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giovedì 24 gennaio 2013

L’ASSEMBLEA DIMAGRISCE MINORI COSTI, MA C’È DELL’ALTRO

Fra quattro anni i siciliani eleggeranno settanta deputati regionale e non più novanta. Il complesso e laborioso iter della legge costituzionale si è concluso e nelle tre regioni a Statuto speciale – Friuli Venezia Giulia, Sardegna e Sicilia – le assemblee dimagriscono  in modo consistente.
L’Assemblea regionale siciliana aveva approvato una legge voto sulla riduzione dei deputati regionali, propedeutica all’iter della legge costituzionale. Nella forma, dunque, in questa circostanza è stato rispettato uno dei principi dell’autonomia speciale, il patto Stato-Regione siciliana che non consente decisioni unilaterali. Una anomalia, purtroppo, rispetto alla consuetudine.
Se tutto è iniziato grazie allo start up dell’Assemblea, tutto si è concluso nella legislatura appena sciolta grazie ai buoni uffici del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia che presto sarà rinnovato. I friulani si sono battuti perché il Parlamento completasse l’iter, hanno sollecitato e si sono mobilitati, trascinando la Sardegna e la Sicilia. Non si può dire che dalla Sicilia siano venute eguali sollecitazioni ed eguale attenzione.
Va ricordato, infine, che la chiusura anticipata dell’Assemblea ha impedito che si votasse alle regionali con la nuova composizione dell’Aula, settanta deputati regionali in luogo di novanta. Le dimissioni del presidente della Regione, Raffaele Lombardo, hanno provocato lo scioglimento anticipato e “salvato” l’attuale composizione. Un obiettivo fortemente perseguito da tutte le parti politiche, che ha potuto contare sulla sostanziale condivisione del presidente della Regione pro-tempore, Lombardo. Impossibile dimenticare la determinazione dei gruppi parlamentari, opposizione e non, con cui è stato perseguito l’obiettivo delle dimissioni e, quindi, dello scioglimento, attraverso mozioni di sfiducia. Una pagina non certo gloriosa della storia del Parlamento regionale.
Che cosa significa per la Sicilia il nuovo assetto dell’Aula? Una riduzione dei costi, anzitutto: meno stipendi, meno indennità, meno benefit e apparati. Ma non solo: il ”dimagrimento”, sottolinea il professor Verde, membro della commissione paritetica Stato-Regione, potrebbe avere benefici sull’attività parlamentare, rendendola più agevole. Verde, tuttavia, ritiene inevitabile che si ritocchi la legge elettorale. E, aggiungiamo noi, il regolamento interno dell’Assemblea, un provvedimento che diventa a questo punto prioritario. Ci sono norme che prevedono la presenza di tutti i gruppi parlamentari nelle commissioni e nello stesso Consiglio di presidenza.
Il presidente dell’Assemblea, Giovanni Ardizzone, ha manifestato la volontà di modificare in modo significativo il quadro delle regole ormai desueto, farraginoso e, di fatto, inadeguato sia nel suo discorso d’insediamento, quanto nelle conferenze stampa successive. Le modifiche del regolamento interno, a questo punto, costituiscono un adempimento prioritario.

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