. E nell'eremo di Sant'Alberto don Orione si rifugiava per disintossicarsi dai veleni delle critiche che da più parti gli venivano mosse: cosa normale per chi realizza qualcosa di importante. Ebbe però anche attestazioni di stima da importanti personaggi della chiesa, come monsignor Roncalli (Giovanni XXIII). 11 cardinale Pacelli (futuro Pio XII), mentre si recava in nave al Congresso eucaristico di Buenos Aires come legato pontificio, a chi gli chiedeva la benedizione rispondeva, indicando don Orione, compagno di viaggio: «Andate da lui: è un santo».
Ai primi di marzo del 1940 don Orione si ammalò gravemente. Aveva chiesto di essere portato a Borgonovo (Piacenza) in quella che considerava la più povera delle sue case. Invece lo trasferirono nella sede di Sanremo, sperando che il buon clima fosse favorevole alla sua salute. Invece il 12 marzo moriva. Scrivendo un giorno all'amico padre Stefano Ignudi, un francescano conventuale di grande cultura, don Orione aveva chiesto: «Ci sarà il ballo in Paradiso?». Non era una irriverenza, ma un suo modo per sottolineare che la chiesa deve essere il luogo della festa e non dei funerali, della Pasqua e non solo del venerdì santo; una chiesa dell'osare e non solo dell'attendere in pantofole; con un briciolo di pazzia...
Papa Giovanni Paolo II lo ha proclamato beato il 26 ottobre 1980 e proclamato Santo dallo stesso Papa il 16 maggio 2004.
MARTIROLOGIO ROMANO. A Sanremo in Liguria, san Luigi Orione, sacerdote, fondatore della Piccola Opera della Divina Provvidenza per il bene dei giovani e di tutti gli emarginati.
lunedì 11 marzo 2024
SLITTA IL SALONE INTERNAZIONALE SVIZZERO DELLE VACANZE DI PRIMAVERA: SI TERRÀ DALL’11 AL 14 APRILE 2024
Il SALONE INTERNAZIONALE SVIZZERO DELLE VACANZE DI PRIMAVERA, dove il Comune di Lipari sarà presente con un proprio stand, previsto per il 22/24 marzo 2024, è stato riposizionato dall’ 11 al 14 aprile 2024.
Tale scelta scaturisce – si legge nella nota – da un accordo con EspoTicino, la più grande fiera campionaria del Ticino, finalizzato ad ampliare l’offerta fieristica e garantire maggiori e più ricche opportunità di networking e scambio.Per ulteriori informazioni, gli operatori interessati potranno contattare l’ufficio Turismo del Comune di Lipari scrivendo all’indirizzo mail servizisocioculturali@comunelipari.it
Federalberghi Isole Minori Sicilia plaude alla proposta dell'On. Tamajo di creare un tavolo tecnico per affrontare criticità isole minori siciliane.
I temi da mettere sul tavolo – evidenzia Christian Del Bono, presidente di Federalberghi Isole di Sicilia – spaziano dalla necessità di coordinarsi meglio in relazione agli strumenti di aiuto alle imprese e di programmazione negoziata, a partire dal PO FESR 2021/2027, a quelli volti a migliorare le sinergie nell’ambito delle azioni di promozione e internazionalizzazione.
Occorre inoltre, a nostro avviso, decidere di affrontare alcuni temi irrisolti che minano pesantemente la possibilità di vivere decorosamente su una piccola isola ed evitare appunto lo spopolamento. Tra questi non possiamo non evidenziare quello dei collegamenti marittimi dove ancora si registrano insostenibili rincari alle tariffe e pericolose riduzioni di corse nel comparto navi e si rimane in attesa di soluzioni; queste affliggono in modo particolare le isole più periferiche dove spesso nei mesi invernali si viaggia con riserva e vengono così messi a rischio gli approvvigionamenti di prima necessità. Camminano di pari passo le criticità connesse agli approdi e, troppo spesso, all’assenza di porti; nella giornata di ieri sono stati sufficienti 20-25 nodi di vento di scirocco per paralizzare quasi tutte le isole.
A questi si aggiungono gli enormi disagi causati dal pericoloso deterioramento dei servizi sanitari, molto lontani dal riuscire a garantire i livelli essenziali di assistenza previsti per legge. Poi potremmo continuare con le problematiche inerenti alla gestione del ciclo dei rifiuti e di quello delle acque ma ci auguriamo che queste e altre impellenti questioni che rischiano di rendere impossibile il progresso delle nostre comunità possano trovare concreta attenzione in un tavolo che auspichiamo possa avere una valenza inter-assessoriale e coinvolgere tanto le componenti pubbliche quanto quelle private.
Auguri di...
Ricordando... Bartolo Falanga
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Oggi, 11 marzo: Buongiorno con questa cartolina dalle Eolie
La Chiesa greca, ma non quella latina, riserba un posto importante, tra i suoi Santi, al più celebre Costantino della storia, cioè all'Imperatore romano che riconobbe ai cristiani la libertà di culto, e che favorì in molti modi - anche con la sua conversione - la diffusione e l'affermazione del Cristianesimo nel mondo romano.
L'Imperatore Costantino è perciò stato onorato, addirittura con il titolo di « pari agli Apostoli » o anche di « tredicesimo Apostolo ». Si tratta di una tradizione assai antica in Oriente; ma si può pensare che, più che a ragioni religiose, la sua devozione sia legata a motivi politici, anzi dinastici, per esaltare gli Imperatori bizantini che del grande Costantino furono eredi e successori.
Costantino, imperatore, non figura tra i Santi della Chiesa cattolica, ma non mancano santi con il nome di Costantino, e proprio oggi ne sono festeggiati due insieme.
Del primo, che il Martirologio dice « confessore a Cartagine », non si sa però nulla, oltre a questa generica notizia. Poco più noto è anche l'altro San Costantino odierno, il quale però appare degno del suo augusto nome, in quanto fu anch'egli sovrano terreno, oltre che degno della gloria dei Santi.
Non era latino, ed era anzi nato ai margini del mondo romano, figlio di un Re della Cornovaglia, la rocciosa penisola che si protende verso l'Atlantico, nella parte più meridionale e occidentale dell'isola inglese. Figlio di Re, erede al trono, e infine Re egli stesso, Costantino non fu, a quanto pare, nella sua gioventù e anche nella maturità, né specchio di virtù né modello di pietà. Aveva sposato la figlia del Re di Bretagna, ma non fu neanche marito esemplare. Soltanto alla morte della moglie, già anziano, conobbe una profonda trasformazione spirituale. Fu allora che il vedovo Re di Cornovaglia si ritirò, per qualche anno, nel silenzio di un monastero dedicato a San David, cioè a un altro Re peccatore e penitente. Fece ancora di più, perché Costantino si unì a San Colomba, o Columba, il grande monaco irlandese che per primo portò e fece fiorire il Cristianesimo in terra di Scozia, fondandovi monasteri di vita severa e attiva. La Scozia, che allora aveva ancora il nome latino di Caledonia, era popolata da tribù barbare e indomite: gli Scotti e, più a settentrione, i Pitti. Neanche le legioni romane avevano potuto soggiogarle, e per difendere i confini della Britannia dalle loro incursioni era stato necessario costruire gigantesche muraglie, o valli, che sbarravano il paese da levante a ponente.
Nella terra dei feroci Pitti, San Costantino e San Colomba svolsero insieme la loro missione, non soltanto difficoltosa, ma anche pericolosa. Ottennero molte conversioni, fondarono chiese, crearono monasteri, ma a un certo punto i barbari Pitti presero una breve e sanguinosa rivincita sui loro benefattori, conclusasi con un massacro dei cristiani. Così, nel 598, il Re di Cornovaglia diventato missionario cristiano, restò vittima della violenza dei barbari Pitti.
MARTIROLOGIO ROMANO. In Scozia, san Costantino, re, discepolo di san Colomba e martire.
domenica 10 marzo 2024
Ricordando... Nino Marino
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Calcio a 5, serie D: Mezzo passo falso dello Sporting Olivarella, la Ludica Lipari "vede" la C2
Turno decisamente positivo per la Ludica Lipari che, fermata dal maltempo (il derby con il Salina sarà recuperato il 30 marzo), incassa, però, un risultato che potrebbe spianargli la via al primo posto nel girone e, quindi, la promozione diretta in C2, senza passare per i play off.
Lo Sporting Olivarella, attuale capolista, non è andata oltre il 7 a 7 con la Saponarese, salendo così a quota 36 punti. La Ludica Lipari, seconda in classifica, in atto ferma a 32 punti, potrebbe effettuare il sorpasso avendo due gare da recuperare
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Isole minori, Tamajo: «Creare un tavolo tecnico con amministratori per elaborare iniziative»
«Il mio governo - afferma il presidente della Regione, Renato Schifani - continua ad avere una grande attenzione alle necessità delle isole minori. L'obiettivo è quello di puntare a una maggiore crescita sociale ed economica di queste aree la cui condizione di insularità è al contempo un disagio da mitigare e una risorsa da valorizzare».
Nel corso dell'incontro, l'assessore Tamajo ha lanciato la proposta di «creare un tavolo tecnico con gli amministratori di tutte le isole minori, con compiti consultivi e propositivi per elaborare iniziative concrete per queste realtà. Le imprese sono fondamentali per lo sviluppo di una comunità e di un territorio e lo sono anche nelle isole minori, aree che non possono trovarsi in condizione di subalternità rispetto al resto del territorio regionale e nazionale. Il rischio del loro spopolamento è forte e come quello della perdita di preziose professionalità e per questo non possiamo continuare a guardare senza agire. La costituzione di un tavolo su questo tema permetterà di recepire istanze ed elaborare soluzioni».
Oggi , 10 marzo: San Macario vescovo
La forza della sua opposizione all'arianesimo è dimostrata dal modo in cui Ario parla di lui nella sua lettera a Eusebio di Nicomedia.
Macario prese parte al Concilio di Nicea, nel corso del quale potrebbe aver avuto molto a che fare con la stesura del Credo niceno. Nella Storia del Concilio di Nicea attribuita a Gelasio di Cizico ci sono una serie di dispute tra immaginari Padri del Concilio e dei filosofi al soldo di Ario. In una di queste controversie Macario è portavoce per i vescovi che difende la discesa all'inferno. Macario appare il primo tra i vescovi di Palestina che hanno sottoscritto il Concilio di Nicea.
Secondo Teofane, Costantino, alla fine del Concilio di Nicea, chiese a Macario di cercare i siti della Resurrezione e della Passione e la Vera Croce. L'enorme quantità di pietre sopra il tempio di Venere, che al tempo di Adriano si era accumulato nel tempo sopra il Santo Sepolcro, fu demolito, e "quando la superficie originale del terreno apparve immediatamente, al contrario di ogni aspettativa, il monumento sacro della Resurrezione del nostro Salvatore fu scoperto". Nell'apprendere la notizia Costantino scrisse a Macario una lunga lettera per ordinare l'erezione di una sontuosa chiesa sul luogo: si dava avvio così alla prima costruzione cristiana della Basilica del Santo Sepolcro a Gerusalemme.
MARTIROLOGIO ROMANO. A Gerusalemme san Macario, Vescovo e Confessore, per consiglio del quale Costantino Magno e la beata Elena, sua madre, purificarono i luoghi santi e li abbellirono di sacre Basiliche.
sabato 9 marzo 2024
Il dottor Biancheri da aprile cessa l'attività di medico di famiglia. Lettera aperta ai suoi assistiti
Le chiedo ospitalità nel suo giornale per comunicare ai miei 1.500 pazienti che da Aprile p.v., mio malgrado , per raggiunti limiti di età, dopo 45 anni di professione sono obbligato a cessare l’attività di Medico di famiglia.
Auguri di...
Ricordando... Mario Poltero e Elisabetta Polia
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Riflessioni di Giacomantonio sulla nuova crisi del Comune di Lipari e l'invito a Gullo a "rinserrare le fila della maggioranza"
Ha ragione Lino Natoli nel suo intervento: “tornare indietro, come molti sembrano auspicare, significherà il definitivo declino del Comune di Lipari. Già in passato sono state fatte scelte simili ed ancora oggi ne paghiamo le conseguenze”. Per questo invito l’amico Riccardo a rinserrare le fila della maggioranza ed a ritirare le dimissioni.
Io sarò sempre presente con le poche forze che mi sono rimaste. Un augurio a tutti
Michele Giacomantonio
Oggi, 9 marzo: Santa Francesca Romana
Nel 1384 nasceva a Roma, da nobile famiglia, Francesca, la santa che seppe nella vita coniugale, prepararsi una corona fulgentissima per il cielo.
Ancora tenera fanciullina mostrò grande amore alla virtù e alla vita nascosta: schivando gli infantili divertimenti, si dava con grande fervore alla pietà e alla mortificazione.Giovanetta di 11 anni, manifestò ai genitori il desiderio di consacrarsi a Dio, ma ebbe un rifiuto, anzi per ubbidienza nel 1396 contrasse matrimonio con Lorenzo Ponzani, nobile signore romano.
Nel nuovo stato di vita, due furono le preoccupazioni della Santa: conservare la grazia di Dio schivando le compagnie pericolose, i banchetti, gli spettacoli e tutti i cattivi divertimenti; procurare di essere ubbidiente ai voleri dello sposo, pronta ai doveri familiari, per cui soleva dire che una donna maritata deve lasciare all'istante ogni pratica di devozione, quando ha da attendere alle sue cose domestiche.
autore Giovan Battista Gaulli anno 1675
Divenuta madre, pose ogni cura per educare nell'innocenza e nel timore di Dio i suoi figliuoli e per essi chiedeva al Signore che la loro vita fosse tale da meritare un bel posto in cielo.
Sempre numerose furono le sue mortificazioni, ma crebbero a dismisura quando riuscì ad ottenere dal marito il permesso di diportarsi secondo che la sua pietà le ispirava. Fu allora che, sotto la guida di un saggio confessore, fece mirabili progressi nella via della perfezione. L'orazione era continua sulle sue labbra e sapeva tramutare il lavoro in preghiera.
Il 15 agosto 1425, con nove compagne, si offrì come oblata della Vergine nella basilica di Santa Maria Nova al Foro. Per otto anni le Oblate continuarono a vivere nelle proprie famiglie, sino al marzo del 1433, quando, acquistata una casa nel rione Campitelli dalla famiglia Clarelli suoi parenti, ai piedi del Campidoglio, cominciarono a condurvi vita comune.
I piccoli difetti che talvolta per umana fragilità commetteva, le erano stimolo a vieppiù mortificarsi e a vigilare su se stessa, specialmente sulla lingua, il grande pericolo delle donne.
Il Signore non mancò di provare la sua serva con gravi sventure: infatti, quando a causa dello scisma, suo marito fu confinato e spogliato d'ogni bene e il suo primogenito ritenuto in ostaggio, mostrò tutta la sua rassegnazione alla volontà di Dio, non dicendo altro che le parole del santo Giobbe: « Il Signore ha dato, il Signore ha tolto. Sia benedetto il nome del Signore ».
Poco tempo dopo potè rivedere liberi il marito e il figlio, ma venne allora la morte a rapirle il consorte. Libera dai legami coniugali, si ritirò nel monastero che ella aveva fondato in Roma. Presentatasi con una fune al collo e a piedi nudi, fu dalle suore ricevuta con grande gioia e quasi subito eletta superiora.
Fu favorita da Dio del dono della profezia e della visione quasi continua dell'Angelo Custode, col quale familiarmente conversava.
Morì l'anno 1440 e fu subito onorata con culto pubblico, benché venisse canonizzata solo nel 1608.
PRATICA. Cerchiamo di tener viva nella nostra mente la presenza del nostro Angelo Custode e valiamoci del suo aiuto in ogni occasione.
PREGHIERA. O Signore, che fra gli altri tuoi doni decorasti la tua beata serva Francesca con la familiare presenza del suo Angelo, deh, concedi, per la sua intercessione, che meritiamo di raggiungere gli Angeli in Paradiso.
MARTIROLOGIO ROMANO. Santa Francesca, religiosa, che, sposata in giovane età e vissuta per quarant’anni nel matrimonio, fu moglie e madre di specchiata virtù, ammirevole per pietà, umiltà e pazienza. In tempi di difficoltà, distribuì i suoi beni ai poveri, servì i malati e, alla morte del marito, si ritirò tra le oblate che ella stessa aveva riunito a Roma sotto la regola di san Benedetto.
venerdì 8 marzo 2024
Nella Giornata internazionale della donna l'ANMIL Messina ha acceso i riflettori su donne e infortuni sul posto di lavoro
“Donne e infortuni. Le protagoniste si raccontano”. Un evento organizzato dall’Anmil (associazione nazionale fra lavoratori mutilati e invalidi del lavoro) di Messina, con il patrocinio del Comune di Messina, in occasione della giornata internazionale della donna. Questa mattina, a partire dalle ore 10.00, nella sala ovale “Antonino Caponnetto” di Palazzo Zanca, a Messina, si è tenuto un incontro sulla parità di genere e sulla sicurezza delle donne sul posto di lavoro.
L’iniziativa, aperta a tutte le cittadine e a tutti i cittadini, messinesi, ma non solo, ha richiamato l’attenzione su quanto e cosa sia ancora necessario fare per migliorare la sicurezza delle donne sul posto di lavoro. E all’indomani di un infortunio, favorire il loro reinserimento lavorativo.
Hanno parlato la presidente dell’Anmil di Messina Anna Maria Paino, la prefetta di Messina Cosima Di Stani, il sindaco di Messina Federico Basile, l’assessora alle politiche sociali del Comune di Messina Alessandra Calafiore, la dottoressa Anna Sammarro (in rappresentanza del questore di Messina Annino Gargano e della polizia di stato), il colonnello Marco Carletti (in rappresentanza del comando provinciale dei carabinieri), il vescovo ausiliare Cesare Di Pietro, la direttrice dell’Inail di Messina e Milazzo Maria Giovanna Costanza, la responsabile del processo dei lavoratori dell’Inail di Messina Emanuela De Gaetano, la dirigente scolastica Giusy De Luca dell’istituto comprensivo “Pascoli-Crispi” di Messina, il presidente della società sportiva dell’unione italiana ciechi Claudio Baluce, il dirigente dell’Anmil di Palermo, il consigliere nazionale dell’Anmil Salvatore Malaponti e il presidente della Fondazione Anmil Sosteniamoli Subito. Ha moderato l’incontro il giornalista di Repubblica Fabrizio Bertè.
Toccante, inoltre, la testimonianza della siciliana Loretana Puglisi, che ha perso il braccio sinistro, mentre lavorava con uno dei macchinari del suo pastificio, a Palazzolo Acreide, in provincia di Siracusa. Grazie al progetto di reinserimento lavorativo dell’Inail, Loretana ha potuto riprendere la sua attività lavorativa, aiutata da un team di esperti, da un macchinario ideato e pensato per le sue nuove esigenze e sostenuta dai figli, che, adesso, lavora con lei.
«Ogni anno, in Italia – ha detto Anna Maria Paino, presidente dell’Anmil di Messina – tra le donne lavoratrici, si verificano circa 246.000 eventi lesivi, tra infortuni sul lavoro e malattie professionali, che rappresentano ben oltre un terzo del totale. Tra questi eventi, un numero elevato, purtroppo, ha esito mortale, o molto grave. Ogni anno, circa 2.000 donne diventano “disabili da lavoro”. Un numero da non sottovalutare, se si pensa che le donne, generalmente, non vengono impiegate nelle attività ad alto rischio infortunistico, nelle quali è molto più presente la componente maschile. La giornata internazionale della donna non è una festa, ma una ricorrenza, in cui è importante sottolineare come queste donne, oltre al trauma dell’infortunio e ai suoi risvolti, nella vita quotidiana, vanno spesso incontro a gravi difficoltà di reinserimento nel mondo del lavoro, che, purtroppo, si sommano alle discriminazioni, radicate nella nostra società.
Sebastiano Tusa, luoghi della cultura gratuiti ed eventi nel quinto anniversario della scomparsa
«Per la Sicilia è un dovere morale celebrare la figura di Sebastiano Tusa – dichiara il presidente della Regione, Renato Schifani – E altrettanto doveroso è dare l'opportunità a quanti più cittadini possibile di poter ammirare, con giornate come quella del 10 marzo, l'inestimabile tesoro culturale che lui stesso ha contribuito a riportare alla luce e a valorizzare. Invitiamo tutti quanti a cogliere quest'occasione per apprezzare un patrimonio storico-artistico che appartiene alla Sicilia e al mondo intero.»
«Questo evento speciale – afferma l’assessore ai Beni culturali e all’identità siciliana, Francesco Paolo Scarpinato – offre a tutti l'opportunità di riflettere sull'importanza della conservazione del patrimonio culturale e di onorare la memoria di una figura così influente nel campo dell'archeologia e della valorizzazione dei beni culturali».
Le iniziative programmate includono visite guidate, conferenze, mostre e altre attività dedicate alla promozione della cultura e della storia, valori ai quali Sebastiano Tusa ha dedicato l’intera vita e tutta la sua professione. Per conoscere le iniziative e i siti che aderiscono è possibile consultare la sezione Eventi del portale regionale Sicilia Archeologica (https://parchiarcheologici.regione.sicilia.it/) oppure le pagine web delle singole istituzioni culturali. Tra gli eventi più rappresentativi si segnalano:
Agrigento
Al museo archeologico regionale “Pietro Griffo” del capoluogo alle 19 è prevista una visita didattica a cura degli archeologi di CoopCulture. Successivamente, alle 20, si terrà in sala Cavallari il concerto “Prima dei greci” con composizioni originali e standard jazz del pianista Roberto Macrì. Necessaria la prenotazione.
Nella Valle dei Templi alle 10 e alle 11.15 sono previste visite didattiche ai percorsi sotterranei e alle catacombe dei primi cristiani. Alle 12.15 all’agorà del Giardino sensoriale è in programma “Itinerari Siciliani”, concerto di Eleonora Tabbì (voce) e Mauro Cottone (violoncello) su musiche originali e di autori siciliani.
Nell’area archeologica di Eraclea Minoa alle 10.30 i bambini tra i 4 e i 10 anni saranno protagonisti di “FacciaNatura”, laboratorio dedicato a come realizzare un mini orto fai da te.
Caltanissetta
Al parco archeologico di Gela dalle 9 alle 17 ingresso gratuito al sito di Molino a Vento e alle mura timoleontee. Stessa iniziativa dalle 9 alle 14 nel complesso minerario di Trabia Tallarita.
Messina
Al parco archeologico di Tindari dalle 9 alle 15 l’iniziativa “Alla scoperta dei siti archeologici di Tindari e di Patti Marina” proporrà visite guidate con personale specializzato.
Il parco archeologico Naxos di Taormina organizza, all’interno del museo omonimo, l’incontro pubblico “Il Castello di Schisò: da roccaforte a museo, mille storie da scoprire” per illustrare i lavori di recupero, restauro e rifunzionalizzazione della fortezza diventerà il futuro polo museale di Giardini Naxos. L’inizio è previsto per le 17.
Palermo
Nel capoluogo, il museo archeologico Salinas e quello d’arte contemporanea Riso avviano un dialogo comune a partire dalle rispettive collezioni. Si tratterà di uno scambio temporaneo: un’iscrizione funeraria della metà del V secolo a.C. lascerà le teche del Salinas per il Riso e, viceversa, l’opera “Rosso Verde” di Carla Accardi, della collezione contemporanea, arriverà al museo archeologico.
Il Centro regionale per la progettazione e il restauro di Palermo dalle 9 alle 13 aprirà le porte della propria sede di palazzo Montalbo per una visita guidata alla biblioteca e ai laboratori di diagnostica e restauro.
A Monreale dalle 11 alle 12 si terrà una visita tematica al Chiostro dei Benedettini e alle 10.30 un laboratorio creativo per bambini dai 5 anni in su, che potranno mettersi alla prova nella realizzazione di un particolare manufatto decorato con tessere colorate apprendendo le caratteristiche artistiche e tecniche del mosaico.
Trapani
Il museo regionale “Agostino Pepoli” ospiterà alle 10.30 l’evento “Venus Erycina” con la presentazione e l'esposizione della moneta raffigurante il tempio di Venere a cura di Paolo Barrese.
A Selinunte visite guidate tematiche alle 11.45 e alle 12. Previsto alle 10.30 anche un laboratorio per bambini che, partendo dal racconto di Demetra e Kore, celebrerà l’arrivo della primavera con la realizzazione di tanti coloratissimi fiori di carta.
Anche al parco archeologico di Segesta sono previste visite guidate: alle 11 partirà un percorso tematico che si snoderà attraverso il teatro, l’agorà, il tempio dorico e la zona della moschea. Per i bambini, alle 10.30, oltre a una visita delle installazioni della mostra Elyma di Gandolfo Gabriele David, è previsto un laboratorio sui pani votivi di San Giuseppe.
Al parco archeologico Lilibeo di Marsala l’iniziativa “Alla scoperta dei tesori” proporrà dalle 10.30 alle 12.30 visite guidate per conoscere il patrimonio meno conosciuto, ma non per questo meno importante, custodito nei ricchi depositi del museo.
Auguri di...
Solidarietà al sindaco ed alla giunta (di Nunziatella Pajno)
Ricordando... Bart Giardina
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Oggi, 8 marzo: San Giovanni di Dio
Il Portogallo fu la terra fortunata che diede i natali a questo glorioso campione della carità cristiana.
Nato nel 1495 da poveri ma piissimi genitori, trascorse una giovinezza innocente, piena di semplicità.Aveva però grande smania di viaggiare; e a questo fine abbandonò casa e patria.Caduto in estrema miseria, fu costretto a mettersi a servizio del conte d'Oropesa (Castiglia), dal quale fu arruolato nella fanteria.
Nella vita militare perdette l'innocenza e la semplicità della vita.
Nel 1536, mentre era in Ungheria a combattere contro í Turchi, la compagnia di Giovanni fu congedata ed egli, ritornato nell'Andalusia, si mise a servizio di una ricca signora in qualità di pastore.
Nella pace di questa nuova occupazione l'attendeva Iddio per farlo rientrare in se stesso. La sua mente, nella quiete della campagna, ritornò sulla vita trascorsa: pianse i suoi peccati e si diede ad una vita di austera penitenza.
Sentendo il bisogno di soddisfare la divina giustizia, propose in cuor suo di dedicarsi totalmente al servizio degli infelici.
Su questa strada, guidato e illuminato da Dio, giunse a eroismo di carità e di abnegazione.
In Granata, dove aveva fondato il primo ospedale, trovò i primi benefattori, che largheggiando di mezzi materiali, gli dettero possibilità di svolgere la sua azione di bene.
Molti attirati dalla santità della sua vita, si proposero di seguirlo e di ubbidirlo. In questo modo egli si trovò padre d'una comunità, che dopo la sua morte si pose sotto una regola stabile e professò i voti religiosi. Sorsero così i « Fatebenefratelli ».
Le opere a cui pose mano il Santo sono innumerevoli. Ebbe vasto campo di apostolato. Operò moltissime conversioni, anche fra quelle giovani che per penuria di mezzi si erano date ad una vita peccaminosa. Soprattutto però incontrarono la generosità del suo cuore i poveri derelitti e gli ammalati.
Consunto dalle eroiche fatiche e colpito da grave malattia, fu soccorso da una ricca signora affinché potesse avere tutti i rimedi della scienza e della medicina, ma dopo inutili tentativi se ne volava pieno di meriti al cielo.
Favorito da Dio del dono dei miracoli, nell'incendio del suo ospedale potè salvare tutti i ricoverati, passando incolume attraverso le fiamme.
Dal Papa Alessandro VIII fu canonizzato nel 1690.
PRATICA. Cerchiamo di diventare più misericordiosi e caritatevoli verso il prossimo indigente: in esso dobbiamo mirare Gesù che soffre.
PREGHIERA. O Signore, che il beato Giovanni, acceso del tuo amore, facesti camminare illeso fra le fiamme e per suo mezzo arricchisti la tua Chiesa di nuova prole, fa' per sua intercessione, che il fuoco della sua carità guarisca i nostri mali.
MARTIROLOGIO ROMANO. A Granata, nella Spagna, san Giovanni di Dio, Confessore, Fondatore dell'Ordine dei Fratelli Ospedalieri degli infermi, rimasto celebre per la misericordia verso i poveri e per il disprezzo di se stesso: dal Papa Leone decimoterzo fu proclamato Patrono celeste di tutti gli ospedali ed infermi.