Sono ormai più di due mesi che nel Paese si susseguono le discussioni su cosa succede all’intero del Partito Democratico di Lipari. Le riunioni si susseguono, le assemblee, gli incontri più o meno segreti, ma non si riesce a trovare il bandolo della matassa. La spiegazione è molto semplice, il partito democratico è vittima di una destabilizzazione orchestrata da alcune menti molti fini, in termini borsistici si definisce una O.P.A. ostile.
Sino sei mesi fa nessuno metteva in dubbio l’accordo politico stretto e consolidato nei cinque anni appena trascorsi, tra l’UDC e il PD ed annessi e connessi. Accordo suggellato da numerose battaglie condotte in consiglio comunale e all’interno della comunità; accordo che vedeva come naturale candidato dello schieramento Marco Giorgianni, già candidato sindaco dello schieramento nel 2007.
La prospettiva di un cartello elettorale PD/UDC era vista negativamente dai partiti del centro destra, PDL, MPA, lista Faro, e da movimenti civici ostili ad un indirizzo troppo “a sinistra” per il governo del Paese (parliamo degli anti parco nazionale, per esempio).
Di fronte a questa prospettiva assolutamente negativa per l’attuale maggioranza viene partorita l’idea: spaccare il partito democratico, immobilizzarlo, separarlo dall’UDC, aumentando, così, le possibilità di una instabilità complessiva della nuova amministrazione, riuscire a non far raggiungere allo schieramento vincente quel premio di maggioranza previsto dalla legge per poter condizionare, in consiglio, pesantemente il nuovo sindaco e in ultima analisi, se possibile, riuscire ad avere i numeri per la sfiducia.
Ma andiamo per ordine, il primo passaggio è quello più delicato: come possono movimenti e partiti ostili al Partito democratico entrare nel cuore delle decisioni di quel partito? Sfruttando amicizie e rapporti personali viene creata una candidatura, una “scesa in campo” di un iscritto del PD, chiamiamolo signor G., che godeva di stima, ma che era rimasto ai margini della discussione negli ultimi anni e che sicuramente nessuno degli iscritti al partito democratico aveva immaginato quale candidato in una competizione elettorale per la sindacatura.
La sua missione (consapevole o inconsapevole) è semplice: rompere l’accordo con l’UDC, emarginare gli elementi più favorevoli all’accordo con Giorgianni, garantire la sopravvivenza politica di quel personale politico che in atto sostiene apertamente l’amministrazione Bruno ed, in ultima analisi, se vincente (ma questo interessa poco), garantire lo status quo, o semplicemente la rielezione dei M&F, che sono stati i principali avversari politici, in consiglio comunale, del rappresentante ufficiale del Partito democratico, il signor B.
Naturalmente, perché il piano riesca, nessuna discussione deve essere posta all’interno del Partito Democratico, nessuno in epoca non sospetta, deve chiedere alla dirigenza del partito di “prendere” le distanze dall’UDC, di andare per la propria strada e costruire una alternativa a Giorgianni (per quanto è dato sapere, nessuno all’interno del partito democratico, in incontri ufficiali, nel 2009 (elezioni del segretario) o nel 2010 ha detto “bisogna trovare un candidato all’interno del Partito Democratico” discutiamone insieme, abbandoniamo l’alleanza con l’UDC) bisognava arrivare all’ultimo minuto, incalzare decisioni, votazioni, senza riflettere, senza discutere, senza approfondire i pro e i contro delle decisioni. Se il gioco viene scoperto l’O.P.A. non riesce. Occorreva, inoltre, fare innervosire Giorgianni, ed ecco che il nostro signor G., ormai certo di essere l’unico candidato in lizza, avviare tutta una serie di colloqui con partiti, liste, movimenti civici, persone, sia a Lipari che nelle isole, senza coinvolgere il segretario del partito democratico, chiamiamolo signor C.,, senza aprire alcuna discussione all’interno del partito, muovendosi autonomamente, senza attendere se all’interno del partito esistono altre personalità, altre posizioni che gli possono fare ombra, creargli degli ostacoli, per garantire se stesso, i suoi amici fuori del partito democratico, per garantire la premiata ditta M&F e Diana Caccia.
Chi è la mente dietro tutto questo? O meglio, chi sono le menti che hanno partorito questa diabolica tela di ragno che avvinghia il Partito Democratico?
Quando hai eliminato l'impossibile, qualsiasi cosa resti, per quanto improbabile, deve essere la verità. Ed allora mistero presto risolto: basta leggere cosa scrive il signor G., i suoi amici e i consiglieri comunali della premiata ditta M&F., a cui vanno i nostri complimenti, ma tuttavia, ormai il piano è scoperto e l’O.P.A. ostile verrà respinta.