Lo sforamento nel 2015 del Patto di stabilità interno per 1milione e 200 mila euro, più gli 800 mila euro del mancato trasferimento della Regione, comporterà per il comune di Lipari tutta una serie di conseguenze sia immediate, sia nella predisposizione del bilancio per il 2016.
Lo evidenzia chiaramente in questa lettera inviata agli amministratori e ai dirigenti e funzionari il dottor Francesco Subba, Dirigente del Settore Economico - Finanziario e Ragioniere GeneraleNella lettera, che ha per oggetto "Mancato rispetto dei limiti imposti dal Patto di Stabilità Interno anno 2015", Subba scrive:
In riferimento all'argomento riportato in oggetto si comunica che l'ente non ha raggiunto gli obiettivi previsti dalle norme in vigore e quindi, di conseguenza, dal 1° gennaio 2016 si applicano le sanzioni previste dall'art. 31, comma 26 della Legge n. 183/2011 e successive modifiche e integrazioni che, nel testo aggiornato, testualmente recita:
26. In caso di mancato rispetto del patto di stabilità interno, l'ente locale inadempiente, nell'anno successivo a quello dell'inadempienza:
a) è assoggettato ad una riduzione del fondo sperimentale di riequilibrio o del fondo perequativo in misura pari alla differenza tra il risultato registrato e l’obiettivo programmatico predeterminato. Gli enti locali della Regione siciliana e della regione Sardegna sono assoggettati alla riduzione dei trasferimenti erariali nella misura indicata al primo periodo. In caso di incapienza dei predetti fondi gli enti locali sono tenuti a versare all’entrata del bilancio dello Stato le somme residue. La sanzione non si applica nel caso in cui il superamento degli obiettivi del patto di stabilità interno sia determinato dalla maggiore spesa per interventi realizzati con la quota di finanziamento nazionale e correlati ai finanziamenti dell’Unione Europea rispetto alla media della corrispondente spesa del triennio precedente;
b) non può impegnare spese correnti in misura superiore all’importo annuale medio dei corrispondenti impegni effettuati nell’ultimo triennio;
c) non può ricorrere all’indebitamento per gli investimenti; i mutui e i prestiti obbligazionari posti in essere con istituzioni creditizie o finanziarie per il finanziamento degli investimenti, devono essere corredati da apposita attestazione da cui risulti il conseguimento degli obiettivi del patto di stabilità interno per l’anno precedente. L’istituto finanziatore o l’intermediario finanziario non può procedere al finanziamento o al collocamento del prestito in assenza della predetta attestazione;
d) non può procedere ad assunzioni di personale a qualsiasi titolo, con qualsivoglia tipologia contrattuale, ivi compresi i rapporti di collaborazione coordinata e continuativa e di somministrazione, anche con riferimento ai processi di stabilizzazione in atto. È fatto altresì divieto agli enti di stipulare contratti di servizio con soggetti privati che si configurino come elusivi della presente disposizione;
e) è tenuto a rideterminare le indennità di funzione ed i gettoni di presenza indicati nell’articolo 82 del citato testo unico di cui al decreto legislativo n. 267 del 2000, e successive modificazioni, con una riduzione del 30 per cento rispetto all’ammontare risultante alla data del 30 giugno 2010″.
Come è ben chiaro, dalla nota del dottore Subba, bisognerà "stringere i cordoni della borsa" e puntare a ripianare lo "sforamento" che dovrà essere riportato in bilancio.
Bisogna tuttavia evidenziare che sarà lo Stato che dovrà determinare la sanzione da applicare al comune per lo sforamento (presumibilmente il 40% della somma sforata) e che il comune di Lipari ha in corso un contenzioso con la Regione, davanti al Tar, per il taglio di 800mila euro nei trasferimenti.
In ogni caso- stante tale delicata situazione e per evitare il dissesto finanziario - oltre ad applicare quanto previsto dalla normativa citata da Subba, bisognerà ripianare il "buco". Lo si farà, sicuramente, attingendo alla tassa di sbarco e di scalata ai vulcani e alienando dei beni "appetibili". Scartato, sembrerebbe, l'edificio delle terme di San Calogero, il bene da alienare più appetibile è l'immobile ubicato sulla via Torrente Cappuccini, in pieno centro. Struttura che doveva ospitare la scuola materna e che non è stato mai completato, "girato" ai carabinieri per farne una caserma (ma poi si è puntato sull'ex hotel La Filadelfia 2). Un immobile "appetibile" in quanto possono essere realizzati altri due piani e che è dotato, inoltre, di una ampia area antistante. Per metterlo in vendita bisognerà, però, andare in consiglio comunale per modificare, nel piano delle alienazioni, la destinazione d'uso. La somma, a base d'asta, per la sua alienazione è di circa 1 milione di euro.