QUESTURA DI MESSINA COMANDO PROVINCIALE
CARABINIERI
Messina, 29
giugno 2016
COMUNICATO STAMPA
MESSINA - OPERAZIONE ”TOTEM”
LE MANI DELLA MAFIA SUI
BENI CONFISCATI
24 ARRESTI PER
LIDI, RISTORANTI, DISCOTECHE E SALE SCOMMESSE
GESTITI DAL CLAN DI GIOSTRA
Nelle prime ore
odierne i Carabinieri del
Comando Provinciale di Messina ed i Poliziotti della
Squadra Mobile di Messina hanno
eseguito in questa provincia e in quelle di Catania, Enna, Mantova e Cagliari,
un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal Giudice per le Indagini
Preliminari presso il Tribunale di Messina, D.ssa Monica Marino, su richiesta
del Procuratore della Repubblica di Messina, dott. Guido Lo Forte e dei Sostituti
Procuratori D.ssa Maria Pellegrino, D.ssa Liliana Todaro e Dott. Fabrizio
Monaco nei confronti di complessivi 24 esponenti dell’associazione mafiosa
denominata Giostra, ritenuti
responsabili – a vario titolo – di associazione di tipo mafioso, concorso
esterno in associazione mafiosa, trasferimento fraudolento di valori, estorsione,
detenzione illegale di armi, esercizio abusivo di attività di gioco o di scommessa,
corse clandestine di cavalli e maltrattamento di animali e altro, aggravati
dalle modalità mafiose.
Sono stati sottoposti alla custodia cautelare in
carcere:
1. TIBIA Luigi, nato a Messina il 07.06.1974 e ivi
residente;
2.
SMIRAGLIA
Calogero, nato a Messina il 03.03.1973 e ivi residente;
3.
MOLONIA
Giuseppe, nato a Messina il 17.03.1989, ivi residente;
4. ALOISIO Paolo, nato a Messina il 19.07.1979, ivi
residente;
5. LISITANO Teodoro, nato a Messina il 19.09.1970, ivi residente;
6. MISA Vincenzo, , nato a Messina il 17.01.1985, ivi
residente;
7. MUSOLINO Antonio, nato a Messina il 24.06.1978, ivi
residente;
8. BRUNO Massimo nato a Messina il 24.09.1979, ivi
residente;
9. LECCA Roberto, nato a Cagliari il 4.7.1978,
residente a Sinnai (Ca);
10. MORGANTE Eduardo detto Aldo, nato a Messina il 09.03.1958, ivi residente;
11. DE LEO Luciano nato a Messina il 05.08.1979, ivi
residente,
12. MERCURIO PAOLO, , nato a Messina il 13.02.1993, ivi
residente;
13. SCHEPIS Giuseppe, nato a Messina il 25.11.1977, ivi
residente;
14. DE LEO Santi, nato a Messina il 22.2.1978, ivi
residente;
15. GIGLIARANO Francesco, , nato a Isola Capo Rizzuto
(KR) il 05.08.1973, ivi residente;
16. FORESTIERE Francesco, nato a Messina il 06.12.1975,
ivi residente;
17. SALVO Carmelo, nato a Messina il 12.02.1973, ivi
residente;
18. RASPANTE Carmelo Rosario, Nato a Regalbuto (EN) il
17.02.1960, ivi residente;
19.
EPAMINONDA
Antonino Agatino, nato a Catania il 25.07.1967, ivi residente;
Sono stati
sottoposti agli Arresti domiciliari:
20. CUSCINA’ Maddalena, nata a Messina il 12.06.1977,
ivi residente;
21. D’ARRIGO Antonino,
nato a Messina il 15.04.1980, ivi residente;
22. GUGLIOTTA Pietro, nato a Messina il 14.12.1961, residente
a Patti;
E’ stato
sottoposto alla Obbligo di presentazione alla P.G.
23.
BONANNO Giovanni,
nato a Messina il 17.8.1967, ivi residente.
Uno
dei soggetti è irreperibile.
Il provvedimento in
esecuzione è frutto di autonome e convergenti attività investigative condotte
sin dal 2012 dai Carabinieri del Comando Provinciale di Messina e dal 2013 dai
poliziotti della Squadra Mobile che, coordinati dalla D.D.A.A. di Messina, che hanno
consentito di comprovare l’esistenza di una ramificata struttura criminale,
documentandone gli assetti organizzativi di vertice e i ruoli svolti dai
singoli associati sia nella effettiva gestione di attività imprenditoriali
intestate a prestanome, sia nel settore delle scommesse illecite.
In particolare, l’inchiesta ha accertato come il sodalizio mafioso si
avvalesse della complicità di un amministratore giudiziario, l’Avv. Giovanni
BONANNO, per continuare a gestire di fatto – attraverso propri uomini di
fiducia – due imprese già confiscate nel 2012 (lo stabilimento balneare “Al PILONE” e la società di distribuzione
di videopoker e raccolta dei proventi
del gioco “EUROGIOCHI”), nonché delle
capacità manageriali di un professionista, Antonio D’ARRIGO, a cui era affidata
l’effettiva conduzione della discoteca “IL
GLAM” e di alcuni stabilimenti balneari (tra cui lo stesso “Al PILONE”), tutti riconducibili alla famiglia anche se intestati a soggetti
insospettabili.
Dalle indagini, inoltre, è emerso come alcuni appartenenti al sodalizio
(Francesco FORESTIERE, Carmelo SALVO, Francesco GIGLIARANO, Agatino EPAMINONDA,
Carmelo RASPANTE e Santi DE LEO), servendosi di un network di imprese apparentemente legali ma sprovviste dei
requisiti prescritti per operare nel mercato dei giochi on line, procedessero alla raccolta delle puntate e al pagamento in
contanti delle vincite ai clienti, utilizzando server dislocati al di fuori dei confini nazionali. Nel medesimo
ambito, l’organizzazione criminale provvedeva a investire nuovamente parte degli
introiti nell’acquisto di videopoker,
totem e slot-machine, che venivano a loro volta modificati mediante
l’installazione di software
illegali.
Le investigazioni hanno anche fatto luce sulle modalità con cui
Maddalena CUSCINA’, moglie del boss Luigi TIBIA, e altri due affiliati
(Giuseppe SCHEPIS e DE Luciano LEO) si adoperavano per garantire il reimpiego
dei proventi illeciti derivanti dal gioco d’azzardo e dalle scommesse
clandestine, che venivano reinvestiti in alcune attività di ristorazione e di
intrattenimento di cui i medesimi erano intestatari.
Contestualmente,
è stata data esecuzione a un decreto di sequestro preventivo del campo di calcetto “CASA PIA” sito in Via Placida, della società di ristorazione “SAPORI DEL MATTINO” di Via Manzoni,
della “TI.DE srl”, che gestisce un
lido balneare in loc. Mortelle, di un fabbricato adibito a stalla sede della
scuderia “BELLAVISTA”, di un’ AUDI modello “Q7” e delle
attrezzature collocate all’interno di 22 sale giochi/centri scommesse ubicati
nel capoluogo peloritano (tra cui la “BILIARDI
SPORT”, “INTERNET POINT MANIA” e
la “BETYITALY”), riconducibili agli indagati, del valore
complessivo di oltre (2 mln di euro) milioni di euro.
Dunque, la famiglia mafiosa è stata in grado di
diversificare le proprie attività criminali in diversi settori economici, tra i
quali risultano la gestione di stabilimenti balneari, rosticcerie ed una vera e
propria catena di punti internet per la raccolta e gestione di scommesse on
line illecite.
Le indagini hanno consentito di portare alla luce
una pericolosa e strutturata organizzazione criminale, radicata in quel
quartiere ma con forti cointeressenze con altri gruppi criminali della città,
diretta, organizzata e promossa da Luigi TIBIA, nipote del boss detenuto Luigi
GALLI, il quale ha stabilito le strategie da seguire, impartito disposizioni
agli altri associati, pianificato e partecipato alle attività illecite.
TIBIA, nel corso delle indagini, manifestava
l’intenzione di acquisire la gestione del lido-piscina insistente nella
struttura turistico - balneare “Giardino delle Palme” di Mortelle, per la
stagione estiva 2014, posta in liquidazione coatta.
Ottenendo l’appoggio del concorrente esterno Pietro
GUGLIOTTA, commissario liquidatore della società cooperativa di navigazione a
r.l. Garibaldi, in liquidazione coatta amministrativa, proprietaria di due lidi
balneari esistenti presso la struttura alberghiera Grand Hotel Lido - Giardino delle Palme, TIBIA Luigi ha fatto in
modo di ottenerla in affidamento, estromettendo altri imprenditori aspiranti
nelle procedure di affidamento, turbando lo svolgimento della gara. Ottenuta la
concessione, la gestirà tramite la società TIDE srl, per la stagione estiva.
Giova evidenziare che, allo stato attuale, Pietro
GUGLIOTTA riveste l’incarico di Vice Presidente della Società di Calcio ACR
Messina, dall’agosto del 2015.
Di particolare interesse, si evidenzia la figura
dell’imprenditore SMIRAGLIA Calogero, detto Carlo, il quale, come hanno
dimostrato le indagini, ha messo a disposizione dell’associazione mafiosa
guidata da TIBIA Luigi, le proprie
attività e risorse economiche, anche al fine di consentire il reimpiego di
somme di denaro di provenienza delittuosa, compiendo acquisti di beni per
attività gestite da Tibia tramite interposta persona, rendendosi disponibile ad
assumere il personale segnalato da
Tibia, ricevendone protezione da pretese estorsive e rapine, intervenendo in
suo favore per l’apertura di conti correnti presso istituti di credito,
prestandosi ad effettuare liberatorie, nell’interesse del Tibia, concernenti
assegni rilasciati da uno degli indagati, finanziando le scommesse relative
alle corse clandestine dei cavalli, prendendo parte ad incontri nei quali si
discuteva di occultamento di armi nella disponibilità del clan, partecipando ad
iniziative di natura estorsiva attraverso le quali il clan assumeva il
controllo di attività economiche delle quali egli beneficiava.
Inoltre,
sul piano probatorio è stato possibile stabilire un diretto rapporto, sinora
mai acquisito processualmente, tra l’organizzazione delle corse di cavalli
clandestine e la raccolta delle scommesse da parte dell’organizzazione
criminale di Giostra.
Invero, TIBIA Luigi
ed i suoi associati sono altresì ritenuti responsabili di aver organizzato ed
effettuato, in concorso tra loro, più corse clandestine di cavalli sulla
pubblica via, con relative scommesse illecite, senza la necessaria
autorizzazione dell’Autorità, nonché sottoponendo gli equini a fatiche non
sopportabili per le loro caratteristiche, con l’aggravante di aver commesso i
fatti, in correlazione all’organizzazione ed alla gestione di scommesse
clandestine ed avvalendosi del metodo mafioso.
Gli odierni
indagati, prendendo contatti con i gruppi sfidanti, stabilendo le modalità
delle competizioni nonché i luoghi in cui disputarle ed il denaro da
scommettere, promuovevano ed organizzavano competizioni non autorizzate tra
animali, e segnatamente corse clandestine di cavalli, potenzialmente idonee a
metterne in pericolo l’integrità fisica, a causa della somministrazione
incontrollata e per finalità non terapeutiche di trattamenti farmacologici
e dell’utilizzo di percorsi impropri
(strade pubbliche asfaltate, caratterizzate dalla rigidità della superficie e
dall’interferenza con il traffico veicolare), nonché per la contestuale
presenza, a ridottissima distanza, di un elevato numero di auto e motoveicoli.
Sulla base di indagini è stato possibile accertare
l’operatività di questa articolata organizzazione criminale anche nel settore
del gioco e delle scommesse, con la gestione di diverse sale giochi, punti
internet, circoli ricreativi, ove venivano installate attrezzature per il gioco
e le scommesse on line, operando su siti con estensione .com, inibiti
dall’AAMS, in assenza di alcuna concessione e autorizzazione.
Nel corso
delle indagini, è stato tratto in arresto BRUNO Massimo in quanto deteneva, per
conto di TIBIA Luigi e di altri associati, tre fucili da caccia, dei quali uno
con le canne tagliate, nonché numeroso munizionamento, sottoposti a sequestro.
Nel corso delle indagini è emerso un metodo
criminale tipicamente mafioso poggiato sulla violenza e sulla crudeltà, evidenziato
anche attraverso un episodio avvenuto, in data 25.08.2014, all’interno del Lido
“Park”, in località Mortelle di Messina.
In particolare, DE LEO Luciano e TIBIA Luigi
percuotevano, cagionando lesioni personali ad un giovane, ritenuto autore di
alcuni furti e, per tali ragioni, meritevole di una esemplare punizione.
Inoltre, il giovane, è stato letteralmente sequestrato, in quanto privato della
libertà personale e costretto a rimanere per una settimana presso il Lido Park,
con la minaccia implicita, che ove avesse disubbidito a tale ordine, sarebbe
stato nuovamente percosso.
Nelle attività di esecuzione hanno collaborato
personale della Squadra Mobile di Cagliari e dei Commissariati distaccati di
P.S. di Capo d’Orlando, Patti, Barcellona P.G., Milazzo e Taormina, e del Reparto Prevenzione Crimine di Catania,
nonché militari delle Compagnie Carabinieri di Messina Centro, Messina Sud e
del Reparto Operativo di Messina