Cerca nel blog

sabato 26 gennaio 2013

CABARET A PALAZZO DEI NORMANNI, LA BOUVETTE DI SCENA

La bouvette dell’Assemblea regionale siciliana non ha pace. Qualche mese fa, appena arrivati a Palazzo  dei Normanni, i deputati regionali del Movimento 5 Stelle, lessero i prezzi segnati sulla locandina, e protestarono. Avevano avuto la prova,  grazie al prezzo, che il Palazzo elargisce privilegi. Diffusero perciò una nota alle agenzie con cui denunciavano la malacreanza. Nei bar il caffè si paga di più, a Palazzo dei Normanni il risparmio lo pagano i contribuenti grazie al contributo che l’Assemblea elargisce al gestore.
La cosa fece rumore, ma non troppo. Anche perché nei pressi del Palazzo ci sono bar che competono magnificamente con la bouvette. Risultato, il gestore del bar – caso più unico che raro – è stato costretto ad alzare i prezzi al punto che qualche giorno fa i dipendenti dei gruppi parlamentari hanno, a loro volta, protestato. Il toast ha raggiunto quota cinque euro, insopportabile per chi deve rimanere sul posto di lavoro praticamente l’intera giornata. Così, la bouvette è tornata al centro della scena.
Qualche domanda sorge spontanea. Allora non possono permettersi di pagare il toast a cinque euro? Non è vero dunque che gli stipendi sono generosi? Il Palazzo, è bene ricordarlo, ospita classi di reddito assai diverse. È come trovarsi nell’Himalaya. Ci sono i pulizieri, gestiti da ditte esterne, che non hanno quattro soldi per fare una lira, e ci sono dirigenti che intascano il doppio di Barak Obama. Una “scala” stipendiale così in un perimetro ristretto non si trova in nessuna parte del mondo. Eppure, è bene sottolinearlo, chi abita il Palazzo si sente un privilegiato anche quando non lo è. Perché fuori è peggio e il Palazzo è “accogliente”.
Chi ha protestato per i prezzi alti? Quelli che stanno in basso, naturalmente, segnatamente nella circostanza, i dipendenti dei gruppi parlamentari, cioè gli stabilizzati, entrati nell’occhio del ciclone, a loro volta, per la giungla retributiva di cui erano “colpevoli” (senza esserlo). Anche lì, infatti, dislivelli da capogiro, chi percepiva un sacco di soldi e chi arrivava giusto a fine mese. Risultato? I gruppi parlamentari più generosi, come il Pdl, hanno denunciato il profondo rosso nei conti e chiesto un prestito all’Assemblea per pagare i contributi. Dalla bouvette alle cose serie, dunque. I “grillini” si sono fermati al caffè, ma erano appena arrivati…

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.