Al Dirigente Scolastico
PROT.5062/B19 DEL 24/10/2015
e p.c. Al Signor Sindaco del Comune di Lipari
Oggetto: Tempo scuola per le classi di scuola secondaria di 1° grado.
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Per quanto in oggetto, con riferimento alle note dei genitori di diverse classi, tutte protocollate con il N. 4746 B19 del 05 10 2015, inerenti la “Proposta di tempo scuola per le classi di scuola secondaria di 1° grado”, duole rilevare che, ad oggi, non Vi è stato riscontro alcuno da parte Vostra.
In modo del tutto informale (attraverso i nostri bambini) apprendiamo che, a seguito del deliberato del Consiglio d’Istituto, riunitosi in seduta del 20 Ottobre 2015 (seduta alla quale, fra l'altro, non abbiamo potuto partecipare non avendone, in alcun modo, avuto notizia) da lunedì prossimo dovrebbe essere istituita la cosiddetta “settimana corta”, ossia lezioni dal lunedì al venerdì con orario dalle ore 08:30 alle ore 14:30.
Fermo restando la frammentarietà della notizia, dato che ancora oggi non abbiamo avuto modo di leggere il verbale del Consiglio d'Istituto in quanto né disponibile in copia per la presa visione da parte nostra né pubblicato sul sito internet della scuola, nel confermare il nostro dissenso per l'orario da Voi stabilito, di seguito Vi rappresentiamo le motivazioni che ci inducono a non condividere quanto recentemente deliberato:
1) le famiglie hanno regolarmente iscritto i propri figli optando per il modello orario di 30 ore settimanali di lezione, convinte che detto monte ore settimanale si articolasse su 6 giorni di lezione, così come avvenuto negli anni precedenti presso l’Istituto Santa Lucia plesso di Lipari, cui l’iscrizione era diretta;
2) riteniamo che la “settimana corta”, avrebbe dovuto essere chiesta e/o proposta alle famiglie o in fase di iscrizione o immediatamente dopo l’inizio dell’anno scolastico in corso, opportunamente concertata nel rispetto dei tempi e dei ruoli. Ad oggi invece sono già trascorse sei settimane dall'inizio dell'anno scolastico ed ancora siamo con un orario provvisorio di 5 (cinque) ore dal Lunedì al Venerdì; quindi nella "provvisorietà" si sarebbe potuto, sulla scorta di proposte certe e motivate, chiedere ai genitori, attraverso una corretta informazione e metodi trasparenti ed imparziali (sondaggi, questionari, ecc..) l'adozione di un orario, sempre nel rispetto delle norme di legge in vigore, che prevedesse o il prolungamento o il rientro pomeridiano o ancora il mantenimento dell'orario praticato fino all'anno scolastico 2014/2015 che prevedeva anche il sabato, così come indicato nel P.O.F. attualmente in vigore (a pag. 57).
Invece, dando già per definitiva l’abolizione del sabato, è stata emanata una circolare, la n.14 del 01/10/2015, per la quale, con le note sopra indicate, abbiamo manifestato, motivandola, la nostra non condivisione, che ha indotto probabilmente talune famiglie ad optare per una delle due scelte ed altri genitori a modificare le risposte, convinti che la loro richiesta poteva essere accolta; facciamo presente che la progettazione in seno all’autonomia delle istituzioni scolastiche deve, tra l’altro, tenere conto ed adeguarsi “alle richieste della maggioranza delle famiglie” come prevede il 2° comma dell’art. 1 del DPR 275/1999.
3) dato che parliamo di bambini con età media dagli 11 ai 13 anni e che la stragrande maggioranza degli insegnati viaggia giornalmente dalla terraferma per raggiungere le nostre isole, sfugge alla nostra comprensione la scelta praticata, in relazione al benessere psico-fisico dei piccoli alunni, alla qualità dell’offerta formativa ed al diritto all’educazione e all’istruzione dei minori. In particolare ci piacerebbe conoscere se il Collegio Docenti, sulla cui onestà intellettuale non abbiamo dubbi, ritiene che gli alunni di questa fascia d’ età possano non solo sopportare fisicamente ma anche sostenere con stato adeguato di apprensione, per un conseguente successo formativo, un monte ore giornaliero di tale entità. Non va dimenticato che i primi sacrificati e che subiranno maggiormente tali disagi sono proprio i piccoli studenti e conseguentemente le loro famiglie e che così facendo l’approccio con la scuola media potrebbe essere talmente traumatico (ricordiamoci che sono adolescenti nel pieno della fragile età dello sviluppo psico-fisico) rispetto ai ritmi meno gravosi e più elastici della scuola primaria e alle abitudini che la vita su un’ isola (fortunatamente) consente, da avere anche ripercussioni psico-pedagogiche;
4) tale presa di posizione della scuola, a nostro parere, non offrendo altre opzioni preclude una reale opportunità di scelta e ciò è in contrasto con la normativa vigente: C.M. n. 29 del 5 marzo 2004 prot. 464 Art.3.1, 11° capoverso ( omissis predisporre un repertorio di offerte formative organiche che rispondano ai bisogni educativi degli alunni e valorizzino, nel contempo, le scelte delle famiglie già all’atto dell’iscrizione.) ; D. Lgs. 59/2004 Art. 10, 2° capoverso (Le istituzioni scolastiche, al fine di realizzare la personalizzazione del piano di studi, organizzano, nell’ambito del piano dell’offerta formativa, tenendo conto delle prevalenti richieste delle famiglie, attività ed insegnamenti, coerenti con il profilo educativo,………..);
Infine, nonostante le motivazioni (discutibili) che si adducono per sostenere il modello della settimana corta, un principio resta saldo ed ineludibile: il comma 2 dell’art.1 del D.P.R. n.275 del 1999, Regolamento recante norme in materia di autonomia delle istituzioni scolastiche, che specifica proprio la natura e gli scopi della autonomia, che su un punto è chiaro “l‘autonomia delle istituzioni scolastiche è garanzia di libertà di insegnamento e di pluralismo culturale e si sostanzia nella progettazione e nella realizzazione di interventi di educazione, formazione e istruzione mirati allo sviluppo della persona umana, adeguati ai diversi contesti, alla domanda delle famiglie e alle caratteristiche specifiche dei soggetti coinvolti, al fine di garantire loro il successo formativo, coerentemente con le finalità e gli obiettivi generali del sistema di istruzione e con l’esigenza di migliorare l’efficacia del processo di insegnamento e di apprendimento”. La citazione è nella sostanza già interpretativa delle condizioni da non sottovalutare in caso di decisione di adozione della settimana corta: il contesto di riferimento, la domanda delle famiglie ed in primis le caratteristiche specifiche dei soggetti coinvolti, i quali, considerata la fascia di età dai 10 ai 13, potrebbero mal sopportare la soluzione di un monte orario giornaliero di attività didattiche, distribuite su sei ore consecutive. In questo senso ribadiamo che i risvolti sono anche pedagogici e meritano di essere considerati con la dovuta cautela.
Per quanto sopra rappresentato, restiamo in attesa di ricevere urgenti ed adeguate risposte e sin d’ora rappresentiamo la speranza che gli effetti dell’adottata delibera (di cui per il momento abbiamo solo notizia) siano per il momento sospesi e che tutta la materia sarà ridiscussa nelle sedi opportune al fine dell’esclusiva tutela degli interessi dei minori da noi rappresentati.
Lipari, 23 Ottobre 2015