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martedì 25 ottobre 2011

Lombardo: "Con Siremar abbiamo detto no ad una patacca"

«Abbiamo detto no a una patacca di dimensioni notevolissime e impedito un sopruso», ha affermato il presidente della Regione Raffaele Lombardo nel replicare a quanti, all'Ars, lo avevano accusato di aver operato contro gli interessi della Sicilia, partecipando, con la Compagnia delle Isole, all'acquisto, per 69 milioni di euro, della società di navigazione Siremar, che inizialmente era stata offerta alla Regione al valore simbolico di un euro. «Se l'avessimo acquistata a un euro, come proposto nella fase iniziale - ha tuonato Lombardo - ci sarebbe costata cara, perché si portava dietro debiti per 99 milioni di euro e oltre 250 tra cause e contenziosi milionari. In quel caso, a fronte di un valore di 55 milioni come stabilito dall'advisor Rothschild, avremmo poi ceduto il 51% della società a un privato incassando sì 27,5 milioni, ma avremmo dovuto anche far fronte a debiti milionari e contenziosi enormi. Insomma, Siremar sarebbe stata una patacca di dimensioni notevolissime».
A puntare l'indice accusatore nei confronti del governo, soprattutto per il segreto con cui è stata condotta l'operazione, non erano stati solo i deputati dell'opposizione (Nino Beninati, Salvino Caputo, Roberto Corona, Santi Formica e Fabio Mancuso del Pdl), ma anche rappresentanti della maggioranza, come Giovanni Ardizzone dell'Udc e Franco Rinaldi del Pd. In particolare, secondo Beninati "le procedure sono state disattese, bisognava fare una legge". Ardizzone, a sua volta, ha criticato la decisione del governo "di dare una garanzia fideiussoria a beneficio dei soci privati di Compagnia delle Isole e a favore di Unicredit, impedendo l'accesso agli atti ai parlamentari". Secondo Caputo, poi, il governo sta comprando oggi "ciò che ieri veniva offerto gratis". Roberto Corona alle critiche per l'operazione Siremar ha aggiunto quelle all'assessore alla Salute Massimo Russo che ha deciso di chiudere i punti nascita di Lipari e Pantelleria. Critici anche gli interventi di Fabio Mancuso e Santi Formica, che hanno, però, elogiato il presidente dell'Ars Francesco Cascio per aver consentito il dibattito sulla Siremar. Alla luce dei dubbi espressi dall'opposizione, Franco Rinaldi, a sua volta, ha chiesto al governo di fare immediata chiarezza. E l'assessore all'Economia Gaetano Armao ha subito chiarito, replicando all'accusa più grave avanzata da Ardizzone, (l'aver cioè nascosto gli atti ai parlamentari), che "la scelta di non consentire l'immediato accesso agli atti è dipesa dal dirigente generale della ragioneria". Quindi, ha spiegato: ora che "la società è in amministrazione controllata", "l'acquisto da parte della Regione è svincolato dai debiti". "La Regione – ha aggiunto – non vuole svolgere alcun ruolo da protagonista imprenditoriale nel settore ma ha voluto scongiurare il pericolo di uno "spezzatino" e di una vendita pezzo per pezzo della Siremar. La nostra non è una partecipazione strategica, è e deve restare di minoranza".
Rivolto, poi, ad Ardizzone, ha precisato: "Rispetto alla controgaranzia bancaria non ne ho informato la commissione Bilancio lo scorso 4 ottobre, perché in quella data non ne ero a conoscenza. Ho appreso della controgaranzia solo il 7 ottobre". Il parlamentare messinese ha allora chiesto che gli fosse fornita copia. "La chiederò al ragionier generale – ha subito contro replicato Armao – e gliela farò pervenire. Il contratto di acquisto della Siremar è stato firmato giovedì sera".
"Senza questa soluzione – ha commentato Lombardo – quella società l'avremmo pagata cara e amara. Se non il consenso, ritengo almeno che ci meritiamo un plauso da parte di tutti".
I lavori dell'Ars riprenderanno oggi pomeriggio con all'ordine del giorno il dibattito sui disegni di legge inerenti "Misure urgenti e straordinarie per il rilancio e per il superamento della crisi dell'area industriale di Termini Imerese" e "Interventi per lo sviluppo dell'agricoltura e della pesca. Norme in materia di artigianato, cooperazione e commercio".

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