(Ruben Piemonte) Ancora una volta, gli abitanti di Canneto, assistono impotenti e disagiati, alla dimostrazione pratica della incapacità di chi li amministra. Arriva l'Autunno, e le persone comuni sanno che in genere, in questa stagione piove, ma il sindaco ed i suoi assessori no, non lo sanno. Piove “a loro insaputa” come insegnano i politici di più alto rango.
Infatti, se lo avessero saputo, avrebbero, almeno, fatto sgombrare il torrente Calandra dai detriti alluvionali che già conteneva; avrebbero almeno, fatto liberare i tombini ed i drenaggi; avrebbero, almeno, dato mandato ad un tecnico di verificare la situazione del torrente Aurora ( speriamo migliore di quelli che hanno progettato e realizzato i lavori a monte del torrente calandra) chiarendo perchè ora anche la Cesare Battisti viene invasa dal fango.
Con qualche ora di pioggia Canneto si trasforma in un letto di fiume, assediato dal mare ed invece di andare a nascondersi, tali amministratori invocano lo stato di calamità, lo stato di emergenza.
Potrebbero fare come Alemanno e dare la colpa alla Protezione Civile perchè non ha dato l'allerta.
E se la memoria non mi inganna, sono gli stessi che hanno ringraziato qualche tempo fa, con un manifesto, un onorevole, per avere caldeggiato e così fatto arrivare i soldi per i lavori, che come si sa, hanno risolto i problemi di Calandra e di Canneto tutta.
Questi signori, anzicchè combattere nelle sedi istuzionali, con gli strumenti di cui sono costituzionalmente dotati, le battaglie per la comunità che li ha autolesionisticamente eletti, capeggiano processioni di cittadini in buona fede a quelle stesse sedi, che in verità conoscono e frequentano spesso per altri motivi, guardandosi bene però dal farsi accompagnare.
Adesso tuttavia, non sono soli, c'è anche qualche lupo travestito da agnello, si sente già aria di elezioni...
Mentre i cittadini di Canneto riparano, a proprie spese, i danni provocati dalla sciagurata gestione del territorio non resta loro altro da fare che riflettere sui danni fatti alle precedenti elezioni e su quelli che si possono fare alle prossime.
Aristotele diceva “amicus Plato sed magis amica veritas” così anche se siamo amici di Platone è doveroso essere ancora più amici della verità, e ricordarcelo dentro la cabina elettorale.