Oggetto: Bilancio di Previsione anno 2011 e pluriennale 2011/2013.
Riscontro l’ultima Sua nota sull’argomento, che ancora una volta leggo per mezzo degli organi di stampa piuttosto che per i canali tradizionali, ed evidenzio, seguendo lo stesso ordine numerico della Sua missiva, quanto segue:
1) chi nella corrispondenza deve moderare i toni certamente non è il sottoscritto…. le note sulla questione sono all’attenzione di tutti e possono essere opportunamente valutate dagli organi competenti;
2) nessun appunto su valutazioni diverse dalle mie, anche ritengo le stesse palesemente errate…., peccato però che analogo suggerimento non sia stato fornito ad altri organi che Le hanno trasmesso, per competenza, simili sollecitazioni;
3) se, come da lei evidenziato, i Suoi comportamenti variano a seconda che a scriverLe sia un politico o un funzionario penso si concretizzi una disparità di trattamento che peggiori la situazione piuttosto che risolverla;
4) esiste un reato, disciplinato dall’art. 658 del Codice penale italiano, che riporta all’oggetto: “Procurato allarme presso l’Autorità” e che testualmente recita: “chiunque, annunziando disastri, infortuni o pericoli inesistenti, suscita allarme presso l’autorità o presso enti o persone che esercitano un pubblico servizio, è punito con l’arresto fino a sei mesi o con l’ammenda da euro 10 a euro 516”. L’istigazione a trasmettere atti ad autorità che non sono competenti e minacciare corresponsabilità in caso di mancato invio per me configura tale ed altri reati. Il fatto che si ricorra alla Procura della Repubblica per questioni che non hanno alcuna rilevanza penale per me configura tale reato. Non capisco quali sono gli atti che dovrei consegnarLe affinché Lei li possa trasmettere ad altri organi (io ho già trasmesso quello che dovevo agli organi competenti) ma la S.S., nella qualità di consigliere comunale, ha diritto ad avere tutti gli atti che vuole (nel nostro settore penso abbia sempre trovato disponibilità oltre ogni ragionevole limite), e può anche decidere di farsi male da solo mandandoli a chi ritiene più opportuno.
In conclusione devo constatare la Sua presa di coscienza che “le affermazioni devono trovare conferma nella giurisprudenza conosciuta” e mi complimento con Lei e chi la ha giuridicamente assistita per questa complicata “arrampicata sugli specchi”. Chiarisco, inoltre, che non intendo porre limiti all’azione di alcuno…. le azioni legali servono a provocare l’esercizio della giurisdizione da parte di un giudice che, in relazione a un conflitto di interessi tra le parti, è chiamato a stabilire quale di esse ha ragione……
Non avrei esitato nei confronti di altri a promuovere immediata azione legale a tutela di ragioni di parte ma nel Suo caso devo valutare anche in virtù dei valori umani, morali e professionali che caratterizzano la Sua persona, che sono a me ben noti, e che, per quanto mi riguarda, non possono essere annullati da quello che definirei uno spiacevole ed isolato episodio.
Il Dirigente
(Dott. Francesco Subba)