16
aprile 1978
Terremoto
tra Lipari e Patti
Nella notte tra sabato 16 e domenica
17 aprile 1978 ben 50 scosse terrorizzano due terzi della Sicilia. L'epicentro
è nel basso Tirreno a non molta distanza dall'arcipelago delle Eolie.
Nei comuni della fascia tirrenica
della Sicilia, cioè lungo la costa settentrionale, si segnalano centinaia di
senzatetto e migliaia di abitazioni lesionate più o meno gravemente.
I danni maggiori li subisce Patti,
dove rimangono ferite nove persone ed il cinquanta per cento degli edifici
crollarono o presentavano profonde crepe. La sede del Municipio era inagibile.
Cinque le vittime indirette del
terrore. Due, un donna ed un uomo a Palermo, la donna colpita da infarto,
l’uomo investito da un’automobile in corsa mentre cercava di raggiungere una
piazza. Due morti (un uomo ed una donna) anche a Messina, deceduti in ospedale
dove erano stati ricoverati perche colti da collasso.
A Lipari si registra la morte di Gaetano Merrina (77 anni), morto per
infarto, dopo il ricovero in ospedale. Complessivamente si registrarono una
quarantina tra feriti o contusi nel trambusto seguito alle scosse telluriche.
La prima scossa era durata dieci
secondi, ed era stata del quinto grado della «Mercalli»; i sismografi dell'Istituto
di geofisica all'Università di Messina l’avevano registrata alle 00,29 tra
sabato e domenica. La più forte era seguita di poco, alle 00,33; ed aveva avuto
una magnitudo 5,1 pari a un'intensità tra il settimo e l'ottavo grado della
«scala Mercalli».
Nella mattinata successiva l'attività
sismica era proseguita alle 7,20 con una scossa del sesto grado.
Lungo la costa settentrionale della
Sicilia ed anche a Lipari, a volte ondulatorie, altre volte sussultorie, le
scosse diffusero il panico e indussero centinaia di migliaia di cittadini a
fuggire dalle loro abitazioni per cercare scampo negli slarghi o in campagna,
dovunque purché lontano dai palazzi che si temeva potessero crollare.
I centri più danneggiati, oltre a
Patti, furono Piraino, Castell'Umberto, Naso, Sinagra, Librizzi, Castroreale.
Il prof. Antonino Girlanda, che
dirigeva l'istituto di geofisica dell'Università a Messina nei giorni del sisma
ribadiva che il terremoto non presentava caratteristiche atipiche, ma era avvenuto
in una zona di mare dove, anche nel recente passato vi erano state frequenti
manifestazioni telluriche di natura tettonica.
Lipari, oltre il luttuoso caso di
Merrina, non registrò che danni ai fabbricati, tuttavia, le sistemazioni
“provvisorie” di alcune decine di famiglie si trascinarono per anni con l’occupazione del Convento dei
Cappuccini (occupata per tutti gli anni ottonta) e dello Stabilimento termale
di San Calogero(I locali saranno liberati nel 1983 con l'inizio dei lavori di
ristrutturazione); nel contempo il consiglio comunale, sollecitato dal gruppo
del P.C.I. prese in considerazione la realizzazione di Case Popolari e le
edificazioni per case in edilizia economica e popolare.
Gli eoliani, ancora una volta, come
nei secoli passati, ringraziarono il loro Santo Patrono di averli protetti.