COMUNICATO STAMPA
"Apprendiamo, da una notizia apparsa sul “Sole 24 Ore”- scrive Piero Roux di Legambiente Lipari- che sarebbe stata revoca dal Prefetto di Roma la certificazione antimafia alla Società Italiana per Condotte d’Acqua Spa e che il ministero per le Infrastrutture, ha dato disposizioni all'Anas affinché adotti -con urgenza- tutti i provvedimenti previsti dalla legge relativamente ai rapporti contrattuali in corso con la Società Italiana per Condotte d'Acqua Spa. poiché dalle indagini della Direzione investigativa antimafia di Reggio Calabria e di altri organi investigativi "è emerso uno stretto legame tra la società e la criminalità organizzata calabrese, in particolare in merito alla gestione di alcuni cantieri dell'autostrada Salerno-Reggio Calabra e della nuova strada statale 106 Jonica".
"Al lavoro investigativo e verifica ha dato un forte impulso anche l'attività svolta dal Servizio di alta sorveglianza per le grandi opere, affidata alla Guardia di Finanza, che ha svolto una costante attività di prevenzione e analisi, coadiuvando il lavoro di tutti gli organismi investigativi.
Con un comunicato stampa, il 14 febbraio chiedevamo al Sindaco di Lipari di rivedere le proprie posizioni sul progetto del Mega Porto e, sciogliendo la società con Condotta d’Acque Spa, restituire alla godimento dei cittadini eoliani i beni ceduti per 50 anni (Case Gialle ed ex biglietteria aliscafi di Marina Corta) a titolo di quota societaria”.
Oggi , con più forza, chiediamo a tutta l’amministrazione comunale di prendere le distanze dalla Società Condotte d’Acqua S.p.a, poiché riteniamo che la lotta alle mafie non va condotta solo a parole, ma con fatti e atti concreti.
Legambiente insieme al comitato “porti sì ma non cosi” ed al gruppo consiliare di minoranza conduce da tempo una forte azione per ostacolare il progetto del megaporto che oltre all’indubbio impatto ambientale arrecherebbe un enorme danno economico all’isola, andando a deprimere l’economia locale a discapito degli operatori commerciali delle zone adiacenti al porto.
Legambiente di Lipari non condivide il tipo di “sviluppo economico” che l’attuale sindaco sogna per le eolie, ma non mette in dubbio l’onestà e l’estraneità dello stesso e degli attuali amministratori da qualsiasi coinvolgimento mafioso.
Per questo e nel più alto interesse della comunità eoliana, Legambiente Lipari chiede, ancora una volta, al sindaco Mariano Bruno di sciogliere la società con Condotte d’Acqua e dichiarare le Eolie, comune antimafia.
Inoltre gli chiediamo di investire le energie di tutta l’amministrazione per rendere questo comune più vivibile per gli abitanti e gli ospiti che ci onorano della loro presenza tramite il ripristino dei sentieri; una migliore gestione dei rifiuti; il recupero delle aree di Caolino e Vallone Bianco; a nuove e funzionali strutture di accoglienza ed informazioni rivolte ai turisti.
Solo valorizzando le risorse che la natura ci ha consegnato e rispondendo, immediatamente e concretamente alle esigenze della comunità eoliana; confermando lo stato di diritto sopra la logica del favoritismo e dell’appartenenza ideologica (nonché elettorale), potremo allontanare e liberare le nostre isole ed il meridione d'Italia dalla piaga che è la mafia".