Fuori Lipari per qualche giorno, al mio rientro, con mio immenso piacere ho visto che la discussione sull’Area Marina Protetta è proseguita con altri interessanti interventi.
Quando lo scorso 30 maggio, come Partito Democratico, abbiamo organizzato il convegno “Un Parco Marino per le Eolie del Mito” lo scopo principale era proprio quello di aprire un confronto più generale sui progetti di tutela ambientale e culturale del nostro patrimonio e far crescere tra gli Eoliani la consapevolezza dell’importanza dell’ambiente e della necessità della sua protezione.
I miei successivi interventi, anche sui giornali online, hanno lo stesso obiettivo e continuerò su questa strada perché nella nostra realtà si dialoghi serenamente e democraticamente anche con chi ha un’idea diversa di sviluppo.
Ben vengano, quindi, tutte le discussioni pacate e civili se queste, però, non restano fini a se stesse oppure non sortiscono poi un confronto o un “tavolo” che porti a decisioni, il più possibile condivise, per un impegno comune per la difesa e la valorizzazione della straordinaria e inestimabile specificità storica, naturalistica, culturale e biologica delle Eolie.
Ritornando alla bella e appassionante discussione con gli interlocutori per i quali nutro profonda stima, sono eccellenti professionisti che - con sicura volontà di confronto - manifestano dissenso rispetto alla mia posizione.
Così com’è stato fatto altrove, io tuttavia non riporterò stralci decontestualizzati di articoli (o parti di esso) del "Testo unico delle leggi di Pubblica Sicurezza" o del Codice Penale, per far pensare che ci siano solo ed esclusivamente divieti dettati dal regolamento dell’AMP (probabilmente ignorando le prescrizioni già vigenti, da diversi anni, nelle nostre isole che individuano perimetrazioni e regolano balneazione, navigazione e rotte che forse vanno ben oltre un concordato e condiviso disciplinare di AMP).
È abbastanza pretestuoso, estrapolando senso e contesto e magari ignorando una visione politica ed economica, far credere che le Egadi siano diventate un luogo invivibile a causa dell'Area Marina Protetta.
Ho parlato con molti amici di Favignana e mi assicurano che lì è possibile andare in spiaggia e i Favignanesi non pensano per nulla di trovarsi in un "bagno penale", così come si vuol far credere potrebbero diventare le Eolie se si realizza l'AMP.
Voglio segnalare come leggendo le cronache di questi giorni, le Egadi sono annoverate come uno dei luoghi di maggiore attrattività, dove si registra da mesi un’alta affluenza di presenza turistica, grazie anche a una vivace e ricca offerta culturale e naturalistica.
Le AMP costituiscono la risposta necessaria per proteggere gli ecosistemi più delicati e preziosi, ma non solo: rappresentano anche uno strumento formidabile per creare sviluppo e lavoro in settori strategici spesso penalizzati come il turismo, l’agricoltura, l’artigianato e la gestione dei beni culturali.
Rafforzare le politiche economiche verso la sostenibilità è la strada per il futuro: occorre mettere a frutto il valore strategico dei tesori di natura e cultura che custodiscono.
Le AMP non costituiscono una serie di divieti e regole da osservare, ma sono un vero e proprio laboratorio che garantisce continuità di vita all’ecosistema marino e alle comunità che traggono da esso le principali fonti di benessere.
Le Egadi come Ustica e come Lampedusa, insieme con altri venticinque siti, sono oggi in Italia Aree Marine Protette e la loro istituzione ha migliorato la qualità e la stagionalità dell'offerta turistica, senza che gli abitanti di Favignana o di Ustica si siano sentiti privati della "libertà personale".
Magari sarebbe forse opportuno documentarsi anche sulla solidità economica e sulla qualità ambientale di un’AMP per esempio come le Cinque Terre, che è come le Eolie patrimonio dell'Umanità, per fugare ogni dubbio sul vantaggio in termini di Marketing, di sviluppo economico e culturale di un sito AMP/UNESCO come sarebbe il nostro.
Saverio Merlino