Bombara, nella sua relazione, ha tracciato il quadro della situazione che vivono Vigili del Fuoco e Polizia Penitenziaria, uniti da un’emergenza comune: quella della carenza di organico che rende insostenibile l’attività lavorativa e la possibilità di interventi tempestivi.
“L’obiettivo dei prossimi quattro anni sarà quello di un radicamento sempre più forte sui posti di lavoro e nei territori a tutela dei lavoratori – ha detto in apertura Roberto Bombara – Nel nostro settore paghiamo la presenza, nonostante la vastità del territorio messinese, di due sole Case Circondariali, quella di Messina e la piccola e vetusta Mistretta, super affollate, che non riescono a contenere il sempre più crescente trend delinquenziale. Se a queste, poi, aggiungiamo l'Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Barcellona Pozzo di Gotto, recentemente sottoposto a sequestro da parte del NAS per inadeguatezza alle norme igienico sanitarie, e il Centro di prima accoglienza per minori, compreso l'Istituto Centrale di Formazione per il personale dei minori, ci renderemo conto che l'attività del poliziotto penitenziario è maledettamente frenetica e logorante”.
“Le cause – ha aggiunto Bombara - sono quelle denunciate da sempre: carenza negli organici e dei mezzi, inadeguatezza delle strutture e mancanza di fondi. Per il personale della Casa Circondariale di Messina, per farla breve, effettuare turni di sei ore è una vera e propria utopia. La Pianta Organica, nel nostro territorio, è deficitaria di almeno 100 unità”.
Anche se in un breve passaggio, Bombara non ha dimenticato la situazione dell’Ospedale di PG di Barcellona. “Dopo i lavori di ristrutturazione dei padiglioni ha una disponibilità di 400 posti letto, tutti occupati. Tuttavia, da qualche mese, la struttura è sottoposta al sequestro da parte dei NAS perché non è a norma con le prescrizioni igienico-sanitarie. Inoltre, dal prossimo mese di marzo, in applicazione di una specifica normativa, l'O. P. G. cambierà destinazione. Al momento non è dato a sapere in cosa, però, da quanto si è appreso, pare che la Regione Sicilia, cui graverà l'onere per la gestione dei fondi, non abbia nessuna voglia di occuparsene. Viene da chiedersi: che destinazione avranno i 400 detenuti e le unità di polizia penitenziaria di quella struttura?”.
Capitolo consistente della relazione anche quello relativo al Corpo dei Vigili del Fuoco. “La nostra provincia ospita circa 653.000 abitanti con ben 109 comuni in un territorio ad alto rischio sismico e idrogeologico, con sette isole e due vulcani e la più alta densità boschiva della Sicilia, in un contesto ambientale attraversato in lungo e in largo da camion con carichi pericolosi e da navi in transito nello Stretto di Messina, con un importante polo industriale nel territorio di Milazzo (Raffineria, imbottigliamento bombole gpl, le acciaierie, la Centrale Elettrica “Edipower“ e diverse realtà artigianali – ha elencato Bombara per far comprendere la difficoltà del Corpo a operare - Quotidianamente, il soccorso in tutta la provincia è garantito da 50/55 unità. Una condizione che denunciamo dal 2002 e in questi ultimi quattro anni si è aggravata perché la nostra provincia è stata devastata da continue emergenze, dalla tragedia di Giampilieri, Itala e Scaletta, ai gravi dissesti idrogeologici che hanno colpito San Fratello, Caronia, Castell’Umberto, al terremoto del 2010 nelle isole eolie. Il soccorso quotidiano e tutte le emergenze sono state affrontate soprattutto grazie al grande spirito di abnegazione del personale del Comando Provinciale”.
“Abbiamo chiesto – ha aggiunto – sin dalla prima emergenza, in modo straordinario, il trasferimento al Comando di Messina di quel personale dei Vigili del Fuoco residente nella provincia di Messina, ma che svolgeva servizio presso altri Comandi programmando, nel contempo, i necessari adeguamenti degli organici. Continueremo nel solco tracciato negli ultimi quattro anni quando ci eravamo prefissati degli obiettivi, fra i quali anche quello di far riacquisire fiducia nel sindacato. Stiamo continuando a far comprendere ai lavoratori che il sindacato non è qualcosa di astratto ma nasce dalla volontà di un insieme di persone, che dedicano il loro tempo, bene prezioso, per la propria e l’altrui tutela”.
“Il problema principale è quello della carenza organici che purtroppo il governo non ha coperto – ha aggiunto Pompeo Mannone, segretario nazionale della FNS Cisl – Ma la situazione sarà ancora più drammatica considerato che il turn over sarà operabile sino a un massimo del 20% di chi è andato in pensione. Insieme a questo, vi sono stati tagli lineari che inevitabilmente incidono sul servizio, sulla manutenzione dei mezzi, sulla formazione del personale, sull’acquisto del gasolio. Dobbiamo stimolare il Governo a riformare il servizio – ha affermato Mannone – a trovare risorse migliorando il sistema organizzativo, magari iniziando ad alleggerire il centro e investire sul territorio. Troppo spesso i Governi di questo Paese, da destra a sinistra, si sono caratterizzati per aver assunto decisioni semplici e semplicistiche. Il tema dei tagli, invece, andrebbe affrontato seriamente perché tagliare indiscriminatamente, soprattutto servizi come i nostri, significa penalizzare i cittadini”.
“La sicurezza – ha affermato il Segretario Generale della Cisl di Messina, Tonino Genovese, nel suo intervento - è una ossatura principale a garanzia della democrazia. Operare tagli e non destinare risorse è un attentato. Non tutti i territori sono uguali, non tutti i territori presentano le criticità che purtroppo sono presenti a Messina. A partire dallo stretto, diventato una autostrada per quantità di passaggi, dimensioni territoriali, sino alla sismicità, alle presenze industriali, all’alta boschività. Bisogna, quindi, intensificare l'impegno verso un equilibrio della forza lavoro. Altro nodo è rappresentato dall'OPG di Barcellona – ha aggiunto Genovese – Bisogna portare giustizia e rispetto per gli internati e dare soluzioni ai problemi della detenzione e al personale che paga doppiamente la propria condizione di lavoro. Riteniamo possa essere una grande opportunità la necessità della chiusura dell'Opg: trasformandolo in un nuovo carcere nella provincia darebbe soluzioni alle esigenze detentive e al sovraffollamento carcerario. E collocare un carcere a Barcellona sarebbe un grande segnale in una zona particolarmente soggetta alla presenza di un cancro malavitoso. La Regione Sicilia, però, deve farsi carico degli aspetti sanitari della chiusura dell’Opg. Da questo congresso – ha concluso Genovese – parte, pertanto, una rinnovato impegno vertenziale non solo per i lavoratori ma per tutta la comunità che invitiamo a condividere e affrontare insieme la riconquista di un tassello importante di civiltà di sicurezza e di tutela”.
VIDEO E INTERVISTA BOMBARA SENZA MARCHI: https://www.filemail.com/dl.aspx?id=BORXSIMAPDQJHSC
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