Oggi ricorrono i 90 anni dalla nascita di Amelia
Rosselli, la più grande poetessa italiana del Novecento, come viene ormai
unanimamente riconosciuta e come è stata definita dallo stesso Pasolini che l’ha
scoperta. Forse non tutti sanno che la Rosselli è stata concepita alle Isole Eolie,
a Lipari, durante il confino politico del padre antifascista Carlo, recluso
nell’isola insieme al fratello Nello, per aver organizzato, con Ferruccio Parri e altri attivisti,
l’espatrio degli antifascisti Turati e Pertini in Francia. La madre di Amelia,
l’inglese Marion Cave, aveva raggiunto l’isola col figlio più grande: John, per
stare accanto al suo Carlo. È nei giorni di confino a Lipari, dunque, che ha avuto inizio
la tormentata storia di Amelia Rosselli, che alla tenera età di sette anni
perderà il padre e lo zio, a causa dell’assassinio ordinato da Mussolini, a 19
anni perderà la madre e pochi anni dopo l’amato Rocco Scotellaro. La Rosselli
si porterà dietro per tutta la vita queste ferite, fino a farne bandiere della
sua poesia. Le verrà diagnosticata una schizofrenia paranoide che non vorrà mai
accettare. Vivrà divisa tra le sue ossessioni, gli smarrimenti, le voci che
udiva, le fascinazioni per le sedute spiritiche e l’I ching e la paura di
essere spiata dalla CIA, fino al suo suicidio
a Roma nel 1996, l’11 febbraio, proprio come Sylvia Plath, amata poetessa che
lei aveva tradotto. Si gettò dalla finestra del suo appartamento romano, dal
quinto piano di un palazzo in via del Corallo, nei pressi di Piazza Navona.
Lo
scrittore e poeta Renzo Paris, suo intimo amico, ha raccontato Amelia Rosselli con
grande commozione e sensibilità, in un bel libro appena uscito per Neri Pozza,
intitolato “Miss Rosselli”. “Se
l’amicizia è una forma d’amore, Miss Rosselli è
una lettera d’amore”, scrive la scrittrice Nadia Terranova, nella sua
recensione al libro di Paris su Il Foglio.
La foto della copertina di “Miss Rosselli” è stata scattata
alla poetessa da Dino Ignani - noto ormai come “il fotografo dei poeti”- e
riesce a rendere iconico un muto dialogo con il tormento.
Poiché a Lipari, a Carlo e Nello Rosselli è stata
intitolata la scuola primaria di Quattropani, chiudo questo ricordo con un
augurio e una proposta: una volta superata questa drammatica emergenza legata
al Covid-19, la comunità eoliana
potrebbe ritrovarsi unita per un gioioso e liberatorio momento di festa, nell’occasione dell’intitolazione di una via
dell’isola ad Amelia Rosselli. Rappresenterebbe di certo un degno tributo a una
grande voce della poesia italiana legata indissolubilmente alla storia delle
nostre Eolie.
L’immaginazione torturata si tormentava
gli idilli nascevano e si
tramutavano
in fantascientifico dubbio o
nausea
e l’amore era un gioco di
scacchi.
Il fantasma che regnava nella casa vuota
il fiero dedicarsi ai combattimenti
tutto prendeva una piega imprevista
se il dolor di capo ricominciava.
È nel
voler dar fiducia e nel dover
toglierla, il perpetuo scacco della
regina: non ha fiducia, né può darla
mentre i lustrascarpe s’industriano.
Gli alberi
assassini s’accovacciano,
foglie libere e deliberate hanno conti
aperti col vento; e l’ira della regina
si tramuta in angoscia col vento!
Il vento
stesso si tramuta in libidine
col vento!
Amelia Rosselli
da “Documento” (1966-1973), in “Amelia
Rosselli, Le poesie”, Garzanti, 1977