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martedì 19 gennaio 2016

In corso a Lipari il consiglio comunale sul "Punto nascita". Le posizioni di Giorgianni, Finocchiaro e Biviano e la nota della FIALS

E' in corso a Lipari il consiglio comunale sul "Punto nascita". Presenti 13 consiglieri, il sindaco Marco Giorgianni, il vice Gaetano Orto, gli assessori Fabiola Centurrino e Giovanni Sardella, il nuovo segretario generale Vincenzo Scarcella. Presenti una delegazione di donne e del comitato "Nasciamo a Lipari".
Il sindaco Giorgianni ha relazionato sulla riunione che, a proposito del Punto nascita, ha avuto a Palermo con l'apposita commissione regionale. Ha evidenziato che non condivide una eventuale proroga ma che occorre fare di tutto per mettere il reparto in sicurezza. Per questo ci deve essere un investimento forte. Ha anche sottolineato che non ci possono essere differenze di trattamento rispetto ad altri comuni che sono stati autorizzati nonostante i parti non siano 500 all'anno. Giorgianni ha anche ricordato che l'apposita commissione ARS sarà a Lipari.
Si stanno adesso susseguendo gli interventi dei consiglieri comunali. Tra questi quelli di Giuseppe Finocchiaro che ha parlato di "discussione tardiva e fallimento grave dell'amministrazione", di "una presa di posizione debole del sindaco Giorgianni". Ha anche affermato di non comprendere perchè si rinunci alla deroga "propedeutica alla messa in sicurezza del Punto nascita" e che, comunque "non tutto è perso e bisogna adoperarsi in modo diverso e con il coinvolgimento di tutti".
Il consigliere Giacomo Biviano nel sottolineare che il "Punto nascita" di Lipari è ormai chiuso materialmente dal 2010, ad eccezione dei pochi parti in emergenza, ha ribadito che "vi sono precise responsabilità della Regione e che una deroga deve essere accompagnata alla messa in sicurezza della struttura. Altrimenti non avrebbe senso e sarebbero più i rischi che i vantaggi" e che è in corso "un palleggiamento delle responsabilità tra Regione, ASP e Ministero"

Si stanno susseguendo gli interventi degli altri consiglieri tutti orientati al mantenimento del "Punto nascite" seppure partendo da posizioni e "attribuzioni di responsabilità" diverse.
Intanto si registra questa nota della F.I.A.L.S. , segreteria provinciale di Messina, diretta all’Assessore Regionale per la Salute, Al Direttore Generale dell' Azienda Sanitaria Provinciale di Messina, al Sindaco del Comune di Lipari e ai tre sindaci di Salina:

Oggetto: chiusura punto nascita P.O. di Lipari.
Chiudere in maniera definitiva il punto nascita del Presidio Ospedaliero di Lipari in nome di una “ sicurezza”, per cittadini delle Isole Eolie non sarà facilmente compreso ed accettato.
Per i cittadini, gli unici ad averne vantaggio e sicurezza saranno coloro i quali hanno la necessità di far quadrare i conti di una sanità stracolma di “voragini”. Ma come colmarle ? Tagliando i servizi?
Negando il diritto di poter nascere in condizioni di sicurezza nel proprio territorio? Con la tranquillità di migliaia di cittadini (anche indigenti) che non si possono permettere il lusso di affrontare “traslochi” in luoghi ben lontani dai propri agi e dai propri affetti? …che non possono permettersi il lusso di lasciare per periodi più o meno lunghi, il proprio lavoro senza rischiare di perderlo?
Un territorio come quello delle Isole Eolie, essendo composto da sette isole immerse nel Tirreno, con l’unico Presidio Ospedaliero esistente, davvero può permettersi di non essere dotato di tutto quanto necessario affinchè si possano affrontare gravidanze e parti in condizioni di sicurezza e con personale medico adeguato e preparato?
I cittadini non credono che affidandosi all’elisoccorso della S.E.U.S. 118 si possono garantire “condizioni di sicurezza”, perché conoscono e vivono spesso sulla loro pelle l’isolamento dovuto ai forti venti e mareggiate.
Come deve sentirsi una partoriente, durante il periodo invernale, a poco tempo dal parto, quando soffia il ponente ed il mare schiaffeggia spiagge, banchine e diritti??? Può sentirsi davvero sicura e protetta dalla sanità regionale?
Probabilmente, finchè non avverrà qualche tragedia, nessuno prenderà seriamente in considerazione questa problematica, evidentemente nessuno fino ad allora riterrà di guardare in faccia una realtà sbeffeggiata da chi si ostina a ripetere: “è per la vostra sicurezza!”….
Ma qualcuno, in tal caso, potrebbe addirittura tentare di colpevolizzare la partoriente, che non ha voluto trasferirsi sulla terra ferma già alla trentottesima settimana.
Ma davvero, qualcuno crede che tutti possono permettersi di lasciare casa e lavoro ed affrontare le spese necessarie ad affittare una casa e sostenere tutti i costi correlati? …e chi il lavoro non ce l’ha?
…e chi non ha parenti e non può permettersi di affittare una casa o una camera d’albergo, cosa dovrebbe fare? …partire all’avventura?
I cittadini si chiedono: perché dovremmo credere che in un Ospedale come quello di Lipari dove ci sono 100 parti all’anno anziché 500, non si possono avere condizioni di sicurezza adeguate?
Una cosa è certa, però, e non si temono smentite, nel Presidio Ospedaliero di Lipari si è sempre partoriti, dal primo Gennaio di quest’anno, non si può più … ma perché, prima si poteva??? Siamo sicuri che sia per la sicurezza delle partorienti?.
È interessante fare notare che, sebbene fino a quella data, il punto nascita risultava interessato (come altri punti nascita) da una deroga e pertanto “operativo”, non era comunque possibile nascere a Lipari e, addirittura, sembra che, su disposizioni “superiori”, le gravide firmassero una informativa, ove veniva chiarito in maniera inderogabile che il reparto di Ostetricia le avrebbe potute seguire fino alla trentottesima settimana, e che oltre quel periodo, avrebbero dovuto prendere contatti con ospedali “maggiori” sulla terraferma, per ivi programmarvi i propri parti.
Leggere di notizie come quelle pubblicate sui giornali, ossia che lo scorso anno, nel punto nascita di Lipari, sarebbero nati solo 9 bambini e pertanto, non può in nessun caso essere destinatario di ulteriori deroghe, da un’idea ben chiara di quella che è la volontà di una Regione sorda ed incapace di guardare oltre il concetto di “tagli indiscriminati e compulsivi”. In realtà, quei nove bimbi, sono stati il frutto di parti d’urgenza, in quanto non vi era possibilità temporale di trasferire le partorienti… ma davvero, si pensa che in tutto l’arcipelago delle isole Eolie, possono essere nati solo nove bambini, in un anno?… In realtà, ne sono nati oltre un centinaio… a Milazzo…. a Patti…. a Catania…. a Palermo…. Tutti bambini che sarebbero potuti (e dovuti) nascere a Lipari ma che, invece, sono stati costretti, in nome della “sicurezza”, a nascere altrove.
Chiediamo con forza ed auspichiamo un ripensamento che passi attraverso una riorganizzazione, razionalizzazione e potenziamento dei servizi che devono essere a garanzia ed a tutela della salute pubblica che non guardi solo a far rientrare i “ rossi bilanci “ di una sanità che per moltissimi anni è stata “saccheggiata” da scelte di mantenimento di sacche di clientela e di realtà improduttive ed inutili, ma che abbia come unico obiettivo il diritto alla salute per ogni comunità di cittadini, siano esse isolane, montane o metropolitane.
Messina, lì 18/01/2016
La segreteria provinciale Fials
Domenico La Rocca

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