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venerdì 27 marzo 2020

La storia del Crocifisso che salvò Roma dalla peste e che oggi sarà in piazza San Pietro per la preghiera delle 18

(di Antonio Diomede) Nel 1519 un incendio, nella notte, distrugge completamente una Chiesa in Via del Corso, a Roma, intitolata a San Marcello. 
Il mattino seguente l’intero edificio è ridotto in macerie ma fra le rovine emerge integro il Crocifisso dell’altare maggiore, ai piedi del quale arde ancora una piccola lampada ad olio. 
Tre anni dopo l’incendio, Roma viene colpita dalla “Grande Peste”. Il popolo porta il Crocifisso in processione, riuscendo a vincere anche i divieti delle autorità, comprensibilmente preoccupate per il diffondersi del contagio. 
Il Crocifisso viene prelevato e portato per le vie di Roma verso la basilica di San Pietro. 
La processione dura per 16 giorni: dal 4 al 20 agosto del 1522. 
Man mano che si procede, la peste dà segni di regressione, e dunque ogni quartiere cerca di trattenere il Crocifisso il più a lungo possibile. 
Al termine, al momento del rientro in chiesa, la peste è del tutto cessata. Questa è la storia. 
Veniamo ai giorni nostri.... e’ di questi giorni la foto apparsa ovunque di Papa Francesco che si reca a piedi nella Chiesa di via del Corso per pregare ai piedi del Crocefisso. Un pellegrinaggio solitario che commuove e scuote gli animi del mondo intero, salvo qualche battuta imbecille dello stupidino di turno che ancora una volta ha dato così risalto alla sua pochezza.
QUEL CROCEFISSO MIRACOLOSO HA LASCIATO LA CHIESA DI SAN MARCELLO PER ESSERE IN PIAZZA SAN PIETRO PER LA PREGHIERA DI OGGI ALLE 18. 

Il Santo Padre concederà l’indulgenza plenaria a tutto il mondo e, si legge in una nota della sala stampa della Santa Sede, in questo tempo di emergenza per l’umanità, inviterà i cattolici a unirsi spiritualmente in preghiera con lui. 
Abbiamo cantato a squarciagola dai balconi, ci siamo sbracciati alle finestre, i più temerari sono saliti fin sopra i terrazzi... abbiamo organizzato flash mob, sventolato tricolori, sbatacchiato i coperchi delle pentole, suonato chitarre, batterie, violini, pifferi e perfino cornamuse.
Uniamoci alla preghiera del Papa adesso.
"Chi non lo sa fare stia pure in silenzio. Il desiderio di pregare e’ già preghiera.
Ma chi lo sa fare e non mai smesso di farlo, che preghi ancora più forte!!
E che arrivi davvero da qualche parte questa preghiera"....Geraldine Schwarz

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