Alla Procura della Repubblica di Barcellona P.G.
All’Assessore ai Beni culturali e
all’Identità siciliana della Regione Siciliana
All’Assessore al Territorio e all’Ambiente della Regione Siciliana
Al Dirigente generale del Dipartimento dei Beni culturali della Regione Siciliana
Al Dirigente generale del Dipartimento Ambiente della Regione Siciliana
Al Presidente della Commissione Nazionale Italiana per l’Unesco
Al Soprintendente ai Beni culturali di Messina
Al Sindaco di Lipari
Palermo,
15 giugno 2021
OGGETTO:
segnalazione sull’opera di smantellamento da parte della curatela fallimentare
del patrimonio di archeologia industriale delle ex cave di pomice dell’isola di
Lipari (ME)
Gentilissimi,
mentre la stampa nazionale riporta
l’attenzione sul futuro delle cave di pomice di Lipari e sulla loro
destinazione a Parco Geo-minerario, unica scelta sostenibile auspicata dall’UNESCO
e richiamata nel Piano di Gestione del Sito WHL Isole Eolie, la curatela
fallimentare subentrata all’azienda nella gestione dell’area ha avviato una
massiccia opera di smantellamento delle strutture industriali che rischia di
cancellare in partenza qualsiasi possibilità di realizzazione di un Parco.
Con la presente Vi esprimiamo tutta la nostra
preoccupazione per come si sta operando.
Ci risulta che la curatela abbia presentato
soltanto un progetto generico, dove si parla solo di messa in sicurezza degli
edifici e di smantellamento dei residui ferrosi, progetto sul quale peraltro il
Comune di Lipari, ad oggi, non ci risulta abbia espresso alcun parere.
In
realtà, quella in atto è una vera e propria “decommissioning”, ovvero una
dismissione di impianti industriali, per la quale non è però mai stato
presentato un piano in grado di escludere qualsiasi refluenza sull’ambiente.
Un’operazione del genere andrebbe condotta
solo dopo avere acquisito tutti i titoli autorizzativi previsti dalla normativa
vigente. Esiste un’autorizzazione da parte della Forestale? Esiste una
autorizzazione paesaggistica rilasciata dalla Soprintendenza ai beni culturali?
Il Genio Civile ha espresso qualche parere in merito all’efficienza strutturale
degli edifici coinvolti dall’intervento? È stato presentato un piano di
caratterizzazione ambientale all’ARPA? E ancora, gli interventi in atto,
realizzati nella fascia di rispetto dei Siti Natura 2000, sono supportati da
una Valutazione di Incidenza? In considerazione della loro entità e importanza,
è mai stata effettuata una verifica di eventuale esclusione dalla Valutazione
di Impatto Ambientale?
Stiamo parlando, infatti, non soltanto di
strutture e residui ferrosi, ma anche di materiali altamente contaminanti (per
esempio l’amianto) e inquinanti (olii combusti), che vengono trattati e
mobilizzati con assoluta indifferenza a poca distanza dal mare e da una
località balneare. La società maltese che si è aggiudicata l’appalto e la ditta
Santoro s.r.l. di Barcellona hanno i requisiti necessari per occuparsi dello
smaltimento di rifiuti speciali e inquinanti?
Siamo fortemente preoccupati che tali azioni,
a fronte dell’assenza di una loro opportuna valutazione preventiva e di quella
delle necessarie autorizzazioni, si traducano in un ennesimo scempio, che andrà
ad aggiungersi a quello già rappresentato da 14 anni di abbandono dell’area
senza nemmeno un timido tentativo di avviare il percorso virtuoso che avrebbe
portato alla realizzazione del Parco Geo-minerario.
Sono interrogativi legittimi, sui quali
aspettiamo delle risposte chiare, certe e precise.
Ecco perché, nelle more di chiarire i dubbi e
i pesanti interrogati che abbiamo posto, chiediamo che vengano subito sospesi
questi lavori da parte della curatela fallimentare.
Se da spettro di un disastro paesaggistico ed
ecologico le cave non verranno riconvertite in un polo ambientale e culturale,
ciò rappresenterebbe una sconfitta per tutti, a maggior ragione
ingiustificabile in un territorio riconosciuto come Patrimonio dell’Umanità
dall’UNESCO.
Certi di una Vostra pronta attenzione,
porgiamo i nostri cordiali saluti.
presidente di Legambiente Sicilia