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INCONTRI CULTURALI A MAGGIO E GIUGNO
Arsenale
della Marina Regia
- Via dell’Arsenale- Palermo
1)
Le
rotte del Mediterraneo nell’età del bronzo: dall’Egeo a
Pantelleria
Sebastiano
Tusa, Soprintendente del Mare
Maria
Clara Martinelli, Archeologo Museo Luigi Bernabò Brea-Lipari
Venerdi16
Maggio ore 18,30
Gli
insediamenti preistorici scoperti nei piccoli arcipelaghi siciliani,
soprattutto nelle Isole Eolie, Ustica e Pantelleria hanno restituito
importanti testimonianze di contatti diretti con il modo Egeo, nel
periodo del Tardo Elladico I-II e IIIA (1650-1300 a.C.). I mari
circostanti le isole erano solcati dalle navi di mercanti provenienti
dalla Grecia, dove, nel crollo dei palazzi Minoici, sorse la potente
civiltà Micenea. Le rotte marinare si dirigevano verso occidente
alla ricerca di materie prime strategiche, in particolare il rame per
la fabbricazione di armi – necessarie alle emergenti aristocrazie
guerriere micenee – ma probabilmente anche di altre materie prime
di origine vulcanica. Le isole divengono approdi strategici favorendo
privilegiati rapporti con le genti Egee.
2)
Curzio
Malaparte e il confino di Lipari: casa come me a Capri
Giuseppe
La Greca, Scrittore
Ettore
Sessa, Facoltà di Architettura - Palermo
Michele
Benfari, Soprintendenza del Mare
Venerdi
23 Maggio ore 18,30
Nel
1934 Curzio Malaparte fu confinato a Lipari: il provvedimento fu
deciso da Mussolini nell’ottobre del 1933. A Lipari dedicò una
lirica intitolata “Alba
marina”
e due racconti brevi intitolati “Come
un cane”
e “Il
mare ferito”.
Scrisse anche un racconto dedicato al suo affezionato cane Febo, un
randagio trovato a Lipari, che si intitola “Febo,
cane come me”.
Pur
soffrendo della condizione di isolamento, Malaparte assimilò
immagini, colori, asprezze della natura che continuarono ad ispirarlo
anche nel suo successivo soggiorno a Capri dove la famosa villa
riprende immagini e forme viste a Lipari.
Il
giornalista Alfio Mangiameli racconta di lui: “A
vederlo passare per le viuzze del paese sotto lo sorveglianza degli
agenti, lui con quella figura gigantesca e lo sguardo fiammeggiante,
mi si stringeva il cuore. Quasi ogni mese lo visitava una donna
molto bionda e bellissima, venuta appositamente dal settentrione.
Allora Curzio diventava un altro e lo si vedeva andare in giro
sorridendo per le strade di Lipari a braccio della visitatrice, con
passo leggero, come se invece di essere un povero prigioniero in una
lontana isola, si trovasse a villeggiare in qualche località mondana
e, secondo il suo solito, facesse la corte a una bella donna. Si
diceva che colei che veniva a trovarlo fosse la sua amante, una
contessa piemontese.”
3)
Naturalisti
alle Eolie nell’800
Pietro
Lo Cascio, Naturalista
Bruno
Massa, Facoltà di Agraria - Palermo
Gianfranco
Zanna, Direttore Legambiente Sicilia
Eliana
Mauro, Soprintendenza del Mare
Sabato
14 Giugno, ore 18,30
L’Ottocento
è il secolo dei “naturalisti”, e soprattutto dei “naturalisti
delle isole”, ovvero di quella cerchia di scienziati – Darwin e
Wallace in primis – che attraverso lo studio dei territori insulari
hanno potuto intuire e interpretare il ruolo e la portata dei
processi selettivi nell’evoluzione delle specie. In questo
stimolante panorama, anche l’Arcipelago Eoliano è divenuto teatro
di indagini e ricerche che – pur senza approdare a scoperte di
rilevanza straordinaria, come quelle registrate nelle Galapagos o
nelle Isole della Sonda – hanno contribuito ad animare il dibattito
scientifico tra i naturalisti italiani ed europei. Ripercorrendo le
tappe di questa esplorazione, emergono storie e aneddoti che legano a
un filo comune un barone laico e libertario, impegnato in uno studio
a “tutto campo” delle Eolie, un giovane botanico che durante la
sua prima missione viene scambiato per un medico, un raccoglitore di
molluschi scambiato per un untore, un semaforista della Regia Marina
che si diletta nella raccolta di alghe e muschi, uno scrittore di
successo alla ricerca di lucertole scomparse, e altri personaggi –
certamente singolari – che offrono un inedito e inusuale spaccato
sia della cultura scientifica, sia della vita del XIX secolo in un
nugolo di isole sparse a Nord della Sicilia, e nei loro paraggi.
4)
Le
donne e il mare
Marilena
Macrina Maffei, Antropologa e Fiabologa
Franco
La Cecla, Antropologo, Università di Bologna
Antonino
Buttitta, Professore Emerito Università di Palermo
Enza
Maria Cilia, Centro Regionale per la Progettazione e il Restauro
Sabato
21 Giugno, ore 18,30
La
vita di donne che svolgono ruoli ritenuti solo maschili con
un’abilità e una tale fierezza, non può che emozionare e far
rivivere nella mente l’immagine femminile di «schiene curve e mani
strette sui remi che si allontanano nel mare eoliano». Non sirene o
esseri fantastici, non protagoniste di romanzi, ma donne realmente
vissute che con la loro forza hanno sostenuto la vita delle comunità
legate al mare. I loro racconti sono legati alla memoria e riportano
esperienze autobiografiche, narrano di partenze e di approdi, di
tempeste e bonacce, di barche che tengono il mare nella cupa oscurità
della notte e sotto il sole accecante.
Esperte
conoscitrici delle rotte marine, le pescatrici eoliane navigano da
un’isola all’altra dell’arcipelago e in mare aperto, verso
Palermo, Messina e il continente. La loro esistenza, attraccando e
salpando fra commerci e speranze, mareggiate e delusioni, è un
continuo viaggiare per sconfiggere la fame e la miseria.
Con
loro il mare parla un’altra lingua. Una lingua colorata a tinte
forti, animata dai gesti delle madri che sulla barche lavorano con i
figli al seno e dai movimenti di corpi che nell’imminenza di un
parto tirano le reti. Essa racconta una verità prima ignorata: il
mare non è, e non è mai stato, lo spazio esclusivo degli uomini.
Le
voci delle femmine marinare siciliane narrano una versione diversa
della storia del mare, restituendoci un’immagine del mare che non
appartiene ai codici patriarcali.
5)
Sicilia
in volo: siti archeologici dall’alto
Luigi
Nifosi, Fotografo
Sebastiano
Tusa, Soprintendente del Mare
Sabato
28 Giugno, ore 18,30
La
Sicilia vista dall’alto attraverso le immagini di monumenti,
paesaggi, città e aree archeologiche.
Il
fotografo Luigi Nifosì la fotografa in volo da almeno 15 anni
cogliendo un particolare punto di vista e raccontando una Sicilia che
non somiglia affatto a quella vista da terra.
A
bordo di un elicottero il fotografo di Scicli ci dona una serie di
spettacolari vedute aeree della sua splendida Isola. Sicilianità ove
convivono l'orgoglio del proprio passato remoto e un rigore quasi
entomologico nella catalogazione delle immagini, archeologia e sagre
paesane, voli aerei e gastronomia locale, in un moto perpetuo alla
ricerca delle proprie radici.
Città,
paesi, vedute insulari scorrono sotto i nostri occhi abbacinati da
tanto blu, e negli scatti di Nifosì, maestro nel catturare geometrie
insospettate ed imprevedibili, si percepisce l'eco della
sicilitudine, il mito sciasciano di quest'Isola contraddittoria ed
estrema, di cui egli esplora angoli, prospettive, suggestioni.