Ma quando ha appreso che il formale invito di Ardizzone, ineccepibile sul piano istituzionale, di assicurare la presenza, era stato ripreso dall’ex Presidente dell’Assemblea regionale siciliana ed ex assessore del Turismo della Regione, Francesco Cascio, per esprimere giudizi poco lusinghieri sul suo conto, allora Franco Battiato si è levato il testale, come ogni siciliano incazzato di brutto. Sufi sì, fesso e muto no. Una requisitoria in piena regola, un j’accuse alla Dreyfus, un decalogo delle malecreanze, delle omissioni, distrazioni, confusioni, stranezze riscontrate nel turismo siciliano. Lo spirito di sopportazione e la naturale vocazione conciliante sono andati a farsi benedire. Nessuna meraviglia, tuttavia, Battiato in versione Fiorello coniuga toni concilianti e vaffa’ grilleschi con impagabile naturalezza.
All’ex assessore al Turismo Cascio, che lo ha bocciato -“un assessore regionale incapace di dedicare tempo pieno all’attività amministrativa è inammissibile ed inaccettabile”, Battiato ha replicato: “La Sicilia ne ha avuto assessori molto presenti, ma a giudicare dallo sfascio non è servito a niente, anzi ha provocato lo sfacelo totale”.
Fatta questa premessa, ha denunciato anomalie di gestione, “spese senza controlli in deroga a qualsiasi regola di buonsenso e di mercato”, ricordando che sono in corso un’inchiesta della Procura della Repubblica, un controllo delle spese da parte dei commissari europei, accertamenti sullo stato dei procedimenti e su eventuali responsabilità nell’attribuzione e gestione delle risorse attraverso l’acquisizione di rendicontazioni.
L’assessorato all’economia della Regione siciliana, in autunno dello scorso anno, inoltre, ha condotto un’inchiesta amministrativa trasmettendo gli atti alla Corte dei conti. La Procura indaga sui “grandi eventi”, l’inchiesta ha sfiorato importanti uomini politici; fra gli altri, Francesco Cascio (che non è né indagato, né sospettato di alcunché) finito sui giornali per presunti favori (escort ed altro, che l’interessato smentisce con decisione), ricevuti dal guru della comunicazione siciliana, Fausto Giachetto, (indagato, nega ogni addebito), che fino a qualche mese fa era componente del consiglio di amministrazione della Fondazione Federico II, presieduta da Francesco Cascio.
La requisitoria di Battiato non ha certo un bersaglio singolo, Francesco Cascio, ma è probabile che l’esperienza di governo di Cascio alla guida dell’assessorato al Turismo della Regione abbia reso più forte il bisogno di cantarla a tutti senza peli sulla lingua. Nessun addebito personale, la denuncia di una responsabilità politica, di errori nell’uso delle risorse pubbliche addebitabili a governi, assessori e burocrati in un lungo arco di tempo.
A questo punto bisogna attendere la conclusione delle inchieste e del indagini in corso: i commissari europei, la Corte dei Conti, la Procura della Repubblica, le verifiche interne. Intanto deve ripartire la macchina, che si trova in una situazione di stallo, come ha detto Franco Battiato. Una paralisi gestionale aggravata dalla crisi di risorse. “Ho assunto una pesante eredità”, ha detto il cantautore siciliano. La sua è una scommessa. Con se stesso, prima di tutto. Chi credeva che avesse mollato alle prime difficoltà, forse, dovrà ricredersi. La canta e la suona che è un piacere. Senza fare spettacolo.
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