Egr. Direttore,
ho letto la nota a firma del Dott. Giuseppe La Greca e ne condivido i concetti di fondo laddove si parla della necessità di un approfondito confronto sul tema che non può essere delegato a qualche paginetta sul web; non ne condivido però i contenuti in punto di merito ed il metodo attraverso il quale tale confronto dovrebbe essere sviluppato atteso che esso non prende in alcuna considerazione le popolazioni locali limitandosi ad aprire un dialogo esclusivamente tra associazionismo ambientalista ed istituzioni.
Nè può immaginarsi un maggior coinvolgimento di tali istituzioni locali nella gestione di un qualsivoglia parco terrestre e/o area marina protetta stante quanto al riguardo disposto dalla legge - quadro sulla "aree protette", la n. 394/1991 la quale, all'art. 9, elenca gli organi dell'ente parco, tra i quali il Presidente, di nomina governativa, ed il Consiglio Direttivo, vero motore dell'intera struttura, formato da 12 membri, dei quali solo 5 - e con voto limitato - sono nominati dalla Comunità del Parco (organo di rango inferiore).
In buona sostanza, le popolazioni locali sarebbero non solo parte di minoranza ma, addirittura, con voto limitato.
Lascio al lettore immaginare il peso di tali popolazioni all'interno della gestone effettiva delle aree protette (praticamente vicino allo zero).
Tale considerazione non è ascrivibile esclusivamente al pensiero dello scrivente ma è stata fatta propria dalla proposta di legge di modifica della legge quadro che porta la data del 24 settembre 2002 (appena 11 anni dopo la sua pubblicazione) e la firma di ben 98 deputati di ogni parte politica; proposta poi mai discussa in aula a causa del defoult del governo di turno.
Leggendo tale relazione si ha la certezza della assoluta inadeguatezza, e quindi del fallimento, della stessa legge quadro rispetto ai fini che la stessa si era prefissa in quanto ritenuta particolarmente penalizzante e vessatoria per le (malcapitate) popolazioni interessate tanto da auspicarne la sua radicale rivisitazione.
Al riguardo allego tale relazione con invito al lettore di prenderne conoscenza e riflettere sul fatto che, nonostante la presa d'atto della totale inadeguatezza di tale strumento rispetto al tanto sbandierato sviluppo economico delle aree interessate, non si sia poi riusciti ad apportare le numerose e sostanziali modifiche ritenute assolutamente necessarie.
E si vorrebbe utilizzare lo stesso strumento per imporre ulteriori vincoli alla nostre isole!!!
Mi sento poi in dovere di precisare, rispetto a quanto esposto dall'amico La Greca, che nessuna norma ha vincolato le nostre isole ad area marina protetta essendo improprio il richiamo all'art. 31 della L. 979/82 il quale si limita semplicemente ad individuare alcune zone del territorio nazionale da sottoporre alla verifica, da parte della Consulta per la difesa del mare (organo peraltro oggi soppresso), della sussistenza delle caratteristiche e dei presupporti di cui al precedente art. 26. Attività, per quanto a conoscenza dello scrivente, mai compiuta tant'è che non è stato mai emanato alcun decreto ministeriale di costituzione dell'area marina protetta, unico ed inscindibile strumento finalizzato a tale risultato.
Tanto per dovere di chiarezza nell'informazione.
Da ultimo, e tanto per fare da pendant con i vincoli - talvolta effettivamente eccessivi e non proprio condivisibili - imposti dall'Autorità marittima locale riguardo alla stagione balneare 2014, richiamati dal La Greca a dimostrazione che vincoli stringenti vi sono già oggi, mi permetto evidenziare, tanto per restare sempre sull'esempio (infausto) dell'area marina protetta delle isole Egadi, che in tale territorio persino lo snorkeling (in pratica il nuotare in superficie osservando innocentemente il fondale con...pinne ed occhiali) sia in zone A che B è soggetto ad autorizzazione dell'Ente gestore quanto ai percorsi da seguire che devono essere previamente comunicati (art. 4 del disciplinare integrativo per l'anno 2014).
Altro che libertà di fare il bagno, caro Saverio Merlino!
Vogliamo ridurci a questi livelli?
Medita....et cogita caro cittadino eoliano.
Angelo Pajno
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