Con serenità e sicuramente lontano dal voler
contribuire a sollevare inutili polemiche non comprendo perché si dà
l’impressione che si abbia poco interesse o addirittura ci si vuole tirare
fuori da questa riflessione corale aperta intorno alla proposta dell’
imprenditore indiano Mahesh Panchavaktra di volere investire nella
zona Milazzo, Eolie, Nebrodi, realizzando un polo di sviluppo di ampio respiro
con un aeroporto internazionale che metta il
territorio in collegamento con il resto del mondo ed in particolare con le
economie emergenti del sud Asia.
Non si tratta solo dell’aeroporto ma molto di più,
come ho appena scritto: promuovere un polo di sviluppo che metta in rete le
potenzialità di un’area, possibilmente ampliando gli effetti virtuosi a tutta
la Sicilia.
Si tratta di vedere se collaborando riusciamo a
destagionalizzare il turismo, a promuovere una economia produttiva
(agricoltura, allevamento, pesca e loro trasformazioni e commercializzazioni)
che si affianchi al turismo e permetta di andare oltre la monocultura.
Si tratta di verificare se Eolie, Nebrodi e Milazzo
siano condannati a farsi la concorrenza per catturare nelle poche settimane
estive spezzoni di flussi turistici più o meno occasionali o riescono a fare
sistema, sfruttando a beneficio di tutti persino le avverse condizioni
meteomarine realizzando col supporto delle assicurazioni un meccanismo di
prenotazioni intelligente.
Stiamo parlando del nostro futuro e principalmente
di quello delle nostre nuove generazioni, di questo stiamo parlando. Un futuro
che si costruisce, con pazienza e nel dialogo, al di fuori delle logiche
clientelari nelle quali siamo stati allevati e che ancora riteniamo siano le
uniche possibili.
E se ci sono capitali esteri che vogliono investire
e scommettere su un piano strategico, che sarebbe unico nel Sud Italia, ben
vengano! Almeno io non mi scandalizzo poiché ritengo si tratti di una
opportunità che può offrire reale occupazione, a casa loro, per i nostri
giovani.
Dialoghiamo alla luce del sole, senza pregiudizi con
chi vuole mettere in rapporto i propri paesi col nostro territorio, gettando un
ponte fra la Sicilia e le nazioni Sud asiatiche che sperimentano una stagione
di crescita.
Comprendo la prudenza che occorre avere, perché un progetto come questo è diverso dal comprare
una squadra di calcio già esistente o un’azienda già sul mercato, occorre
conoscere meglio l’imprenditore indiano
che vorrebbe spendere così tanto. Così come è lecito sospettare che l’arrivo della
“primavera” spinga qualcuno ad affacciarsi sulla scena con rinnovato "vigore", con nuovi intenti
politico elettorali e con la solita spettacolarizzazione delle iniziative.
Anche per questi dubbi, a mio avviso, è necessario
partecipare sin dall’inizio al dibattito per capire dove si vuole andare o se
si sta solo “fantasticando”. Lipari deve interloquire con l’investitore indiano
a fianco agli altri sindaci dell’area interessata.
Senza peccare di suscettibilità, anche se non siamo
stati invitati, facciamoci avanti, facciamoci sentire, facciamo capire,
contando sull’importanza delle Eolie, che nessuno può escluderle o metterle
all’angolo e, con il dovuto rispetto, neanche l’ing. Mahesh
Panchavaktra.
Saverio Merlino
Lipari, 14 gennaio 2017