Dal 2016
l’applicazione della normativa sulla Naspi, la nuova assicurazione sociale per
l’impiego, rischia di penalizzare fortemente i lavoratori stagionali del
settore turismo e del comparto termale nonché gli operatori del lavoro
domestico e di assistenza domiciliare. E’ quanto esporranno i sindacati di
categoria Fisascat Cisl, Filcams Cgil e UIltucs oggi nel
corso di un incontro richiesto e concesso dalla Commissione Lavoro della Camera
dei Deputati sollecitando una revisione delle modalità applicative del nuovo
regime di assicurazione sociale per inoccupazione. I nodi per le tre sigle
riguardano in primis il dimezzamento della durata e del valore del sussidio
della Naspi a cui sarebbero esposti dal 2016 i lavoratori stagionali del
settore turismo e del comparto termale in assenza di correttivo strutturale, lo
stesso previsto dal Dlgs. 148, comma 4 art. 43 – approvato nel mese di giugno
scorso ed in vigore dal 24 settembre 2015 - che ha salvaguardato il trattamento
di integrazione salariale per l’anno 2015, tamponando di fatto la
contraddizione legislativa che avrebbe penalizzato i 300 mila lavoratori
stagionali di due comparti cardine dell'economia italiana. Fortemente
penalizzati per i sindacati anche i 300 mila operatori del lavoro domestico e
di assistenza domiciliare, per i quali la circolare Inps 142 del 29 luglio 2015
stabilisce che il requisito di “trenta giornate di lavoro effettivo” nei dodici
mesi precedenti la cessazione del rapporto di lavoro “si intende soddisfatto
laddove gli assicurati abbiano prestato attività lavorativa per cinque
settimane con un minimo di ore lavorate per ciascuna settimana pari a 24 ore”,
escludendo dunque di fatto gli operatori che prestano la propria attività
lavorativa sotto le 24 ore settimanali.
“Al Parlamento chiederemo di
rendere strutturale l’intervento di sostegno al reddito Naspi per i lavoratori
stagionali del settore turistico e del comparto termale, entrambi pilastri
portanti del nostro Pil, con il superamento definitivo della riduzione del 50%
della durata e del valore sussidio Naspi con l'effettiva corrispondenza, ai
fini del calcolo della prestazione, delle settimane di lavoro prestato – ha dichiarato il segretario generale della
Fisascat Pierangelo Raineri
anticipando la posizione della Fisascat all’audizione del 16 ottobre prossimo.
“Come anche sarà essenziale – ha aggiunto - la revisione della evidente
interpretazione normativa fornita dall’Inps per gli operatori del lavoro
domestico e di assistenza domiciliare che operano con un contratto di lavoro
part time sotto le 24 ore settimanali che, al pari dei lavoratori di altri
settori, hanno diritto a percepire il trattamento Naspi”.
Per la Fisascat, nell’ambito
della discussione sulla riforma previdenziale, sarà anche necessario affrontare
anche le criticità connesse all'applicazione della Naspi e prevedere nuove
misure finalizzate a garantire la copertura pensionistica ai lavoratori
stagionali di interi settori dell’economia italiana, primo fra tutti il
turismo, che, in mancanza di un intervento, verrebbero automaticamente esclusi
dall’accesso al trattamento pensionistico, pur contribuendo al sistema previdenziale
nei periodi di lavoro.“Al Legislatore – ha sottolineato Raineri - chiediamo di
adoperarsi affinchè ad ogni settimana di lavoro prestato dai lavoratori
stagionali corrisponda il riconoscimento di una settimana di integrazione
salariale e di contribuzione previdenziale, altrimenti il rischio reale è che
centinaia di migliaia di lavoratori non raggiungeranno mai i requisiti per
l’accesso alla pensione”.
Non
dimentichiamo comunica il segretario regionale della Fisascat Sicilia Pancrazio Di Leo, che la Fisascat si è attivata da tempo a tutti i
livelli per evidenziare il problema Naspi e pensionistico chiedendo di attuare
i correttivi necessari per poter evitare un danno economico per i lavoratori
stagionali e per l’economia locale delle zone turistiche.
“È diventata un’esigenza imprescindibile” inoltre conclude
Pancrazio Di Leo rilanciare
la necessità di convocare al più presto un tavolo tecnico che coinvolga tutte
le associazioni datoriali, dei lavoratori, dei comuni e degli enti interessati,
per attivare tutte quelle azioni sinergiche e necessarie a realizzare
iniziative che possano rilanciare il settore del turismo e destagionalizzare
l’offerta turistica in quei comuni siciliani dove ciò è fattibile e non gravare
su ulteriori costi aggiuntivi della Naspi, offrendo ove fattibile più
opportunità lavorative e meno precariato.
Non bisogna dimenticare che i lavoratori aspirano ad
un occupazione più lunga, non ad “una stagionalità” ridotta con contratti a
termine di due, tre mesi o quattro mesi e successivamente rinnovati mensilmente più volte? ciò a fronte di una stagione che
precedentemente alla riforma sulla contrattazione a termine prevedeva contratti
di sei o sette mesi ed anche oltre.
Che i lavoratori “non siano merce di scambio” per
ottenere qualche mese in più di lavoro, zitti e senza limiti di orario…..,
questo la Fisascat Cisl non lo condivide e ove informata procederà a
comunicarlo agli organi ispettivi sperando in un celere intervento prima che le
strutture chiudano.