I sindacati dei pensionati SPI Cgil, FNP Cisl e UILP
Uil nella riunione del giorno 6 luglio presso la ex chiesa di Santa Maria
Alemanna, chiedono agli Enti locali della provincia di Messina, di aprire un
confronto serio sui temi sociali come le imposte, le tariffe dei servizi, ma
anche la loro qualità, l’equità fiscale ed il recupero di risorse, con un vero
e proprio patto contro l’evasione e l’elusione fiscale.
Al centro dell'iniziativa, la richiesta di confronti
preventivi la stesura dei Bilanci di Previsione 2012. La contrattazione sociale
resta uno strumento essenziale per la tutela del reddito dei pensionati: Sulle
aliquote IRPEF (aumentate dallo 0,4% allo 0,8% in quasi tutte la regioni <<la Regione Sicilia ha
un’addizionale dell’1,23%>>), occorre inserire elementi di progressività,
specie per le pensioni più (che sono la stragrande maggioranza).
Per quanto riguarda la tassa sulla casa (IMU), si
chiederanno ai comuni possibilità di esenzione, o, almeno, di riduzione
all’aliquota minima, per i meno abbienti.
Nella piattaforma programmatica per le prossime
vertenze autunnali, particolare attenzione è stata rivolta alle questioni
riguardanti gli anziani soli (ora alle prese anche con il terribile problema
del caldo torrido), alle persone portatrici di handicap e quelle non
autosufficienti (per dirla con Locorotondo: “una tragedia immane per loro
stessi e le rispettive famiglie!”).
Il punto nodale resta l’insufficiente qualità e
quantità del funzionamento dei distretti socio sanitari. La legge 328 del 2000,
che doveva servire proprio a garantire la sinergia e l’integrazione dei servizi
socio-sanitari, legge mai recepita e male applicata dalla Regione Sicilia, non
ha potuto esplicare i suoi effetti. Il risultato è stato che i piani di zona
hanno approvato progetti fotocopia, che hanno dato la netta impressione di
essere stati utili a chi li ha presentati (sempre i soliti), piuttosto che alle
persone veramente bisognose!
Da ultimo, l’assemblea ha espresso tutta la propria
costernazione e lo sdegno, dopo avere appreso che il Distretto Socio Sanitario
D26 (quello di Messina, comune capofila ed altri 13 comuni, da Alì a
Villafranca Tirrena), non ha attivato le procedure che gli avrebbero consentito
di far decollare il piano di zona 2010-2012. Ora, al danno si aggiunge la
beffa: queste risorse rischiano di essere nuovamente introitate dalla Regione e
destinate ai Comuni più virtuosi!