La squadra di Forza Italia si rafforza e definisce il programma in Sicilia e non solo. L’adesione di Saverio Romano al partito di Silvio Berlusconi, scontata in verità, dovrebbe anticipare la fine del Pid Cantiere popolare, a meno di sorprese. La decisione dell’ex ministro segue di qualche giorno l’analoga scelta di Gianfranco Miccichè, che ha annunciato l’abbandono del Grande Sud e la investitura di Silvio Berlusconi come plenipotenziario nell’Isola.
La coppia Miccichè-Romano sostituirebbe l’asse Alfano-Schifani in Sicilia? Se fosse questo l’obiettivo – defenestrazione del vice primo ministro e del capogruppo a Palazzo Madama – la road map sarebbe assai perigliosa, e le conseguenze, ammesso che venisse raggiunto l’accordo, di tale rilevanza da provocare una reazione a catena nel partito, fino alla scissione.
È plausibile, dunque, che Miccichè e Romano stiano preparando il terreno all’arrivo di Forza Italia, previsto per il giorno dell’Immacolata, 8 dicembre. Silvio Berlusconi e l’area lealista, insomma, ufficialmente non partecipano alla guerra di Sicilia, anche se con il cuore si schiera a favore dei nemici di Alfano.
Miccichè e Romano non sono soli, tuttavia. Un ruolo sempre più forte, e sicuramente “delegato” da Arcore, lo assolve in questi giorni Stefania Prestigiacomo, che detta la linea del partito con dichiarazioni, interviste, o attraverso note d’agenzia, trovandosi in linea di collisione con i governativi.
Affronta questioni delicate – i provvedimenti del governo da bocciare, le toghe deliranti da rintuzzare, la decadenza di Berlusconi come richiesta irrinunciabile per la permanenza del governo – e si è ritagliata una parte che pretende una rappresentanza politica del partito.
In definitiva, i lealisti scelgono il “tridente” nell’Isola, convinti che conquistando la Regione alfaniana per eccellenza si possa risalire la Penisola senza grande difficoltà.
La coppia Miccichè-Romano sostituirebbe l’asse Alfano-Schifani in Sicilia? Se fosse questo l’obiettivo – defenestrazione del vice primo ministro e del capogruppo a Palazzo Madama – la road map sarebbe assai perigliosa, e le conseguenze, ammesso che venisse raggiunto l’accordo, di tale rilevanza da provocare una reazione a catena nel partito, fino alla scissione.
È plausibile, dunque, che Miccichè e Romano stiano preparando il terreno all’arrivo di Forza Italia, previsto per il giorno dell’Immacolata, 8 dicembre. Silvio Berlusconi e l’area lealista, insomma, ufficialmente non partecipano alla guerra di Sicilia, anche se con il cuore si schiera a favore dei nemici di Alfano.
Miccichè e Romano non sono soli, tuttavia. Un ruolo sempre più forte, e sicuramente “delegato” da Arcore, lo assolve in questi giorni Stefania Prestigiacomo, che detta la linea del partito con dichiarazioni, interviste, o attraverso note d’agenzia, trovandosi in linea di collisione con i governativi.
Affronta questioni delicate – i provvedimenti del governo da bocciare, le toghe deliranti da rintuzzare, la decadenza di Berlusconi come richiesta irrinunciabile per la permanenza del governo – e si è ritagliata una parte che pretende una rappresentanza politica del partito.
In definitiva, i lealisti scelgono il “tridente” nell’Isola, convinti che conquistando la Regione alfaniana per eccellenza si possa risalire la Penisola senza grande difficoltà.