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mercoledì 16 giugno 2021

Legambiente Sicilia evidenzia dubbi sullo smantellamento alle ex cave di pomice e chiede sospensione lavori

Al Presidente del Tribunale di Barcellona P.G.


Alla Procura della Repubblica di Barcellona P.G.


All’Assessore ai Beni culturali e

all’Identità siciliana della Regione Siciliana


All’Assessore al Territorio e all’Ambiente della Regione Siciliana


Al Dirigente generale del Dipartimento dei Beni culturali della Regione Siciliana


Al Dirigente generale del Dipartimento Ambiente della Regione Siciliana


Al Presidente della Commissione Nazionale Italiana per l’Unesco


Al Soprintendente ai Beni culturali di Messina


Al Sindaco di Lipari


Palermo, 15 giugno 2021

 

OGGETTO: segnalazione sull’opera di smantellamento da parte della curatela fallimentare del patrimonio di archeologia industriale delle ex cave di pomice dell’isola di Lipari (ME)

 

Gentilissimi,

mentre la stampa nazionale riporta l’attenzione sul futuro delle cave di pomice di Lipari e sulla loro destinazione a Parco Geo-minerario, unica scelta sostenibile auspicata dall’UNESCO e richiamata nel Piano di Gestione del Sito WHL Isole Eolie, la curatela fallimentare subentrata all’azienda nella gestione dell’area ha avviato una massiccia opera di smantellamento delle strutture industriali che rischia di cancellare in partenza qualsiasi possibilità di realizzazione di un Parco.

Con la presente Vi esprimiamo tutta la nostra preoccupazione per come si sta operando.

Ci risulta che la curatela abbia presentato soltanto un progetto generico, dove si parla solo di messa in sicurezza degli edifici e di smantellamento dei residui ferrosi, progetto sul quale peraltro il Comune di Lipari, ad oggi, non ci risulta abbia espresso alcun parere.

In realtà, quella in atto è una vera e propria “decommissioning”, ovvero una dismissione di impianti industriali, per la quale non è però mai stato presentato un piano in grado di escludere qualsiasi refluenza sull’ambiente.

Un’operazione del genere andrebbe condotta solo dopo avere acquisito tutti i titoli autorizzativi previsti dalla normativa vigente. Esiste un’autorizzazione da parte della Forestale? Esiste una autorizzazione paesaggistica rilasciata dalla Soprintendenza ai beni culturali? Il Genio Civile ha espresso qualche parere in merito all’efficienza strutturale degli edifici coinvolti dall’intervento? È stato presentato un piano di caratterizzazione ambientale all’ARPA? E ancora, gli interventi in atto, realizzati nella fascia di rispetto dei Siti Natura 2000, sono supportati da una Valutazione di Incidenza? In considerazione della loro entità e importanza, è mai stata effettuata una verifica di eventuale esclusione dalla Valutazione di Impatto Ambientale?

Stiamo parlando, infatti, non soltanto di strutture e residui ferrosi, ma anche di materiali altamente contaminanti (per esempio l’amianto) e inquinanti (olii combusti), che vengono trattati e mobilizzati con assoluta indifferenza a poca distanza dal mare e da una località balneare. La società maltese che si è aggiudicata l’appalto e la ditta Santoro s.r.l. di Barcellona hanno i requisiti necessari per occuparsi dello smaltimento di rifiuti speciali e inquinanti?

Siamo fortemente preoccupati che tali azioni, a fronte dell’assenza di una loro opportuna valutazione preventiva e di quella delle necessarie autorizzazioni, si traducano in un ennesimo scempio, che andrà ad aggiungersi a quello già rappresentato da 14 anni di abbandono dell’area senza nemmeno un timido tentativo di avviare il percorso virtuoso che avrebbe portato alla realizzazione del Parco Geo-minerario.

Sono interrogativi legittimi, sui quali aspettiamo delle risposte chiare, certe e precise.

Ecco perché, nelle more di chiarire i dubbi e i pesanti interrogati che abbiamo posto, chiediamo che vengano subito sospesi questi lavori da parte della curatela fallimentare.

Se da spettro di un disastro paesaggistico ed ecologico le cave non verranno riconvertite in un polo ambientale e culturale, ciò rappresenterebbe una sconfitta per tutti, a maggior ragione ingiustificabile in un territorio riconosciuto come Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO.

Certi di una Vostra pronta attenzione, porgiamo i nostri cordiali saluti.

            Gianfranco Zanna

presidente di Legambiente Sicilia

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