Carissimo Marcello,
Carissimo Maurizio,
Carissimi nipoti con la famiglia tutta
A volte la vita è così tragica ed imprevedibile che non vi sono parole per dimostrarvi la nostra partecipazione in questo tragico ed imprevedibile avvenimento. Io sono certa che la nostra comunità Vi abbia fatto e vi faccia sentire la sua presenza e il suo affetto. Vostro padre e vostra madre erano due splendide persone ed è evidente che il loro era un legame indissolubile per cui non è stato accettato la vita dell’una senza l’altro. Sono cose che nella mentalità corrente sfuggono e sono addirittura incomprensibili. Vostra madre nell’espletamento del suo lavoro presso il nostro ospedale è sempre stata professionale, utilissima ed affettuosa con i suoi pazienti. L’età, il tempo, le malattie fanno ovattare e dimenticare tutto. Vi vogliamo bene e Vi abbracciamo forte forte.
Caterina Conti e fam. Zitelli
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sabato 3 ottobre 2015
Stasera il Piccolo Borgo Antico porta ‘L’Onda di Maometto’ a Favignana
Dopo il successo riscontrato a Salina e Lipari, il Piccolo Borgo Antico alle prese con ‘L’Onda di Maometto’ , testo di scottante attualità nato dall’intuizione di tre giganti dell’informazione, Alberto La Volpe (ex direttore del Tg2), Stefania Porrino e Livio Zanotti (corrispondente de La Stampa), il 03 ottobre va in scena a Favignana. Stabilimento Florio della Tonnara, ore 21:00.
Il testo racconta il difficile dialogo tra occidente e la realtà islamica. Grazie alla collaborazione di tre Comuni e sindaci Riccardo Gullo (Salina - Leni), Marco Giorgianni (Lipari) e Giuseppe Pagotto (Favignana), L’Onda sarà messa in scena per la quarta volta dalla sua creazione. Ricordiamo, infatti, che è stata la compagnia eoliana a farla rivivere dopo l’anteprima al teatro Argentina di Roma.
La messa in scena dello spettacolo da parte del Piccolo Borgo Antico è stata fortemente sostenuta e voluta dai tre autori, che hanno presenziato a Salina. Grande plauso per la velocità dei ritmi, soluzioni di regia, interpretazione dei personaggi, scenografia.
Il testo racconta il difficile dialogo tra occidente e la realtà islamica. Grazie alla collaborazione di tre Comuni e sindaci Riccardo Gullo (Salina - Leni), Marco Giorgianni (Lipari) e Giuseppe Pagotto (Favignana), L’Onda sarà messa in scena per la quarta volta dalla sua creazione. Ricordiamo, infatti, che è stata la compagnia eoliana a farla rivivere dopo l’anteprima al teatro Argentina di Roma.
La messa in scena dello spettacolo da parte del Piccolo Borgo Antico è stata fortemente sostenuta e voluta dai tre autori, che hanno presenziato a Salina. Grande plauso per la velocità dei ritmi, soluzioni di regia, interpretazione dei personaggi, scenografia.
Milazzo, violenta lite tra due nuclei familiari: intervengono i Carabinieri ed arrestano tre persone e ne deferiscono in stato di libertà altre sei per lesioni aggravate in concorso.
Prosegue la campagna di prevenzione e
contrasto dei reati ad opera dei Carabinieri della Compagnia di Milazzo ed in
particolare dei militari del Nucleo Radiomobile agli ordini del nuovo
Comandante Maresciallo Aiutante Rocco Fleres i quali, nella serata di giovedì,
con l’ausilio di una pattuglia della Stazione di Fondachello Valdina agli
ordini del Maresciallo Aiutante Carmelo Carbone, hanno tratto in arresto tre
persone, a Olivarella di Milazzo, a seguito di una violenta colluttazione
scoppiata per futili motivi.
A fare scattare l’intervento dei Carabinieri,
intorno alle 19.45 di giovedì sera, è stata una telefonata pervenuta all’utenza di
Pronto Intervento 112 con cui veniva segnalato che nella via Palmiro Togliatti
di questo centro si era scatenata una violenta lite in cui erano coinvolte diverse
persone.
Giunti nella località segnalata, i Carabinieri sorprendevano i tre
individui che, con fare minaccioso ed in evidente stato di alterazione, si
scagliavano contro la vittima della loro furia poi identificato in un 37enne
di Messina.
A quel punto, i Carabinieri riuscivano a bloccare, prima uno degli
aggressori armato di bastone e successivamente altri due che a loro volta, a
mani nude, si erano scagliati sulla vittima,
procurandogli lesioni giudicate guaribili in 7 gg. I tre soggetti bloccati
venivano successivamente identificati in un 56enne macellaio, un 20enne ed
un 42enne tutti di Milazzo, quest’ultimo
a sua volta riportava delle lesioni guaribili in 25gg.
La vicenda, sviluppatasi nel corso di un intero pomeriggio e tassellata
da diversi episodi di aggressioni verbali e fisiche ha raggiunto l’apice
proprio poco prima che i Carabinieri intervenissero. Dalle indagini dei
Carabinieri, si è riuscito a ricostruire che, alla base della diatriba c’erano
antichi dissapori tra due distinti nuclei familiari allargati che abitano a
distanza di pochi metri. Alcuni dei protagonisti della vicenda sono già noti
infatti ai Carabinieri per passate richieste di intervento sempre a seguito di
screzi e litigi.
A far scattare la scintilla ieri un apprezzamento di “poco gusto”
all’indirizzo di una minorenne appartenente a una delle due famiglie. Quella
“battuta” mal digerita sarebbe stata alla base di un’escalation di insulti,
minacce e alla fine di aggressioni fisiche durate più di qualche ora e
terminata solo grazie al pronto intervento dei Carabinieri.
Nel corso della contestuale perquisizione i militari sequestravano
inoltre un bastone di legno, originariamente un piede di sedia, utilizzato nel
corso dell’aggressione.
Sul posto intervenivano anche diverse ambulanze del 118 che provvedevano
a trasportare i feriti presso il locale nosocomio milazzese ove il personale
sanitario riscontrava agli interessati delle lesioni giudicate guaribili in un
periodo di tempo compreso tra 2gg e 25 gg.
Al termine della ricostruzione dei fatti, i tre un 56enne macellaio,
un 20enne ed un 42enne disoccupati tutti di Milazzo venivano tratti in
arresto in flagranza del reato di
lesioni aggravate in concorso, e su disposizione della Procura di Barcellona
Pozzo di Gotto che ha coordinato l’attività, venivano sottoposti al regime
degli arresti domiciliari. Ricostruito il quadro complessivo venivano
inoltre deferite in stato di libertà altre sei persone, un 37enne ed una
36enne di Messina, un 23enne una 16enne ed un 54enne di Milazzo, ed un 33enne
di Barcellona Pozzo di Gotto, legate da rapporti di parentela ed amicizia con i
protagonisti della colluttazione sedata dai militari, che a vario titolo
avevano partecipato alle colluttazioni.
Il commiato di monsignor La Piana in Cattedrale «Mi devo fermare. Vi chiedo perdono»
Uno, due, ripetuti applausi. E lacrime di commozione. Ancora smarrita, per essersi ritrovata così all’improvviso “orfana” del suo pastore, la comunità dei fedeli si è stretta giovedì attorno a Mons. Calogero La Piana.
In tanti hanno preso parte alla messa di commiato, in Cattedrale. Una liturgia sobria ma che ha emozionato tutti i presenti. «Mi trovo ancora una volta – ha detto l’arcivescovo emerito – a disobbedire ai miei propositi, ovvero lasciare la città nel silenzio, e obbedire invece all’affetto che mi ha obbligato a essere qui stasera. Come diceva Don Bosco, mi era rimasto solo questo povero cuore e voi me lo avete rubato». Nel corso dell’omelia, mons. La Piana ha ripercorso i quasi nove anni trascorsi alla guida della Chiesa messinese: «Con voi ho condiviso gioie e dolori, eventi felici e drammatici». L’arcivescovo ha ricordato quindi la drammatica alluvione (proprio ieri l’anniversario) del 2009: «Quanta sofferenza, dolore, fatica e coraggio nell’accompagnare questi fratelli. Desidero affidare con voi al Signore le vittime di questo tragico evento. Quando si cammina, si cresce – ha aggiunto, riprendendo il tema, quello del cammino appunto, al centro della lettera per l’anno pastorale 2015-2016 – e io sono cresciuto insieme a voi, tra dolore e gioie, fatiche e speranze, desideri, progetti, a volte delusioni e sconfitte. Dopo questa esperienza di 9 anni, mi sento molto più maturo, come cristiano, sacerdote, vescovo. Quando si cammina, tuttavia, ci si stanca e a volte bisogna fermarsi». Un lungo applauso, l’ennesimo, ha interrotto a questo punto le parole di La Piana, che ha proseguito con la voce rotta dall’emozione: «Le forze fisiche non mi permettono di proseguire. Mi sono dovuto fermare. Vi chiedo perdono. Ma sono sereno e chi ha condiviso con me questi giorni lo sa. Esprimo tutta la mia fierezza di essere stato chiamato dal Signore a guidare questa Chiesa». L’arcivescovo ha quindi concluso il suo intervento con un messaggio rivolto a tutta la comunità dei fedeli: «Considerate questa esortazione come la mia eredità: fidatevi sempre di Dio e dei pastori che sceglie per guidarvi nella sua via». Oltre a tanti cittadini, alla liturgia hanno preso parte anche rappresentanti istituzionali e tutta l’Arcidiocesi di Messina, Lipari e S. Lucia del Mela (il clero, religiosi, parrocchie, movimenti e associazioni) che ha espresso il proprio affetto e la propria gratitudine all’arcivescovo emerito attraverso le parole del vicario generale, mons. Gaetano Tripodo: «Grazie – ha detto rivolgendosi a La Piana – per averci spronato a incentrare la nostra vita sulla parola di Dio. Anche se sentiamo la sofferenza per il distacco rimaniamo sereni. Preghi sempre per questa Chiesa di Messina».
In tanti hanno preso parte alla messa di commiato, in Cattedrale. Una liturgia sobria ma che ha emozionato tutti i presenti. «Mi trovo ancora una volta – ha detto l’arcivescovo emerito – a disobbedire ai miei propositi, ovvero lasciare la città nel silenzio, e obbedire invece all’affetto che mi ha obbligato a essere qui stasera. Come diceva Don Bosco, mi era rimasto solo questo povero cuore e voi me lo avete rubato». Nel corso dell’omelia, mons. La Piana ha ripercorso i quasi nove anni trascorsi alla guida della Chiesa messinese: «Con voi ho condiviso gioie e dolori, eventi felici e drammatici». L’arcivescovo ha ricordato quindi la drammatica alluvione (proprio ieri l’anniversario) del 2009: «Quanta sofferenza, dolore, fatica e coraggio nell’accompagnare questi fratelli. Desidero affidare con voi al Signore le vittime di questo tragico evento. Quando si cammina, si cresce – ha aggiunto, riprendendo il tema, quello del cammino appunto, al centro della lettera per l’anno pastorale 2015-2016 – e io sono cresciuto insieme a voi, tra dolore e gioie, fatiche e speranze, desideri, progetti, a volte delusioni e sconfitte. Dopo questa esperienza di 9 anni, mi sento molto più maturo, come cristiano, sacerdote, vescovo. Quando si cammina, tuttavia, ci si stanca e a volte bisogna fermarsi». Un lungo applauso, l’ennesimo, ha interrotto a questo punto le parole di La Piana, che ha proseguito con la voce rotta dall’emozione: «Le forze fisiche non mi permettono di proseguire. Mi sono dovuto fermare. Vi chiedo perdono. Ma sono sereno e chi ha condiviso con me questi giorni lo sa. Esprimo tutta la mia fierezza di essere stato chiamato dal Signore a guidare questa Chiesa». L’arcivescovo ha quindi concluso il suo intervento con un messaggio rivolto a tutta la comunità dei fedeli: «Considerate questa esortazione come la mia eredità: fidatevi sempre di Dio e dei pastori che sceglie per guidarvi nella sua via». Oltre a tanti cittadini, alla liturgia hanno preso parte anche rappresentanti istituzionali e tutta l’Arcidiocesi di Messina, Lipari e S. Lucia del Mela (il clero, religiosi, parrocchie, movimenti e associazioni) che ha espresso il proprio affetto e la propria gratitudine all’arcivescovo emerito attraverso le parole del vicario generale, mons. Gaetano Tripodo: «Grazie – ha detto rivolgendosi a La Piana – per averci spronato a incentrare la nostra vita sulla parola di Dio. Anche se sentiamo la sofferenza per il distacco rimaniamo sereni. Preghi sempre per questa Chiesa di Messina».
Incidente con maxi-tamponamento a Mendolita. Coinvolte tre auto e un motociclo
Un rocambolesco incidente ha causato un maxi-tamponamento ieri sera , intorno alle 23, sulla strada di Mendolita a Lipari.
I danni per i mezzi coinvolti, tre auto e un motociclo Honda, sono nel complesso abbastanza consistenti.
A generare la "carambola"(gli altri mezzi erano posteggiati) è stata una Opel Corsa alla cui guida vi era un giovane liparese.
Sul posto sono intervenuti la squadra dei vigili del fuoco (caposquadra Salvatore Pannuccio), i carabinieri che hanno avviato i necessari accertamenti per individuare le cause che hanno generato il sinistro.
Presente anche l'assessore Giovanni Sardella
Santo del giorno: San Gerardo di Brogne
Nome: San Gerardo di Brogne
Titolo: Abate
Ricorrenza: 03 ottobre
Titolo: Abate
Ricorrenza: 03 ottobre
Gerardo nacque intorno all'898 a Stapsoul, vicino a Lomme, nella regione di Namur. Era figlio di Sancio, proprietario di territori tra la Sambre e la Mosa, e da parte di madre era forse nipote del vescovo Stefano di Liegi. Il suo biografo dice che, a partire dalla sua giovinezza, fece mostra di rare qualità morali e fisiche e che si dedicò a una brillante carriera come cavaliere al servizio del conte Berengario di Namur. Un giorno che stava rientrando da una battuta di caccia, Gerardo, passando da una delle sue proprietà, entrò nella chiesa di Brogne. Volendo assistere alla messa chiese un sacerdote e, mentre lo aspettava, si raccolse e si addormentò. In sogno vide san Pietro passeggiare attorno a una piccola chiesa e invitarlo a costruire un oratorio e a farvi arrivare le reliquie di Eugenio, martire di Toledo. Gerardo domandò come fare, e san Pietro gli rispose che non esiste niente di impossibile per Dio" e che bisognava distruggere la chiesa esistente per rimpiazzarla con un edificio più grande di cui dava le dimensioni. Al suo risveglio, Gerardo decise di obbedire all'apostolo.
Senza dubbio Gerardo non sapeva niente sull'esistenza di S. Eugenio. La storia della 'traslazione di S. Eugenio a Brogne" ci dice che questo vescovo era stato compagno di S. Dionigi e che, mentre il secondo stava evangelizzando la regione parigina, egli giunse a Toledo dove operò numerose conversioni e fondò la cattedrale. Tuttavia, desideroso di rivedere l'amico Dionigi, Eugenio partì alla volta della Gallia; arrivato a Deuil (oggi DeuillaBarre, nella Val d'Oise), venne a conoscenza del martirio di Dionigi e dei suoi amici e compose un inno in loro onore. Fatto presto prigioniero dai pagani, venne a sua volta martirizzato. I suoi assassini ne gettarono il corpo nello stagno del Marchais, vicino a Deuil. In seguito, un proprietario del luogo sognò un vecchio che gli disse che avrebbe trovato il corpo di Eugenio e che avrebbe dovuto seppellirlo onorevolmente.
In compagnia di un rappresentante del vescovo Stefano di Liegi, Gerardo si recò inizialmente presso il priorato di Deuil, ove ricevette le reliquie di S. Eugenio, poi a SaintDenis, ove poté soggiornare per qualche tempo. La traslazione di S. Dionigi a Brogne venne compiuta nel mese di agosto del 919. Gerardo ricevette anche diversi oggetti, qualche manoscritto, un altare portatile, e pare che sia tornato con alcuni monaci di SaintDenis, che decisero di popolare il nuovo monastero. Con un atto che reca la data 2 giugno 919, Gerardo aveva stabilito d'impiegare parte delle rendite delle sue proprietà per questa fondazione. Il 27 agosto 921 ottenne un attestato d'immunità da Carlo il Calvo. E difficile sapere se Gerardo in quel momento fosse abate, oppure se abbia ottenuto la direzione dell'abbazia solo in un secondo tempo. Alcuni storici hanno supposto che egli avesse ricevuto l'ordinazione a sacerdote soltanto nel 927, e che prima di insediarsi definitivamente a Brogne avesse compiuto alcuni soggiorni d'istruzione a SaintDenis.
È noto che egli si recò a Tours per ottenere alcune reliquie di S. Martino e che là incontrò l'abate laico di S. Martino di Tours, Ugo il Grande, che era anche abate di SaintDenis. In una data che è difficile precisare, sotto l'episcopato del vescovo di Liegi Ricario, successore di Stefano (921945), l'oratorio fu benedetto, le reliquie messe in una cassa e il monastero posto sotto la protezione di S. Eugenio. Tali reliquie erano destinate a rimanere in quello stesso luogo eccetto che nel 954 quando, minacciate da un'invasione degli Ungheresi, i monaci si ritirarono momentaneamente a Namur. C. era stato tentato dalla vita eremitica. Le grandi foreste delle Ardenne che circondavano il monastero gli apparivano come un rifugio per prega solitudine: questo almeno è quanto riferis seconda Vita di Gerardo I monaci desideravano averlo come abate. Tuttavia, a causa della sua tà già conosciuta, Gerardo non era destinato a rimi a lungo a Brogne.
Le prime riforme di san Ghislano
Il duca Gisleberto di Lorena (m. 939) in essendo venuto a conoscenza della fama di Gerardo lo chiamò per riformare l'abbazia di S. Ghislano. Questa, fondata nel VII secolo, a partir dalla cella di un santo era stata distrutta durante le invasioni normanne, quindi era caduta in mano ai laici. Nel 930 furono ritrovate le reliquie di S. Ghislano. Si verificarono alcuni miracoli e il vescovo di Cambrai dette il via alla traslazione di queste reliquie nella chiesa di santi Pietro e Paolo, le pose in alto perché tutti potessero vederle e, forse, per metterle in salvo dai furti. Le reliquie, infatti, divennero oggetto di disputa tra il popolo di Mons e quello di Maubeuge. Fu istituito un collegio di canonici, che però non dette esempio di vita regolata. I canonici, in realtà, portavano in processione le reliquie per il vicinato solo al fine di incrementare le proprie rendite. Ora Gisleberto, che era già abate laico di Stavelot, di S. Massimino a '14reviri e di Echternach, voleva entrare in possesso di S. Ghislano, che si trovava nell'Hainaut. Come egli aveva introdotto la riforma per Stavelot, volle fado anche per S. Ghislano. Dopo aver avuto urta visione del santo fondatore che gli chiedeva di restaurare la regola benedettina, si rivolse a Gerardo intorno al 93 i, e lo nominò abate. Quest'ultimo riuscì a recuperare le terre che erano state date ai laici, a ricostruire l'abbazia e a restaurare le funzioni liturgiche. Permise dunque che a S. Ghislano si conducesse quella vita regolare che aveva conosciuto poco tempo prima delle invasioni normanne. Il suo successo arrivò sino in Fiandra, e fu allora che intervenne il conte Arnolfo.
Le riforme in Fiandra
In Fiandra, come dappertutto, le invasioni dei popoli scandinavi avevano fatto scomparire la vita regolare nelle abbazie, e i laici ne avevano approfittato. Molti monasteri erano stati trasformati in collegiate, vale a dire che i canonici vi conducevano una vita più o meno religiosa. Dopo il 918 la contea di Fiandra era amministrata da Arnolfo, detto Arnolfo il Grande (918965). Suo padre, Baldovino II, era riuscito a conquistarsi una contea che si estendeva al di là dei golfi dell'Yscr e dell'Aa, arrivava sino a Tournesais e oltrepassava, a sud, le colline dell'Artois. Arnolfo continuò la politica paterna e seppe approfittare in maniera stupefacente dei conflitti che vedevano opposti re carolingi contro principi robertingi e normanni. Era un valente cavaliere, spesso violento ma molto pio, e come molti dei suoi contemporanei amava collezionare reliquie. Desiderava che entro i confini della sua contea fosse restaurata la consuetudine religiosa nei numerosi monasteri. La Vita di Gerardo ci dice che Arnolfo, sofferente di calcoli renali, avendo sentito parlare dell'abate di Brogne chiese a quest'ultimo di venire. C. andò, persuase il conte che i suoi peccati erano all'origine della sua malattia e gli disse di riparare ai propri errori distribuendo i suoi beni; lo fece digiunare per tre giorni, celebrò la messa e infine operò la guarigione. Il conte offrì allora a Gerardo tutto ciò che volle. Questi rifiutò l'oro e l'argento, accettando infine solo qualche dono che distribuì ai poveri, ai monaci e al suo giovane monastero di Brogne. D'altra parte, Arnolfo fece stilare un atto in cui decise di donare un possedimento terriero al monastero di S. Pietro di Gand, in cui si trovavano sepolti i suoi genitori, c affidò la riforma di tale monastero all'abate Gerardo
S. Pietro di Gand (detta anche SaintPierreauMontBlandin) era stata fondata da S. Amando, con l'aiuto di Dagoberto, nel VII secolo. Un compagno di S. Amando, S. Bavone, aveva fondato un altro monastero che aveva ricevuto il suo nome e che era divenuto la cattedrale di Gand. Tra questi due monasteri esisteva, di conseguenza, una forte rivalità. Il conte Arnolfo decise di riformare anche il monastero di S. Bavone, di cui era abate laico. Gerardo fu nominato abate di S. Pietro, ma rifiutò questo titolo per S. Bavone. Fece porre, nel 946, le reliquie del santo all'interno del monastero restaurato e riuscì a raccogliere tutti i beni usurpati dai laici intorno al complesso. Nel 953 Gerardo ottenne la nomina ad abate di suo nipote Guido.
Le riforme degli abati di Gand ebbero conseguenze sulla vita monastica in Inghilterra, dove tutto era ancora da rivedere. Là moltissimi monasteri erano ancora affidati ai laici o popolati da canonici. A Glastonbury, S. Dunstano osservava la regola benedettina dal 940. Essendo stato esiliato nel 955 dal re Edwy, Dunstano si recò presso il conte di Fiandra Arnolfo il Grande e conobbe la riforma che Gerardo aveva messo in ano nei monasteri di Gand. Allorché fece ritorno in Inghilterra nel 957, Dunstano, dopo essere stato nominato vescovo quindi arcivescovo di Canterbury, applicò questa riforma nei monasteri dell'Inghilterra. Al sinodo di Winchester, nel 972, re Edgardo invitò a partecipare i monaci di Gand, nonché i monaci di FleurysurLoire, il re d'Inghilterra non poteva che accogliere bene lo spirito riformista di Gerardo che dava grande spazio al potere laico nella restaurazione delle abbazie.
Riforma di SaintBertin, SaintRiquier e SaintAMand
Il provvisorio insediamento di Dunstano a Gand non era fortuito, in quanto allora esistevano stretti vincoli tra la Fiandra e l'Inghilterra. All'epoca di Alfredo il Grande, alcuni monaci di SaintBerti n avevano già svolto un ruolo importante nella restaurazione dei monasteri inglesi. Nel 944, il conte Arnolfo recuperò l'abbazia di SaintBertin ed espresse la volontà di far riformare i monaci. Essi però si rifiutarono e la popolazione prese le loro parti. Alla fine qualche monaco rimase nell'abbazia mentre gli altri partirono alla volta dell'Inghilterra. Con l'aiuto di un monaco di SaintEvre di Toul e di Womar del Mon tBlandi n, Gerardo riformò SaintI3ertin di cui, nel 950, fu nominato abate un nipote di Arnolfo il Grande. Due anni prima Arnolfo aveva già approfittato della conquista di MontreuilsurMer per annettere SaintRiquier. Questa illustre abbazia, che aveva avuto i suoi momenti di gloria in epoca carolingia, aveva anch'essa sofferto le incursioni dei popoli scandinavi. Gerardo e Arnolfo vi posero un abate di nome Fulcherico. Nel 951, poiché Ugo il Grande aveva minacciato l'abbazia, le reliquie di SaintRiquier furono trasferite a SaintBertin.
Per inciso, l'abbazia di SaintRiquier doveva in seguito essere annessa definitivamente da Ugo Capeto. TI monastero di San Vedasto, al contrario, rimase in mano al conte di Fiandra e venne pure restaurato. Infine, Gerardo di Brogne influenzò in maniera considerevole la riforma della chiesa di SaintAmand. Il monastero, fondato a Elnone dal santo vescovo Amando, dall'inizio del X secolo era nelle mani della famiglia aristocratica degli Edward. 11 conte di Fiandra volle recuperare questo monastero, e nel 952 nominò il monaco Iieodrico abate di Elnone, in presenza dei vescovi di Cambrai, di Noyon, di lburnai e dell'abate Gerardo ra certo che Gerardo di Brogne svolse un ruolo determinante nel restauro del monastero di SaintAmand e che fu in grado, anche là, di recuperare i beni confiscati dagli aristocratici laici.
Riforma a Reims e tentativo di rifirma in Normandia
La contea di Fiandra e l'arcivescovato di Reims erano in relazione perché Arnolfo era il genero di Lrberto di Vermandois, che aveva posto il proprio figlio Ugo sul trono episcopale di Reims. Ugo, che era al tempo stesso abate di San Remigio a Reims, chiese a Gerardo di recarsi a restaurare quell'abbazia e lo nominò preposto. Ciò accadeva intorno al 940. Questa riforma venne in seguito completata da un monaco di
duca Riccardo era, come il suo collega Arnolfo, desideroso di trasformare i monasteri e di farne delle case di preghiera. Le abbazie di Jumièges e di Fontenelle erano state abbandonate al momento delle invasioni normanne e i monaci si erano ritirati all'interno dei territori. Quelli di Fontenelle (attualmente Saio tWandrille) avevano riparato nel nord e avevano portato le reliquie del loro kmdatore a Roulogne.
Il conte Arnolfo, appassionato di reliquie, era riuscito in compagnia di Gerardo a raccogliere questi tesori portandoli da Boulogne a Gand. Gerardo entrò così in relazione con la comunità di SaintWandrille. Nella stessa epoca, si dice, un certo Torf il Ricco era solito cacciare in una foresta in cui si trovava anche l'abbazia di SaintWandrille. Un cervo che egli stava inseguendo si rifugiò presso un altare della basilica in rovina. 'l'od, commosso da questo prodigio, decise di restaurare l'abbazia e di richiamare i monaci.
Secondo alcuni testi, Gerardo si sarebbe recato a Rouen presso Riccardo di Normandia intorno al 955, all'epoca in cui Arnolfo di Fiandra guidava una spedizione verso il sud. Ma non riuscì a convincere il duca di Normandia, e fu il suo discepolo Menardo, proveniente da un'importante famiglia della Lorena, a restaurare SaintWandrille nel 960. Vi riuscì così bene che il duca Riccardo Ti gli chiese di restaurare anche MontSaintMichel. Quanto a Gerardo, egli ritornò a Brogne portando un'insigne reliquia, poiché si trattava del cranio di S. Vandregisilo, attualmente conservato nell'abbazia di Marcdsous, presso Dinant.
La riforma di Gerardo
Non è possibile confrontare la riforma di Gerardo con quella di Cluny, sua contemporanea. Certamente, Gerardo é desideroso di osservare la regola benedettina e sacrifica le proprie ricchezze alla povertà monastica. Quando rifiuta l'oro e l'argento che gli promette il conte Arnolfo, egli risponde: "Abbiamo lasciato i beni che ci apparienevano, come potremmo accettare i beni degli altri? I monaci che su questa terra cercano a proprietà provano, con ciò, di non essere veri monaci. Se essi si attaccano al denaro sono solo lei lebbrosi. Accatastare ricchezze, cos'altro mesto per dei monaci se non una lebbra dell'Anima?". Ma Gerardo non sa immaginare un monastero senza beni fondiari, e tutti i suoi sforzi di restaurazione hanno per obiettivo il recupero delle terre abbandonate ai laici. Più restauratore che riformatore, vuole tornare alla situazione antecedente e ottenere delle restituzioni. Fa innalzare alcune costruzioni, vi pone reliquie, chiede ai monaci di aprire officine per gli amanuensi e di edificare delle biblioteche. Gerardo è un monaco di stampo carolingio: non riesce a immaginare un'abbazia indipendente dal potere temporale.
L'esenzione, che Cluny cercherà di ottenere, gli è totalmente estranea. Quando i principi, in particolare il conte di Fiandra, sono ben disposti alla riforma, occorre evidentemente collaborare con loro. Gerardo, per la sua origine sociale, si sente molto vicino al potere laicoaristocratico. D'altra parte, come restauratore vuole il ritorno alla regola di S. Benedetto; non ama i monasteri che alcuni canonici occupano non obbedendo a nient'altro che alla propria fantasia. La regola, nella sua perfezione e nella sua precisione, dev'essere seguita da tutti, dall'abate e dai monaci. Chiamato a dirigere numerose abbazie, Gerardo avrebbe potuto avere l'idea di costituire una sorta di famiglia di cui Brogne fosse il capo, ma anche qui si distingue dai Cluniacensi. A suo avviso ogni abbazia, sotto la protezione di un conte o di un duca, deve avere una certa autonomia.
Quanto alla spiritualità di Gerardo, è difficile farsene un'idea. I suoi biografi lo presentano come un devoto dell'eucaristia: nel corso della messa, che officia ogni giorno fatto che all'epoca doveva essere eccezionale si verificano alcuni miracoli, come la guarigione del conte Arnolfo o quella d'un vecchio cieco che si è lavato il volto con l'acqua che Gerardo si era fatto versare sulle mani durante le abluzioni liturgiche. Infine, come non ricordare la sua devozione per le reliquie? Al pari dei suoi contemporanei, Gerardo è alla ricerca di reliquie, siano esse quelle di S. Eugenio, di S. Vandregisilo o dei santi Innocenti che trasportò dalla chiesa di SalleslèsChimay. Egli ha bisogno di proteggersi, ma anche di avere un contatto diretto con i fondatori delle chiese. Se Eugenio è il santo patrono di Brogne, è per il fatto che è stato amico di Dionigi, secondo la tradizione discepolo di S. Paolo e inoltre martire.
La morte di Gerardo e il suo culto
Al termine della sua vita, Gerardo si sarebbe recato a Roma. Beneficiato da san Pietro di una visione in giovane età, avrebbe voluto così ringraziare il successore di Pietro e avrebbe inoltre ottenuto un privilegio da papa Stefano VIII. Alcune recenti ricerche hanno comprovato che tale atto è un falso fabbricato a Brogne a metà dell'XI secolo; d'altra parte Gerardo avrebbe potuto fare comunque un pellegrinaggio a Roma. Durante il viaggio si verificò un miracolo, poiché egli protesse il carro che stava per rotolare in un precipizio fra le Alpi con le pietre in porfido destinate ad abbellire la chiesa di Brogne. Gerardo mori il 3 ottobre 959. Filiberto, cappellano di Ottone I, gli successe in qualità di abate. Più d'un secolo dopo, un monaco di S. Ghislano scrisse una prima Vita su richiesta dell'abate di Brogne. Occorre attendere il marzo del 1131 perché papa Innocenzo II, che si trovava a Liegi, canonizzi Gerardo; cosa che venne ratificata dal concilio di Reims nell'ottobre del 1131. Le reliquie dell'abate furono trasportate in una cassa e vi rimasero sino al XVII secolo.
Nel 1617 fu adibita una nuova cassa e creata una confraternita in ordine di San Pietro e San Gerardo. L'abate di Brogne è venerato nelle abbazie da lui riformate, in particolare a S. Bavone di Gand, ma anche a Waulsort, che è stata riformata da vescovi lotaringi.
PRATICA. Per Dio nulla è impossibile, impariamo ad ammirare il Signore e a credere in lui in ogni momento della nostra vita
PREGHIERA. Oh Signore aiutaci nella preghiera e fa che il nostro Santo Gerardo interceda per noi.
Senza dubbio Gerardo non sapeva niente sull'esistenza di S. Eugenio. La storia della 'traslazione di S. Eugenio a Brogne" ci dice che questo vescovo era stato compagno di S. Dionigi e che, mentre il secondo stava evangelizzando la regione parigina, egli giunse a Toledo dove operò numerose conversioni e fondò la cattedrale. Tuttavia, desideroso di rivedere l'amico Dionigi, Eugenio partì alla volta della Gallia; arrivato a Deuil (oggi DeuillaBarre, nella Val d'Oise), venne a conoscenza del martirio di Dionigi e dei suoi amici e compose un inno in loro onore. Fatto presto prigioniero dai pagani, venne a sua volta martirizzato. I suoi assassini ne gettarono il corpo nello stagno del Marchais, vicino a Deuil. In seguito, un proprietario del luogo sognò un vecchio che gli disse che avrebbe trovato il corpo di Eugenio e che avrebbe dovuto seppellirlo onorevolmente.
In compagnia di un rappresentante del vescovo Stefano di Liegi, Gerardo si recò inizialmente presso il priorato di Deuil, ove ricevette le reliquie di S. Eugenio, poi a SaintDenis, ove poté soggiornare per qualche tempo. La traslazione di S. Dionigi a Brogne venne compiuta nel mese di agosto del 919. Gerardo ricevette anche diversi oggetti, qualche manoscritto, un altare portatile, e pare che sia tornato con alcuni monaci di SaintDenis, che decisero di popolare il nuovo monastero. Con un atto che reca la data 2 giugno 919, Gerardo aveva stabilito d'impiegare parte delle rendite delle sue proprietà per questa fondazione. Il 27 agosto 921 ottenne un attestato d'immunità da Carlo il Calvo. E difficile sapere se Gerardo in quel momento fosse abate, oppure se abbia ottenuto la direzione dell'abbazia solo in un secondo tempo. Alcuni storici hanno supposto che egli avesse ricevuto l'ordinazione a sacerdote soltanto nel 927, e che prima di insediarsi definitivamente a Brogne avesse compiuto alcuni soggiorni d'istruzione a SaintDenis.
È noto che egli si recò a Tours per ottenere alcune reliquie di S. Martino e che là incontrò l'abate laico di S. Martino di Tours, Ugo il Grande, che era anche abate di SaintDenis. In una data che è difficile precisare, sotto l'episcopato del vescovo di Liegi Ricario, successore di Stefano (921945), l'oratorio fu benedetto, le reliquie messe in una cassa e il monastero posto sotto la protezione di S. Eugenio. Tali reliquie erano destinate a rimanere in quello stesso luogo eccetto che nel 954 quando, minacciate da un'invasione degli Ungheresi, i monaci si ritirarono momentaneamente a Namur. C. era stato tentato dalla vita eremitica. Le grandi foreste delle Ardenne che circondavano il monastero gli apparivano come un rifugio per prega solitudine: questo almeno è quanto riferis seconda Vita di Gerardo I monaci desideravano averlo come abate. Tuttavia, a causa della sua tà già conosciuta, Gerardo non era destinato a rimi a lungo a Brogne.
Le prime riforme di san Ghislano
Il duca Gisleberto di Lorena (m. 939) in essendo venuto a conoscenza della fama di Gerardo lo chiamò per riformare l'abbazia di S. Ghislano. Questa, fondata nel VII secolo, a partir dalla cella di un santo era stata distrutta durante le invasioni normanne, quindi era caduta in mano ai laici. Nel 930 furono ritrovate le reliquie di S. Ghislano. Si verificarono alcuni miracoli e il vescovo di Cambrai dette il via alla traslazione di queste reliquie nella chiesa di santi Pietro e Paolo, le pose in alto perché tutti potessero vederle e, forse, per metterle in salvo dai furti. Le reliquie, infatti, divennero oggetto di disputa tra il popolo di Mons e quello di Maubeuge. Fu istituito un collegio di canonici, che però non dette esempio di vita regolata. I canonici, in realtà, portavano in processione le reliquie per il vicinato solo al fine di incrementare le proprie rendite. Ora Gisleberto, che era già abate laico di Stavelot, di S. Massimino a '14reviri e di Echternach, voleva entrare in possesso di S. Ghislano, che si trovava nell'Hainaut. Come egli aveva introdotto la riforma per Stavelot, volle fado anche per S. Ghislano. Dopo aver avuto urta visione del santo fondatore che gli chiedeva di restaurare la regola benedettina, si rivolse a Gerardo intorno al 93 i, e lo nominò abate. Quest'ultimo riuscì a recuperare le terre che erano state date ai laici, a ricostruire l'abbazia e a restaurare le funzioni liturgiche. Permise dunque che a S. Ghislano si conducesse quella vita regolare che aveva conosciuto poco tempo prima delle invasioni normanne. Il suo successo arrivò sino in Fiandra, e fu allora che intervenne il conte Arnolfo.
Le riforme in Fiandra
In Fiandra, come dappertutto, le invasioni dei popoli scandinavi avevano fatto scomparire la vita regolare nelle abbazie, e i laici ne avevano approfittato. Molti monasteri erano stati trasformati in collegiate, vale a dire che i canonici vi conducevano una vita più o meno religiosa. Dopo il 918 la contea di Fiandra era amministrata da Arnolfo, detto Arnolfo il Grande (918965). Suo padre, Baldovino II, era riuscito a conquistarsi una contea che si estendeva al di là dei golfi dell'Yscr e dell'Aa, arrivava sino a Tournesais e oltrepassava, a sud, le colline dell'Artois. Arnolfo continuò la politica paterna e seppe approfittare in maniera stupefacente dei conflitti che vedevano opposti re carolingi contro principi robertingi e normanni. Era un valente cavaliere, spesso violento ma molto pio, e come molti dei suoi contemporanei amava collezionare reliquie. Desiderava che entro i confini della sua contea fosse restaurata la consuetudine religiosa nei numerosi monasteri. La Vita di Gerardo ci dice che Arnolfo, sofferente di calcoli renali, avendo sentito parlare dell'abate di Brogne chiese a quest'ultimo di venire. C. andò, persuase il conte che i suoi peccati erano all'origine della sua malattia e gli disse di riparare ai propri errori distribuendo i suoi beni; lo fece digiunare per tre giorni, celebrò la messa e infine operò la guarigione. Il conte offrì allora a Gerardo tutto ciò che volle. Questi rifiutò l'oro e l'argento, accettando infine solo qualche dono che distribuì ai poveri, ai monaci e al suo giovane monastero di Brogne. D'altra parte, Arnolfo fece stilare un atto in cui decise di donare un possedimento terriero al monastero di S. Pietro di Gand, in cui si trovavano sepolti i suoi genitori, c affidò la riforma di tale monastero all'abate Gerardo
S. Pietro di Gand (detta anche SaintPierreauMontBlandin) era stata fondata da S. Amando, con l'aiuto di Dagoberto, nel VII secolo. Un compagno di S. Amando, S. Bavone, aveva fondato un altro monastero che aveva ricevuto il suo nome e che era divenuto la cattedrale di Gand. Tra questi due monasteri esisteva, di conseguenza, una forte rivalità. Il conte Arnolfo decise di riformare anche il monastero di S. Bavone, di cui era abate laico. Gerardo fu nominato abate di S. Pietro, ma rifiutò questo titolo per S. Bavone. Fece porre, nel 946, le reliquie del santo all'interno del monastero restaurato e riuscì a raccogliere tutti i beni usurpati dai laici intorno al complesso. Nel 953 Gerardo ottenne la nomina ad abate di suo nipote Guido.
Le riforme degli abati di Gand ebbero conseguenze sulla vita monastica in Inghilterra, dove tutto era ancora da rivedere. Là moltissimi monasteri erano ancora affidati ai laici o popolati da canonici. A Glastonbury, S. Dunstano osservava la regola benedettina dal 940. Essendo stato esiliato nel 955 dal re Edwy, Dunstano si recò presso il conte di Fiandra Arnolfo il Grande e conobbe la riforma che Gerardo aveva messo in ano nei monasteri di Gand. Allorché fece ritorno in Inghilterra nel 957, Dunstano, dopo essere stato nominato vescovo quindi arcivescovo di Canterbury, applicò questa riforma nei monasteri dell'Inghilterra. Al sinodo di Winchester, nel 972, re Edgardo invitò a partecipare i monaci di Gand, nonché i monaci di FleurysurLoire, il re d'Inghilterra non poteva che accogliere bene lo spirito riformista di Gerardo che dava grande spazio al potere laico nella restaurazione delle abbazie.
Riforma di SaintBertin, SaintRiquier e SaintAMand
Il provvisorio insediamento di Dunstano a Gand non era fortuito, in quanto allora esistevano stretti vincoli tra la Fiandra e l'Inghilterra. All'epoca di Alfredo il Grande, alcuni monaci di SaintBerti n avevano già svolto un ruolo importante nella restaurazione dei monasteri inglesi. Nel 944, il conte Arnolfo recuperò l'abbazia di SaintBertin ed espresse la volontà di far riformare i monaci. Essi però si rifiutarono e la popolazione prese le loro parti. Alla fine qualche monaco rimase nell'abbazia mentre gli altri partirono alla volta dell'Inghilterra. Con l'aiuto di un monaco di SaintEvre di Toul e di Womar del Mon tBlandi n, Gerardo riformò SaintI3ertin di cui, nel 950, fu nominato abate un nipote di Arnolfo il Grande. Due anni prima Arnolfo aveva già approfittato della conquista di MontreuilsurMer per annettere SaintRiquier. Questa illustre abbazia, che aveva avuto i suoi momenti di gloria in epoca carolingia, aveva anch'essa sofferto le incursioni dei popoli scandinavi. Gerardo e Arnolfo vi posero un abate di nome Fulcherico. Nel 951, poiché Ugo il Grande aveva minacciato l'abbazia, le reliquie di SaintRiquier furono trasferite a SaintBertin.
Per inciso, l'abbazia di SaintRiquier doveva in seguito essere annessa definitivamente da Ugo Capeto. TI monastero di San Vedasto, al contrario, rimase in mano al conte di Fiandra e venne pure restaurato. Infine, Gerardo di Brogne influenzò in maniera considerevole la riforma della chiesa di SaintAmand. Il monastero, fondato a Elnone dal santo vescovo Amando, dall'inizio del X secolo era nelle mani della famiglia aristocratica degli Edward. 11 conte di Fiandra volle recuperare questo monastero, e nel 952 nominò il monaco Iieodrico abate di Elnone, in presenza dei vescovi di Cambrai, di Noyon, di lburnai e dell'abate Gerardo ra certo che Gerardo di Brogne svolse un ruolo determinante nel restauro del monastero di SaintAmand e che fu in grado, anche là, di recuperare i beni confiscati dagli aristocratici laici.
Riforma a Reims e tentativo di rifirma in Normandia
La contea di Fiandra e l'arcivescovato di Reims erano in relazione perché Arnolfo era il genero di Lrberto di Vermandois, che aveva posto il proprio figlio Ugo sul trono episcopale di Reims. Ugo, che era al tempo stesso abate di San Remigio a Reims, chiese a Gerardo di recarsi a restaurare quell'abbazia e lo nominò preposto. Ciò accadeva intorno al 940. Questa riforma venne in seguito completata da un monaco di
duca Riccardo era, come il suo collega Arnolfo, desideroso di trasformare i monasteri e di farne delle case di preghiera. Le abbazie di Jumièges e di Fontenelle erano state abbandonate al momento delle invasioni normanne e i monaci si erano ritirati all'interno dei territori. Quelli di Fontenelle (attualmente Saio tWandrille) avevano riparato nel nord e avevano portato le reliquie del loro kmdatore a Roulogne.
Il conte Arnolfo, appassionato di reliquie, era riuscito in compagnia di Gerardo a raccogliere questi tesori portandoli da Boulogne a Gand. Gerardo entrò così in relazione con la comunità di SaintWandrille. Nella stessa epoca, si dice, un certo Torf il Ricco era solito cacciare in una foresta in cui si trovava anche l'abbazia di SaintWandrille. Un cervo che egli stava inseguendo si rifugiò presso un altare della basilica in rovina. 'l'od, commosso da questo prodigio, decise di restaurare l'abbazia e di richiamare i monaci.
Secondo alcuni testi, Gerardo si sarebbe recato a Rouen presso Riccardo di Normandia intorno al 955, all'epoca in cui Arnolfo di Fiandra guidava una spedizione verso il sud. Ma non riuscì a convincere il duca di Normandia, e fu il suo discepolo Menardo, proveniente da un'importante famiglia della Lorena, a restaurare SaintWandrille nel 960. Vi riuscì così bene che il duca Riccardo Ti gli chiese di restaurare anche MontSaintMichel. Quanto a Gerardo, egli ritornò a Brogne portando un'insigne reliquia, poiché si trattava del cranio di S. Vandregisilo, attualmente conservato nell'abbazia di Marcdsous, presso Dinant.
La riforma di Gerardo
Non è possibile confrontare la riforma di Gerardo con quella di Cluny, sua contemporanea. Certamente, Gerardo é desideroso di osservare la regola benedettina e sacrifica le proprie ricchezze alla povertà monastica. Quando rifiuta l'oro e l'argento che gli promette il conte Arnolfo, egli risponde: "Abbiamo lasciato i beni che ci apparienevano, come potremmo accettare i beni degli altri? I monaci che su questa terra cercano a proprietà provano, con ciò, di non essere veri monaci. Se essi si attaccano al denaro sono solo lei lebbrosi. Accatastare ricchezze, cos'altro mesto per dei monaci se non una lebbra dell'Anima?". Ma Gerardo non sa immaginare un monastero senza beni fondiari, e tutti i suoi sforzi di restaurazione hanno per obiettivo il recupero delle terre abbandonate ai laici. Più restauratore che riformatore, vuole tornare alla situazione antecedente e ottenere delle restituzioni. Fa innalzare alcune costruzioni, vi pone reliquie, chiede ai monaci di aprire officine per gli amanuensi e di edificare delle biblioteche. Gerardo è un monaco di stampo carolingio: non riesce a immaginare un'abbazia indipendente dal potere temporale.
L'esenzione, che Cluny cercherà di ottenere, gli è totalmente estranea. Quando i principi, in particolare il conte di Fiandra, sono ben disposti alla riforma, occorre evidentemente collaborare con loro. Gerardo, per la sua origine sociale, si sente molto vicino al potere laicoaristocratico. D'altra parte, come restauratore vuole il ritorno alla regola di S. Benedetto; non ama i monasteri che alcuni canonici occupano non obbedendo a nient'altro che alla propria fantasia. La regola, nella sua perfezione e nella sua precisione, dev'essere seguita da tutti, dall'abate e dai monaci. Chiamato a dirigere numerose abbazie, Gerardo avrebbe potuto avere l'idea di costituire una sorta di famiglia di cui Brogne fosse il capo, ma anche qui si distingue dai Cluniacensi. A suo avviso ogni abbazia, sotto la protezione di un conte o di un duca, deve avere una certa autonomia.
Quanto alla spiritualità di Gerardo, è difficile farsene un'idea. I suoi biografi lo presentano come un devoto dell'eucaristia: nel corso della messa, che officia ogni giorno fatto che all'epoca doveva essere eccezionale si verificano alcuni miracoli, come la guarigione del conte Arnolfo o quella d'un vecchio cieco che si è lavato il volto con l'acqua che Gerardo si era fatto versare sulle mani durante le abluzioni liturgiche. Infine, come non ricordare la sua devozione per le reliquie? Al pari dei suoi contemporanei, Gerardo è alla ricerca di reliquie, siano esse quelle di S. Eugenio, di S. Vandregisilo o dei santi Innocenti che trasportò dalla chiesa di SalleslèsChimay. Egli ha bisogno di proteggersi, ma anche di avere un contatto diretto con i fondatori delle chiese. Se Eugenio è il santo patrono di Brogne, è per il fatto che è stato amico di Dionigi, secondo la tradizione discepolo di S. Paolo e inoltre martire.
La morte di Gerardo e il suo culto
Al termine della sua vita, Gerardo si sarebbe recato a Roma. Beneficiato da san Pietro di una visione in giovane età, avrebbe voluto così ringraziare il successore di Pietro e avrebbe inoltre ottenuto un privilegio da papa Stefano VIII. Alcune recenti ricerche hanno comprovato che tale atto è un falso fabbricato a Brogne a metà dell'XI secolo; d'altra parte Gerardo avrebbe potuto fare comunque un pellegrinaggio a Roma. Durante il viaggio si verificò un miracolo, poiché egli protesse il carro che stava per rotolare in un precipizio fra le Alpi con le pietre in porfido destinate ad abbellire la chiesa di Brogne. Gerardo mori il 3 ottobre 959. Filiberto, cappellano di Ottone I, gli successe in qualità di abate. Più d'un secolo dopo, un monaco di S. Ghislano scrisse una prima Vita su richiesta dell'abate di Brogne. Occorre attendere il marzo del 1131 perché papa Innocenzo II, che si trovava a Liegi, canonizzi Gerardo; cosa che venne ratificata dal concilio di Reims nell'ottobre del 1131. Le reliquie dell'abate furono trasportate in una cassa e vi rimasero sino al XVII secolo.
Nel 1617 fu adibita una nuova cassa e creata una confraternita in ordine di San Pietro e San Gerardo. L'abate di Brogne è venerato nelle abbazie da lui riformate, in particolare a S. Bavone di Gand, ma anche a Waulsort, che è stata riformata da vescovi lotaringi.
PRATICA. Per Dio nulla è impossibile, impariamo ad ammirare il Signore e a credere in lui in ogni momento della nostra vita
PREGHIERA. Oh Signore aiutaci nella preghiera e fa che il nostro Santo Gerardo interceda per noi.
venerdì 2 ottobre 2015
La Piana prima di lasciare nomina Don Lillo Maiorana, parroco della Basilica di Canneto
Prima di lasciare la guida dell'Arcidiocesi di Messina, Lipari e S. Lucia del Mela, Mons. Calogero La Piana ha provveduto a nominare parroco della Basilica minore di San Cristoforo a Canneto, Don Lillo Maiorana.
Il sacerdote, sino ad oggi, aveva ricoperto il ruolo di amministratore
Il sacerdote, sino ad oggi, aveva ricoperto il ruolo di amministratore
Copertura assicurativa, al via i controlli elettronici sulle auto. Dal prossimo 18 ottobre addio all’esposizione del tagliando delle polizze sul cruscotto dei veicoli
Il conto alla rovescia si sta concludendo: dal prossimo 18 ottobre addio all’esposizione obbligatoria sul cruscotto delle automobili del tagliando dell’assicurazione. Il controllo della regolare copertura verrà effettuato dalle forze dell’ordine attraverso la verifica della targa dei veicoli nel corso dei posti di blocco o utilizzando i dispositivi di controllo a distanza, quali tutor, autovelox e telecamere posizionate in prossimità dei varchi Ztl, che abbineranno automaticamente la targa con il registro delle polizze assicurative Rc Auto. L’obiettivo è una più efficace azione nel contrastare l’evasione assicurativa. Infatti, secondo quanto sottolineato dalle Associazioni nazionali fra le imprese assicuratrici (Ania), in Italia la compravendita di contrassegni falsi è assai diffusa; nel 2014 ben 3.900.000 veicoli hanno viaggiato senza assicurazione. Tra qualche giorno, quindi, spazio a controlli elettronici per fermare i “furbetti” in continua crescita. Le forze dell’ordine verificheranno immediatamente se il numero della targa dell’automobile è presente nella banca dati dei veicoli assicurati istituita presso la Motorizzazione civile. Infatti, ogni volta che verrà stipulata una nuova polizza Rc Auto o che verrà effettuato un rinnovo, la compagnia di assicurazione dovrà inviare le informazioni alla banca dati delle coperture assicurative creata dalla stessa Ania e chiamata Sita. Da quest’ultimo sistema le informazioni confluiranno nel database della Motorizzazione civile che contiene i dati sui veicoli immatricolati. L’incrocio delle informazioni contenute nelle due banche dati consentirà così alle forze dell’ordine di sapere in pochi secondi chi è regolarmente assicurato e chi è invece sprovvisto di copertura. Nella prima fase di attuazione della nuova disciplina, in via sperimentale, le compagnie continueranno a fornire agli assicurati il tradizionale tagliando di carta che, tuttavia, non dovrà essere esposto sul parabrezza e avrà soltanto finalità informative. Terminata questa fase, il tagliando non verrà più consegnato. Per chi circola senza aver stipulato una polizza Rc Auto è prevista una sanzione che va da un minimo di 841 euro a un massimo di 3.366. Le forze dell’ordine, quando attestano questa mancanza, dispongono il sequestro del veicolo che viene poi prelevato, trasportato e depositato in un luogo non soggetto a pubblico passaggio. Chi è invece vittima di un incidente con un mezzo non assicurato, può rivolgersi al Fondo di garanzia per le vittime della strada per il risarcimento. Ma i cambiamenti non si fermano qui. Il certificato di proprietà dell’auto diventerà digitale: si trasformerà in un codice, una password che – connettendosi online – darà accesso alle informazioni finora presenti nel libretto. La novità anticipa il decreto legge del governo di attuazione della riforma Madia, che porterà in un documento unico con i dati sia di proprietà che di circolazione, in linea con un processo di dematerializzazione e digitalizzazione ormai avanzato.
Ancora chiusa la passeggiata lato mare del Parco Archeologico del Castello di Lipari. Interrogazione di Lo Cascio
Al Sig. Sindaco del Comune di Lipari
e p.c. all'Assessore al Turismo, Spettacolo e Sport, All'Assessore ai Beni Culturali e Ambientali
agli organi di stampa locali
Oggetto: interrogazione consiliare sulla perdurante chiusura di parte del Parco Archeologico del Castello.
Gentili Sindaco e Assessori che leggono per conoscenza, durante i primi giorni di agosto, il crollo di un albero ha causato la temporanea interdizione all'accesso nella passeggiata lato mare del Parco Archeologico del Castello di Lipari.
Siamo arrivati ai primi di ottobre, e la stessa area rimane ancora interdetta all'accesso dei visitatori: come è possibile che due mesi non siano un lasso di tempo sufficiente per rimuovere un albero caduto?
Anche se la questione non investe le dirette competenze del Comune di Lipari, purtroppo si riflette negativamente sulla percezione complessiva dei luoghi da parte dei visitatori, e dunque ritengo che la stessa debba necessariamente coinvolgere l'Ente.
Il Comune ha provveduto, o intende provvedere, a sollecitare gli uffici competenti della Regione Siciliana – generalmente assai solerti quando puntualizzano le proprie prerogative in materia di aree demaniali all'interno del Castello – pretendendo una rapida soluzione del problema, così da consentire nuovamente ai visitatori il pieno accesso a tutto il parco, compresa la porzione interessata che ha grande valenza panoramica?
In attesa di Vostra gradita risposta, e di ancor più gradito intervento verso gli uffici responsabili che evidentemente non sono stati ancora in grado di disporre una soluzione, porgo distinti saluti
Pietro Lo Cascio (Consigliere comunale de La Sinistra)
e p.c. all'Assessore al Turismo, Spettacolo e Sport, All'Assessore ai Beni Culturali e Ambientali
agli organi di stampa locali
Oggetto: interrogazione consiliare sulla perdurante chiusura di parte del Parco Archeologico del Castello.
Gentili Sindaco e Assessori che leggono per conoscenza, durante i primi giorni di agosto, il crollo di un albero ha causato la temporanea interdizione all'accesso nella passeggiata lato mare del Parco Archeologico del Castello di Lipari.
Siamo arrivati ai primi di ottobre, e la stessa area rimane ancora interdetta all'accesso dei visitatori: come è possibile che due mesi non siano un lasso di tempo sufficiente per rimuovere un albero caduto?
Anche se la questione non investe le dirette competenze del Comune di Lipari, purtroppo si riflette negativamente sulla percezione complessiva dei luoghi da parte dei visitatori, e dunque ritengo che la stessa debba necessariamente coinvolgere l'Ente.
Il Comune ha provveduto, o intende provvedere, a sollecitare gli uffici competenti della Regione Siciliana – generalmente assai solerti quando puntualizzano le proprie prerogative in materia di aree demaniali all'interno del Castello – pretendendo una rapida soluzione del problema, così da consentire nuovamente ai visitatori il pieno accesso a tutto il parco, compresa la porzione interessata che ha grande valenza panoramica?
In attesa di Vostra gradita risposta, e di ancor più gradito intervento verso gli uffici responsabili che evidentemente non sono stati ancora in grado di disporre una soluzione, porgo distinti saluti
Pietro Lo Cascio (Consigliere comunale de La Sinistra)
Unesco e pomice. La riflessione e gli input di Matteo Salin
Il 30/9/15, nel
pomeriggio, dopo il bel “racconto” che i diversi interventi hanno fatto del e sul
prof. Cabianca si è tenuto, in presenza del Sindaco, un interessantissimo
ragionamento, a più voci, su quanto può definirsi il prossimo futuro di Lipari e
dell’arcipelago Eoliano.
Siamo di fronte alla necessità di valutare cosa si farà,
all’interno della complessità delle normative esistenti, ben precisate dal
Prof. Gangemi, in particolare per quanto riguarda le questioni che si sono
recentemente aperte: quella relativa
alle aree pomicifere dopo il fallimento della Pumex e quella che riguarda la
presenza delle Eolie all’interno
dell’Unesco Heritage List in particolare ora che, finalmente, i Comuni delle
Eolie si sono accordati per iniziare a ragionare sulla questione.
Prima di definire cosa fare, secondo me, è necessario
definire i contorni entro cui va fatto e in questo senso si è mosso il mio intervento.
Ho parlato da imprenditore, un piccolo imprenditore che alle
Eolie si occupa di turismo (che è la miniera insieme ai giacimenti relativi ai beni
culturali da cui si estrarrà la ricchezza duratura
per il nostro paese), ma che ha
buone relazioni ed esperienza come
proprietario di una azienda assai più grande, nella preparazione di
progetti europei e nella responsabilità ai vari livelli nella sezione dei servizi
innovativi e tecnologici di CONFINDUSTRIA.
So quindi che cosa vuol dire fare impresa e che cosa desidera
chi può pensare di investire, parte della propria ricchezza, in un certo
territorio.
Vengo da una città, Vicenza, che oltre ad essere all’interno
dell’Unesco Heritage List è anche la terza realtà produttiva italiana e quindi,
fosse solo per essere stato sempre a contattori sia di cultura che di impresa,
mi sento legittimato nel fare questi
ragionamenti.
L’imprenditore impegna i propri denari allo scopo di
produrre ricchezza. Sono passati certamente i tempi dei “padroni della
ferriera” ora chi fa impresa vuole certamente recuperare i soldi investiti ed
anzi guadagnarne ulteriori ma non lo fa più, come purtroppo è stato, depredando
un territorio, sfruttandone le ricchezze e poi lasciandolo a sé stesso. Ora la
ricchezza si fa sia vendendo prodotti o
servizi che salvaguardando valori territoriali culturali e ambientali.
Reinvestire poi parte di quanto si guadagna nel luogo in cui si è prodotta la
ricchezza è importante per rendere sostenibile e virtuoso l’intero percorso.
Un’impresa è una macchina nel complesso semplice,ci sono
regole fisse.
Definito un obiettivo si valuta quali sono le condizioni in cui ci si trova e se poi si pensa che le cose possano funzionare si investono risorse sotto forma di uomini e denari per raggiungere quanto si è prefissato.
La verifica deve essere continua ma dopo un certo periodo, 2-3 -5 anni, bisogna vedere qual è la tendenza, se l’investimento è stato vantaggioso e porta ricchezza e fare le conseguenti scelte.
Definito un obiettivo si valuta quali sono le condizioni in cui ci si trova e se poi si pensa che le cose possano funzionare si investono risorse sotto forma di uomini e denari per raggiungere quanto si è prefissato.
La verifica deve essere continua ma dopo un certo periodo, 2-3 -5 anni, bisogna vedere qual è la tendenza, se l’investimento è stato vantaggioso e porta ricchezza e fare le conseguenti scelte.
L’idea imprenditoriale deve essere forte ma nel processo è
fondamentale avere chiare le condizioni in cui ci si trova.
Nel caso di Lipari è necessario, per chiunque voglia investire, avere chiare quali sono le regole locali del gioco.
Nel caso di Lipari è necessario, per chiunque voglia investire, avere chiare quali sono le regole locali del gioco.
Quindi per quanto riguarda la zona pomicifera è necessario
sapere:
1)
Di chi è la proprietà e quali sono i vincoli
presenti.
2)
Quali sono le regole urbanistiche/paesaggistiche
ed in generale regolatorie che sussistono nell’area o se esse devono essere
definite
3)
In quanto tempo possono essere stabilite con
chiarezza e definitivamente le regole
del punto 2 e per quali aree
4)
Fermo restando che poi dovranno essere immessi soldi “veri” va
valutato se ci siano contributi pubblici
disponibili e quali siano le procedure per la loro aggiudicazione.
In generale è quindi importantissimo il rapporto tra
pubblico e impresa. Ci deve essere la massima trasparenza reciproca e la
massima disponibilità a collaborare.
Le scelte di un imprenditore dipendono da tanti fattori, a volte di incertezza (si pensi in particolare al mercato), proprio per questo preferisce che le cose siano, anche difficili, ma chiare e deve avere fiducia delle realtà pubbliche con cui sta collaborando.
Le scelte di un imprenditore dipendono da tanti fattori, a volte di incertezza (si pensi in particolare al mercato), proprio per questo preferisce che le cose siano, anche difficili, ma chiare e deve avere fiducia delle realtà pubbliche con cui sta collaborando.
E’ meglio sapere, fin da subito, che una cosa non si può fare in un certo modo
e quindi trovare, eventualmente, una
strategia diversa piuttosto che
imboccare una strada che poi impone di tornare indietro con la perdita di
credibilità, tempo e denaro.
Ho apprezzato quanto hanno detto il Sindaco e il Presidente del
Consiglio Comunale di Lipari.
Giorgianni e Sabbatini, che al momento
dell’approvazione del Piano Territoriale
Paesistico redatto da Cabianca, con
Michele Giacomantonio Sindaco, dall’opposizione erano molto critici nei
confronti delle limitazioni che erano imposte, ora hanno ammesso che senza quel
piano Lipari e le isole Eolie avrebbero rischiato di essere totalmente
snaturate e di perdere le qualità che ora le fanno mete turistiche di migliaia
di visitatori che ne sono poi la loro ricchezza.
Questo fatto è importante in quanto definisce decisamente il
fatto che a volte le restrizioni se non vengono viste solo in modo frustrato
possono diventare la spinta per nuove strade e portare al TURISMO DI
QUALITA’ (sia come visitatori che come
offerta recettiva e di servizi ) di cui queste isole hanno assolutamente
bisogno per crescere.
Proprio in base a queste ragioni risulta comprensibile ma
“limitata”, “regressiva” e assolutamente da superare la paura che accompagna la
creazione di aree marine protette, parchi e la stessa appartenenza all’Unesco
Heritage List .
Ormai è stato sperimentato in decine di posti, ed in
particolare in realtà che hanno un modello di business simile a quello delle Isole Eolie, basato su
Cultura, Beni paesaggistici - naturali e Turismo, che la creazione di realtà protette di specifico interesse, porta a
ricchezza e ad una crescita che permette lo sviluppo del turismo e
dell’industria (ricettiva, ristorativa, trasporti, ittica, prodotti tipici
ecc..) garantendo una loro
diversificazione e favorendone la positiva integrazione.
Non c’è quindi nulla di nuovo o da scoprire. Tenuto
assolutamente conto di tutte le unicità e peculiarità delle Eolie va però
ricordato che è da anni che modelli di questa natura in una importante e solida
integrazione tra le diverse esigenze sono stati studiati e vengono
quotidianamente applicati con grande soddisfazione sia in Italia che
all’estero.
Realtà come Monviso, Monferrato, Valle del Douro in
Portogallo, Alessandria, isole Mauritius
e tanti altri, tutti siti Unesco, sono cresciuti e stanno crescendo
basandoci su studi ormai ben strutturati.
Proprio per questo in
questa situazione Eoliana, non deve essere nuovamente scoperto ciò che gli
esperti e le università,che si occupano di questi modelli di sviluppo, già
conoscono.
Va fatta una scelta che esce dal provincialismo e che
assicuri nel modo migliore lo sviluppo in un’ottica mondiale che è quella che
deve interessare affidandosi a professionisti che, proprio perché vedono le
cose “da sopra”, sono in grado di sentire ed integrare le esigenze di tutte le
parti in causa siano esse pubbliche o
private.
Reperti storici recuperati in mare a Lipari
La Soprintendenza del mare, diretta da Sebastiano Tusa, nella baia di Capistello, a Lipari, ha recuperato un ceppo in piombo di età ellenistico-romana completo di contromarra; una brocchetta pertinente probabilmente il corredo di bordo di una delle navi inabissatesi e un altare votivo, completo di base e colonna modanata. La colonna costituisce una scoperta eccezionale per la sua rarità e per la difficoltà del recupero. Questo reperto si trovava a 114 metri di profondità.
Art.1: "Deroga a punto nascita primo tassello per invertire processo vizioso"
Qualche settimana fa,dopo l'incontro con l'assessore Gucciardi avevamo detto che ottenere la deroga sarebbe stato un primo grande successo che ci permetterà di invertire quel processo vizioso che ha portato allo smantellamento del reparto di ginecologia ed ostetricia( oggi stranamente relegati al dipartimento oncologia).
Oggi la deroga è stata ottenuta ma non basta a riaprire il punto nascita. Sono necessari ulteriori passaggi che dovranno essere consumati con il direttore generale dell' Asp dott. Sirna,sensibile alla risoluzione di tali problematiche,il quale ha già dato la sua disponibilità per venire a fare un sopralluogo sull'isola il 14 Ottobre. L'assessore Gucciardi si è preso l'impegno che attiverà subito un tavolo di confronto per verificare se esistono le condizioni di sicurezza per riattivare il servizio o se,sentito il dott. Sirna,sarà necessario intervenire(come presumiamo) per garantire tutti gli standard necessari al rilancio del punto nascita.
Garantita la sicurezza si procederà alla modifica della pianta organica per attivare definitivamente il servizio.
Noi,nel frattempo,continuiamo a metterci la faccia convinti che presto le mamme isolane potranno finalmente usufruire di un servizio e di un diritto che la mala politica aveva cancellato.
Art.1
CULTURA: BOTERO, MARTEDI’ I RISULTATI SU MOSTRA ARS
Il bilancio della mostra ‘Via crucis, la pasión de Cristo’ del pittore colombiano Fernando Botero”, tenutasi dal 21 marzo al 30 settembre a palazzo dei Normanni, sarà presentato nel corso di una conferenza stampa convocata per martedì 6 ottobre, alle 11.30, nella sala rossa dell’Ars. Durante l’incontro con i giornalisti, al quale parteciperanno il presidente dell’Assemblea regionale siciliana e della Fondazione Federico II, Giovanni Ardizzone, e il direttore generale della stessa Fondazione, Francesco Forgione, verrà illustrato anche il programma per la prossima stagione.
giovedì 1 ottobre 2015
Sbarchi sulla spiaggia a Stromboli...ma non sono extracomunitari....Vaporetto turistico "approda" sulla spiaggia
Oggi 1 Ottobre 2015 ore 15.55. Sbarchi sulla spiaggia di Ficogrande a Stromboli...ma non sono extracomunitari....
Vi proponiamo un "interessante" filmato girato oggi pomeriggio nell'isola con un vaporetto turistico che non approda nel porto ma arriva sin sulla spiaggia.
Vi proponiamo un "interessante" filmato girato oggi pomeriggio nell'isola con un vaporetto turistico che non approda nel porto ma arriva sin sulla spiaggia.
E' tutto lecito? Non crediamo!
Chissà che cosa ne pensa il Circomare Lipari
IL VIDEO:
Calcio - Il giovane Mattia Cincotta vestirà la maglia della Saponarese
Calcio - La Saponarese, formazione che disputa il campionato di Seconda Categoria, ha chiuso il proprio mercato con l'arrivo del giovane liparese Mattia Cincotta: il classe '97 completa la rosa di mister Tommaso Venuto, formata in gran parte dal gruppo che lo scorso anno ha ottenuto la promozione nel girone A di Terza Categoria.
A Mattia un grande in bocca al lupo da Eolienews
Cedesi attività di licenza taxi sull'isola di Vulcano
Per info - Email: 3384767593@tiscali.it
Telefono: 333/3512575
Per info - Email: 3384767593@tiscali.it
Telefono: 333/3512575
Vigili e ausiliari contrattisti da oggi al lavoro per solo tre ore giornaliere
I sette, tra vigili urbani e ausiliari del traffico contrattisti, in servizio al comando della Polizia Municipale, da oggi lavoreranno soltanto per tre ore al giorno, dalle 8,00 alle 11,00 .
Questo nell'ottica del taglio delle spese.
Questo nell'ottica del taglio delle spese.
Lipari: Prorogata su disposizione assessore Sardella ZTL/Isola pedonale
Su disposizione dell'assessore Giovanni Sardella è stata prorogata sino al 17 Ottobre l'ordinanza che ha istituito nel centro storico di Lipari la ZTL/Isola pedonale.
Ciò in considerazione del più che discreto movimento turistico che interessa l'isola.
Ciò in considerazione del più che discreto movimento turistico che interessa l'isola.
Ex Siremar da oggi applica il piano a tre. Federalberghi chiede con forza l'utilizzo di 4 aliscafi
Apprendiamo dalle testate giornalistiche online del repentino quanto inopportuno cambio di orari di Siremar Compagnia delle Isole che dal primo ottobre passa dal piano a 4 aliscafi, previsto dalla convenzione, a quello a 3. Non possiamo che esprimere tutto il nostro disagio e il nostro disappunto rispetto ad un intervento di riduzione che auspichiamo si riveli del tutto temporaneo, dichiara il presidente di Federalberghi Isole Eolie, Christian Del Bono.
Non solo non siamo riusciti ad ottenere – dalle compagnie di navigazione - una proroga degli orari estivi che ci vogliono dall’11 settembre in piena stagione invernale, mentre di fatto le nostre strutture alberghiere e gli operatori turistici locali in generale ancora si fanno in quattro che cercare di allungare la stagione turistica e di offrire servizi dignitosi ad una clientela straniera sempre più esigente e, fortunatamente, interessata a visitare le nostre isole anche nei mesi di settembre ed ottobre. Adesso, ci ritroviamo, sul fronte Siremar Compagnia delle Isole, con un inefficace quanto insufficiente piano a 3 aliscafi.
Chiediamo, pertanto, alla Compagnia di voler ripristinare nel più breve tempo possibile il piano a 4, anche in considerazione di importanti manifestazioni che stanno interessando e interesseranno il nostro arcipelago nei prossimi giorni.
Federalberghi Isole Minori della Sicilia
Federalberghi Isole Eolie
Non solo non siamo riusciti ad ottenere – dalle compagnie di navigazione - una proroga degli orari estivi che ci vogliono dall’11 settembre in piena stagione invernale, mentre di fatto le nostre strutture alberghiere e gli operatori turistici locali in generale ancora si fanno in quattro che cercare di allungare la stagione turistica e di offrire servizi dignitosi ad una clientela straniera sempre più esigente e, fortunatamente, interessata a visitare le nostre isole anche nei mesi di settembre ed ottobre. Adesso, ci ritroviamo, sul fronte Siremar Compagnia delle Isole, con un inefficace quanto insufficiente piano a 3 aliscafi.
Chiediamo, pertanto, alla Compagnia di voler ripristinare nel più breve tempo possibile il piano a 4, anche in considerazione di importanti manifestazioni che stanno interessando e interesseranno il nostro arcipelago nei prossimi giorni.
Federalberghi Isole Minori della Sicilia
Federalberghi Isole Eolie
Dopo 38 anni al servizio del turismo eoliano va in pensione Salvatore Campo
L'amico Salvatore è stato assunto presso la ex Azienda Autonoma di Soggiorno e Turismo delle isole Eolie in data 12 settembre 1977. Negli anni ha raggiunto la qualifica di Funzionario Direttivo.
Come anticipato oggi, dopo 38 anni, cessa dal servizio dall'attuale Servizio Turistico Regionale di Messina, Unità Operativa di Lipari, con decorrenza 1° ottobre 2015, per collocazione in quiescenza ai sensi delle vigenti leggi pensionistiche regionali.
Attraverso questo post vogliamo ringraziarlo, anche a nome di tutti gli eoliani, per quanto ha fatto attraverso il suo lavoro ed il suo costante impegno per la promozione delle nostre isole.
Come anticipato oggi, dopo 38 anni, cessa dal servizio dall'attuale Servizio Turistico Regionale di Messina, Unità Operativa di Lipari, con decorrenza 1° ottobre 2015, per collocazione in quiescenza ai sensi delle vigenti leggi pensionistiche regionali.
Attraverso questo post vogliamo ringraziarlo, anche a nome di tutti gli eoliani, per quanto ha fatto attraverso il suo lavoro ed il suo costante impegno per la promozione delle nostre isole.
Lipari, Consiglio approva Tariffe TARI
Via libera dal consiglio comunale di Lipari alle tariffe TASI per il 2015. In poche parole sulle varie tariffe verrà applicato, rispetto allo scorso anno, un aumento del 7,67%.
Hanno votato favorevolmente in 10, contrari 5, 1 astenuto
mercoledì 30 settembre 2015
Tragedia a Marina Corta. Donna si getta in mare e muore
Tragedia, intorno alle 21 e 30, a Marina Corta. Una donna, da quanto trapela, dopo essersi denudata, si è gettata in mare, dal molo dove approdano le barche da pesca, perdendo la vita. Inutili i tentativi di strapparla alla morte da parte di chi si è gettato in mare per soccorrerla, una volta scattato l'allarme.
Sul posto sono intervenuti i carabinieri e l'ambulanza del 118.
Il corpo della povera donna è stato trasferito all'obitorio dell'ospedale di Lipari, in attesa delle determinazioni del magistrato.
I carabinieri stanno ascoltando i familiari e chi è intervenuto in soccorso
Pur essendo in possesso del nome e del cognome della donna e di altri particolari, riteniamo, in attesa che vengano informati tutti i suoi cari di non diffonderli
Aggiornamento delle ore 9.47 di giovedì 1° Ottobre - Essendo decisamente chiara la dinamica del tragico evento il corpo della povera donna, la 79enne Gianna Bianca, che recentemente aveva subito un lutto familiare (era deceduto il marito Filippo Virgona) , è stato restituito alla famiglia.
La drammatica decisione potrebbe essere legata anche al "contraccolpo" subito per la perdita del congiunto
Sul posto sono intervenuti i carabinieri e l'ambulanza del 118.
Il corpo della povera donna è stato trasferito all'obitorio dell'ospedale di Lipari, in attesa delle determinazioni del magistrato.
I carabinieri stanno ascoltando i familiari e chi è intervenuto in soccorso
Pur essendo in possesso del nome e del cognome della donna e di altri particolari, riteniamo, in attesa che vengano informati tutti i suoi cari di non diffonderli
Aggiornamento delle ore 9.47 di giovedì 1° Ottobre - Essendo decisamente chiara la dinamica del tragico evento il corpo della povera donna, la 79enne Gianna Bianca, che recentemente aveva subito un lutto familiare (era deceduto il marito Filippo Virgona) , è stato restituito alla famiglia.
La drammatica decisione potrebbe essere legata anche al "contraccolpo" subito per la perdita del congiunto
In giro con il "Tonno". Caterina Conti: "Non tagliamo le gambe ai nostri giovani!"
Carissimi compaesani,
è quasi finita l'estate ed io finalmente mi sono potuta permettere il lusso di andare a fare la spesa con il carissimo "Tonno" affettuoso e gentile. E' una cosa che avrei desiderato fare da quando l'ho visto girare con queste bici all'inizio dell'estate.
E'stata un'esperenzia magnifica che consiglierei in futuro a tutti coloro che hanno difficoltà a camminare o che hanno, e non possono, portare pesi. Siamo passati dopo le 11:00, cioè quando il Corso è precluso al traffico delle vetture.
I ragazzi hanno avuto una splendida idea e mi dispiace pensare che qualcuno, come al solito sottosviluppato mentalmente, abbia cercato di disturbarli.
Ci lamentiamo sempre dei nostri ragazzi, e quando hanno delle bellissime idee cerchiamo di tagliargli le gambe e di dargli fastidio!!!
Sono certa di vedere in futuro una maggiore e migliore utilizzazione di questi mezzi che in Cina esistono da centinaia di anni, e sono di una grande utilità sociale al costo di qualche euro.
Saluti.
Caterina Conti.
è quasi finita l'estate ed io finalmente mi sono potuta permettere il lusso di andare a fare la spesa con il carissimo "Tonno" affettuoso e gentile. E' una cosa che avrei desiderato fare da quando l'ho visto girare con queste bici all'inizio dell'estate.
E'stata un'esperenzia magnifica che consiglierei in futuro a tutti coloro che hanno difficoltà a camminare o che hanno, e non possono, portare pesi. Siamo passati dopo le 11:00, cioè quando il Corso è precluso al traffico delle vetture.
I ragazzi hanno avuto una splendida idea e mi dispiace pensare che qualcuno, come al solito sottosviluppato mentalmente, abbia cercato di disturbarli.
Ci lamentiamo sempre dei nostri ragazzi, e quando hanno delle bellissime idee cerchiamo di tagliargli le gambe e di dargli fastidio!!!
Sono certa di vedere in futuro una maggiore e migliore utilizzazione di questi mezzi che in Cina esistono da centinaia di anni, e sono di una grande utilità sociale al costo di qualche euro.
Saluti.
Caterina Conti.
Previsioni meteomarine Eolie. Peggioramento in vista
Forte peggioramento previsto per Giovedi 1, a causa dell'arrivo di un vortice depressionario, che in serata investirà la fascia ionica messinese in risalita dal mar Ionio verso lo Stretto di Messina .
Le Eolie verranno coinvolte piu' direttamente dalla nottata seguente, con fenomeni in estensione ed intensificazione durante l'arco della mattinata di Venerdi 2 .
Sono previsti rovesci di pioggia moderata alternati a manifestazioni temporalesche sulla fascia ionica messinese, mentre sulle Eolie i piovaschi si alterneranno ad isolati forti acquazzoni anche temporaleschi .Forti raffiche di scirocco precederanno l'arrivo delle nubi convettive che scaricheranno ,specie nelle coste ioniche messinesi, abbondanti precipitazioni, con episodici nubifragi .
A seguito del rinforzo delle raffiche di scirocco previsto nel corso della mattinata di Venerdi 2, il moto ondoso del mare nel settore occidentale dell'arcipelago tenderà a diventare molto mosso , con formazione di onde di mare lungo allo scemare dei venti sciroccali.
Ci lascia la signora Concetta Martino Giorgi
Al carissimo Rossano, ad Orfilia, ad Adriana e ai parenti tutti le condoglianze di Eolienews
A Rossano, alle sorelle e ai parenti tutti giungano le più sentite condoglianze di Girolamo Casali e famiglia da Berlino
Un affettuosissimo e caloroso abbraccio ad Adriana, Orfilia e Rossano ... a Federica voglio dire: hai avuto una nonna straordinaria. Forza. (Pino Portelli)
SICILIA: NASCE L’INTERGRUPPO UDC – NCD ALL’ARS
Si è svolta ieri la prima riunione del nuovo intergruppo parlamentare Udc – Ncd all’Assemblea regionale siciliana. All’incontro, che si è tenuto nella sede del gruppo centrista a Sala d’Ercole, erano presenti i deputati regionali dei due partiti, insieme ai rispettivi capigruppo, Mimmo Turano e Nino D’Asero e i segretari regionali, Gianluca Micciché e Francesco Cascio. Alla riunione hanno partecipato anche il presidente nazionale dell’Udc, Gianpiero D’Alia, l’europarlamentare Giovanni La Via e Dore Misuraca responsabile enti locali Ncd.
“L’intergruppo – spiega una nota congiunta - è solo il primo step di un percorso più lungo e ambizioso, aperto ad altre forze politiche, che ha l’obiettivo immediato di rendere più incisiva l’azione dei moderati a Sala d’Ercole e di gettare le basi di un nuovo soggetto politico”.
“Udc e Ndc, quindi, avranno un’unica cabina di regia affidata agli onorevoli Mimmo Turano, Gianluca Micciché, Nino D’Asero e Francesco Cascio, i quali convocheranno riunioni congiunte prima di ogni appuntamento d’Aula e si occuperanno di organizzare insieme iniziative parlamentari e politiche”, conclude la nota.
“L’intergruppo – spiega una nota congiunta - è solo il primo step di un percorso più lungo e ambizioso, aperto ad altre forze politiche, che ha l’obiettivo immediato di rendere più incisiva l’azione dei moderati a Sala d’Ercole e di gettare le basi di un nuovo soggetto politico”.
“Udc e Ndc, quindi, avranno un’unica cabina di regia affidata agli onorevoli Mimmo Turano, Gianluca Micciché, Nino D’Asero e Francesco Cascio, i quali convocheranno riunioni congiunte prima di ogni appuntamento d’Aula e si occuperanno di organizzare insieme iniziative parlamentari e politiche”, conclude la nota.
Arretramento della spiaggia a Canneto. Il parere del geologo dott. Domenico Russo
Dopo la pubblicazione della notizia con foto "Canneto il mare "sale" e divora la spiaggia ( http://eolienews.blogspot.it/2015/09/canneto-il-mare-sale-e-divora-spiaggia.html ) registriamo l'intervento del geologo, dottor Domenico Russo:
Da tenere in considerazione vi è anche il fenomeno dell'erosione costiera legato al mancato apporto solido da parte dei torrenti che hanno alimentato la piana costiera di Canneto.
Per tre anni il torrente calandra non ha portato più nemmeno un metro cubo di sedimento in mare e già cominciamo con gli effetti che ne conseguono.
Ricordo che quando la Regione diede il parere di VIA al Comune per la costruzione della vasca di sedimentazione che si trova all'interno del torrente, prescrisse al Comune lo svuotamento periodico e che il materiale venisse portato sull'arenile previe analisi. In realtà per tre anni senza alcuno svuotamento disposto dal Comune non è arrivato più nulla sulla spiaggia di Canneto.
Facile dare la colpa all'innalzamento del mare.
Ricordato Cabianca
Nella sala congressi dell'Hotel "Aktea" di Lipari è stato ricordato stamane il professore Vincenzo Cabianca, progettista del piano paesistico delle isole Eolie
Eoliani che non ci sono più: Pino Corrieri (7° Anniversario)
Pino Corrieri
30 / 9 / 2008 - 30 / 9 / 2015
Chi vuole ricordare un proprio caro, un amico in occasione dell'anniversario della dipartita può già farlo inviandoci una mail a s.sarpi@libero.it o un messaggio privato sul profilo fb del direttore Sarpi (almeno 5 giorni prima della pubblicazione)
La mail dovrà contenere una foto, la data dell'anniversario e, se si vuole, anche un breve messaggio (max 20 parole).
Il post sarà pubblicato, oltre che su questo giornale, anche sulla pagina FB "Eoliani che non ci sono più...
Canneto. Il mare "sale" e divora spiaggia
” Mi sa che abbiamo qualche problema con la spiaggia”, osserva il geometra ed ex vicesindaco Gianfranco Guarino pubblicando su Facebook queste due foto che ritraggono il palo con la "bandiera blu" ormai immerso in acqua.
Considerando che sono passati un paio di mesi dalla sua collocazione, e che non era stato certamente piazzato lì, il fenomeno è abbastanza preoccupante. Non bisogna certo essere scienziati per affermare che il mare avanza, inghiottendo (ahimè) la spiaggia. Siamo ancora in tempo per correre ai ripari e cosa si può fare? Un interessante risposta potrebbe arrivare dal Seminario di studi organizzato per il 5 Ottobre da Legambiente - Circolo di Lipari
L'ENAC (Ente nazionale Aviazione civile) ferma l'elicottero di Air Panarea. Dopo servizio de "Le Iene"
Comunicato Stampa n. 131/2015
CONTROLLI ENAC SU VOLI NON AUTORIZZATI SUL VULCANO STROMBOLI E SULLE ISOLE EOLIE
L’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile rende noto che sono in corso delle verifiche su alcuni voli non autorizzati sul vulcano Stromboli e sulle isole Eolie realizzati in violazione della normativa vigente.
In particolare, un volo della tratta Panarea – Stromboli – Panarea effettuato con un elicottero, e oggetto anche di un servizio andato in onda domenica 27 settembre nel corso della trasmissione Le Iene, era stato segnalato all’ENAC il 16 settembre dallo stesso esercente dell’elicottero, E+S AIR, operatore titolare della licenza attraverso cui opera la società Air Panarea.
Nell’immediato l’ENAC aveva disposto il fermo dell’elicottero per controlli tecnici per presunto volo su nube vulcanica, convocato la società, acquisito una relazione del pilota e programmato un’ispezione straordinaria a Panarea.
Le operazioni sulla base di Panarea e l’aeronavigabilità dell’elicottero sono tuttora sospese in attesa di integrazioni richieste alla società.
Peraltro, alla luce di quanto emerso dal servizio realizzato da Le Iene, l’ENAC è nuovamente intervenuto sull’operatore chiedendo:
- di estendere l’ispezione sull’elicottero al fine di verificare il corretto stato di aeronavigabilità;
- di segnalare le azioni intraprese o da intraprendere nei confronti del pilota per aver operato al di fuori dei limiti consentiti dal manuale operativo con manovre non autorizzate;
- di comunicare le azioni messe in atto dall’impresa per assicurare che le operazioni di volo avvengano nel rispetto delle procedure e degli standard dell’operatore per la tipologia di voli effettuati.
Per completare le valutazioni in corso da parte delle direzioni ENAC competenti su questi temi, l’Ente ha richiesto alla redazione del programma Le Iene il filmato integrale girato dagli inviati, senza tagli né montaggi, per un riscontro rispetto a quanto riferito dall’operatore e dal pilota.
CONTROLLI ENAC SU VOLI NON AUTORIZZATI SUL VULCANO STROMBOLI E SULLE ISOLE EOLIE
L’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile rende noto che sono in corso delle verifiche su alcuni voli non autorizzati sul vulcano Stromboli e sulle isole Eolie realizzati in violazione della normativa vigente.
In particolare, un volo della tratta Panarea – Stromboli – Panarea effettuato con un elicottero, e oggetto anche di un servizio andato in onda domenica 27 settembre nel corso della trasmissione Le Iene, era stato segnalato all’ENAC il 16 settembre dallo stesso esercente dell’elicottero, E+S AIR, operatore titolare della licenza attraverso cui opera la società Air Panarea.
Nell’immediato l’ENAC aveva disposto il fermo dell’elicottero per controlli tecnici per presunto volo su nube vulcanica, convocato la società, acquisito una relazione del pilota e programmato un’ispezione straordinaria a Panarea.
Le operazioni sulla base di Panarea e l’aeronavigabilità dell’elicottero sono tuttora sospese in attesa di integrazioni richieste alla società.
Peraltro, alla luce di quanto emerso dal servizio realizzato da Le Iene, l’ENAC è nuovamente intervenuto sull’operatore chiedendo:
- di estendere l’ispezione sull’elicottero al fine di verificare il corretto stato di aeronavigabilità;
- di segnalare le azioni intraprese o da intraprendere nei confronti del pilota per aver operato al di fuori dei limiti consentiti dal manuale operativo con manovre non autorizzate;
- di comunicare le azioni messe in atto dall’impresa per assicurare che le operazioni di volo avvengano nel rispetto delle procedure e degli standard dell’operatore per la tipologia di voli effettuati.
Per completare le valutazioni in corso da parte delle direzioni ENAC competenti su questi temi, l’Ente ha richiesto alla redazione del programma Le Iene il filmato integrale girato dagli inviati, senza tagli né montaggi, per un riscontro rispetto a quanto riferito dall’operatore e dal pilota.
Santo del Giorno: San Girolamo
Nome: San Girolamo
Titolo: Sacerdote e dottore della Chiesa
Ricorrenza: 30 settembre
Protettore di:archeologi, bibliotecari, studiosi, traduttori
Titolo: Sacerdote e dottore della Chiesa
Ricorrenza: 30 settembre
Protettore di:archeologi, bibliotecari, studiosi, traduttori
È il Santo che pose tutta la sua vasta erudizione a servizio della Sacra Scrittura. Nacque nel 331 a Stridone in' Dalmazia, da famiglia patrizia e cristiana. Giovane di natura irrequieta, venne a Roma per approfondirsi negli studi, per i quali sentiva innata attrattiva. Quantunque cattolico praticante, si lasciò sedurre dallo studio dei classici pagani, pei quali nutriva grande venerazione. Amante dell'erudizione fu nelle Gallie, a Costantinopoli, ad Antiochià, ecc., apprendendo il greco, il latino, l'ebraico, il siriaco e il caldaico.
Papa Damaso gli chiese di tradurre in latino il Vecchio Testamento, e rivedere il Nuovo. Girolamo accettò l'arduo compito, e per soddisfarvi meglio stimò opportuno fissare la dimora nella Giudea. Si stabili a Betlemme in una grotta presso quella dove nacque il Salvatore, e quivi consacrò tutta la vita e la sua vasta erudizione alla traduzione e commento delle Sacre Scritture.
Tentato a desistere dall'impresa e ad abbandonare la solitudine, riuscì a vincersi mediante prolungati di, giuri, assidua preghiera e périe corporali, tanto che poteva scrivere più tardi: « Serbi per sè Roma i suoi tu multi, scorra il sangue nelle sue arene, risuoni il circo delle grida insensate,' siano riboccati di lussuria i suoi teatri... Qui noi pensiamo solamente quanto sia salutare rimanere uniti con Dio e mettere in Lui tutta la nostra speranza, affinchè un giorno possiamo scambiare la nostra povertà col regno dei cieli... ».
Superate difficoltà d'ogni genere e sopportate con pazienza le critiche, dopo un lungo ed estenuante lavoro, terminava finalmente l'opera monumentale della traduzione della Sacra Scrittura. I dotti del tempo la stimarono un prodigio, ed ancor oggi la traduzione di S. Girolamo è ufficiale nella Chiesa. Combattè vigorosamente tutti quelli che snaturavano il dogma o spargevano scissioni nel gregge di Cristo: le sue lettere immortali ne sono prova. Benchè infermo e ridotto a pelle e ossa, non risparmiò mortificazione alcuna al suo corpo, ripetendo che intendeva consumare il sacrificio della sua vita sulla vetta del Golgota.
Si spegneva nel Signore il 30 settembre 419, dopo una lunga vita di lotta, di lavoro e di preghiere. La Chiesa riconobbe in lui uno dei più fermi e sicuri testimoni della verità, e ornò la sua fronte coll'aureola dei Dottori.
PRATICA. Procuratevi una copia del S. Vangelo e leggetelo.
PREGHIERA. O Dio, che ti sei degnato provvedere la tua Chiesa del beato Girolamo confessore, Dottore Sommo nell'esporre le Sacre Scritture, fa', ti preghiamo, che per sua intercessione e col tuo aiuto possiamo praticare quello che egli insegnò colla parola e coll'esempio
Papa Damaso gli chiese di tradurre in latino il Vecchio Testamento, e rivedere il Nuovo. Girolamo accettò l'arduo compito, e per soddisfarvi meglio stimò opportuno fissare la dimora nella Giudea. Si stabili a Betlemme in una grotta presso quella dove nacque il Salvatore, e quivi consacrò tutta la vita e la sua vasta erudizione alla traduzione e commento delle Sacre Scritture.
Tentato a desistere dall'impresa e ad abbandonare la solitudine, riuscì a vincersi mediante prolungati di, giuri, assidua preghiera e périe corporali, tanto che poteva scrivere più tardi: « Serbi per sè Roma i suoi tu multi, scorra il sangue nelle sue arene, risuoni il circo delle grida insensate,' siano riboccati di lussuria i suoi teatri... Qui noi pensiamo solamente quanto sia salutare rimanere uniti con Dio e mettere in Lui tutta la nostra speranza, affinchè un giorno possiamo scambiare la nostra povertà col regno dei cieli... ».
Superate difficoltà d'ogni genere e sopportate con pazienza le critiche, dopo un lungo ed estenuante lavoro, terminava finalmente l'opera monumentale della traduzione della Sacra Scrittura. I dotti del tempo la stimarono un prodigio, ed ancor oggi la traduzione di S. Girolamo è ufficiale nella Chiesa. Combattè vigorosamente tutti quelli che snaturavano il dogma o spargevano scissioni nel gregge di Cristo: le sue lettere immortali ne sono prova. Benchè infermo e ridotto a pelle e ossa, non risparmiò mortificazione alcuna al suo corpo, ripetendo che intendeva consumare il sacrificio della sua vita sulla vetta del Golgota.
Si spegneva nel Signore il 30 settembre 419, dopo una lunga vita di lotta, di lavoro e di preghiere. La Chiesa riconobbe in lui uno dei più fermi e sicuri testimoni della verità, e ornò la sua fronte coll'aureola dei Dottori.
PRATICA. Procuratevi una copia del S. Vangelo e leggetelo.
PREGHIERA. O Dio, che ti sei degnato provvedere la tua Chiesa del beato Girolamo confessore, Dottore Sommo nell'esporre le Sacre Scritture, fa', ti preghiamo, che per sua intercessione e col tuo aiuto possiamo praticare quello che egli insegnò colla parola e coll'esempio
A Lipari: Bed & Breakfast e Appartamenti di Enza Marturano
Bed & Breakfast di Enza Marturano è situato nel centro di Lipari a 5 minuti dal porto principa- le e da Marina Corta, il porto dei pescatori. La struttura gode di un vista panoramica sul Castello di Lipari e sul Corso centrale del paese.
Il Bed & Breakfast di Enza Marturano mette a disposizione degli ospiti camere accoglienti e confortevoli con bagno privato, phon, frigo, cucina privata, aria condizionata, terrazzo privato, biancheria e pulizia giornaliera, tv in tutte le stanze.
Offerta promozione valida per il mese di Settembre: 260 euro, una settimana per coppia (escluso colazione, pranzo e cena)
Bed & Breakfast e Appartamenti di Enza Marturano è a Lipari in via Maurolico, 35 Cell. 368 3224997 - E-mail: info@enzamarturano.it
Per ulteriori notizie e/o informazioni visita il nostro sito all'indirizzo: http://www.enzamarturano.it
martedì 29 settembre 2015
Salta "Tavola rotonda" all'hotel Aktea. In mattinata commemorazione Cabianca. Nel pomeriggio incontro con professor Gamgemi
COMUNICATO
A FRONTE DELLE DIFFICOLTA’ INTERVENUTE RELATIVE ALLA DISPONIBILITA’ DEGLI ASSESSORI REGIONALI, VENUTA MENO PER IMPEGNI ISTITUZIONALI SOPRAGGIUNTI, IL SINDACO HA RINVIATO LA TAVOLA ROTONDA DEL POMERIGGIO A DATA DA COMUNICARSI.
RIMANE INVECE CONFERMATA LA COMMMEMORAZIONE DEL PROF. CABIANCA PER LA MATTINA DI DOMANI 30.09.2015, ALLE ORE 10,00 CHE SI TERRA’ PRESSO L’HOLEL AKTEA
NEL POMERIGGIO, ALLE ORE 16,00, NELLA STESSA SEDE DELL’AKTEA, IN LUOGO DELLA TAVOLA ROTONDA SI SVOLGERA’ UN INCONTRO FRA TECNICI, IMPRENDITORI LOCALI, ASSOCIAZIONI, PORTATORI DI INTERESSE, COL PROF. GIUSEPPE GANGEMI, PROGETTISTA DEL PIANO REGOLATORE COMUNALE, PER DEFINIRE LE ESIGENZE DI ADEGUAMENTO DEGLI STRUMNTI URBANISTICI E PAESAGGISTICI DEL TERRITORIO.
RIMANE INVECE CONFERMATA LA COMMMEMORAZIONE DEL PROF. CABIANCA PER LA MATTINA DI DOMANI 30.09.2015, ALLE ORE 10,00 CHE SI TERRA’ PRESSO L’HOLEL AKTEA
NEL POMERIGGIO, ALLE ORE 16,00, NELLA STESSA SEDE DELL’AKTEA, IN LUOGO DELLA TAVOLA ROTONDA SI SVOLGERA’ UN INCONTRO FRA TECNICI, IMPRENDITORI LOCALI, ASSOCIAZIONI, PORTATORI DI INTERESSE, COL PROF. GIUSEPPE GANGEMI, PROGETTISTA DEL PIANO REGOLATORE COMUNALE, PER DEFINIRE LE ESIGENZE DI ADEGUAMENTO DEGLI STRUMNTI URBANISTICI E PAESAGGISTICI DEL TERRITORIO.
Eoliani che non ci sono più: Arturo Turcarelli detto "Bartolino" e Concetta Famularo detta "Ciuzza"
Ciao direttore,
nel ringraziarti per l'occasione che ci dai nel potere ricordare i nostri cari che ci hanno lasciato, desideravo che tu pubblicassi la foto allegata dei miei cari suoceri, che io chiamavo mamma e papa', con un ringraziamento per i tanti esempi di virtù' e coscienza sociale che mi hanno lasciato.
Francesco Natoli
nel ringraziarti per l'occasione che ci dai nel potere ricordare i nostri cari che ci hanno lasciato, desideravo che tu pubblicassi la foto allegata dei miei cari suoceri, che io chiamavo mamma e papa', con un ringraziamento per i tanti esempi di virtù' e coscienza sociale che mi hanno lasciato.
Francesco Natoli
Arturo Turcarelli detto "Bartolino"
e
Concetta Famularo detta "Ciuzza"
"Sovrintendenza all'ex ospedale Margherita". La proposta è del capogruppo Pdr all'Ars, Beppe Picciolo
“Lo sfratto esecutivo dato agli uffici della Soprintendenza alle Belle Arti di Messina dalla sede di via Boccetta può diventare un'occasione importante per la creazione di polo culturale.
É' infatti un nostro auspicio che venga raccolta la disponibilità data dal direttore generale dell'Asp di Messina Gaetano Sirna a concedere gratuitamente, mantenendone la proprietà, all'Assessorato regionale ai Beni culturali i locali dell'ex ospedale Regina Margherita. In questo modo si potrebbe rendere attigui il Museo regionale di Messina e la nuova Soprintendenza alle Belle Arti. Inoltre dal risparmio che la Regione avrà venendo meno l'attuale canone di affitto di tutti gli immobili in atto locati, pari a 600mila euro l'anno, si potrà investire magari con la medesima somma per riqualificare l'immobile dell'ex ospedale Regina Margherita e renderlo adeguato ad un vero e proprio polo culturale. Sappiamo che il sovrintende Rocco Scimone condivide questo percorso e per questa ragione solleciteremo anche l'assessore Antonio Purpura, persona dimostratasi illuminata, con una mozione in tal senso sottoscritta dai deputati Pdr e dagli amici deputati di Sd. Siamo certi che l'esponente di governo, dopo gli ottimi successi ottenuti per la realizzazione della biblioteca universitaria di Messina assieme alla Università, avrà l'occasione per rendersi davvero benemerito per la nostra città valorizzando definitivamente una grande porzione di una splendida area del centro così degradata".
Lo afferma Giuseppe Picciolo, capogruppo del Pdr all'Assemblea regionale siciliana.
É' infatti un nostro auspicio che venga raccolta la disponibilità data dal direttore generale dell'Asp di Messina Gaetano Sirna a concedere gratuitamente, mantenendone la proprietà, all'Assessorato regionale ai Beni culturali i locali dell'ex ospedale Regina Margherita. In questo modo si potrebbe rendere attigui il Museo regionale di Messina e la nuova Soprintendenza alle Belle Arti. Inoltre dal risparmio che la Regione avrà venendo meno l'attuale canone di affitto di tutti gli immobili in atto locati, pari a 600mila euro l'anno, si potrà investire magari con la medesima somma per riqualificare l'immobile dell'ex ospedale Regina Margherita e renderlo adeguato ad un vero e proprio polo culturale. Sappiamo che il sovrintende Rocco Scimone condivide questo percorso e per questa ragione solleciteremo anche l'assessore Antonio Purpura, persona dimostratasi illuminata, con una mozione in tal senso sottoscritta dai deputati Pdr e dagli amici deputati di Sd. Siamo certi che l'esponente di governo, dopo gli ottimi successi ottenuti per la realizzazione della biblioteca universitaria di Messina assieme alla Università, avrà l'occasione per rendersi davvero benemerito per la nostra città valorizzando definitivamente una grande porzione di una splendida area del centro così degradata".
Lo afferma Giuseppe Picciolo, capogruppo del Pdr all'Assemblea regionale siciliana.
Tariffe TARI. Oggi consiglio comunale a Lipari
Si riunirà oggi pomeriggio alle 16, in sessione urgente, il consiglio comunale di Lipari. Un solo punto all'ordine del giorno: Approvazione tariffe Tari per il 2015.
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