Fulvio Boatta, Walter D’Alessandro, Lisa Gagliano, Sergio Calabrese, Marcello Liotta, Marco Milazzo e Francesco Parello, sono gli studiosi dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) e del dipartimento di Scienza della Terra e del Mare dell’Università di Palermo, che hanno da poco presentato un interessante lavoro sull’acidificazione dell’acqua di mare in aree vulcaniche attive. Questa problematica è stata studiata sia dal punto di vista dell’impatto delle emissioni vulcaniche sull’ambiente e sulla salute umana, sia dal punto di vista della modellizzazione dell’acidificazione dell’acqua di mare e delle sue conseguenze ecologiche. Questo costituisce, inoltre, l’argomento della tesi di dottorato in Geochimica del primo degli autori. La Baia di Levante dell’isola di Vulcano, che è la più meridionale delle isole Eolie e che si trova nel Mar Tirreno Meridionale, a circa diciotto miglia al largo della costa Nord-Est della Sicilia, si è rivelata un ottimo laboratorio naturale per questo tipo di studi. In questa area esistono molte emissioni sottomarine che rilasciano anidride carbonica (CO2) di origine vulcanica. Quest’ultima si discioglie formando acido carbonico che contribuisce all’abbassamento del pH (acidificazione) dell’acqua di mare. Attraverso le indagini geochimiche, avvenute durante il 2011-2012, il team di esperti ha evidenziato come la zona della Baia del Levante possa essere considerata un laboratorio naturale dove molti dei processi biogeochimici, legati alla acidificazione degli oceani, possono essere studiati. Perché proprio la Baia del Levante si presta a laboratorio naturale per gli studi sulle conseguenze dell’acidificazione degli oceani e più in generale sul biosistema acquatico? “La Baia di Levante, spiega Walter D’Alessandro, si presta bene per varie ragioni. La prima è che la baia rappresenta un ambiente relativamente protetto, con uno scambio con il mare aperto sufficiente per mantenere condizioni chimico-fisiche e ambientali abbastanza stabili nel tempo. Inoltre è abbastanza grande perché si trovino condizioni relative ad un ampio intervallo di livelli di acidificazione. Questo punto è importante perché consente di studiare livelli di acidificazione dell’oceano riferibili a differenti periodi futuri e con vari scenari di incremento della CO2 atmosferica ed anche condizioni estreme legate a input localizzati di questo gas. Inoltre, da non trascurare, vi è pure una ragione logistica. L’isola è facilmente raggiungibile e la presenza del “Centro Carapezza” gestito dall’INGV dà la possibilità di alloggiare e di approntare un rudimentale ma funzionale laboratorio. L’aumento di CO2 in atmosfera, che il pianeta sta vivendo, farà sì che nel futuro degli oceani ci sarà un differente pH rispetto al normale? “Sicuramente, ed i primi effetti sono già stati registrati dal momento che il pH medio degli oceani è già sceso di circa 0.1 unità rispetto ai livelli preindustriali. Tale differenza, che potrebbe essere considerata trascurabile dalla maggior parte delle persone, in realtà sta già cominciando a creare dei problemi a tutti gli organismi marini che costruiscono strutture carbonatiche quali ad esempio le conchiglie dei molluschi ed i “rami” del corallo. Tali problemi ovviamente aumenteranno col diminuire del pH, continua D’Alessandro”. Dalla piccola scala di emissioni di anidride carbonica a Vulcano, si capisce la grande scala dell’atmosfera del Pianeta. Siete d’accordo con il quarto rapporto dell’IPCC (Intergovernmental Panel On Climate Change) che stima che entro la fine del secolo il pH marino passerà dal livello attuale di 8,1 al 7,8 a causa della crescente concentrazione di CO2 nell’atmosfera? “Nonostante le polemiche che hanno caratterizzato il lavoro svolto dal IPCC e dall’incertezza che caratterizza alcuni dei risultati delle modellizzazioni future, dice il ricercatore Marcello Liotta, noi siamo convinti della sostanziale correttezza delle previsioni effettuate sull’acidificazione degli oceani. A tal proposito le condizioni ritrovate nella Baia di Levante, nella parte più lontana dalle emissioni gassose più abbondanti, presentano appunto un intervallo di pH tra 8,1 e 7,8 che sono riferibili a concentrazioni atmosferiche di CO2 comprese tra gli attuali 380 ppm e i 650 ppm previsti per fine del secolo con uno scenario intermedio di emissioni antropiche. Ma nella Baia si ritrovano anche valori di pH molto più bassi che potrebbero rivelarci le conseguenze sia di una acidificazione dell’oceano più spinta (scenari di emissione più pessimistici) sia quelle dovute per esempio ad una perdita di CO2 da un sito di stoccaggio sottomarino. Quest’ultimo caso, pur avendo effetti arealmente molto più ristretti, può avere come conseguenza un abbassamento molto più vistoso (pH <6 ambientale="" baia="" bassi="" biodisponibilit="" br="" co2.="" come="" con="" cos="" della="" di="" e="" emissione="" favorire="" importanti="" la="" metalli="" mobilit="" nella="" nelle="" pesanti="" possono="" qualit="" quello="" registrato="" ricadute="" salute="" sulla="" umana="" valori="" zone="">
Cosa vuol dire che l’acidificazione è legata con la mobilità e la biodisponibilità di metalli pesanti? “Tra i metalli pesanti si annoverano alcuni tra gli elementi più tossici per l’ambiente in genere e per gli organismi superiori in special modo. La loro tossicità però dipende molto dalla forma chimica in cui si presentano. Spesso questi sono immobilizzati in fasi solide relativamente innocue. La loro biodisponibilità e quindi la loro tossicità generalmente aumenta nelle loro forme più mobili, come per esempio gas e particelle sottili in atmosfera e specie disciolte in acqua. In quest’ultimo caso soluzioni molto acide favoriscono il rilascio di elementi tossici dalle fasi solide e la loro dissoluzione in acqua. Da questo punto di vista l’attività vulcanica in genere, rilasciando oltre alla CO2 anche molte altre specie acide, favorisce la mobilità di elementi tossici e può quindi avere un impatto non indifferente sull’ambiente circostante, conclude Liotta”.
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giovedì 24 gennaio 2013
L’ASSEMBLEA DIMAGRISCE MINORI COSTI, MA C’È DELL’ALTRO
Fra quattro anni i siciliani eleggeranno settanta deputati regionale e non più novanta. Il complesso e laborioso iter della legge costituzionale si è concluso e nelle tre regioni a Statuto speciale – Friuli Venezia Giulia, Sardegna e Sicilia – le assemblee dimagriscono in modo consistente.
L’Assemblea regionale siciliana aveva approvato una legge voto sulla riduzione dei deputati regionali, propedeutica all’iter della legge costituzionale. Nella forma, dunque, in questa circostanza è stato rispettato uno dei principi dell’autonomia speciale, il patto Stato-Regione siciliana che non consente decisioni unilaterali. Una anomalia, purtroppo, rispetto alla consuetudine.
Se tutto è iniziato grazie allo start up dell’Assemblea, tutto si è concluso nella legislatura appena sciolta grazie ai buoni uffici del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia che presto sarà rinnovato. I friulani si sono battuti perché il Parlamento completasse l’iter, hanno sollecitato e si sono mobilitati, trascinando la Sardegna e la Sicilia. Non si può dire che dalla Sicilia siano venute eguali sollecitazioni ed eguale attenzione.
Va ricordato, infine, che la chiusura anticipata dell’Assemblea ha impedito che si votasse alle regionali con la nuova composizione dell’Aula, settanta deputati regionali in luogo di novanta. Le dimissioni del presidente della Regione, Raffaele Lombardo, hanno provocato lo scioglimento anticipato e “salvato” l’attuale composizione. Un obiettivo fortemente perseguito da tutte le parti politiche, che ha potuto contare sulla sostanziale condivisione del presidente della Regione pro-tempore, Lombardo. Impossibile dimenticare la determinazione dei gruppi parlamentari, opposizione e non, con cui è stato perseguito l’obiettivo delle dimissioni e, quindi, dello scioglimento, attraverso mozioni di sfiducia. Una pagina non certo gloriosa della storia del Parlamento regionale.
Che cosa significa per la Sicilia il nuovo assetto dell’Aula? Una riduzione dei costi, anzitutto: meno stipendi, meno indennità, meno benefit e apparati. Ma non solo: il ”dimagrimento”, sottolinea il professor Verde, membro della commissione paritetica Stato-Regione, potrebbe avere benefici sull’attività parlamentare, rendendola più agevole. Verde, tuttavia, ritiene inevitabile che si ritocchi la legge elettorale. E, aggiungiamo noi, il regolamento interno dell’Assemblea, un provvedimento che diventa a questo punto prioritario. Ci sono norme che prevedono la presenza di tutti i gruppi parlamentari nelle commissioni e nello stesso Consiglio di presidenza.
Il presidente dell’Assemblea, Giovanni Ardizzone, ha manifestato la volontà di modificare in modo significativo il quadro delle regole ormai desueto, farraginoso e, di fatto, inadeguato sia nel suo discorso d’insediamento, quanto nelle conferenze stampa successive. Le modifiche del regolamento interno, a questo punto, costituiscono un adempimento prioritario.
Furto sulla Panda. Il marito della signora derubata: "Esigo vengano restituiti i documenti"
Ritorniamo, brevemente, sul furto con scasso compiuto martedì sera su una Panda, posteggiata nei pressi dello slargo di Padre Pio. Auto, dalla quale dopo aver frantumato un vetro, è stata asportata una borsa. In mattinata siamo stati contattati dal marito della signora il quale ci ha chiesto espressamente di scrivere che "esige" venga restituita in qualche modo la borsa, in particolare tutti i documenti e altro materiale che si trovava dentro. D'altronde- ci ha sottolineato- dai documenti è ben chiaro dove la signora risiede.
Tra l'altro - abbiamo appreso che i ladruncoli - non hanno rubato denaro perchè la signora aveva avuto l'accortezza di portare con sè, in palestra, il portafoglio.
Tra l'altro - abbiamo appreso che i ladruncoli - non hanno rubato denaro perchè la signora aveva avuto l'accortezza di portare con sè, in palestra, il portafoglio.
CRISAFULLI, NANIA, LA LOGGIA… ECCO CHI SONO I BIG ESCLUSI
di Giuseppe Bianca -
Chi non ci sarà? Chi rimane fuori per raggiunto limite di legislature o precise scelte delle segreterie? Ne abbiamo scelti alcuni tra i tanti.
La prima esclusione clamorosa che viene in mente è quella di Vladimiro Crisafulli, personaggio discutibile e discusso, ma che indubbiamente, al di là di ogni cosa, ha rappresentato un pezzo di storia della sinistra in sicilia che fa capo al PD, che oggi cambia, a voce alta.
Mimmo Nania è arrivato alla prestigiosa carica di vice presidente del Senato. E’ stato uno dei big di Alleanza Nazionale, di cui è stato più volte coordinatore regionale.
Il 20 Settembre 2012 non si presenta in orario al proprio turno di presidenza del Senato e, per la prima volta nella storia del Senato della Repubblica, la seduta è stata sospesa perché mancava chi doveva presiederla.Ha sulla coscienza la sindacatura poco felice di Peppino Buzzanca a Messina.
Enrico La Loggia. Blasone democristiano alla corte di re Silvio, capogruppo al Senato e Ministro, poi la lenta, ma inesorabile uscita di scena.
Livio Marrocco. A Trapani è più di una realtà. FLI sceglie di “non scegliere” e lui, che fu l’ultimo segretario provinciale di Trapani di An, paga il conto più salato.
Salvo Fleres. Non trova posto nella rivoluzione di Grande Sud. A Catania non saranno felicissimi dell’esclusione.
Antonio Battaglia. Senatore a Termini e nel collegio delle Madonie dal 1994. Matteoli non lo garantisce, non rientra tra i fedelissimi che Berlusconi vuole con sé. Di fatto la sua mancata candidatura spalanca un autostrada a Lumia nel suo territorio.
Scossa tellurica in mare nel distretto sismico Golfi di Patti e Milazzo
Una scossa di terremoto è stata registrata alle 12 e 27 di oggi nel distretto sismico Golfi di Patti e Milazzo.
La scossa è stata di magnitudo 2.5 e si è verificata in mare e si verificata ad una profondità di 75,2 km, lat. 38.339, long.15.419
La scossa è stata di magnitudo 2.5 e si è verificata in mare e si verificata ad una profondità di 75,2 km, lat. 38.339, long.15.419
Sigle sindacali sul "sentiero di guerra" con Compagnia delle isole
Segreterie regionali di Filt Cgil , Fit Cisl e Uil trasporti sul "sentiero di guerra". Le federazioni sindacali ritengono " non conclusiva l'ipotesi di accordo sulla vertenza Siremar-Compagnia delle Isole". In una nota , i rispettivi segretari, chiedono " la prosecuzione della trattativa per salvaguardare il servizio , gli oltre 400 lavoratori, i cittadini e scongiurare iniziative sindacali di protesta". " E' necessario- evidenziano i sindacati- percorrere ogni tentativo per raggiungere con la controparte un'intesa che, nel rispetto dell'accordo del 19 dicembre 2011, possa essere condivisa da tutti i lavoratori e possa costituire lo strumento di rilancio della ex Siremar, indubbiamente penalizzata dal lungo periodo di amministrazione straordinaria. C'è la disponibilità alla trattativa per il superamento delle diseconomie aziendali ma senza discriminazioni e con l'obiettivo di tutelare l'occupazione e i livelli retributivi".
Filt Cgil , Fit Cisl e Uil trasporti, ritengono che " e' fondamentale la disponibilità dell'azienda al raggiungimento di un accordo che contenga tutte le nostre proposte. In mancanza di ciò si rischia di determinare lo stato di agitazione e lo sciopero di tutti i lavoratori della Siremar-Compagnia delle Isole ".
Filt Cgil , Fit Cisl e Uil trasporti, ritengono che " e' fondamentale la disponibilità dell'azienda al raggiungimento di un accordo che contenga tutte le nostre proposte. In mancanza di ciò si rischia di determinare lo stato di agitazione e lo sciopero di tutti i lavoratori della Siremar-Compagnia delle Isole ".
Giovane extracomunitario aggredito a Lipari. Riscontrato trauma cranico ed emorragia cerebrale
Una aggressione si sarebbe consumata la notte scorsa in pieno centro a Lipari. Ad avere la peggio è stato un giovane extracomunitario ai quali i medici del pronto soccorso del nosocomio liparese hanno diagnosticato un trauma cranico con emorragia cerebrale. Non potendo atterrare a causa del forte vento l'elicottero del 118, il giovane stamani è stato trasferito, a bordo dell'ambulanza, imbarcata sul traghetto in partenza da Lipari, ad una struttura specializzata.
Il giovane, sul nominativo del quale vige il massimo riserbo, è stato soccorso e trasportato in ospedale dall'ambulanza del 118, intervenuta prontamente dopo aver ricevuto la chiamata.
Nulla trapela sulle cause dell'aggressione,ne sugli autori."Voci di corridoio" parlano di tre-quattro persone; altre di una sola persona.
Il giovane, sul nominativo del quale vige il massimo riserbo, è stato soccorso e trasportato in ospedale dall'ambulanza del 118, intervenuta prontamente dopo aver ricevuto la chiamata.
Nulla trapela sulle cause dell'aggressione,ne sugli autori."Voci di corridoio" parlano di tre-quattro persone; altre di una sola persona.
Pallavolo. La formazione eoliana in campo domenica al "Nicola Biviano"
Ricordiamo a tutti gli appassionati che la squadra Hotel Cutimare riprenderà il campionato di serie D, domenica al Nicola Biviano alle ore 15:00 contro il Furci Volley.
La partita di domenica scorsa per motivi tecnici è stata posticipata al 17 febbraio
(Patrizia Lo Surdo)
Lipari. Riparte il Cineforum. Dal 25 gennaio
Grazie alla collaborazione delle associazioni "Giovani Eoliani", "I.Dee" e "Circolo Eoliano Pensionati" riprende l'iniziativa del cineforum nella Sala del Centro Sociale Comunale - Via Mons. Bernardino Re - Lipari.
A partire dal 25 gennaio , ogni venerdì alle ore 21,00 fino al 22 marzo p.v. ,sono un programma alcuni dei prodotti più attuali ed interessanti della cinematografia italiana e straniera : si comincia il prossimo venerdì con il capolavoro dei fratelli Taviani "Cesare deve morire" premiato con l'orso d'oro al 62° festival di Berlino e si procede con una serie di proposte interessanti, fra cui spiccano "Venuto al mondo" di Sergio Castellitto, tratto dal romanzo di Margaret Mazzantini, "Il primo uomo" di Gianni Amelio, tratto dal romanzo di Albert Camus, "Quasi amici" film cult di di Nagache e Toledano, candidato all'oscar per il miglior film straniero.
La partecipazione al cineforum dà diritto a due crediti universitari.
Gli eventi sono gratuiti ed aperti all'intera comunità.
Per visualizzare tutti i film in programma cliccare sulla locandina
A partire dal 25 gennaio , ogni venerdì alle ore 21,00 fino al 22 marzo p.v. ,sono un programma alcuni dei prodotti più attuali ed interessanti della cinematografia italiana e straniera : si comincia il prossimo venerdì con il capolavoro dei fratelli Taviani "Cesare deve morire" premiato con l'orso d'oro al 62° festival di Berlino e si procede con una serie di proposte interessanti, fra cui spiccano "Venuto al mondo" di Sergio Castellitto, tratto dal romanzo di Margaret Mazzantini, "Il primo uomo" di Gianni Amelio, tratto dal romanzo di Albert Camus, "Quasi amici" film cult di di Nagache e Toledano, candidato all'oscar per il miglior film straniero.
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Auguri a...Monica
Gli auguri di buon compleanno oggi sono per Monica Puleo
Volete fare gli auguri ai vostri cari? Inviateceli. Raccomandiamo solo di farlo con qualche giorno in anticipo. L'indirizzo a cui spedirli è s.sarpi@libero.it
Volete fare gli auguri ai vostri cari? Inviateceli. Raccomandiamo solo di farlo con qualche giorno in anticipo. L'indirizzo a cui spedirli è s.sarpi@libero.it
N.B. Gli auguri (di qualunque genere) con le foto sono a pagamento (vedi tariffario in alto a questa pagina), così come gli auguri (anche senza foto) che non siano di Buon Compleanno
CROCETTA COME BIXIO, QUI SI FA L’ITALIA O SI MUORE. E LOMBARDO…
Un terzo degli uscenti “sacrificati” ai nuovi equilibri politici ed alle ansie di rinnovamento, all’avvento delle primarie e dei grillini. I capibastone, però, ci sono tutti. Ci mettono la faccia e anche il futuro, perché la Sicilia resta una delle due “piazze”, con la Lombardia, in cui incombe l’incertezza. Qui si fa l’Italia o si muore, insomma, per dirla con Nino Bixio. Silvio Berlusconi, che guida le sue liste anche in Sicilia, schiera le sue legioni affollate di uscenti, costringendo Renato Schifani, Presidente del Senato, a lasciare il posto d’onore. Sicilia e Senato sono la stella polare. Se il Cav la spunta in Sicilia e in Lombardia, un obiettivo affatto impossibile, mette in scacco Bersani, costringendolo a miti consigli nella trattativa con Mario Monti.
Il Porcellum non è solo una legge truffa, ma incapretta chi si dà da fare con maggiore vigore.Se il centrodestra la spunta in Sicilia e in Lombardia, non sarà il Cav a trarne beneficio, ma Mario Monti. La deterrenza di Bersani, infatti, si accartoccia e al tavolo della trattativa i “secondi” del Prof, Casini e Fini, potranno tornare ai fasti della prima Repubblica.
Berlusconi, naturalmente, gioca per sé, figuriamoci, ma le cose stanno come stanno: più si muove più fa il gioco del nemico che gli sta alle spalle. A meno che non faccia l’en plein e batta i suoi avversari con un ritorno al mitico 61 a zero, l’ex Premier è destinato a stampellare, indirettamente, Mario Monti.
Il sorriso beffardo del Porcellum “campeggia” negli incubi dei leader. Ricorda il sorriso livido del suo inventore, Roberto Calderoli, quando è costretto a raccontare frottole impagabili per ingegnosità.
La partita si gioca nelle due Regioni-chiave “incerte”, Lombardia e Sicilia, dove a deciderla non sono le formazioni maggiori, il Pd e il Pdl, ma i Movimenti di nuovo conio. In specie nel’Isola, dove il Cavaliere ha schierato ben nove liste al Senato, e Bersani ha dato via libera all’estro del Presidente della Regione, Rosario Crocetta, leader del Megafono.
Per contenere il governatore Silvio Berlusconi ha richiamato in armi il predecessore, Raffaele Lombardo, che aveva annunciato il suo ritiro in campagna, dopo avere mandato in prima linea, senza ottenere grandi risultati, Gianpiero Samorì, imprenditore emiliano e leader del Mir. Non ha dovuto sudare le proverbiali sette camicie, perché Lombardo era pronto a fare lì ennesimo salto della quaglia, essendo stato trattato a pesci in faccia dal centrosinistra.
Le forze in campo si equivalgono, sembra ripetersi la battaglia di ottobre: stessi numeri, steso equilibrio, stesse aspettative. Il premio al Senato se lo contendono le coalizioni maggiori, stando ai sondaggi, e la distanza fra centrodestra e centrosinistra rimarrebbe entro un punto percentuale. Chi vince si aggiudica 14 o 15 seggi, chi perde 11, ma non bisogna farsi ingannare da questo dato. Il maggior partito della coalizione, sia esso il Pd o il Pdl, in caso di successo fa quasi il pieno, in caso di sconfitta manda a Roma quattro o cinque senatori.
Con tutto il rispetto dei sondaggisti, la nostra personale idea è che a fare il risultato saranno le “mezze ali”, e cioè il Megafono di Crocetta da un lato, e l’Mpa-Pds di Lombardo. Korral, insomma, altro che spaghetti western. Il Megafono di Crocetta è molto attrezzato: la lista è affollata di big, segno che il governatore si gioca tutte le fiches. Non si è limitato all’armatura – i primi tre nomi in predicato per l’accesso a Palazzo Madama – ma ha fatto scendere in campo personaggi di primo piano. Tutte le caselle sono occupate da big, ben venticinque, come se dovesse fare l’en plein. Il fatto che ci sia riuscito è un indizio utile. Crocetta gode di buona salute e vuole utilizzare la sua luna di miele con il popolo siciliano per piazzare una zampata memorabile alle politiche. Un messaggio verso il suo partito, il Pd, non solo ai “nemici”. Se spende tutte le fiches, infatti, vuol dire che punta al bersaglio grosso. Se la sua lista trascina al successo il centrosinistra in Sicilia e grazie a ciò, determina il successo della coalizione al senato, mandando a Roma un drappello di senatori, non sarà più un leader regionale ma un interlocutore dei big, autorevole e considerato. L’avventura del Megafono, cominciata per dare una mano a Beppe Lumia, senatore uscente, si è trasformata cammin facendo in una partita della vita.
Il Pd siciliano alla Camera si colloca nella bassa classifica e, quindi, dovrà subire la ferrea legge dei numeri. Dato per scontata la conquista del premio di maggioranza a Montecitorio, dovrà accontentarsi delle briciole a causa della percentuale più bassa. Il riscatto, perciò, potrà avvenire al Senato.
Nel campo avverso c’è grande tensione. L’operazione D’Alì in Sicilia non ha avuto successo. Gli uscenti sai trovano nelle posizioni migliori, Angelino Alfano, Antonio Martino, Silvio Berlusconi, Renato Schifani e Stefania Prestigiacomo guidano le liste. Il sacrificio di nomi importanti – La Loggia, Nania – è giustificato dal prevedibile calo della rappresentanza parlamentare.
Il panorama, tuttavia, è più complicato di quanto non appaia. Rivoluzione civile di Antonio Ingroia naviga una spanna sopra il quattro per cento e il M5S resta forte. A Sel, che pesca in questa area, tocca il lavoro più difficile a causa della concorrenza agguerrita (Megafono, fra gli altri)
Potrebbe essere l’anello debole del centrosinistra. Il Centro democratico resta un’incognita, al pari di Voce della Sicilia, il movimento di Michele Cimino e Titti Bufardeci, usciti da Grande Sud, dopo l’abbraccio di Miccichè con Berlusconi.
Nessuno aveva in animo di chiedere il bis, ma la campagna di febbraio assomiglia sempre di più a quella di ottobre. Ma qualcosa è cambiato, tuttavia: si torna a votare. I sondaggi, nazionali, dicono che gli astenuti sono calati del trenta per cento. Saranno loro a fare la differenza.
SCILIPOTI SBALLOTTATO QUA E LÀ LA PROTESTA DEI CALABRESI
Le ultime ore di Domenico Scilipoti sono state angosciose. Il re dei Responsabili è stato trasferito all’ultimo momento dall’Abruzzo alla Calabria, mentre è stato consentito al suo compagno di viaggio, Antonio Razzi, anche lui salvatore di Berlusconi nel 2010, di restare dov’era. Tutto questo per colpa degli abruzzesi che si sono incazzati come belve perché il partito aveva paracadutato Scilipoti nella loro regione. Alla fine è prevalso il buonsenso ed è stato divisi per metà il sacrificio. E siccome Scilipoti è originario di Milazzo, ad un tiro di schioppo dalle coste calabresi, è toccato a lui subire il trasferimento.
Sembrava che tutto filasse liscio come l’olio perché Scopelliti, che sovrintende alle cose del Pdl nella punta dello Stivale a sua regione, ha allargato le braccia. Invece, non è andata così. Agli avversari non è parso nemmeno vero di gettarsi su Scilipoti, che è come prendersela con l’autoambulanza.
“La Calabria merita rispetto e merita di più” – ha protestato Katia Stancato, candidata al Senato nella lista Con Monti per l’Italia, appena ha saputo del re dei Responsabili calato dal’Abruzzo nelle liste del Pdl calabresi. Avrebbe potuto farsi gli affari suoi, invece niente.
“Gli elettori del centrodestra hanno tutta la mia solidarietà – ha detto Katia Stancato con l’intento di creare altri problemi a Scilipoti sballottato di qua e di là – . Vedersi paracadutare in maniera arbitraria uno dei peggiori trasformisti della politica italiana è davvero spiacevole ma rende evidente la considerazione che i vertici del partito hanno per questa terra. Un elemento in più per decidere a chi accordare il proprio consenso. Checché ne dica il presidente Scopelliti che fino a qualche giorno fa vantava liste di ‘soli calabresi’”.
Poi la conclusione, una predica che Scilipoti non avrebbe meritato, essendo anche un agopunturista.“La Calabria merita ben altro. Merita una politica pulita e non compromessa, lontana dalla logica del baratto. La nostra terra ha bisogno di sviluppo e soprattutto di fiducia: i calabresi devono potersi fidare dei propri rappresentanti e sapere che non verranno venduti al miglior offerente. Il nostro obiettivo è proprio questo: portare alla ribalta la Calabria migliore, quella capace di stupire l’Italia in positivo”.
Intanto, Scilipoti è ufficialmente il candidato al Senato nella lista del Pdl in Calabria, al sesto posto nella lista capeggiata da Silvio Berlusconi. Pare che a causa della contrarietà da parte dei dirigenti calabresi del partito, si siano registrati dei ritardi nel deposito della lista.
“Pur conoscendo Berlusconi e i danni catastrofici inflitti al Sud e alla Calabria dalle sue politiche nell’ultimo decennio, sarebbe stato difficile immaginare un atto di disprezzo e di prepotenza nei confronti dei calabresi quale quello rappresentato dalla candidatura di Scilipoti in Calabria”, ha affermato Alfredo D’Attorre, commissario del Pd Calabria e candidato alla Camera. Attendiamo adesso di conoscere le valutazioni del presidente della Regione Scopelliti dopo i proclami dei giorni scorsi in cui garantiva che le candidature del Pdl sarebbero state tutte espressione della realtà calabrese. Il risultato finale è che Scopelliti, che ha trascorso gli ultimi giorni nelle anticamere romane nella vano tentativo di essere candidato, ritorna in Calabria non solo senza aver ottenuto la sua candidatura ma portando ai calabresi come gentile omaggio di Berlusconi quella di Scilipoti, rifiutato dai dirigenti del Pdl di tutte le altre regioni italiane”.
“Scilipoti al Senato in Calabria, la candidatura di Arlecchino sarebbe stata migliore”, ha affermato il Coordinatore Regionale di Alleanza di Centro Pionati, Maximiliano Granata. “Oramai la Calabria è diventata terra di conquista e questa candidatura mortifica i calabresi e la storia politica di tanti uomini e donne che fanno politica da decenni sul territorio. La nostra Regione era formata da grandi uomini del Sud e a me piace ricordare uomini di grande spessore politico l’On. Antonio Sensi, L’On. Riccardo Misasi, L’On. Giacomo Mancini era un piacere parlare e confrontarsi con loro. Torna alla mente la campagna elettorale del 1993 quando io mi presentati con la lista la Svolta, come il piu’ giovane candidato a Sindaco della città di Cosenza a soli 23 anni , in quella tornata elettorale era un piacere fare politica, ci si scontrava con il vecchio leone socialista Giacomo Mancini. Altri tempi, altra politica, altri uomini c’erano i veri uomini del sud. Oggi invece apprendiamo che l’uomo che sembra fatto di plastica e che assomiglia tanto a un comico e cantante del Nord tale Sign. Silvio Berlusconi ci proponga un certo Scilipoti. Caro Berlusconi faresti meglio a non scendere in Calabria qui sei poco gradito”.
INELEGGIBILE PIETRO ALONGI CANDIDATO AL SENATO DEL PDL
Nella lista al Senato del Pdl in Sicilia un caso di ineleggibilità. Riguarda Pietro Alongi in atto vicepresidente della Provincia Regionale di Palermo, ineleggibile ai sensi del D.P.R. 361/1957, art. 7 che così recita: “Sono ineleggibili alla carica di deputato o senatore: i presidenti e gli assessori delle giunte provinciali, i sindaci dei comuni con popolazione superiore ai 20.000 abitanti….”.
I presidenti delle province oltre che ineleggibili, invece, sono dichiarati decaduti dalla carica attualmente ricoperta ai sensi sempre del D.P.R. 361/1957 ( art. 7, quinto comma; D. Lgs. 267/2000, art. 62): ” L’accettazione della candidatura a deputato o senatore comporta in ogni caso, per i presidenti delle province e per i sindaci dei comuni con popolazione superiore ai 20.000 abitanti, la decadenza immediata dalle cariche elettive ricoperte”.
La posizione in lista di Pietro Alongi, al sedicesimo posto, comunque, rende assai improbabile che si verifichi il caso di ineleggibilità. Il Pdl può aspirare legittimamente al successo di coalizione, con il centrodestra, e ottenere il premio di maggioranza, cioè 14 o 15 seggi. Al Pdl andrebbero 10 o 11 seggi a meno che nessuna delle sette liste che affiancano il Pdl non raggiungano il 3 per cento e non partecipino alla ripartizione. Pietro Alongi, in definitiva, sarebbe ineleggibile nel caso in cui fosse eletto, una eventualità da escludere.
SCANDALO FORMAZIONE, TRASFERITI DIRIGENTI E FUNZIONARI: I PRIMI NOMI
Il presidente della Regione siciliana Rosario Crocetta, ha trasferito, con decorrenza immediata, tutti i dirigenti e i funzionari dell’assessorato alla Formazione professionale. Si tratta di 7 dirigenti e oltre 50 funzionari, trasferiti in altri dipartimenti. “La formazione e’ finalmente libera”, ha detto lo stesso Crocetta. E’ stato il governatore, subito dopo il suo insedimanento, a denunciare lo scandalo del settore della formazione in Sicilia.“Questa e’ la rivoluzione – dice ancora Crocetta - e’ un settore che ha fatto solo scandalo. Siamo stati conosciuti proprio per questo in Italia e in Europa”. Sotto la lente d’ingrandimento una serie di affari e di rapporti poco chiari sulla formazione in Sicilia, finita anche nel mirino della trasmissione ‘Report’.
“I provvedimenti – fa sapere Crocetta – riguardano una serie di dirigenti quali la dott.ssa Lo Campo, il dottore Di Franco, il dott. Fiorino, il dott. Trentacoste, la dott.ssa D’Esposito, la dott.ssaSorce, il dott. La Cagnina ed oltre cinquanta dipendenti. Nelle more di una riorganizzazione degli uffici, che verra’ fatta nel corso della settimana, i dirigenti rimanenti della formazione si occuperanno ad interim del lavoro dei colleghi trasferiti. Mentre il lavoro di controllo e di contabilita’ effettuato dai funzionari che vanno via sarà svolto dai circa 65 sportelli decentrati che si occupano di lavoro e formazione nelle province della regione”.
Nel corso della settimana si penserà di sostituire i lavoratori trasferiti con una piccola parte di funzionari e dirigenti. Il provvedimento del presidente è stato accolto con grande soddisfazione dall’Assessore alla Formazione Scilabra ed è stato eseguito con efficacia immediata. “Con questo provvedimento – ha detto ancora Crocetta – si mette fine ad una gestione consolidata, nel settore formazione che ha coinvolto tale assessorato, in questi anni, in una serie infinita di scandali. Comincia un nuovo percorso che dovrà garantire tutti i dipendenti dei vari enti di formazione, ma escludera’ dalla formazione gli enti che non sono in regola con le informative antimafia, che non pagano i dipendenti e che non svolgono correttamente i corsi”.
Comunicato Federalberghi su seminario formativo e informativo sul trattamento delle acque sanitarie e delle piscine
Si è tenuto presso l’hotel Gattopardo a Lipari il seminario formativo e informativo sul trattamento delle acque sanitarie e delle piscine.
Obiettivo dell’incontro, quello di informare e formare gli operatori turistici eoliani per garantire un trattamento delle acque di qualità e nel rispetto delle normative vigenti.
L’organizzazione dell’evento, promosso da URAS Federalberghi Sicilia e dall’ERBTS, è stata curata da Federalberghi Isole Eolie e Casciana Acque.
Il seminario è stato introdotto dal presidente di Federalberghi Eolie, Christian Del Bono. Nella parte iniziale è intervenuto il sindaco di Lipari, Marco Giorgianni, che ha colto l’occasione per aggiornare gli operatori turistici circa le problematiche che interessano il ciclo delle acque alle Eolie. Ha rappresentare l’idea di un ampio progetto per migliorare l’efficienza, intervenendo con particolare attenzione sulla rete idrica. Ha, quindi, ripreso la questione del depuratore dando risalto all’ordine del giorno accettato dal governo per contrastare le recenti vicende che avevano visto prorogare, con un colpo di mano, l’emergenza idrica alle Eolie.
Nel corso del seminario, Giuseppe Casciana, ha avuto modo di illustrare la normativa in tema di trattamento delle acque, con particolare riferimento al nuovo D.L. 173 e ai rischi, anche di natura penale, ai quali vanno incontro gli operatori turistici. Si è parlato del “mantenimento delle piscine e del trattamento acque dal punto di partenza della struttura al punto d’uso”, di “Sgravi fiscali e detrazioni per le spese dell’impiantistica” e di “certificazione di conformità impiantistica”.
Ci si è, quindi, soffermati sull’importanza e sulla necessità di condurre delle azioni continue di profilassi preventiva per combattere i vari agenti biologici ed in particolare la Legionella. Tra i metodi, riconosciuti dal Ministero della salute, il più efficacie è sembrato essere il trattamento a base di perossido di idrogeno e argento.
Attueremo, ha dichiarato soddisfatto Del Bono, già a partire dalla terza settimana di febbraio la convenzione stipulata da URAS Federalberghi Sicilia che ci offre la possibilità di usufruire di sopralluoghi gratuiti presso le nostre strutture da parte di tecnici specializzati che andranno di volta in volta a suggerire le soluzioni di prevenzione più idonee.
“Un’offerta ricettiva di qualità passa anche attraverso un’attenzione a metodi che garantiscono, prima di tutto, la salvaguardia della salute dei nostri ospiti”. Rileviamo, comunque, ha concluso Del Bono, che anche nel caso del trattamento delle acque, troppo spesso le responsabilità di legge finiscono per ricadere principalmente sull’albergatore che continua inesorabilmente ad essere l’elemento più facilmente individuabile e perseguibile dell’intera filiera turistica.
Federalberghi Isole Minori della Sicilia
Federalberghi Isole Eolie
Federalberghi Isole Eolie
mercoledì 23 gennaio 2013
LOMBARDO, FRATELLI COLTELLI ANGELO SCARICA RAF E LASCIA L’MPA
E’ frattura politica tra i fratelli Lombardo. Angelo, parlamentare nazionale, non è ricandidato dal movimento guidato da suo fratello, l’ex presidente della Regione Siciliana, Raffaele, che e’ capolista al Senato nell’isola per Grande sud-Partito dei siciliani, coalizzato del Pdl.
Il disappunto del fratello Angelo è evidente in una nota al veleno: ‘Questa e’ stata la campagna elettorale piu’ veloce della mia carriera politica. Il mio dovere personale verso le liste Mpa puo’ considerarsi nullo, gia’ a partire da oggi”.
“Non mi riconosco – aggiunge Angelo Lombardo – nei criteri di metodo utilizzati per la composizione delle liste, ne’ nella lettura politica del momento attuale”.
All’orizzonte potrebbe esserci l’Udc. Angelo chiude così: “Preso atto della chiusura opposta alla mia recente esperienza politica e in assenza di ragionamenti stimolanti e di ampio respiro preferisco concentrarmi sulle imminenti amministrative catanesi, con le mani libere e senza alcun vincolo date le mutate condizioni attuali, verso la candidatura Stancanelli, che non ritengo piu’ valida per il futuro della citta’ di Catania’.
“Non mi riconosco – aggiunge Angelo Lombardo – nei criteri di metodo utilizzati per la composizione delle liste, ne’ nella lettura politica del momento attuale”.
All’orizzonte potrebbe esserci l’Udc. Angelo chiude così: “Preso atto della chiusura opposta alla mia recente esperienza politica e in assenza di ragionamenti stimolanti e di ampio respiro preferisco concentrarmi sulle imminenti amministrative catanesi, con le mani libere e senza alcun vincolo date le mutate condizioni attuali, verso la candidatura Stancanelli, che non ritengo piu’ valida per il futuro della citta’ di Catania’.
MALASANITÀ, MORTI SOSPETTE: UN CASO SU 4 È IN SICILIA
di Miriam Di Peri -
Poco più di venticinque milioni di euro di passivi accumulati nel 2011. È questo, il dato negativo riportato, in totale, dalle 19 aziende sanitarie e ospedaliere della Sicilia e presentato questo pomeriggio a Roma dalla Commissione parlamentare d’inchiesta sugli errori e i disavanzi sanitari.
Oltre ad un’indagine sulla domanda di salute degli italiani, con particolare riferimento alla necessità di investire maggiori risorse nelle cure delle malattie croniche e in una migliore e più diffusa prevenzione di patologie tumorali, la relazione mette a fuoco le problematiche di alcuni regioni in particolare. In Sicilia l’inchiesta condotta ha evidenziato il permanere di gravi criticità finanziarie e della situazione fortemente debitoria delle aziende sanitarie, in particolare quella di Messina, unite all’effetto annuncio di misure e interventi non realizzati, come la ristrutturazione della rete ospedaliera, i Pta (o medicina territoriale) e la mancata costruzione dell’Utin dell’ospedale Bambino Gesù di Taormina, ancora sprovvisto di un reparto di terapia intensiva neonatale a danno dei piccoli pazienti del reparto di cardiochirurgia.
Nonostante i gravi debiti accumulati dalle singole aziende sanitarie, la relazione conclusiva della Commissione romana evidenzia come ben 12 aziende su 19 abbiano chiuso il 2011 con un bilancio in positivo. Nel dettaglio, si tratta dell’Asp di Agrigento (con un bilancio in positivo di 35 mila euro), l’Asp di Caltanissetta (623 mila euro), l’Asp di Enna (21 mila euro), l’Asp di Palermo (3.681 mila euro), l’Asp di Ragusa (246 mila euro), l’Asp di Trapani (799 mila euro), l’azienda ospedaliera Cannizzaro di Catania (586 mila euro), il Policlinico di Messina (511 mila euro), l’ospedale Civico di Palermo (2.216 mila euro), il Policlinico di Palermo (958 mila euro), l’Ircss Bonino-Pulejo di Messina (1.088 mila euro) e la Regione (1.619 mila euro).
Insomma, un bilancio confortante, se visto dalla prospettiva delle aziende virtuose che sono riuscite a non sforare i budget. Ma a far pendere pesantemente l’ago della bilancia in negativo sono bastate le 7 aziende in deficit, ‘capitanate’ – si diceva – dall’Asp di Messina, con un buco di bilancio da oltre 17 milioni di euro. Le altre aziende sanitarie con gravi situazioni debitorie risultano, secondo i dati forniti dalla relazione conclusiva della Commissione, l’Asp di Catania (-6.485 mila euro), l’Asp di Siracusa (-4.265 mila euro), il Policlinico Vittorio Emanuele di Catania (-2.376 mila euro), l’ospedale Papardo Piemonte di Messina (-358 mila euro) e l’ospedale Villa Sofia-Cervello di Palermo (-872 mila euro).
Sommando la situazione debitoria delle singole aziende provinciali agli altri residui di bilancio, “la regione siciliana – si legge nella relazione – presenta un disavanzo di 26,091 milioni di euro. […] Tale risultato consolidato – sottolinea la Commissione parlamentare – segnala un progressivo e significativo miglioramento rispetto all’analogo dato del 2006, quando (il disavanzo, nda) era pari a oltre 900 milioni”.
Sommando la situazione debitoria delle singole aziende provinciali agli altri residui di bilancio, “la regione siciliana – si legge nella relazione – presenta un disavanzo di 26,091 milioni di euro. […] Tale risultato consolidato – sottolinea la Commissione parlamentare – segnala un progressivo e significativo miglioramento rispetto all’analogo dato del 2006, quando (il disavanzo, nda) era pari a oltre 900 milioni”.
Ma la Commissione, nata anche per ‘sorvegliare’ sui casi di presunti errori sanitari in Italia, porta alla luce un altro dato allarmante: in quasi quattro anni di lavoro – da aprile 2009 a dicembre 2012 – si sono registrati 570 casi di presunta malasanità su scala nazionale, 400 dei quali conclusi con il decesso dei pazienti. Di questi, 261 decessi sarebbero legati a presunti errori medici, mentre 139 sarebbero addebitati a inefficienze di vario tipo. Ma l’amara considerazione che emerge dai numeri snocciolati dalla Commissione è un’altra: poco meno della metà dei decessi è avvenuta in due sole regioni: la Calabria (87) e la Sicilia (84). In totale, sui 570 casi di presunta malasanità avvenuti in quattro anni in Italia, il maggior numero di casi si sarebbe consumato proprio in Sicilia, in cima alla ‘classifica’ delle Regioni stilata dalla Commissione romana, con ben117 casi di presunti errori sanitari.
“Una preoccupazione diffusa rispetto allo stato di salute del nostro Sistema sanitario nazionale spinge il cittadino a rivolgersi al privato o si traduce in una mobilità sanitaria elevatissima, ulteriore aggravio di spesa per le regioni più povere, in particolare nel caso ad esempio della procreazione medicalmente assistita” ha dichiarato il presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta, Antonio Palagiano.
Secondo Palagiano, “Crescono le denunce per malpractice e, di conseguenza, cresce la medicina difensiva da parte dei medici che cercano così di autotutelarsi, visto che il sistema assicurativo spesso preclude loro la possibilità di stipulare polizze. Un problema evidenziato di recente da ostetrici e ginecologi italiani, che subiscono una mancanza di politiche di tutela nei loro confronti, al punto da esser spinti ad uno sciopero, mai verificatisi in precedenza”.
Comune di Lipari. Domande per l’accesso ai contributi integrativi al canone di locazione per l'anno 2011
VISTA la Legge
9 dicembre 1998, n. 431 che ha istituito
tra l’altro il Fondo Nazionale di sostegno per l’accesso alle abitazioni in
locazione ;
VISTO il D.M.
7 giugno 1999, con il quale il Ministero dei Lavori Pubblici ha fissato i
requisiti minimi affinché i conduttori
possano beneficiare dei contributi integrativi a valere sulle riserve assegnate
al Fondo Nazionale ed i criteri per la determinazione degli stessi ;
VISTA la
circolare assessoriale 21 dicembre 2012, pubblicata in G.U.R.S. Parte I n. 3 del 18.01.2013
SI
RENDE NOTO
che
si accolgono presso l’Ufficio Servizi Sociali del Comune le domande per
l’accesso ai contributi integrativi al canone di locazione per l'anno 2011, così come previsto dall’art. 11 della Legge
n. 431/98.
Possono
accedere al beneficio tutti i cittadini residenti da almeno un anno nel comune
di Lipari che abitino in alloggio in locazione con regolare contratto
registrato e che fruiscano di un reddito
annuo imponibile complessivo non superiore ad euro 12.153,18 rispetto al quale
l’incidenza del canone di locazione risulti non inferiore al 14% .
Il
contratto di locazione deve coincidere con la residenza del nucleo familiare
richiedente.
Possono
accedere al contributo i cittadini extracomunitari residenti da almeno 10 anni
nel territorio nazionale o da almeno cinque anni nel territorio della Regione
Siciliana e che siano in possesso di regolare carta o permesso di soggiorno.
Gli interessati dovranno far
pervenire al Comune di residenza la
seguente documentazione entro il 22 marzo 2013 :
1. domanda predisposta su apposito modulo,
disponibile presso l’ufficio servizi sociali dell’Ente
2. copia del contratto di locazione, valido per
il 2011, completo degli estremi di registrazione
3. certificato di residenza o autocertificazione
4. dichiarazione dei redditi presentata nell’anno
2012 (relativa ai reddito prodotto dall’intero
nucleo familiare nell’anno 2011)
5. certificato storico di residenza nel
territorio nazionale o regionale (per i cittadini extracomunitari) ;
6. carta o permesso di soggiorno in corso di
validità .
Sono escluse dal beneficio le
locazioni per finalità turistiche e quelle relative agli alloggi di edilizia
economica e popolare.
L’entità dei contributi da
corrispondere agli aventi diritto sarà fissata a seguito erogazione del
finanziamento da parte del competente assessorato regionale, secondo un
principio di gradualità che favorisca i nuclei familiari con i redditi più
bassi e con elevata soglia di incidenza del canone di locazione sul reddito
percepito.
E’ fatta salva la possibilità
di incremento dei limiti di reddito nelle situazioni previste dal D.M. LL.PP. 7
giugno 1999.
Dalla
Residenza Municipale , 23 gennaio 2013
Il Responsabile del servizio
(dott.ssa Matilde Pajno)
COMUNICATO
L’Associazione dilettantistica sportiva culturale “ NETTUNO CLUB”
Apre le iscrizioni alla FIPSAS settore pesca sportiva e dilettantistica per l’anno 2013
Contattare il Presidente al 3285558756 per rinnovare o ritirare la domanda, contestualmente al permesso del Ministero per le Politiche Agricole
Per il 2013 sono in programma: 2 Trofei di canna da natante; 1 Trofeo di Traina Costiera
Il Presidente Angelo Ferlazzo
Emergenza idrica alle Eolie. Ci scrive Silvia Carbone che allega il testo della discussione-votazione di ieri alla Camera
Ieri la Camera ha approvato il decreto legge non abrogando la proroga dell'emergenza idrica.
E' stato presentato un emendamento a firma del PD ma è stato poi ritirato perchè temevano che - poichè la leglislatura ormai è finita ed il senato non si riunisce più, il decreto legge sarebbe decaduto ed alcune norme (tra cui oltre emergenza concordia anche quelle del terremoto emilia) sarebbero decadute.
L'on. Naro, su richiesta del Sindaco che presagiva quanto poi accaduto, aveva comunque presentato un ordine del giorno con cui il governo si impegna a emanare iniziative volte al rientro alla normalità. L'ordine del giorno è stato accettato dal Governo.
L'ordine del giorno, però, ha solo una valenza politica quale atto di indirizzo ma almeno , vista la situazione è già qualcosa.
Allego tutta la discussione e l'ordine del giorno
22 gennaio 2013
Assemblea
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Bratti. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO BRATTI. (PD) Signor Presidente, abbiamo aperto questa legislatura ... omississ ......
Anche la proroga delle gestioni commissariali in materia ambientale non ci convincono, anzi non ci piacciono per niente. Mentre appare chiaro che è necessario prorogare una situazione di emergenza per quanto riguarda il naufragio della nave da crociera Costa Concordia nel comune dell'isola del Giglio, non altrettanto ad esempio vale per la proroga che riguarda la situazione delle isole Lipari, Eolie. Si tratta di una proroga, di cui non esiste nessuna necessità, del mandato di un commissario alquanto discusso e oggetto di indagini della magistratura. Addirittura su questo emendamento, che tra l'altro è stato proposto al Senato dal Popolo della Libertà, il Governo aveva dato (al Senato) un parere negativo. Di fatto nessuno lo vuole e non si capisce - bisognerebbe chiederlo a questi esponenti del Popolo della Libertà - perché abbiano introdotto al Senato questa proposta.Voglio ricordare poi che con il decreto-legge n. 59 del 2012, si era approvato il divieto di concedere proroghe per le gestioni commissariali e, quindi, di deroga in deroga, si sta di fatto ripristinando una situazione su cui noi avevamo già dato dei pareri estremamente negativi.
PROPOSTE EMENDATIVE RIFERITE AGLI ARTICOLI DEL DECRETO-LEGGE
ART. 2.
Sopprimerlo.
2. 1. Barbato.
2. 1. Barbato.
Al comma 1, primo periodo, sopprimere le parole: , nonché le disposizioni di cui all'articolo 17 dell'ordinanza del 3738 del 5 febbraio 2009, pubblicata Presidente del Consiglio dei Ministri n. nella Gazzetta Ufficiale 39 del 17 febbraio 2009, e successive n. modificazioni.
2. 2. Siragusa, Mariani, Realacci, Bratti, Braga, Motta, Iannuzzi, Benamati, Bocci, Esposito, Ginoble, Marantelli, Margiotta, Morassut, Viola.
2. 2. Siragusa, Mariani, Realacci, Bratti, Braga, Motta, Iannuzzi, Benamati, Bocci, Esposito, Ginoble, Marantelli, Margiotta, Morassut, Viola.
Seduta pomeridiana
ROBERTO GIACHETTI. (PD) Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, intervengo solo per lasciare agli atti che noi siamo intervenuti in sede di discussione sulle linee generali e abbiamo chiaramente detto che vi erano alcune parti di questo provvedimento che ci convincevano e, ovviamente, vi erano delle proposte emendative che riguardavano la traduzione logica di questo. Lei ha dato ovviamente l'annuncio che noi abbiamo ritirato alcuni emendamenti: li abbiamo ritirati ovviamente perché siamo nella condizione di emergenza e non possiamo certo pensare che il decreto-legge decada, però vorrei che ciò fosse chiaro.
TULLIO FANELLI, Sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. Signor Presidente, il Governo accetta l'ordine del giorno Di Stanislao n. 9/5714/1, a condizione di premettere nel dispositivo le parole: «a valutare la possibilità di»..
Il Governo accetta l'ordine del giorno Naro (UDC) n. 9/5714/6.
premesso che:
3738/2009, al fine di con l'ordinanza n. assicurare la risoluzione del contesto emergenziale in atto nel territorio delle isole Eolie, limitatamente all'emergenza idrica,la Presidenza del Consiglio dei Ministri nominava l'avvocato Luigi Pelaggi Commissario delegato, per l'esercizio 3225/2002 e delle funzioni di cui all'ordinanza del Ministero dell'interno n. 3266/2003; all'ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri n.
la programmazione degli interventi legati all'emergenza idrica sotto l'egida del predetto Commissario, in particolare, sono stati diretti alla realizzazione del ciclo integrato nelle isole di Lipari e Vulcano;
l'ordinanza citata rientra nel più generale contesto emergenziale vigente nell'arcipelago delle Eolie, sottoposto a proroghe annuali, l'ultima delle quali scaduta il 31/12/2012 con il conseguente rientro in regime ordinario delle attività contemplate dai vari provvedimenti governativi;
nel corso dell'esame del provvedimento al Senato è stato approvato un emendamento che prevede la proroga fino al 31 dicembre 2013 dell'emergenza idrica nelle isole Eolie, mentre il rientro nel regime ordinario delle relative attività avrebbe consentito ed assicurato la traslazione alla regione siciliana delle competenze correlate alla realizzazione delle opere in argomento;
l'ulteriore proroga del contesto emergenziale appare non favorevole per il territorio amministrato, specie se consideriamo alcune scelte tecniche e progettuali infelici quale quella identificazione riguardante la realizzazione dell'impianto di depurazione in un sito inadeguato;
tali scelte hanno fatto venir meno utili e necessarie forme di concertazione con l'ente locale in riferimento anche alle esigenze del territorio;
ovviamente non si contesta la necessità e l'urgenza della realizzazione di un indispensabile impianto, quale è il depuratore, ma i percorsi amministrativi e le valutazioni progettuali posti in essere, che, con il testo derogatorio votato dal Senato, verrebbero riconfermati, arrecando ancora mortificazioni al territorio con decisioni le cui valutazioni devono competere al governo delle amministrazioni locali in primis;
appare infatti inopportuno esautorare quei poteri di partecipazione, di indirizzo e decisionali che attengono valutazioni e scelte programmatiche e di natura politico-amministrativa, volti a delineare concrete linee di sviluppo e l'ottimale gestione dei propri territori, in linea con i principi sanciti in materia di autonomie locali,
3738/2009, al fine di con l'ordinanza n. assicurare la risoluzione del contesto emergenziale in atto nel territorio delle isole Eolie, limitatamente all'emergenza idrica,
la programmazione degli interventi legati all'emergenza idrica sotto l'egida del predetto Commissario, in particolare, sono stati diretti alla realizzazione del ciclo integrato nelle isole di Lipari e Vulcano;
l'ordinanza citata rientra nel più generale contesto emergenziale vigente nell'arcipelago delle Eolie, sottoposto a proroghe annuali, l'ultima delle quali scaduta il 31/12/2012 con il conseguente rientro in regime ordinario delle attività contemplate dai vari provvedimenti governativi;
nel corso dell'esame del provvedimento al Senato è stato approvato un emendamento che prevede la proroga fino al 31 dicembre 2013 dell'emergenza idrica nelle isole Eolie, mentre il rientro nel regime ordinario delle relative attività avrebbe consentito ed assicurato la traslazione alla regione siciliana delle competenze correlate alla realizzazione delle opere in argomento;
l'ulteriore proroga del contesto emergenziale appare non favorevole per il territorio amministrato, specie se consideriamo alcune scelte tecniche e progettuali infelici quale quella identificazione riguardante la realizzazione dell'impianto di depurazione in un sito inadeguato;
tali scelte hanno fatto venir meno utili e necessarie forme di concertazione con l'ente locale in riferimento anche alle esigenze del territorio;
ovviamente non si contesta la necessità e l'urgenza della realizzazione di un indispensabile impianto, quale è il depuratore, ma i percorsi amministrativi e le valutazioni progettuali posti in essere, che, con il testo derogatorio votato dal Senato, verrebbero riconfermati, arrecando ancora mortificazioni al territorio con decisioni le cui valutazioni devono competere al governo delle amministrazioni locali in primis;
appare infatti inopportuno esautorare quei poteri di partecipazione, di indirizzo e decisionali che attengono valutazioni e scelte programmatiche e di natura politico-amministrativa, volti a delineare concrete linee di sviluppo e l'ottimale gestione dei propri territori, in linea con i principi sanciti in materia di autonomie locali,
impegna il Governo
a valutare attentamente l'opportunità dell'attuale proroga dell'emergenza idrica nelle isole Eolie e comunque di individuare iniziative volte a favorire il rientro, entro un breve termine, nel regime ordinario delle attività favorendo in tal modo la traslazione alla regione siciliana delle competenze correlate alla realizzazione delle opere in argomento in concertazione con l'ente locale di riferimento.
9/5714/6. Naro. (UDC)
9/5714/6. Naro. (UDC)
DICHIARAZIONI DI VOTO
ALESSANDRO BRATTI. (PD) Signor Presidente, probabilmente il nostro atteggiamento, se fossimo stati in un altro momento della legislatura, non sarebbe stato favorevole ma sicuramente avremmo messo in discussione diverse parti di questo decreto, ma per senso di responsabilità voteremo a favore anche perché soprattutto su uno dei punti che riteniamo fondamentali, cioè lo slittamento del tributo della Tares, abbiamo avuto rassicurazioni sia in Aula che in Commissione da parte del sottosegretario che il Governo già prima del 25 febbraio metterà in atto un provvedimento che consenta di non mandare in emergenza l'intero Paese. Perché questo sistema, questa deroga che sembra in realtà solo una mera posticipazione di un tributo in realtà scatena un meccanismo per cui le aziende pubbliche che gestiscono il ciclo integrato dei rifiuti, se non sono delle grandi multiutilities, rischiano di non avere la necessaria liquidità per pagare i propri dipendenti e quindi di lasciare i rifiuti in strada.
Dicevamo che questo era uno dei punti fondamentali ma c'è un'altra questione che non ci piace che riguarda la proroga dei commissariamenti, soprattutto c'è una proroga di commissariamento che riguarda le isole Eolie, introdotta con un emendamento un po' misterioso al Senato e che oggi noi ci ritroviamo, di cui non si comprende la motivazione (di questa proroga) in quanto tutto il sistema degli enti locali e tutto il sistema imprenditoriale del luogo ha mostrato da tempo contrarietà a questo tipo di gestione. E non c'è solo questo riguardo i commissariamenti, ma - Pag. 62lo sappiamo -... omissi questa è stata la legislatura dove io credo che su tante questioni, dalla Protezione civile alla gestione dei rifiuti e delle bonifiche, ci si sia resi conto come i commissariamenti oltre a non risolvere i problemi sono una delle fonti principali di spreco di denaro pubblico. Quindi pensavamo che questa stagione fosse completamente finita. Non ci piace nemmeno, sempre nella logica del commissariamento, il fatto che si continui a far lavorare come se niente fosse questa società in house Sogesi di cui invece il Ministro ci aveva più volte detto che avrebbe provveduto al suo graduale smantellamento, ma così non è stato. Quindi tante motivazioni per criticare duramente questo decreto, però ci sono alcune cose improrogabili assolutamente importanti. Una per tutte è sicuramente quella del terremoto, questo articolo che consente per le aree terremotate alle persone che hanno subito dei danni di poter avere la copertura del 100 per cento dei danni subiti; lo riteniamo assolutamente fondamentale, così come riteniamo importante anche la deroga sul potere calorifico dei rifiuti speciali rispetto alla quale ho provato a spiegare prima le motivazioni per cui noi siamo stati favorevoli. Ha ragione il collega Borghesi quando dice che, dopo avere derogato dieci anni tra l'altro da una norma che non è nell'ordinamento comunitario, non si capisce perché dobbiamo continuare ad averla e tanto vale quindi eliminarla completamente.
Quindi ripeto, questo decreto sicuramente è un decreto che non ha l'obiettivo di risolvere le problematiche legate alla gestione dei rifiuti che in questa legislatura, devo dire purtroppo e amaramente, sono invece peggiorate: perché non si è risolta la situazione della Campania; rischiamo l'emergenza nel Lazio;la Calabria e la Sicilia sono in situazioni pesantemente critiche; addirittura in Puglia abbiamo avuto dei casi di rifiuti per strada; non siamo riusciti a portare a termine per mille motivi un sistema di tracciabilità dei rifiuti serio in questo Paese; sul sistema delle bonifiche non abbiamo fatto niente di ciò che era stato previsto dal Governo precedente in termini di risanamento. Quindi il bilancio è assolutamente un bilancio sulla gestione integrata dei rifiuti negativo a cui si somma il fallimento del tentativo della riforma sui servizi pubblici locali. Quindi ripeto, in altre occasioni avremmo dato un parere diverso. Per senso di responsabilità e per le motivazioni che ho detto, e perché ci sono alcuni provvedimenti inderogabili e indispensabili e anche per le promesse che ha fatto il Governo anche accettando gli ordini del giorno che abbiamo proposto, daremo un voto favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)
Dicevamo che questo era uno dei punti fondamentali ma c'è un'altra questione che non ci piace che riguarda la proroga dei commissariamenti, soprattutto c'è una proroga di commissariamento che riguarda le isole Eolie, introdotta con un emendamento un po' misterioso al Senato e che oggi noi ci ritroviamo, di cui non si comprende la motivazione (di questa proroga) in quanto tutto il sistema degli enti locali e tutto il sistema imprenditoriale del luogo ha mostrato da tempo contrarietà a questo tipo di gestione. E non c'è solo questo riguardo i commissariamenti, ma - Pag. 62lo sappiamo -... omissi questa è stata la legislatura dove io credo che su tante questioni, dalla Protezione civile alla gestione dei rifiuti e delle bonifiche, ci si sia resi conto come i commissariamenti oltre a non risolvere i problemi sono una delle fonti principali di spreco di denaro pubblico. Quindi pensavamo che questa stagione fosse completamente finita. Non ci piace nemmeno, sempre nella logica del commissariamento, il fatto che si continui a far lavorare come se niente fosse questa società in house Sogesi di cui invece il Ministro ci aveva più volte detto che avrebbe provveduto al suo graduale smantellamento, ma così non è stato. Quindi tante motivazioni per criticare duramente questo decreto, però ci sono alcune cose improrogabili assolutamente importanti. Una per tutte è sicuramente quella del terremoto, questo articolo che consente per le aree terremotate alle persone che hanno subito dei danni di poter avere la copertura del 100 per cento dei danni subiti; lo riteniamo assolutamente fondamentale, così come riteniamo importante anche la deroga sul potere calorifico dei rifiuti speciali rispetto alla quale ho provato a spiegare prima le motivazioni per cui noi siamo stati favorevoli. Ha ragione il collega Borghesi quando dice che, dopo avere derogato dieci anni tra l'altro da una norma che non è nell'ordinamento comunitario, non si capisce perché dobbiamo continuare ad averla e tanto vale quindi eliminarla completamente.
Quindi ripeto, questo decreto sicuramente è un decreto che non ha l'obiettivo di risolvere le problematiche legate alla gestione dei rifiuti che in questa legislatura, devo dire purtroppo e amaramente, sono invece peggiorate: perché non si è risolta la situazione della Campania; rischiamo l'emergenza nel Lazio;
STIPENDI E PROVOCAZIONI: COME BLOCCARE I CAMBI DI CASACCA
di Salvatore Curreri* -
La proposta dell’on. Musumeci di ridurre l’indennità di carica ai deputati regionali che lasciano il gruppo parlamentare di originaria appartenenza può sembrare una provocazione. Invece non lo è, e non solo perché proviene non da un peones ma dal leader parlamentare dell’opposizione.
Com’è noto, il fenomeno del c.d. transfughismo parlamentare, cioè degli eletti che s’iscrivono o passano ad un gruppo parlamentare diverso rispetto a quello costituito dal partito nelle cui liste si sono candidati e sono stati eletti, è presente anche nell’Assemblea regionale. Su di esso ho già scritto (v. Ars: sette deputati hanno cambiato bandiera, record del 12 dicembre). Da allora se n’è aggiunto un ottavo (Savona passato da Grande Sud al misto), probabilmente ce ne sarà un nono (Gianni) e chissà a quanti altri ancora, visto che il Presidente della Regione dovrà cercare volta per volta la maggioranza in Assemblea.
Di solito, coloro che cambiano casacca invocano a loro favore il vecchio ritornello del parlamentare chiamato a rappresentare “l’intera regione” (art. 3.6 Statuto), senza sottostare ad alcun vincolo di mandato imposto dal partito e dagli elettori. Essi quindi possono cambiare posizione politica, senza per questo perdere il seggio.
Si potrebbe immediatamente obiettare che, invero, di divieto di mandato imperativo lo Statuto non parla. Inoltre, come le cronache politiche hanno ampiamente dimostrato in questi ultimi anni, spesso si cambia partito e gruppo non a seguito di profonde o motivate crisi di coscienza ma semplicemente per calcolo personale. Ma è pur vero che nessuno può ergersi a giudice della coscienza altrui.
Ma è soprattutto l’interpretazione del divieto di mandato imperativo per cui l’eletto potrebbe impunemente cambiare partito che non mi ha mai convinto, così come non convince la gran parte degli elettori, i quali, indignati e delusi, considerano tali fenomeni un tradimento della loro volontà elettorale. A che vale, infatti, votare per la lista di un partito, per un programma e per un candidato presidente, se poi i singoli eletti possono fare e sfare tutto ciò che vogliono in nome del loro libero mandato parlamentare?
In realtà questa mitica concezione del parlamentare come libero interprete del bene supremo della Nazione è frutto di una visione paleoliberale, ottocentesca della rappresentanza politica, quando i pochi cittadini con diritto di voto eleggevano senza alcuna intermediazione coloro che reputavano per capacità personali i “migliori”, come tali in grado di interpretare ciò che era bene per tutti.
L’introduzione del suffragio universale e la nascita dei partiti politici di massa segnano il passaggio dallo Stato liberale allo Stato democratico, dove la sovranità spetta non alle istituzioni statali ma al popolo, il quale la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione (articolo 1), e precipuamente attraverso i partiti che sono lo strumento attraverso cui i cittadini sono in grado di concorrere quotidianamente alla determinazione della politica nazionale (articolo 49). Il voto, infatti, oggi non è più delega in bianco a chi si ritiene superiore perché interpreti la volontà comune ma è scelta di un indirizzo politico di partito e di coloro che, una volta eletti, sono chiamati a perseguirlo. Se così non fosse, saremmo come il popolo inglese di cui parlava Rousseau che credeva, sbagliandosi di grosso, di essere libero: in realtà lo era solo il giorno delle elezioni; appena eletti i parlamentari, esso tornava schiavo, non era più niente.
Si è passati così dal divieto di mandato imperativo al mandato di partito. Gli elettori oggi non votano per il candidato a prescindere dal partito, né il partito a prescindere dai candidati, ma votano insieme per il partito e per i candidati. In democrazia, gli eletti quindi sono chiamati a perseguire il programma politico del partito che li ha candidati e che gli elettori hanno votato.
Se così è, occorre interpretare il divieto di mandato imperativo alla luce del preminente principio della sovranità popolare e non, viceversa come oggi si è soliti, il principio della sovranità popolare alla luce del divieto di mandato imperativo, trovando soluzioni intermedie che rendano il rappresentante né il libero ed assoluto interprete del mandato ricevuto dagli elettori né, per non cadere nell’eccesso opposto, il pavido e docile esecutore di direttive oligarchiche di partito, pena la perdita del mandato. Bisogna infatti pur riconoscere che non si può nemmeno pensare di abolire la garanzia del divieto di mandato ed introdurre la perdita del seggio per chi abbandona il partito. L’effetto sarebbe quello di trasformare i deputati regionali in tanti soldatini che, nel timore di perdere la poltrona, sarebbero costretti ad ubbidire pavidamente agli ordini di partito, annullando così completamente quel minimo di pluralismo e di dialettica interna che è essenziale in ogni ordinamento democratico.
E allora? Non c’è nessuna alternativa tra l’assoluta libertà di mandato di cui attualmente gode il deputato ed il suo assoggettamento ai diktat di partito?
Invece, come in tutte le cose, c’è una “terza via” e la proposta dell’on. Musumeci va esattamente in questa direzione. Si tratta, infatti, non di revocare il mandato al deputato transfuga ma di prendere atto del fatto che, passando ad altro gruppo, egli ha reciso il nesso di rappresentanza politica che lo legava agli elettori del partito nelle cui liste è stato eletto.
Da tale decisione se ne potrebbero trarre alcune conseguenze, peraltro presenti nei regolamenti assembleari di ordinamenti stranieri:
1) vietare a costoro il diritto di costituire gruppi consiliari privi d’identità politico-elettorale, cioè non corrispondenti a partiti politici presentatisi alle elezioni, oppure subordinarla ad un più elevato requisito numerico (oggi bastano cinque deputati per formare un gruppo);
2) obbligarli ad aderire al gruppo misto, senza possibilità invece oggi prevista, di aderire ad altro gruppo o di costituirne uno nuovo; ,
3) al limite abolire il gruppo misto, cosicché il deputato transfuga acquisisca lo status di deputato “non iscritto”, con le conseguenze (anche sotto il profilo economico) indicate dalla proposta Musumeci.
A mio parere si tratterebbe di soluzioni equilibrate, costituzionalmente legittime, tese ad evitare che per proteggere il parlamentare dal partito lo si mantenga sovrano interprete della volontà dei suoi elettori.
*Docente di diritto costituzionale
GERMANA'(PDL): SENZA PONTE SIAMO FUORI DALLA COMPETIZIONE E DAI MERCATI
«Senza Ponte siamo fuori dalla competizione e dai mercati, ritengo non ci possa essere una sola motivazione valida per dire no ad un opera che ha ottenuto il via libera dai massimi organismi statali: Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, Anas, Ferrovie dello Stato, CIPE». Queste la dichiarazione del deputato messinese Nino Germaná nel suo intervento a Sala d’Ercole durante la discussione sulla mozione Ponte sullo Stretto di Messina. «Dopo aver bandito una gara internazionale, oltre a perdere di credibilità - continua il deputato - nel caso di rescissione di contratto pagheremmo una penale di un miliardo di euro, a fronte di due miliardi di investimento, inoltre per quanto riguarda la logistica integrata, mentre gli altri stati a noi vicini si stanno organizzando con il progetto Ferrmed per attrarre i flussi di merci che entrano dal canale di Suez e che porterebbero ricchezza e lavoro, noi resteremmo indietro ma ci consoleremo col fatto che gli uccelli migratori e i delfini non avranno cambiato le loro rotte».
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