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lunedì 28 gennaio 2013

Programmazione turistica. Il consigliere Gugliotta chiede di sapere

Al Sindaco del Comune di Lipari Rag. Marco Giorgianni
All’ Ass. ai Trasporti, turismo, spettacolo e sport  Dott.ssa Federica Masin                                                                                                 
OGGETTO: Interrogazione al Sindaco del Comune di Lipari riguardante lo stato della programmazione turistica
Considerato che il settore turistico dovrebbe rappresentare il motore trainante dell’economia eoliana
Considerato che una seria programmazione turistica risulta l’unico mezzo per crescere, incentivare e sviluppare tale settore
Considerato che tale programmazione andrebbe elaborata nei giusti tempi e nelle modalità più congrue
Considerato che fondamentale  risulta la promozione del territorio e il miglioramento di esso
Considerato altresì che a breve avrà inizio la stagione turistica e che tempisticamente già si è in ritardo per una saggia programmazione
l'amministrazione riferisca

-      sullo stato della programmazione turistica;
-      sulla destagionalizzazione dell'offerta;
-      sulle strategie di promozione del territorio;
-      sulla necessità di istituire un calendario di eventi;
-      sulla necessità di rilanciare il termalismo ai fini della destagionalizzazione;  
-      sulle somme destinate alle fiere e sulle modalità di svolgimento delle stesse;
-      sulla necessità di istituire una fiera delle isole minori sul territorio per promuovere il territorio e aprire nuovi canali commerciali;
-      sulla  necessità' di concordare con le compagnie di navigazione sgravi sul costo del biglietto nella bassa stagione;
-      sulla necessità di regolamentare l’approdo dei barconi turistici che sovraffollano il territorio eoliano;
-      sull’ammontare delle somme da destinare alla pulizia e alla tutela delle spiagge.
 Lipari 28.01.2013   
Dott.ssa Annarita Gugliotta
(Cons. Com. Vento Eoliano)

Carabinieri e caserma, Intervista al sindaco Giorgianni dopo il sopralluogo all'ex Filadelfia 2

Potrebbe diventare questo edificio la caserma dell'Arma

Un sopralluogo è stato effettuato, intorno alle 11 e 30, dal sindaco di Lipari, Marco Giorgianni, da graduati e tecnici dell'Arma dei carabinieri per verificare la possibilità che possa essere messo a  disposizione dei carabinieri, dopo l'accordo con la Curia (proprietaria) e gli eventuali necessari interventi, l'edificio che ha ospitato sino ad un paio di anni fa l'hotel Filadelfia 2. Erano anche presenti il geometra Placido Sulfaro per il comune e il suo collega Luigi Alessadro Indricchio per la Curia Vescovile.
Vi proponiamo un breve video dell'immobile, realizzato all'esterno, durante il sopralluogo. A breve poi una intervista realizzata "al volo" con il sindaco Giorgianni dopo il sopralluogo

Come eravamo: Carnevale eoliano 2010 (I parte)

RIVELAZIONI DI CARDINALE: “ABBIAMO DOVUTO USARE I VOTI DEI GRILLINI”

di Chiara Billitteri -
Una settimana fa Edi Tamajo, deputato regionale eletto tra le fila di Grande Sud, ha annunciato la sua defezione dal partito di Gianfraco Miccichè. “Grande Sud – ha spiegato – non ha più un progetto politico, e la mia vicinanza a Totò Cardinale (esponente del Pd ed ex ministro delle Telecomunicazioni nel governo D’Alema, ndr), mi ha portato ad aderire al ‘Megafono’ del presidente Rosario Crocetta”.
Spiegarlo ai propri elettori, sostanzialmente di centrodestra, non deve essere stato semplice, ma, ha assicurato Tamajo, “i riscontri sono stati favorevoli”.
La goccia che ha fatto traboccare il vaso sarebbe stata la notizia del rinnovato sodalizio tra Miccichè e Silvio Berlusconi: “come potevamo dire a chi ci aveva votato di sostenere Berlusconi, dopo che tutta la campagna elettorale per le scorse regionali è stata impostata contro di lui? Miccichè pensa solo alle poltrone”.
Ma il perduto progetto sicilianista, sfumato dopo l’accordo con la Lega, è stato ritrovato nelle idee del presidente della Regione Crocetta.
Adesso, quindi, il giovane politico palermitano ha davanti a se un nuovo percorso, e l’interlocutore migliore sembra essere proprio Salvatore Cardinale, fondatore della corrente cattolica e moderata del Pd, ‘Innovazioni’.
E l’ex ministro, che ha ormai ceduto il posto in parlamento alla figlia Daniela, ha già un piano per allargare l’area del Pd cui fa capo: “fonderemo una nuova associazione – ha detto Cardinale – che si chiamerà ‘Democratici popolari’. Così vi guideremo verso il Pd senza farvi dimenticare della vostra storia”.
L’intenzione, però, è anche quella di “riscattare Crocetta dalla questione dei numeri all’Ars”, perché come ha spiegato Cardinale, “per rompere l’asse D’Alia-Pdl che si stava creando ad inizio legislaturaabbiamo dovuto usare anche i voti dei grillini”. E se il governo regionale non otterrà nuovi consensi, la situazione rischia di ripetersi, dimostrando che, di fatto, non c’è una maggioranza. Ecco perché l’associazione, una volta creata, potrebbe diventare un vero e proprio gruppo parlamentare all’Ars, che lavorerà a sostegno del governo regionale.
Nell’ottica del grande disegno, quindi, è arrivato l’appello agli elettori di quello che fu Grande Sud, partito ormai “destinato a morire”: “votate e fate votare Pd – ha concluso Cardinale – e la Sicilia conterà: con Bersani presidente, il presidente Crocetta non avrà chiuse porte in faccia, e potrà lavorare per il bene dell’isola”.

Pausa "caffè" .... al vetriolo?


Buongiorno Direttore, 
ho letto che la Compagnia delle Isole ha raggiunto un accordo con il Sindaco M. Giorgianni. L’accordo consiste che la biglietteria storica Siremar ritorna nella sede storica con un giusto contratto d’affitto.
Cortesemente quando incontra il Sindaco può domandare ciò: I contenziosi giudiziari delle biglietterie sono stati risolti per come avvenne per le biglietterie di Marina Corta? Ricordo che le biglietterie Siremar e Ustica Lines non avevano un contratto e storicamente stavano a SBAFO, ma nessuno ne parlava, poi un giorno partirono gli atti.
Pertanto i contenziosi prima del nuovo contratto sono stati risolti?
Io e i suoi lettori le saremo grati di avere notizie.
Saluti
D. Corrieri

Il "cuore" di Lipari visto dall'alto

PRESENTATA LA LISTA “IL MEGAFONO”, FACCE NUOVE DELLA SOCIETÀ CIVILE

di Chiara Billitteri -
“La rivoluzione continua, e la portiamo a Roma”. Con queste parole Rosario Crocetta, presidente della Regione, ha presentato la sua lista per il Senato: ‘Il Megafono’. Ventiquattro “facce nuove”, così li ha chiamati il governatore, capeggiate da quella, un po’ meno nuova, diGiuseppe Lumia, ex presidente della commissione parlamentare Antimafia, ora capolista al Senato. “Ma Beppe si è sempre distinto per il suo impegno nella lotta alla mafia, per questo non poteva essere lasciato fuori”, ha spiegato Crocetta.
In tutto, quindi, venticinque. Tra questi tanti giovani (“giovani si fa per dire – scherza Crocetta – ma per entrare al Senato devi avere minimo 40 anni”), artisti come il promotore della Fiumara d’Arte Antonio Presti, esponenti del mondo dell’antimafia come Placido Rizzotto, nipote del sindacalista ucciso dalla mafia, e il pm, ora assessore all’Energia Nicolo’ Marino. Tante, poi, le donne: circa il 40% della lista.
“Il nostro movimento nasce per portare al Senato una vera forza autonomista – ha detto Crocetta – , e sarà la prima lista in Sicilia. Siamo stanchi di chi ha gridato ‘autonomia’ per anni e adesso è alleato con Bossi”. Il riferimento è a Gianfranco Miccichè e Raffaele Lombardo, che hanno da poco siglato una nuova alleanza con Silvio Berlusconi, e quindi anche con la Lega, in vista delle Politiche di febbraio. “Lombardo si sarà confuso un po’ per via del cognome – continua il presidente – ma gli ricordo che lui è siciliano, e che l’alleanza con la lega nord, che odia la Sicilia, è un tradimento. Vergogna!”.
E in un teatro affollatissimo pieno di folla acclamante, il presidente della Regione non ha risparmiato nessuno, e il pubblico, contagiato dal suo entusiasmo, si è esibito in continue standing ovation e grida di approvazione. Ne ha avute proprio per tutti: da Antonio Ingroia, il magistrato ora candidato premier con la sua lista ‘Rivoluzione Civile’, che “ha fatto una fuga solitaria rischiando così di favorire la destra”, ad Angelino Alfano, ieri a Palermo, che Crocetta ha definito “surreale”. “Un giorno è candidato premier, un giorno no. Un giorno è vicepresidente, l’altro non si sa. Alla fine si è scoperto che Alfano è solo il maggiordomo di Berlusconi: se Bersani mi avesse trattato così avrei già fatto la marcia su Roma”.
Ma le critiche sono trasversali, e ce n’è anche per Grillo. “Per cambiare non abbiamo bisogno di nuotate nello Stretto, ne’ di salvatori. Quello Stretto migliaia di cittadini lo attraversano ogni anno per andare via, noi vogliamo poterli fare restare”.
Fiero, quindi, del suo progetto tutto per la Sicilia, Crocetta ha anche tirato le somme della sua attività di governo, per quanto piccole siano ad appena tre mesi dall’insediamento. Sblocco dei fondi europei per la programmazione, legge sui rifiuti e per la doppia preferenza di genere, così come quella sull’incompatibilità (“appena verrà approvata saranno dolori” ha detto il governatore), patto dei sindaci, interventi per ritirare le autorizzazioni del Muos di Niscemi, sono solo alcune delle cose fatte. Poi la rotazione nei dipartimenti regionali: “stiamo mandando tutti a casa”. E proprio a questo proposito, oggi la Cisl ha definito i trasferimenti operati dal governo “deportazioni di un dittatore”. Ma, tralasciando il paragone un po’ infelice vista la ricorrenza di oggi (è la giornata della memoria delle vittime della shoah), Crocetta ha replicato che la rotazione è prevista dalla legge e lui, in sostanza, può fare quello che vuole. “Che ipocrisia – ha commentato – . Da anni dicono che la macchina regionale è bloccata, poi però non si può toccare nessuno. Se questo vuol dire essere un dittatore, allora lo sono”. Poi sdrammatizza: “vi ringrazio, almeno per le prossime elezioni so di avere la vittoria già in tasca”.

IL FURORE DI CROCETTA: “LA ROTAZIONE CONTINUERÀ ALLA REGIONE”

di Giuseppe Bianca -
Da tre giorni a tre anni. In questo arco temporale disomogeneo e non uguale per tutti, vanno le pratiche di molti uffici della Regione Siciliana, non solo del Territorio, secondo Rosario Crocetta. Troppa differenza di comportamenti e di scelte oggettive, e soprattutto di risultati. È una parte importante delle rivoluzione che Crocetta urla a gran voce dal palco del Politeama di Palermo. Ma non è solo un discorso elettorale. È un Crocetta che sorprende e quasi disorienta la platea che aspettava ragionamenti elettorali.
Ed invece Crocetta procede per ”lampi di accensione”. Come quando si rivolge idealmente a Maurizio Bernava segretario regionale della Cisl, quando gli domanda “di chi è lo Ial, che ha percepito venticinque milioni dalla Regione e non paga gli stipendi ai lavoratori da oltre un anno?”. O quando annuncia risoluto che la rotazione dei dirigenti procederà alla Regione. E continuerà. Nell’interesse dei tutti.
E procederà senza “padrini” e fuori dalle appartenenze. “Sarà un modo di valorizzare risorse e competenze alla Regione. E ce ne sono, sappiatelo”. È destinato a fare rumore questo “muro contro muro” che il governatore lancia in apertura di campagna elettorale:
“Se cambiare schemi e metodi, modi di concepire l’Amministrazione regionale significa essere un dittatore, allora io sono un dittatore”.
Poi si sofferma con ironia su un dirigente, Frisone che “fa tutto, progetta, dirige e guida pure la macchina, lo valorizzeremo”. Sul Consorzio delle autostrade ritorna prorompente. “La ditta Ventura, cacciata dalla Expo di Milano, in presenza di un informativa della Prefettura di Milano, continuava a lavorare con il Cas. Abbiamo interrotto tutto questo. Ma occorre indagare su come sia potuto succedere”.
Insomma dal Megafono sono partite vibranti note destinate ad un confronto duro con il mondo dei sindacati, con gli interlocutori istituzionali e con quanto, secondo Crocetta, rischia di frapporsi con il cambiamento. Qualcuno uscendo si domanda quanto durerà il furore del presidente. Un altro con la faccia perplessa, gli risponde: “Assai”.

Auguri a...Nunziatina, Giulia e Daniela

Gli auguri di buon compleanno oggi sono per Nunziatina Lauricella, Giulia La China, Daniela Pace
Volete fare gli auguri ai vostri cari? Inviateceli. Raccomandiamo solo di farlo con qualche giorno in anticipo. L'indirizzo a cui spedirli è s.sarpi@libero.it
N.B. Gli auguri (di qualunque genere) con le foto sono a pagamento (vedi tariffario in alto a questa pagina), così come gli auguri (anche senza foto) che non siano di Buon Compleanno

domenica 27 gennaio 2013

Stromboli-Eoliana. Stasera alla Domenica Sportiva in "Storie dell'altro calcio"

Questa sera, la Domenica Sportiva (in onda su Rai due alle 22 e 30)  in "Storie dell’altro calcio" dedicherà un servizio al derby, disputatosi oggi a Stromboli, tra lo Scirocco Stromboli e l'Eoliana di Lipari e, conclusosi, come già anticipatovi per 4 a 3 in favore dei padroni

PER NON DIMENTICARE !

Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario.

Primo Levi - Se questo è un uomo.

A Lipari: Rosticceria "Mancia e Fui"

3° Categoria: Risultati delle Eoliane. Malfa "corsaro". Derby allo Stromboli

Stromboli Scirocco - Eoliana = 4 - 3
Filicudi - Sacro Cuore = 2 - 4
Messina Centro - Malfa = 1 - 2

Calcio a 5 femminile. Nuova vittoria casalinga per la Ludica

La Ludica Lipari (di calcio a 5)  femminile torna al successo. Questo pomeriggio al Freeland club ha superato per 10 a 2 il S.Alessio. Mattatrice: Alessandra Portelli con 7 gol.

Come eravamo: Una delle formazioni femminili dello Snoopy basket


LA RUSSA A MANNHEIMER: “VAI IN TV E DILLO CHE SIAMO ATTORNO AL 4%…”

“A Renato Mannhemeir, che in privato mi aveva detto che Fdi poteva attestarsi tra il 2 e il 4%, ho chiesto come mai pero’ successivamente non lo ha detto in televisione. Mi ha risposto che per un movimento nuovo, di destra, la forbice piu’ ragionevole era tra l’1 e il 2… E invece, Renato, vai in tv e dillo che siamo attorno al 4%…”. E’ la battuta polemica che Ignazio La Russa, fondatore di Fratelli d’Italia, riserva al sondaggista Renato Mannheimer.
La Russa ha fatto riferimento alle rilevazioni demoscopiche sulle intenzioni di voto per il partito fondato con Guido Crosetto e Giorgia Meloni, nella manifestazione di apertura della campagna elettorale al Palazzo dei Congressi, riferimento.

Il derby..seguito dalla tv... se lo aggiudica lo Stromboli

Davanti alla troupe Rai, che proporrà un servizio nella Domenica Sportiva, nello spazio riservato al calcio dilettantistico, è stato lo Scirocco Stromboli ad aggiudicarsi per 4 a 3 il derby con l'Eoliana Lipari.
Con questa ennesima vittoria gli strombolani stanno continuando a risalire verso le posizioni di vertice della classifica.
Ieri nell'anticipo la capolista Pompei era stata fermata in casa sullo 0 a 0 dall' Arcigrazia.

CASCIO LO BOCCIA E BATTIATO APRE IL VASO DI PANDORA

Il rimprovero, sobrio e contenuto, del Presidente dell’Assemblea, Giovanni Ardizzone, l’avrebbe digerito, anche se a malincuore. Si sarebbe limitato forse ad assicurare la presenza in Aula, facendo notare sommessamente che le  tournée  si “contrattano” con anni di anticipo e rinunciandovi avrebbe dovuto pagare penali pazzesche; che nemmeno l’Arcangelo Gabriele avrebbe potuto pronosticargli, in una visione notturna, che gli sarebbe stata affidata la “mission impossibile”,  ad un sufi nientemeno, di entrare nel governo della Sicilia.
Ma quando ha appreso che il formale invito di Ardizzone, ineccepibile sul piano istituzionale, di assicurare la presenza, era stato ripreso dall’ex Presidente dell’Assemblea regionale siciliana ed ex assessore del Turismo della Regione, Francesco Cascio, per esprimere giudizi poco lusinghieri sul suo conto, allora Franco Battiato si è levato il testale, come ogni siciliano incazzato di brutto. Sufi sì, fesso e muto no. Una requisitoria in piena regola, un j’accuse alla Dreyfus, un decalogo delle malecreanze, delle omissioni, distrazioni, confusioni, stranezze riscontrate nel turismo siciliano. Lo spirito di sopportazione e la naturale vocazione conciliante sono andati a farsi benedire. Nessuna meraviglia, tuttavia,  Battiato in versione Fiorello coniuga toni concilianti e vaffa’ grilleschi con impagabile naturalezza.
All’ex assessore al Turismo Cascio, che lo ha  bocciato -“un assessore regionale incapace di dedicare tempo pieno all’attività amministrativa è inammissibile ed inaccettabile”,  Battiato ha replicato: “La Sicilia ne ha avuto assessori molto presenti, ma a giudicare dallo sfascio  non è servito a niente, anzi ha provocato lo sfacelo totale”.
Fatta questa premessa, ha denunciato anomalie di gestione, “spese senza controlli in deroga a qualsiasi regola di buonsenso e di mercato”, ricordando che sono in corso un’inchiesta della Procura della Repubblica, un controllo delle spese da parte dei commissari europei, accertamenti sullo stato dei procedimenti e su eventuali responsabilità nell’attribuzione e gestione delle risorse  attraverso l’acquisizione di rendicontazioni.
L’assessorato all’economia della Regione siciliana, in autunno dello scorso anno, inoltre, ha condotto un’inchiesta amministrativa trasmettendo gli atti alla Corte dei conti. La Procura indaga sui “grandi eventi”, l’inchiesta  ha sfiorato importanti uomini politici; fra gli altri, Francesco Cascio (che non è né indagato, né sospettato di alcunché) finito sui giornali per presunti favori (escort ed altro, che l’interessato smentisce con decisione), ricevuti dal guru della comunicazione siciliana, Fausto Giachetto, (indagato, nega ogni addebito), che fino a qualche mese fa era componente del consiglio di amministrazione della Fondazione Federico II, presieduta da Francesco Cascio.
La requisitoria di Battiato non ha certo un bersaglio singolo, Francesco Cascio, ma è probabile che l’esperienza di governo di Cascio  alla guida dell’assessorato al Turismo della Regione abbia reso più forte il bisogno di cantarla a tutti senza peli sulla lingua. Nessun addebito personale, la denuncia di una responsabilità politica, di errori nell’uso delle risorse pubbliche addebitabili a governi, assessori e burocrati in un lungo arco di tempo.
A questo punto bisogna attendere la conclusione delle inchieste e del indagini in corso: i commissari europei, la Corte dei Conti, la Procura della Repubblica, le verifiche interne. Intanto deve ripartire la macchina, che si trova in una situazione di stallo, come ha detto Franco Battiato. Una paralisi gestionale aggravata dalla crisi di risorse. “Ho assunto una pesante eredità”, ha detto il cantautore siciliano. La sua è una scommessa. Con se stesso, prima di tutto. Chi credeva che avesse mollato alle prime difficoltà, forse, dovrà ricredersi. La canta e la suona che è un piacere. Senza fare spettacolo.

MESSINEO INCOMPATIBILE E LARI FUORI GIOCO? IL PALAZZO DEI VELENI RIAPRE I BATTENTI

di Salvatore Parlagreco -
Francesco Messineo non ha avuto mai vita facile a Palermo. Il capo della Procura ha collezionato successi sul fronte antimafia, ma è come se di essi si fosse persa la memoria. C’è stata una stagione “gloriosa” con capi e sottocapi di Cosa nostra assicurati alla giustizia, ma non è mai bastato al Procuratore per alzare la testa anche nelle giornate trionfali. Per quale ragione?
Il cognato, un imprenditore irrequieto, per fare un solo esempio, lo ha tenuto in cronaca dalla parte sbagliata. Nei titoli, infatti, invece che l’imputato, con nome e cognome, si trovata “il cognato del Procuratore”. Il cognato di Messineo fa notizia, l’imprenditore in odore di mafia, invece è solo un caso come tanti. Una piccola infamia che i giornali consumano senza averne coscienza. Ordinaria amministrazione tutto sommato, fino a che non è arrivato il count down per l’incarico di Procuratore generale e, di conseguenza, di Procuratore Capo. Al primo aspirava Francesco Messineo, al secondo il Procuratore Capo di Caltanissetta, Sergio Lari (cursus honorum nisseno , mitica la sua indagine che scagiona gli ergastolani, condannati per la strage di Borsellino e la scorta).
Due candidati titolari, dunque, che avrebbero potuto, almeno quanto gli altri, ottenere la nomina. Invece sono inciampati entrambi sul caso Maiolini, ex direttore generale di Banca Nuova e oggi presidente dell’Irfis, rinviato a giudizio per usura bancaria. Un pezzo da novanta, tenuto in gran conto dalla politica,  invidiato, forse temuto e odiato, come tutti coloro che salgono i gradini del successo e non si guardano dietro durante l’ascesa.
Il caso Maiolini è rotolato sui piedi di Messineo alla vigilia della nomina, quando Antonio Ingroia, dopo sei mesi di riflessione prima di partire per il Guatemala, ha passato le carte alla Procura di Palermo e, da qui, alla Procura di Caltanissetta, cioè a Sergio Lari. Carte insidiose: una conversazione telefonica fra Messineo e Maiolini, durante la quale ci sarebbero cenni su una indagine a carico di Maiolini per usura.
Il fascicolo non avrebbe certo potuto essere esaminato da Messineo o qualcuno dei suoi per ovvie ragioni. Così, com’era facilmente prevedibile, è arrivato sul tavolo di Lari, in predicato per il ruolo di Procuratore capo a Palermo. Il fascicolo di Ingroia così è rotolato anche sui piedi di Lari. Una carambola.Se si fosse giocato a bocce, tiro da maestro: con un colpo solo due biglie, Messineo e Lari.
Il Procuratore di Palermo ha spiegato, laconicamente, le sue ragioni, ha respinto le accuse e confutato i sospetti mantenendo, come di consueto un profilo basso, e Lari ha fatto outing, facendo sapere che lui dell’indagine non avrebbe potuto occuparsi perché ha un rapporto di amicizia con Francesco Maiolini. Saranno le toghe catanesi a indagare.
Facciamo una parentesi, a questo punto. Due settimane fa  uno dei settimanali più letti, Panorama, gruppo Mondadori-Fininvest, arriva in edicola con un reportage dedicato a Francesco Maiolini. Il reportage spiazza tutti, meno i “muffuti”,  ruminanti di lungo corso che, per indole, vedono ovunque complotti, congiure, trappole e malacreanze coma causa o concausa di ogni evento, anche il più risibile.
L’ex manager di Banca Nuova si è guadagnato i buoni uffici di quasi tutte le parti politiche, ma è nel centrodestra che si muove più agevolmente, nonostante la recente promozione ricevuta da Raffaele Lombardo (presidenza dell’Irfis).
Il reportage disegna Maiolini come un generoso distributore di favori a destra e a manca, soprattutto  fra le toghe dei Palazzo di Giustizia, elencando alcuni congiunti di magistrati assunti da Banca Nuova. Il suo volto è in copertina, una cosa inaudita. Maiolini è così costretto a correre ai ripari. Ed affida ad un quotidiano on line palermitano, a lui vicino, un’appassionata difesa della sua attività: i successi, le intenzioni, gli obiettivi. Tutto. “Ho assunto persone per bene, non mafiosi. Di che cosa mi accusate?”, dichiara.
Il mistero del fuoco amico, tuttavia, è fitto. Perché Mondadori, Fininvest, l’area berlusconiana, ha mirato al bersaglio Maiolini? E’stata vicina all’ex direttore generale di Banca Nuova.  L’istituto di credito ha conosciuto un’ascesa inarrestabile grazie anche alla benevolenza, legittima, di alcuni big berlusconiani, come il presidente dell’Assemblea, Francesco Cascio. E’ durante la sua permanenza alla testa del Parlamento regionale che cade infatti il fortilizio più munito del Banco di Sicilia, oggi Unicredit, quando l’agenzia di Palazzo dei Normanni passa di mano, finendo a Banca Nuova.
Per spiegare quel che è accaduto i malpensanti sospettano che  Panorama abbia parlato a nuora perché suocera ascolti. Nel mirino non ci sarebbe affatto Maiolini, “usato” senza ritegno, ma i due magistrati, Messineo e Lari.
La carambola, dunque, è stata confezionata “altrove”? Dove?
Troppo complicato. Nelle indagini classiche, ed è meglio non allontanarsi dalle consuetudini canoniche, si cerca il movente per arrivare all’autore dei misfatto.  Messineo e Lari sono fuori gioco entrambi grazie alla carambola, ed al loro posto arriveranno altri magistrati in ruoli chiave dell’amministrazione giudiziaria siciliana.
Chi?
Si fanno pochi nomi, che non sarebbe giusto in questo contesto indicare, per evitare indebiti accostamenti.
Una ipotesi di qualche rilevanza può essere formulata, “a latere” di ciò che finora abbiamo scritto. Per azzardarla occorre tenere in conto le due anime della giustizia palermitana, rappresentate, semplificando banalmente, dall’ala ingroiana – quella che ha perorato la causa delle intercettazioni sula trattativa Mafia-Stato, chiamando in causa anche il presidente della Repubblica, e l’area moderata, garantista, che non tiene mai la spada nel fodero, per citare l’espressione di un alto magistrato in occasionedell’inaugurazione dell’anno giudiziario.
Da una parte i magistrati che hanno una missione da svolgere, e tutte le strade sono buone per raggiungere il risultato, e gli altri, che si affidano alla verità processuale e  preferiscono non uscire dal seminato. La politica da una parte, la magistratura dall’altra.
Non è che le cose stiano così nella realtà, ma le tendenze sono queste, non altre. E vanno capite per esplorare il contesto.
Messineo ha cercato di guadagnare la centralità fra le due anime senza riuscirci. Lari, a Caltanissetta, avrebbe voluto restare fuori dalle controversie palermitane. Anche per lui fatica sprecata. E’ stato sfiorato dal caso Maiolini. Il suo pregevole lavoro sulla strage Borsellino è una cedola assicurativa.
Il Palazzo di giustizia di Palermo, però, è tornato “palazzo dei veleni”, come negli anni Novanta, quando imperversavano i corvi e le lettere anonime e la guerra fra toghe seminava panico.  La prima commissione del Consiglio superiore della magistratura, che si occupa dei trasferimenti per incompatibilita’ ambientale i giudici e Pm, ha aperto un fascicolo sul Procuratore capo di Palermo Francesco Messineo, indagato a Caltanissetta per violazione di segreto istruttorio.
Le prossime “mosse” ci aiuteranno a capire. Sarà oltremodo istruttivo.

Il giorno della memoria. Giovanni Giardina ci propone una paoesia di Buttitta

                                               CUMPAGNI DI VIAGGIU
                                                Sta sira li cimi di l'arburi
                                               chi mòvinu la testa e li vrazza
                                               parranu d'amuri a la terra
                                               e io li sentu !
                                               Sunnu li paroli di sempri
                                               chi vui scurdastivu,
                                               cumpagni di viaggiu
                                               nudi e pilusi,in transitu dintra gaggi di ferru
                                               Unn'è chi ghiti a càdiri
                                               si nuddu v'accumpagna
                                               e la scienza è in guerra contru l'omu?
                                               Cu vi jetta li riti
                                               mentri u marusu munta;
                                               siddu i nostromi da puisia
                                               un tempu piscatura di baleni,
                                               ora piscanu a lenza
                                               nni l'acqua marcia di li paludi?
                                               Cumpagni di viaggiu,
                                               si pirdistivu u cori pa strata;
                                               turnati nnarreri a circàllu
                                               si non siti già orbi.
                                               Si u suttirrastuvu chi morti
                                              ‘nte campi di battagghia;
                                               jiti a svrudicallu
                                               si non feti ‘nto sangu.
                                               Si ristò a bruciari ‘nte càmmiri a gas;
                                               curriti a cogghiri a cìnniri
                                               e mittitila a cuvàri ‘nto pettu.
                                               Lu me straziu è pi vui sta sira,
                                               e li paroli d'amuri
                                               càdinu ‘nterra
                                               comu stiddi astutati.
                                               Non vurria chi mai turnassi
                                               una sira, la stissa.
.

RIVOLUZIONE CROCETTA, TRASFERITI ALTRI 90 REGIONALI: ECCO I PRIMI NOMI

di GB -
“Il passato è finito, neanche in dieci anni di conferenze stampa, avete avuto insieme tutte queste notizie”. Traccia una linea netta col passato Rosario Crocetta, con metodi di gestione e con regole di opportunità e trasparenza. In assenza di esplicito obbligo di legge, la giunta si asterrà dal fare nomine discrezionali fino ad elezioni avvenute.
Al centro di un’informativa interdittiva della Prefettura di Milano, è finita l’impresa di Furnari Ventura Spa, a cui il Cas di Messina ha dato appalti fino a tre milioni di euro. Sulla vicenda Crocetta ha annunciato che farà chiarezza. Vengono rimossi sette dirigenti su undici dall’assessorato all’Ambiente e Territorio, in tutto si tratta di una novantina di dipendenti. Ecco i primi nomi: gli ingegneri Lucia, Zuccarello, Pennino, Escalia, e ancora Maniscalco, Di Lorenzo e Anzà. Rimangono al loro posto Colajanni, Sansone, Di Martino, Chinnici. Il governo revocherà, inoltre, al dipartimento Energia tre appalti.
Tra le altre cose, gli Iacp passano sotto il controllo del direttore Infrastrutture, in raccordo con gli uffici provinciali del Genio civile. Verranno rimossi o passati ad incarico di rango inferiore i dirigenti che assumeranno impegni di spesa privi di copertura. Con apposito disegno di legge, verranno estesi i benefici della legge 20/2009 per le vittime di mafia anche retroattivamente.

IL RIGORE DI CROCETTA PROVOCA PROTESTE E RAMMARICO. FORMAZIONE E TERRITORIO. TRASFERIMENTI, NON DEPORTAZIONI. MA…

Non sono deportazioni, sono trasferimenti da un assessorato all’altro, all’interno dell’amministrazione regionale e nella stessa città. Eppure sono apparse liste di proscrizione. Non deve meravigliarci se l’emigrazione di una novantina di dipendenti decisa dal  Presidente della Regione, Rosario Crocetta, abbia provocato uno sconquasso e si stata raccontata dai media come il diluvio universale. Mancavano i precedenti, è prevalsa l’eccezionalità. Non solo per via del provvedimento, massiccio, adottato nel’assessorato alla formazione professionale, e in misura minore, al’assessorato al territorio, quanto per il fatto che la decisione è stata assunta senza la concertazione con il sindacato.
In più, molti “trasferiti” si sono sentiti trattati a pesci in faccia, puniti senza colpa. Fare di tutta l’erba un fascio non è un a buona cosa ed il trasferimento, in considerazione della cattiva immagine che ha la formazione in Sicilia, è stata vissuta da chi ha fatto il suo dovere come una ingiustizia.
I provvedimenti, infine, hanno richiesto la rinuncia alle professionalità acquisite ed alle esperienze accumulate. Un know how prezioso. E’ stato pagato un costo, dunque, impossibile nasconderlo.
Quali alternative aveva, tuttavia, il governo per cambiare le cose radicalmente se non quella di adottare un provvedimento urbi et orbi? Nessuno, perché sarebbe stato impossibile “colpire” i singoli senza una istruttoria che ne avesse accertato carenze professionali, una inidoneità allo svolgimento delle funzioni affidate o,  addirittura, responsabilità amministrative.
Se sono comprensibili il rammarico di parte del personale e di alcuni dirigenti, e la protesta del sindacato, “scavalcato” dal governo, sono comprensibili in egual modo le ragioni dell’amministrazione che aveva bisogno di aprire balconi e finestre e fare entrare aria fresca senza condurre alcuno sul banco degli imputati.
Il mondo della formazione è troppo chiacchierato per una serie molteplice dei motivi, prima di  tutto per la modestia dei risultati raggiunti e l’alto costo degli investimenti, ma anche per la clientelizzazione del settore, divenuto una dependance degli apparati politici. Anche su questi punti, tuttavia, si dovrebbe evitare di sparare nel mucchio. Non tutto è da buttar via.
Al governo ora spetta il compito più severo, salvare e valorizzare le eccellenze e le buone pratiche. Il giudizio, alla fine, verrà dai risultati, non da altro quando l’onda emotiva del rigore si sarà adagiata sul bagnasciuga. In passato è capitato che, alla fine prevalesse il “levati tu che mi ci metto io”. Sospettarlo, oggi, sarebbe solo un espediente per mettersi di traverso per lasciare le cose come stanno.
Chi decide provvedimenti drastici se ne assume piena la responsabilità. L’audacia merita fiducia. Fino a prova contraria.

Auguri a...Giacomo, Rosaria, Giuseppe e Mariella

Gli auguri di buon compleanno oggi sono per Giacomo Biviano, Rosaria Giuffrè, Giuseppe Merlino e Mariella Giardina
Volete fare gli auguri ai vostri cari? Inviateceli. Raccomandiamo solo di farlo con qualche giorno in anticipo. L'indirizzo a cui spedirli è s.sarpi@libero.it
N.B. Gli auguri (di qualunque genere) con le foto sono a pagamento (vedi tariffario in alto a questa pagina), così come gli auguri (anche senza foto) che non siano di Buon Compleanno

Le nostre tradizioni: Nave quasi a riva per "salutare" S. Cristoforo a Canneto

sabato 26 gennaio 2013

Come eravamo/C.S. Lipari: Germanà, Giuffrè, Sampieri

Nella foto da sx a dx: Nino Germanà, Vincenzo Giuffrè e Vincenzo (Enzino) Sampieri

Stromboli-Eoliana. "Derby...in tv"

Si giocherà domani a Stromboli il derby del campionato di calcio di terza categoria tra lo Stromboli Scirocco e la formazione dell'Eoliana Lipari.
Si tratta di una gara "particolare" e non solo perchè è un derby, il primo tra le due squadre. 
A  rendere particolare ed ancora più interessante la gara vi è il fatto che, a seguire l'incontro, vi sarà una troupe della Domenica Sportiva della Rai. Infatti, nel contesto dello spazio, che la trasmissione sportiva di Rai Due dedica al calci minore, ci si occuperà proprio di questo derby.
L'incontro, che si gioca a Stromboli, è fissato per le undici. 
Chiunque da Lipari volesse seguire l'evento potrà farlo imbarcandosi sull'aliscafo mattutino in partenza alle 8 e 20. Il ritorno nel pomeriggio.

CABARET A PALAZZO DEI NORMANNI, LA BOUVETTE DI SCENA

La bouvette dell’Assemblea regionale siciliana non ha pace. Qualche mese fa, appena arrivati a Palazzo  dei Normanni, i deputati regionali del Movimento 5 Stelle, lessero i prezzi segnati sulla locandina, e protestarono. Avevano avuto la prova,  grazie al prezzo, che il Palazzo elargisce privilegi. Diffusero perciò una nota alle agenzie con cui denunciavano la malacreanza. Nei bar il caffè si paga di più, a Palazzo dei Normanni il risparmio lo pagano i contribuenti grazie al contributo che l’Assemblea elargisce al gestore.
La cosa fece rumore, ma non troppo. Anche perché nei pressi del Palazzo ci sono bar che competono magnificamente con la bouvette. Risultato, il gestore del bar – caso più unico che raro – è stato costretto ad alzare i prezzi al punto che qualche giorno fa i dipendenti dei gruppi parlamentari hanno, a loro volta, protestato. Il toast ha raggiunto quota cinque euro, insopportabile per chi deve rimanere sul posto di lavoro praticamente l’intera giornata. Così, la bouvette è tornata al centro della scena.
Qualche domanda sorge spontanea. Allora non possono permettersi di pagare il toast a cinque euro? Non è vero dunque che gli stipendi sono generosi? Il Palazzo, è bene ricordarlo, ospita classi di reddito assai diverse. È come trovarsi nell’Himalaya. Ci sono i pulizieri, gestiti da ditte esterne, che non hanno quattro soldi per fare una lira, e ci sono dirigenti che intascano il doppio di Barak Obama. Una “scala” stipendiale così in un perimetro ristretto non si trova in nessuna parte del mondo. Eppure, è bene sottolinearlo, chi abita il Palazzo si sente un privilegiato anche quando non lo è. Perché fuori è peggio e il Palazzo è “accogliente”.
Chi ha protestato per i prezzi alti? Quelli che stanno in basso, naturalmente, segnatamente nella circostanza, i dipendenti dei gruppi parlamentari, cioè gli stabilizzati, entrati nell’occhio del ciclone, a loro volta, per la giungla retributiva di cui erano “colpevoli” (senza esserlo). Anche lì, infatti, dislivelli da capogiro, chi percepiva un sacco di soldi e chi arrivava giusto a fine mese. Risultato? I gruppi parlamentari più generosi, come il Pdl, hanno denunciato il profondo rosso nei conti e chiesto un prestito all’Assemblea per pagare i contributi. Dalla bouvette alle cose serie, dunque. I “grillini” si sono fermati al caffè, ma erano appena arrivati…

ARS, PRESENTATO DDL PER ABOLIRE IL “LISTINO” DEL PRESIDENTE. "55% DEI SEGGI A CHI VINCE LE ELEZIONI"

Il Gruppo parlamentare ‘Lista Nello Musumeci’ all’Assemblea regionale siciliana, primo firmatario Gino Ioppolo, ha presentato oggi un disegno di legge, con il quale, alla luce della riduzione del numero dei deputati regionali, si propone la modifica di alcune parti rilevanti della legge vigente per l’elezione del presidente della Regione siciliana e dell’Ars, provvedendo, in particolare, all’abolizione del cosiddetto ”listino” del presidente. Questo istituto, secondo i deputati del gruppo Musumeci, non e’ in linea con il principio della rappresentanza, poiche’ il meccanismo attualmente vigente prevede che questi candidati risultino eletti, a prescindere dal numero dei voti ottenuto da ciascuno. Il ddl prevede, inoltre, di assegnare alla coalizione che dovesse vincere le elezioni un numero di seggi almeno pari al 55%, distribuito sulle nove circoscrizioni provinciali. ”Cio’ consentirebbe – si legge nel testo – nel rispetto del dato elettorale, di governare, attuando quanto proposto agli elettori, senza la rincorsa affannosa di maggioranze disomogenee e variabili e di compromessi”. Scopo del ddl e’ dotare la Regione di “una legislazione piu’ efficace e piu’ moderna nel perseguire i principi della governabilita’, della rappresentanza e, non ultimo per importanza, della trasparenza delle procedure elettorali”. ”La riduzione dei deputati regionali da novanta a settanta, finalmente divenuta legge, con l’ultima votazione di ieri della Camera dei Deputati – sottolinea Gino Ioppolo – impone una seria e profonda riforma della legge elettorale siciliana. Se ai venti deputati in meno si aggiungono i nove attualmente eletti nel cosiddetto listino regionale, la vera rappresentanza per i territori si riduce a poco piu’ di sessanta parlamentari. Tale usura – prosegue - finisce con il penalizzare vaste parti del territorio siciliano, che si vedrebbero private di qualunque rappresentanza regionale”. “Per tale democratica ragione – conclude Ioppolo - occorre subito correre ai ripari: il nuovo sistema elettorale che proponiamo prevede l’abolizione del listino regionale, che vede spesso elette persone prive di alcun consenso elettorale, e la distribuzione del premio di maggioranza sulle circoscrizioni provinciali, ma sempre in favore di candidati suffragati da un vero consenso popolare”.

Calcio a 5. Ludica ko in trasferta

Sconfitta in trasferta oggi per la Ludica Lipari di calcio (serie C2) è stata superata in trasferta per 6  a 1 dall'Acireale Trinacria. La rete degli eoliani porta la firma di Rosi.

CDI (ex Siremar): A Lipari la biglietteria degli aliscafi torna nella stazione marittima

Riportata da oggi la biglietteria degli aliscafi della CdI (ex Siremar) all'interno della stazione marittima di Lipari, in quella che è stata negli anni (ovvero da quando gli aliscafi sono stati trasferiti a Sottomonastero ) la sua "sede storica".
Ciò è stato reso possibile da un accordo tra la giunta Giorgianni e la società.

35 anni .. e non sentirli. Foto dalla festa del 35° dello Snoopy club

Collegamenti "saltati" per Filicudi e Alicudi. La Circoscrizione chiede di sapere il perchè

Riceviamo dalla Circoscrizione di Alicudi-Filicudi e pubblichiamo:
Gentile Direttore
chiediamo di sapere perchè oggi, 26 gennaio 2013, l'aliscafo CdI delle ore 7 non è partito da Milazzo viste le evidenti condizioni meteomarine favorevoli.
Chiediamo inoltre perchè la compagnia NGI dal 15 dicembre 2012 ad oggi è venuta 1 sola volta a Filicudi ed Alicudi nonostante le condizioni meteomarine non fossero sempre avverse.
Noi non chiediamo ai comandanti atti di eroismo quando il mare non lo permette ma esigiamo i collegamenti che ci spettano di diritto quando questi sono possibili.
Lo chiediamo attraverso la stampa cosicchè gli interessati possano far conoscere alla popolazione, anche attraverso la circoscrizione, le motivazioni di tali disservizi, altrimenti sconosciute.
Cordialmente
P.S. Veniamo a conoscenza in questo momento che anche l'aliscafo CdI delle 13,15 non collegherà Filicudi ed Alicudi

GIANPLACIDO DEL LUCA CONFERMATO SEGRETARIO DELLA CISL MEDICI DI MESSINA. “L’ASSISTENZA SANITARIA DEVE ESSERE VICINO AI BISOGNI REALI DEL TERRITORIO. OCCORRE UNA SERIA CONCERTAZIONE PER EVITARE SPRECHI E GARANTIRE UN SERVIZIO EFFICIENTE”. I NUMERI DEGLI EFFETTI DELLE RECENTI RIFORME SANITARIE IN PROVINCIA DI MESSINA

Gianplacido De Luca, 53 anni, dirigente medico dell’Asp di Messina è stato confermato per altri quattro anni come segretario generale della Cisl Medici di Messina. Ad eleggerlo il III Congresso provinciale della Federazione che si è tenuto questa mattina all’Hotel Capo Peloro alla presenza del segretario generale nazionale Biagio Papotto, del segretario regionale Massimo Farinella, del segretario generale della Cisl Messina Tonino Genovese. Eletti in segreteria anche Rosa Alba Dipaola, dirigente medico del Servizio Igiene Pubblica di Milazzo, e Nello Aversa, direttore della Pediatria-Neonatologia del Presidio Ospedaliero Piemonte. I lavori del Congresso sono stati incentrati sulla situazione della sanità messinese, con una analisi sulle conseguenze delle recenti riforme soprattutto per il territorio.
“Il Piano di rientro prima e la Riforma sanitaria dopo hanno comportato profondi cambiamenti nel Sistema Sanitario regionale e sono stati quattro anni molto impegnativi – ha esordito nella sua relazione il segretario generale della Cisl Medici Messina Gianplacido De Luca – a partire dalla rimodulazione della rete ospedaliera, la provincia di Messina ha visto un progressivo depauperamento dell'assistenza, con la chiusura e l'accorpamento di reparti e la riconversione di piccoli ospedali. La battaglia sindacale è stata quella di difendere prima di tutto il diritto alla salute dei cittadini messinesi e di conseguenza dei lavoratori. Siamo stati i primi a lanciare l'allarme sul futuro dell'ospedale Piemonte e sul rischio di chiusura che correva e se oggi, pur ridimensionato e profondamente cambiato continua a essere aperto e a dare risposte ai bisogni di assistenza, un pò di merito vogliamo ascriverlo anche a noi stessi”.
Il segretario della Cisl Medici ha ricordato come nell'azienda Papardo-Piemonte inizialmente erano previsti più di 50 esuberi di medici poi grazie a una intensa concertazione ridotti a sole 8 unità “che sicuramente potranno più facilmente essere riassorbite dalla stessa azienda”.
De Luca ha anche messo in risalto le vertenze all’Asp di Messina (“con 48 esuberi individuati dall'allora direzione Giuffrida il cui iter, dopo la denuncia della Cisl Medici, è stato bloccato evitando almeno per il momento la messa in mobilità regionale dei medici in esubero”) e quella dell’IRCCS Neurolesi (“dove ad oggi non risulta nessun Atto Aziendale e Pianta Organica, strumenti indispensabili per la programmazione e per tale ragione, insieme alla Funzione Pubblica, siamo stati per ben due volte in Commissione Sanità strappando inutili promesse ma riuscendo a sollevare l'attenzione su una struttura che pur essendo diventata punto di riferimento per le gravi cerebro-lesioni, fatica a mantenere il livello di eccellenza per cui è deputata”).
Dei quattro anni di segreteria, De Luca ha voluto evidenziare inoltre il progetto sull'Ospedalità privata che potrebbe portare presto alla firma di un Contratto Nazionale. Sulla situazione territoriale, De Luca ha invece sottolineato che “analizzando pochi dati si capisce come anche la nostra Provincia stia pagando a caro prezzo i risultati di una Riforma rimasta a metà – ha detto - Negli ultimi anni nella provincia di Messina a seguito dei vari processi di riorganizzazione previsti dal Piano di rientro e dai vari Decreti Assessoriali i posti letto pubblici si sono ridotti di circa 560 unità. Oggi ne risultano assegnati 2895 di cui 2213 nel pubblico e 772 nel privato. Tale numero, rispetto alla popolazione provinciale di circa 650 mila abitanti corrisponderebbe a una percentuale del 4,5 posti letto per mille abitanti e con un tasso di ospedalizzazione che supera il 180 per mille annuo. Con l'applicazione delle nuove norme, che prevedono uno standard di posti letto di 3,7 per mille abitanti, la nostra provincia andrebbe incontro ad una ulteriore perdita di circa 580 posti letto di cui il 50% pubblici ed il 50% privati. Tali tagli se applicati, comporterebbero una contrazione delle dotazioni organiche che dovrebbero interessare per un 20% la dirigenza e per un 10% il personale del comparto. Pertanto, all'ASP di Messina che in atto conta 1418 dirigenti medici l'applicazione delle percentuali comporterebbe una riduzione di 284 unità; nell'Azienda Papardo-Piemonte di 92 unità; nell'AOU Policlinico di 111 unità”.
Numeri pesanti per la Sanità messinese anche se le cose non vanno meglio in tutto il territorio provinciale. “Se analizziamo la riorganizzazione della Rete territoriale prevista per fronteggiare la riduzione dei posti letto ospedalieri e decongestionare i Pronto soccorso dai cosiddetti codici bianchi e verdi – ha spiegato De Luca - ci accorgiamo di essere in forte ritardo. La creazione dei Presidi Territoriali di Assistenza individuati quale strumento organizzativo principale per il potenziamento dell'assistenza sul territorio (ne erano previsti 6 in provincia di Messina) risultano solo sulla carta non danno ai cittadini risposte immediate ed efficaci; gli effetti di questi ritardi sono sotto gli occhi di tutti: i dati degli accessi ai Pronto soccorso del 2011 vedono un incremento significativo sia dei codici bianchi che verdi, il problema delle liste d'attesa continua a non essere risolto e sono aumentati i casi di cosiddetta malasanità”.
De Luca ha tracciato quello che dovrebbe essere l’azione caratterizzante del lavoro futuro della segreteria provinciale della Cisl Medici. “Sarà indispensabile – ha anticipato - avviare la concertazione oltre che a livello regionale anche a livello territoriale tra Enti locali, Asp, Aziende Ospedaliere, Organizzazioni Sindacali e forze sociali per ridisegnare e migliorare l'offerta di un nuovo sistema socio-sanitario integrato sul territorio. Bisogna responsabilizzare la dirigenza, stabilendo gli obiettivi di contenimento della spesa, eliminando gli sprechi. Vanno riqualificate le professionalità presenti in azienda attraverso seri programmi di formazione. Bisogna puntare a creare strutture capaci di erogare prestazioni di qualità, le cosiddette Eccellenze, equamente distribuite sul territorio in grado di fronteggiare e ridurre i viaggi della speranza. Vanno, invece, riqualificati i piccoli ospedali della provincia mediante l'attivazione di PTA e PUA”.
“Il cittadino – ha detto il segretario nazionale della Cisl Medici, Biagio Papotto -  dovrebbe trovare una risposta 24 ore su 24 sul territorio, grazie all’integrazione tra i medici di medicina generale, pediatri e ospedale. Se il territorio funziona i cittadini avrebbero una risposta importante che, adesso, non trovandola si riversa sull’ospedale intasando i Pronto Soccorso anche per patologie che non hanno bisogno del ricorso alla struttura ospedaliera. In Sicilia, purtroppo, - ha aggiunto Papotto - siamo ancora alle calende greche. La riforma sanitaria siciliana aveva anticipato qualcosa ma siamo ancora molto in ritardo”.
“La salute è un diritto garantito dalla Costituzione – ha detto nel suo intervento il segretario generale della Cisl di Messina, Tonino Genovese - La sanità non è un costo per la comunità. Da anni assistiamo a un continuo processo riformatore che non ha riformato molto ma ha prodotto tagli che si sono scaricati sugli ammalati e sugli operatori del settore. Si deve procedere a un ripensamento dell'offerta ai bisogni della salute, a partire dalla integrazione ed omogeneità di tutto il sistema sanitario socio sanitario assistenziale. Evitare – ha sostenuto Genovese - che il bisogno alla salute e all'assistenza sia parcellizzato e ripartito in assessorati distinti e capitoli di spesa e centri di spesa e decisori che spesso confliggono tra loro ma soprattutto sprecano tante risorse. In un momento in cui a tutti i livelli la carenza di risorse rischia di mettere in ginocchio tutto il sistema, tale organizzazione è schizofrenica e controproducente. Bisogna equilibrare la messa a sistema l'offerta sanitaria pubblica con quella privata e avviare il presidio territoriale come prima istanza, strumento tanto strombazzato ma poco realizzato per consegnare all'ospedale  il suo ruolo di eccellenza e specialistica in un’ottica di ottimizzazione delle risorse economiche, valorizzazione della professionalità, funzionalità dell'assistenza. E’ necessario quindi – ha concluso Genovese - aprire un confronto nel merito con assessore regionale. Come Cisl avvieremo un forte impegno con il nuovo governo regionale che dia seguito alle proposte del recente convegno e dei lavori dei congressi, per riposizionare la sanità a Messina”. 

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