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sabato 28 marzo 2020

I 90 anni della grande poetessa Amelia Rosselli, figlia dell'antifascista Carlo. (di Davide Cortese)


Oggi ricorrono i 90 anni dalla nascita di Amelia Rosselli, la più grande poetessa italiana del Novecento, come viene ormai unanimamente riconosciuta e come è stata definita dallo stesso Pasolini che l’ha scoperta. Forse non tutti sanno che la Rosselli è stata concepita alle Isole Eolie, a Lipari, durante il confino politico del padre antifascista Carlo, recluso nell’isola insieme al fratello Nello, per aver organizzato, con Ferruccio Parri e altri attivisti, l’espatrio degli antifascisti Turati e Pertini in Francia. La madre di Amelia, l’inglese Marion Cave, aveva raggiunto l’isola col figlio più grande: John, per stare accanto al suo Carlo. È nei giorni di confino a Lipari, dunque, che ha avuto inizio la tormentata storia di Amelia Rosselli, che alla tenera età di sette anni perderà il padre e lo zio, a causa dell’assassinio ordinato da Mussolini, a 19 anni perderà la madre e pochi anni dopo l’amato Rocco Scotellaro. La Rosselli si porterà dietro per tutta la vita queste ferite, fino a farne bandiere della sua poesia. Le verrà diagnosticata una schizofrenia paranoide che non vorrà mai accettare. Vivrà divisa tra le sue ossessioni, gli smarrimenti, le voci che udiva, le fascinazioni per le sedute spiritiche e l’I ching e la paura di essere spiata dalla CIA,  fino al suo suicidio a Roma nel 1996, l’11 febbraio, proprio come Sylvia Plath, amata poetessa che lei aveva tradotto. Si gettò dalla finestra del suo appartamento romano, dal quinto piano di un palazzo in via del Corallo, nei pressi di Piazza Navona. 
Lo scrittore e poeta Renzo Paris, suo intimo amico, ha raccontato Amelia Rosselli con grande commozione e sensibilità, in un bel libro appena uscito per Neri Pozza, intitolato “Miss Rosselli”. “Se l’amicizia è una forma d’amore, Miss Rosselli è una lettera d’amore”, scrive la scrittrice Nadia Terranova, nella sua recensione al libro di Paris su Il Foglio. 
La foto della copertina di “Miss Rosselli” è stata scattata alla poetessa da Dino Ignani - noto ormai come “il fotografo dei poeti”- e riesce a rendere iconico un muto dialogo con il tormento. 
Poiché a  Lipari, a Carlo e Nello Rosselli è stata intitolata la scuola primaria di Quattropani, chiudo questo ricordo con un augurio e una proposta: una volta superata questa drammatica emergenza legata al Covid-19,  la comunità eoliana potrebbe ritrovarsi unita per un gioioso e liberatorio momento di festa,  nell’occasione dell’intitolazione di una via dell’isola ad Amelia Rosselli. Rappresenterebbe di certo un degno tributo a una grande voce della poesia italiana legata indissolubilmente alla storia delle nostre Eolie. 
L’immaginazione torturata si tormentava
gli idilli nascevano e si tramutavano
in fantascientifico dubbio o nausea
e l’amore era un gioco di scacchi.
Il fantasma che regnava nella casa vuota
il fiero dedicarsi ai combattimenti
tutto prendeva una piega imprevista
se il dolor di capo ricominciava.
È nel voler dar fiducia e nel dover
toglierla, il perpetuo scacco della
regina: non ha fiducia, né può darla
mentre i lustrascarpe s’industriano.
Gli alberi assassini s’accovacciano,
foglie libere e deliberate hanno conti
aperti col vento; e l’ira della regina
si tramuta in angoscia col vento!
Il vento stesso si tramuta in libidine
col vento!
Amelia Rosselli
da “Documento” (1966-1973), in “Amelia Rosselli, Le poesie”, Garzanti, 1977

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