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sabato 7 luglio 2012

Sindacati pensionati chiedono confronto serio sui temi sociali


I sindacati dei pensionati SPI Cgil, FNP Cisl e UILP Uil nella riunione del giorno 6 luglio presso la ex chiesa di Santa Maria Alemanna, chiedono agli Enti locali della provincia di Messina, di aprire un confronto serio sui temi sociali come le imposte, le tariffe dei servizi, ma anche la loro qualità, l’equità fiscale ed il recupero di risorse, con un vero e proprio patto contro l’evasione e l’elusione fiscale.
Al centro dell'iniziativa, la richiesta di confronti preventivi la stesura dei Bilanci di Previsione 2012. La contrattazione sociale resta uno strumento essenziale per la tutela del reddito dei pensionati: Sulle aliquote IRPEF (aumentate dallo 0,4% allo 0,8% in  quasi tutte la regioni <<la Regione Sicilia ha un’addizionale dell’1,23%>>), occorre inserire elementi di progressività, specie per le pensioni più (che sono la stragrande maggioranza).
Per quanto riguarda la tassa sulla casa (IMU), si chiederanno ai comuni possibilità di esenzione, o, almeno, di riduzione all’aliquota minima, per i meno abbienti.
Nella piattaforma programmatica per le prossime vertenze autunnali, particolare attenzione è stata rivolta alle questioni riguardanti gli anziani soli (ora alle prese anche con il terribile problema del caldo torrido), alle persone portatrici di handicap e quelle non autosufficienti (per dirla con Locorotondo: “una tragedia immane per loro stessi e le rispettive famiglie!”).
Il punto nodale resta l’insufficiente qualità e quantità del funzionamento dei distretti socio sanitari. La legge 328 del 2000, che doveva servire proprio a garantire la sinergia e l’integrazione dei servizi socio-sanitari, legge mai recepita e male applicata dalla Regione Sicilia, non ha potuto esplicare i suoi effetti. Il risultato è stato che i piani di zona hanno approvato progetti fotocopia, che hanno dato la netta impressione di essere stati utili a chi li ha presentati (sempre i soliti), piuttosto che alle persone veramente bisognose!
Da ultimo, l’assemblea ha espresso tutta la propria costernazione e lo sdegno, dopo avere appreso che il Distretto Socio Sanitario D26 (quello di Messina, comune capofila ed altri 13 comuni, da Alì a Villafranca Tirrena), non ha attivato le procedure che gli avrebbero consentito di far decollare il piano di zona 2010-2012. Ora, al danno si aggiunge la beffa: queste risorse rischiano di essere nuovamente introitate dalla Regione e destinate ai Comuni più virtuosi!

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