In un articolo pubblicato dal Corriere della sera il giornalista Grasso ha attaccato in una sua recensione il film "Edda Ciano e il comunista".
Su ciò registriamo l'intervento della signora Valentina Marina affidato ad una lettera aperta:
Egregio Dott. Grasso,
con la presente desidero far seguito alla sua recensione relativa al film Edda Ciano e il comunista andato in onda domenica 12 marzo su rai uno in prima serata.
Ho avuto modo di prenderne visione grazie ad un notiziario locale online.
Per entrare immediatamente in medias res mi riallaccio alla conclusione del suo articolo, cito testualmente: […] ha pensar male si fa peccato…mi consenta, ma non sono d’accordo.
Penso si faccia più peccato nel dar corpo al proprio pensiero, magari mettendolo nero su bianco, senza neanche sincerarsi della veridicità e correttezza di quanto si sta divulgando su tutto il territorio nazionale.
Non capisco bene dove vada a parare la sua critica: ovvero, a chi è rivolta? Le dispiace di più che il romanzo di Marcello Sorgi sia stato definito un’opera letteraria o, semplicemente, trova inadeguati gli attori deputati a rappresentarla? Ancora, la sua è un’analisi del film o una mal celata critica politica al Sig. Barbareschi? Mah!
Suvvia dottor Grasso, non mi dica che è trasecolato davanti ad un castissimo decolletè esibito dalla brava Stefania Rocca perché se così fosse, mi chiedo come ha fatto finora a “sopravvivere” le continue esibizioni di nudo a cui ci costringe tutti i giorni la televisione italiana dove ormai anche per vendere una scatola di pomodoro si ricorre ad una donna in abiti succinti.
Tornando alla fiction devo dirle, e penso con questo di esprimere anche il parere di molti miei compaesani, che l’ho trovata, nella sua semplicità, emozionante. Certo, sicuramente per noi liparoti l’impatto emotivo è stato maggiore perché con questo film eravamo consapevoli del fatto che la nostra terra, l’isola di Lipari, per due ore circa avrebbe “abbracciato” l’Italia intera, entrando nelle case degli italiani il cui cuore, sono certa, sarà stato scaldato dalle bellezze struggenti del nostro arcipelago…eppure non si tratta solo di questo. Noi sappiamo che questo amore è esistito davvero; il materiale fornito dal figlio di Leonida, il dottor. Edoardo Bongiorno lo ha portato alla luce con grande vividezza e non credo che questo abbia potuto in alcun modo svilire la figura di Edda Ciano, al contrario è riuscito a dare un po’di luce ad un momento buio della sua vita straziata dal dolore per la perdita del marito e per l’allontanamento dai suoi figli. E proprio qui, in questa terra di confino maledetto, un uomo è riuscito a regalarle nuovamente un sorriso, una gioia, un amore.
Va da se che gli amanti avessero un diverso colore politico…ma da che mondo è mondo si sa che l’amore non ha colore, non ha età, non chiede quale sia il momento giusto per irrompere nella vita degli amanti, arriva e basta. A volte è chiacchierato, altre inopportuno, altre ancora disdicevole ma quasi sempre è un sentimento che ti fortifica, ti rende migliore.
E chissà quante volte Edda tornando a casa avrà ripensato al suo Amore…quell’amore che pur non potendo più vivere fisicamente nella sua quotidianità le aveva consentito, strappandola alla morte,
di poter riabbracciare i suoi figli
Cordialmente
Valentina Marino
ECCO COSA HA SCRITTO GRASSO
Con la scusa di un'ispezione accurata, Edda Ciano si spoglia nuda: cominciamo bene! Com'è noto, almeno da quando è uscito il libro di Marcello Sorgi (libro che, nei titoli di testa, diventa curiosamente «opera letteraria»), la figlia di Mussolini amò un comunista. Complice il confino, l'isola di Lipari, il mare delle Eolie, la solitudine, il fascino di Leonida Buongiorno (forse un lontano parente di Mike), ufficiale durante la guerra nel Primo battaglione Alpini «Ceva» e partigiano nella Resistenza in Francia, sotto il falso nome di Paul Zanettì. A Lipari la figlia del Duce era arrivata alla fine di un viaggio umiliante a novembre del '45. Espulsa dalla Svizzera, dove aveva trovato riparo, dichiarata ospite non desiderata, era stata consegnata, alla frontiera, alle truppe alleate, che l'avevano portata a Milano e di lì, con un aereo militare americano, a Catania, da dove poi una corvetta militare l'aveva tradotta alle Eolie.
Certo, una storia d'amore così insolita suscita non pochi interessi, ma la trasposizione filmica lascia per strada tutte le suggestioni del libro: «Edda Ciano e il comunista», regia di Graziano Diana, sceneggiatura dello stesso Diana con Stefano Marcocci e Domenico Tommasetti, è un racconto che si snoda secondo i canoni ordinari della nostra fiction, privo di sfumature e di dialoghi non prevedibili (Raiuno, domenica, ore 21.37). Tutta l'isola è contro il «mostro» (Stefania Rocca), solo un comunista mostra interesse (Alessandro Preziosi), in mezzo a molte figure quasi caricaturali. La Rocca recita meglio di Preziosi, che è già un parametro per capire molte cose.
Con il referendum a favore della Repubblica, scatta l'amnistia. Edda, giustamente, torna a fare la vita da contessa e il povero Leonida resta comunista, si sposa la ragazza del posto e s'illude di vivere felice e contento. Il film è prodotto da Luca Barbareschi, da poco tornato nelle braccia di Silvio Berlusconi: ma, a pensare male, si fa peccato