Quest’anno ricorre il 100° anniversario della nascita di Sergiu
Celibidache; il centro Studi ha fissato per mercoledì 11 luglio una
serata per ricordare la figura del grande direttore d’orchestra. Il Centro Studi, nell’ambito della programmazione 2012 dei Pomeriggi
Culturali Eoliani che sarà presentata domani sera, presso l’hotel
Meligunis, ricorderà il maestro Celibidache con un evento curato da Raffaele Napoli (presidente ass. italiana Celididache) e Marco Manni (centro studi)
Il maestro sarà ricordato Mercoledì 11 luglio, ore 19.30 presso i giardini di via Maurolico a Lipari
Sergiu
Celibidache nacque l'11 luglio 1912 a Roman nella parte nord orientale
della Romania. Dopo il servizio militare, di cui conservò un tremendo
ricordo, raggiunse Parigi, che gli apparve subito come la terra
promessa. Casualmente ascoltò alla radio un quartetto d'archi del
professore berlinese Heinz Tiessen che lo affascinò al punto tale da
indurlo a spedirgli a Berlino, presso il conservatorio, una propria
composizione. Tiessen , tra l’altro giornalista impegnato a far
conoscere la musica contemporanea, riconobbe in Celibidache il
potenziale musicale insolito e gli rispose rapidamente, invitandolo a
proseguire gli studi con lui. Nella Berlino liberata, un tragico
concorso di circostanze ( il direttore Lèo Borchard, che era stato
nominato dagli americani, fu ucciso da una sentinella durante una
passeggiata notturna) in assenza di direttori "non-sospetti"
disponibili nell’immediato, Celibidache fu chiamato a dirigere il 29
agosto 1945 il primo concerto sinfonico della sua vita, alla guida della
più famosa orchestra europea: la Filarmonica di Berlino. Celibidache fu
subito nominato direttore titolare e diresse con l'orchestra, solo nel
corso della prima stagione, più di cento concerti. Tra il 1945 e il 1954
saranno già 527. Nel 1948 arrivano le prime esperienze con importanti
orchestre estere: la London Philarmonic, Berliner Philarmonike e ancora
l'anno seguente Celibidache dirigerà in Austria, Italia, Francia. Nel
maggio del ‘52 trionfa a Buenos Ayres.
In Italia, alle Eolie.
Fu
molto attivo anche in Italia. Tra il 1953 e il 1967 diresse:
l'Orchestra de "la Scala", "l'Accademia di Santa Cecilia", le orchestre
della RAI de Roma, Milano, Torino, Napoli, Bologna e Firenze (molti di
questi concerti sono stati filmati). Nel 1962 divenne il direttore
della Stockholm Radio Symphony Orchestra, che ricostituì completamente
(fino al 1971). Nel Maggio del 1965 Sergiu Celibidache sposò Loana
Procopie Dhnitrescu, pittrice, che conosceva fino dagli anni
dell'infanzia, che mise al mondo il 19 giugno 1968 il loro unico
figlio Serge Ioan Celebidachi. Dalla fine degli anni cinquanta per
oltre un ventennio, fu un assiduo frequentatore delle Eolie; a Lipari
in particolare fissò la residenza estiva di famiglia, non a caso
dinnanzi all’imponente Gran Cratere di Vulcano. Il Maestro rimarrà
sempre legato all'isola "dolce-amara" e alla sua gente che lo aveva
accolto con entusiasmo, ma temendo il rapimento dell’unico figlio ad
opera di malavitosi siciliani, fu costretto ad abbandonare il sud. In
molti ricordano Sergiu come un grande benefattore, altri rammentano con
simpatia il suo essere ecclettico, stravagante, innamorato della vita,
amante del piacere. Impossibile in questa sintesi, passare in rassegna
tutti i successi conseguiti, dall’America del sud al Giappone. Davvero
innumerevoli e prestigiose le onorificenze ricevute da ogni parte, in
particolare dalla Germania. Nel 1990 nel corso di un’esecuzione ha un
malore; si riprende ma decide, da quel momento, di dirigere da seduto.
Tiene lezioni di fenomenologia anche a Monaco e a Parigi. Le conseguenze
di una brutta caduta, verificatasi in un hotel a Firenze, lo
condizioneranno per tutto il resto della vita. Qualche settimana prima
di morire (giugno 1996), Celibidache dirigeva ancora la sua orchestra,
la Filarmonica di Monaco di Baviera, e teneva lezioni pubbliche di
direzione d'orchestra (Schola-Cantorum, luglio 1996) con l'entusiasmo di
sempre. Il Maestro Sergiu Celibidache ci ha lasciati il 14 agosto 1996,
a Neuville-sur-Essonne, nel Loiret, tra Parigi e Orléans, dove è anche
sepolto. Non è noto il motivo per cui sulla sua tomba il cognome sia
stato variato in Celebidachi, assunto anche dal figlio. La moglie è
venuta a mancare all’inizio del 2012.
Un modo innovativo di
dirigere e di concepire l’esecuzione orchestrale. Il suo insegnamento
Celibidache riteneva che al fine di applicare il suo metodo innovativo,
ogni orchestra dovesse andare incontro ad un certo rinnovamento.
Stranamente è verso l'America del Sud che volse il suo interesse per
perseguire il suo "anti-carrierismo". Le orchestre erano senza dubbio
di livello meno elevato rispetto a quelle europee, ma più predisposte,
essendo meno assoggettate alle logiche commerciali e potè così
sviluppare, il suo metodo innovativo, grazie al maggior numero di
prove concesse, nel corso delle quali i musicisti imparavano a lasciar
vibrare la musica dentro di sé, e ad abbandonare ogni abitudine fisica e
psichica, sforzandosi di non tralasciare nessun particolare necessario
alla valorizzazione del processo compositivo. Dopo qualche tentativo
intorno agli anni cinquanta, Celibidache rinunciò definitivamente alla
registrazione di dischi essendosi persuaso del fatto che, ogni qualvolta
si ascolta una registrazione, si soffoca sempre di più la propria
capacità di commuoversi, che invece può raggiunge l’apice solo in
presenza del suono vivo. Inoltre, lo stesso missaggio in studio altera
di fatto la naturale dinamica dei suoni, riuscendo ad esaltare persino
lo strumento più debole, che così perde la sua intensità
caratteristica. Per Celibidache solo la coordinazione fatta da un essere
vivente, di tutti i parametri interagenti in un'opera d'arte concepita
organicamente, permette all’ascoltatore di cogliere integralmente la
stessa esperienza artistica. La riproduzione è quindi deformazione,
falsificazione che abitua lo spettatore o l'ascoltatore ad una
percezione meccanica, denudata di spontaneità. Le grandi orchestre
moderne, per lo meno fino ai tempi di Celibidache, si erano persuase del
fatto che la loro sopravvivenza finanziaria dipendesse essenzialmente
dalla notorietà acquisita tramite il mercato discografico, oggi in
crisi con l’avvento di internet che, spesso consente di scaricare
velocemente files musicali, sacrificando spesso la qualità audio, in
cambio dell’ immediata fruibilità dei dati (download ). A questo scopo i
files vengono considerevolmente impoveriti, attraverso algoritmi di
compressione ( l’ mpeg 3 ne è solo un esempio) che sfruttando principi
di psico-aucustica, privano il suono di componenti “meno essenziali”,
come un suono debole (meglio parlare di frequenza) tra due di maggiore
intensità. In questo senso il messaggio di Celibidache, la sua
avversione nei confronti della registrazione, dei mezzi di diffusione,
la manipolazione sonora, risultano drammaticamente attuali,
soprattutto in relazione alla mancata tutela dell’artista e delle sue
opere, mentre l’esaltazione dell’esecuzione dal vivo rappresenta ancora
oggi l’unico deterrente efficace contro il deterioramento qualitativo
dell’ascolto, introdotto dalla distribuzione virtuale dei contenuti,
troppo spesso sinonimo di pirateria.
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