COMUNICATO STAMPA
In
riferimento al comunicato stampa di AIGAE (Associazione Italiana Guide Ambientali
Escursionistiche) del 21 settembre sono costretto a chiarire, per l’ennesima
volta, la posizione dell’Amministrazione Comunale rispetto alla
regolamentazione dell’accesso al vulcano Stromboli e, in particolare,
all’Ordinanza Sindacale n.125 del 15.09.2020
Necessaria
premessa è che la riapertura dell’attività escursionistica sullo Stromboli non
è una deliberazione univoca di questo Sindaco ma avviene – così come è avvenuta
– sentiti i pareri della Protezione
Civile Regionale, al fine di adottare tutte le cautele necessarie rispetto ai rischi
connessi alla fruizione del vulcano: come ovvio, a monte delle importantissime
esigenze turistiche, vi è la necessità sostanziale di adottare tutte le misure
volte a incrementare la prevenzione, l’informazione e la sicurezza dei
visitatori, considerata la non prevedibilità degli eventi vulcanici.
Le
affermazioni del Presidente AIGAE Davide Galli, che pare non rammentare che lo
scorso anno si sono verificate due esplosioni parossistiche in poco più di due
mesi, circa la presunta illegalità nei termini delle normative europee sulla
libera concorrenza e le successive note di scandalo e assurde accuse di
protezionismo trovano la più efficace e reale risposta in alcune delle motivazioni
della sentenza n.02058/2020 del 13 agosto del Tar Sicilia – Sez. Catania, in
merito al ricorso avverso precedenti ordinanze sulle medesime tematiche
proposto da Pietro Lo Cascio e altri, e rigettato in quanto
la
“costante potenziale” pericolosità del vulcano (non monte) Stromboli, come
chiarito dalla nota del Dipartimento della Protezione civile prot. n.
SIV/0035093 dell’11.7.2016, deriva dalle <intrinseche e peculiari
caratteristiche di imprevedibilità di alcune fenomenologie proprie dello
Stromboli, in particolare per quanto concerne l’attività esplosiva, (che)
implicano un rischio permanentemente mai nullo anche in corrispondenza di tale
livello di allerta” (verde), “stante sempre il possibile verificarsi di eventi
di impatto locale, che possano richiedere l’attivazione della risposta
operativa delle strutture territoriali di protezione civile>. Ricondotto nei
giusti termini la questione in fatto, va, in diritto, chiarito, che, come
accennato, nel caso di specie non si ha riguardo all’accesso a semplici
montagne, ma a un vulcano, per altro, come appena chiarito, costantemente potenzialmente
pericoloso.
E pertanto, l’accompagnamento
obbligatorio da parte delle Guide Alpine e/o Vulcanologiche autorizzate
trova compiuta giustificazione in
considerazione del (per altro) limitato ambito dei siti vulcanici, per i quali
appare “prudente in vista dell’interesse all’incolumità pubblica” la richiesta
di una specifica (riconosciuta) competenza volta a circoscrivere e a prevenire
gli effetti di (ben) possibili eventi eruttivi in una zona riconosciuta ad alto
potenziale di rischio.
Il
vero insulto all’intelligenza – per citare le parole del Sig. Pietro Lo Cascio
– è l’imprudenza e la leggerezza con cui si tentano di argomentare le proprie
ragioni: “fino al 2019 la salita era
consentita fino alla sommità” e ancora “un
rischio vulcanico praticamente identico, sia che ci si trovi a 290 m, sia a 400m”:
la sicurezza, l’incolumità pubblica, le attività di prevenzione non sono
pretesti ma priorità che vanno perseguite e difese, soprattutto dopo gli eventi
del 2019 che non possono essere omessi o non tenuti in considerazione.
Non
ho mai escluso la possibilità che parte dell’escursione sullo Stromboli, ad
eccezione delle aree sommitali, possa essere consentita con l’accompagnamento
delle Guide Ambientali Escursionistiche, così come di Guide Turistiche, ma perché
ciò possa avvenire devono necessariamente realizzarsi quelle condizioni legate
alla sicurezza e al controllo certamente ancora in questa fase non applicabili.
La
stima per il lavoro delle Guide di AIGAE e quello delle Guide Turistiche da parte mia e di tutta l’Amministrazione è indiscutibile,
così come sempre apprezzabile ne è il confronto e la collaborazione, tuttavia non
si può pretendere che l’azione amministrativa, soprattutto laddove si tratta di
protezione civile, risponda a “come questo possa migliorare il mercato
dell’escursionismo sull’isola” prima ancora che a “come questo possa garantire
le migliori condizioni di sicurezza sull’isola”; non vi è alcun tipo di logica
oscura ma solo la giusta applicazione del buon senso e soprattutto delle norme
in materia.
Marco Giorgianni