Poiché alcuni giornali online, questa mattina, hanno riportato la notizia dal titolo ”Bimbi sempre più bistrattati all'ospedale di Lipari?” desidero raccontare, adesso che sono più tranquillo, quanto accaduto perché presente e direttamente interessato.
Infatti, una delle bimbe da ricoverare questa mattina all’Ospedale di Lipari era la mia nipotina Sara di appena sei mesi.
Eccellente la professionalità, la disponibilità e “l’umanità” dimostrata dalle pediatra (dott.ssa Girone e dott.ssa Mancuso) e dell’infermiera presenti al “punto visita di pediatria” sistemato, alla meno peggio, nel reparto di ginecologia.
Superata l’emergenza e il panico che aveva preso noi parenti di Sara ci viene suggerito, dai pediatri che avevano prestato le prime urgenti cure, il ricovero però, dovevamo attendere qualche ora nel “punto visita pediatrico” in quanto i posti di pediatria riservarti nel reparto di medicina (accorpato, a seguito della nota e lungimirante e incomprensibile decisone, al reparto di pediatria) erano occupati da pazienti adulti i quali dovevano essere spostati o dimessi (non so se in altra stanza o altra struttura sanitaria) per fare posto a Sara e a un’altra bimba.
L’attesa o il “parcheggio” come hanno scritto i giornali è durato qualche ora.
Per noi nonni e genitori una nuova ansia, angoscia e dubbi.
Legittimo avere dubbi ritengo.
Iniziano, quindi, i pensieri e le preoccupazioni:
- Chi c’era, qualche ora prima nel lettino e nella stanza dove doveva andare la mia nipotina di sei mesi;
- Chissà che patologia presentava o quale malattia aveva quello o quei pazienti?
- Vista l’arcinota mancanza di personale ausiliario e infermieristico la stanza è stata ben disinfettata?
- Sono stati rispettati i tempi di disinfestazione?
- Cosa potrebbe succedere se l’infermiera/e che un attimo prima aveva tolto una flebo a un paziente adulto, o aveva medicato un anziano o un paziente operato dovrà prestare assistenza alla bimba; si cambierà il camice e si disinfetterà le mani prima di entrare nella stanza?
- Come mai è vietato ai bimbi inferiori a dodici anni entrare nei reparti per adulti (promiscuo) e poi invece, a Lipari, addirittura li ricoverano insieme?
Questo è passato nella mia mente in quelle ore assurde di attesa.
Sfido chiunque a non pensare a queste cose in un’occasione del genere, Assessore Russo compreso, e gli vorrei chiedere se egli avesse fatto ricoverare sua figlia di sei mesi nel reparto di medicina dove la stanza, qualche ora prima, era occupata da pazienti adulti senza essere a conoscenza di chi e quale malattia aveva il paziente ricoverato.
Noi, parenti di Sara, grazie a questo assurda rimodulazione (accettata con troppa accondiscendenza) siamo stati costretti a farlo ma, come si dice, con la camicia che non ci toccava le spalle.
Ancora una volta voglio rilevare la disponibilità degli operatori sanitari presenti nel reparto che, per quello che gli mettono a disposizione, fanno veramente il massimo.
Per piacere vorrei dire ai responsabili Asp e Regionali non datemi la solita risposta che, accorpare i reparti non è stato fatto per una questione economica, come per il punto nascite, ma solo per offrire “cure e sicurezza maggiore”.
Non ci crede più nessuno, nemmeno quelli a cui chiedete di ripeterlo (salvo eccezioni interessate).
Si deve avere il coraggio di dire: “stiamo facendo di tutto per scoraggiare gli eoliani a rivolgersi all’ospedale di Lipari perché vogliamo chiuderlo definitivamente”.
Oggi durante la mia grande arrabbiatura e preoccupazione per quello che stava accadendo, ho avuto una conversazione telefonica con una persona che, spero in modo sincero, mi ha confidato di essere indignato e che sicuramente “qualcuno” (io aggiungo più di qualcuno) dovrebbe provare “vergogna” per quanto si era verificato, per quello che subiscono gli eoliani nella sanità, nel doversi rivolgere spesso altrove per curarsi, anche per cose banali, partorire e per curare i bimbi.
Ci vuole coraggio a parlare di statistiche e percentuali davanti alla salute delle persone (specialmente quando si parla di bambini).
Ritornando per un attimo alla notizia riportata dai giornali locali online sulle fonti ufficiali dell'ASP 5 che hanno dichiarato: “ tale situazione si è venuta a creare per l'alto numero di ricoveri registratisi in questi giorni e che trovandosi la disponibilità dei posti letto di pediatria si sono voluti evitare faticosi e dispendiosi trasferimenti in altre strutture. Con la certezza, comunque, che appena ve ne fosse stato bisogno i posti letto di pediatria sarebbero tornati ai "legittimi fruitori". Dopo un (il più possibile celere) trasferimento degli adulti negli eventuali posti che si fossero liberati o in altra struttura”.
Non so quali sono queste fonti ufficiali ASP ma ritengo che avrebbero fatto bene a tacere.
Non costavano “zero” €uro i trasferimenti in altre strutture?
Perché, visto che si trattava di breve momento particolare di flussi, non si riapriva, per l’emergenza improvvisa, qualche stanza di qualche reparto appena chiuso ma ancora fruibile?
E’ giusto, secondo queste fonti ufficiali ASP (mi auguro che non siano medici) mettere i neonati (indicati dall’ASP “legittimi fruitori”!!!!) nelle stanze dove un’ora prima c’erano ammalati adulti?
E’ giusto, solo per esempio, non so se è mai capitato, se non ci sono posti in medicina mettere un paziente con una malattia polmonare o anche con una banale bronchite con un paziente in chirurgia appena operato?
Come si fanno certe dichiarazioni.
E’ un’offesa per l’intelligenza degli eoliani.
Ho letto anche il comunicato dell’amico Dott. Mario Paino al quale riconosco, pubblicamente, la sua qualificata professionalità e il notevole e giornaliero impegno verso tutti gli ammalati, senza alcuna distinzione, di queste isole e che si sono rivolti all’Ospedale di Lipari.
Come lui “Auguro a noi tutti che il Buon Dio ci conservi sempre l'ospedale e medici disponibili a prestare qualificata e dignitosa assistenza e anche che il Signore ci dia la saggezza di saperlo ringraziare per quello che ci da, guardando sempre dietro di noi”.
Vorrei, però, senza alcuna polemica, ricordare anche all’amico dott. Mario Paino che il sottoscritto si è sempre sforzato, non so se ci sono riuscito, ma ci provo e riprovo ogni giorno, a vedere dietro un bambino, il bisogno di nostro figlio come quello di saper vedere, dietro il bisogno di un anziano, quello di un nostro genitore, specie se si tratta di un anziano povero, solo e ammalato.
Io, lo faccio, si lo faccio, l’ho fatto, in silenzio per ben 25 anni, non l’ho predicato, non ho cercato notizia per……
E, ogni sera, prima di addormentarmi, da sempre, dopo essermi rivolto a Dio, interpello la mia coscienza di uomo, di lavoratore, di marito di padre, di nonno e di cittadino.
Vorrei, però, che anche altri lo facessero, specialmente chi ha contribuito e continua a contribuire ad offrire a noi eoliani, in ragione di logiche per me
inaccettabili, queste assurde e indicibili situazioni.