CADUTO EOLIANO NELLA GRANDE GUERRA
4 GIUGNO 1916 – 4 GIUGNO 2016
Rando Bartolo
di Gaetano
Soldato del 1°
Reggimento Genio nato a Lipari il 16 luglio 1882 , distretto militare di
Messina, morto il 4 giugno 1916 sul monte Ortigara, all’età di 34 anni per ferite
riportate in combattimento.
Nella notte
tra il 14 e il 15 maggio 1916 l'artiglieria austro-ungarica cominciò un
bombardamento a tappeto (tecnica finora mai utilizzata sul fronte italiano)
sulle linee nemiche, che colse impreparati molti comandi italiani. Prendeva
così il via l’operazione
Strafexpedition (spedizione punitiva), progettata già nel dicembre del 1915 dal generale austriaco Conrad von Hötzendorf, con lo scopo di punire l’ex alleato italiano reo di esser venuto meno al patto della Triplice Alleanza.
Dopo un primo slancio iniziale
degli austriaci che colse di sorpresa le avanguardie italiane costrette ad
arretrare sulle seconde e terze linee,
il regio esercito saldamente attestato su posizioni più favorevoli lungo
il fronte dei Cinque Comuni (Altipiano
di Asiago) e nel Trentino, seppe dare dimostrazione del proprio valore
arrestando l’offensiva nemica e ricacciando gli austroungarici oltre le
posizioni iniziali. La lentezza di manovra da parte dei comandi degli imperi
centrali, impedì di ottenere una schiacciate vittoria sugli italiani che ebbero
la possibilità di ripiegare su importanti posizioni strategiche, come quelle
presenti sul Monte Ortigara.
Infatti Hötzendorf, ava già fatto
preparare in vista di una possibile ritirata, trincee arretrate e blindate
(scavate in caverna e riparate) con postazioni di nidi di mitragliatrici,
pronte a falcidiare i reparti italiani lanciati all’inseguimento.
I reparto del 1° reggimento
Genio, svolsero durante la Strafexpedition un importante ruolo strategico, consolidando e
rafforzando le posizioni italiane minacciate dall’attacco. Una volta stabilite
le posizioni difensive, concorsero unitamente alle Brigate di Fanteria e ad i
Corpi d’Armata a cui appartenevano a respingere indietro l’invasore.
All’inizio di giugno del 1916, fu ordinato ad
alcune compagnie del 1° Reggimento
Genio di consolidare i capisaldi
italiani sul Monte Ortigara, stabilendo posizioni fisse e protette per le
artiglierie. Questo compito fù fortemente osteggiato dai “
Kaiserjäger” austriaci
(truppe da montagna) intente a guadagnare anch’essi posizioni più favorevoli
sul rilievo. Ad operazioni completate verrà stabilita una nuova linea del
fronte che vedrà di fatto l’Ortigara spaccato in due. La Cima Caldiera
costituirà il caposaldo avanzato degli italiani e il Passo dell’Agnella e Cima Ortigara fino al picco della Val Sugana costituirono
il baluardo inespugnabile contro cui un anno dopo dal 10 al 20 giugno 1917
(Battaglia dell’Ortigara), si infrangerà l’operazione “K” per la conquista
totale della montagna da parte italiana.
Sarà nella radiosa giornata del 4
giugno, che perderà la vita Bartolo
Rando, soldato del 1°reggimento Genio
per ferite riportate in combattimento, nel tentativo di impedire alle
truppe austroungariche di conquistare le posizioni sull’Ortigara.
Per
le vicende successive alla Strafexpedition e per via delle degli eventi bellici del giugno 1917
che interessarono il monte Ortigara, risulta per il momento impossibile
stabilire l’attuale luogo di sepoltura del soldato Bartolo Rando.
Veduta del monte Ortigara
Cippo Austriaco sulla Caldiera
|
Cippo italiano su Cima Ortigara |
Nell’estate del 1917 durante
l’operazione “K” o Battaglia dell’Ortigara, il numero di caduti italiani in
pochi giorni di combattimento è stimato in circa 23000 uomini, di cui 13000
solo quelli appartenenti al corpo degli alpini.
Per tale motivo il Monte Ortigara venne definito “il Calvario delle
Penne Mozze”.
“Prima della battaglia nel campo base italiano, vi era una moltitudine di
soldati, dopo la battaglia una distesa di zaini abbandonati senza più padrone.”
La sofferenza di dei poveri
solati ed i racconti dei loro patimenti sono giunti ai giorni nostri attraverso
il celebre canto alpino “Tapum” o “Venti giorni sull’Ortigara”.
Approfondimenti tratti dal Volume - L’arma del Genio nella Grande
Guerra
I
Militari Liparesi appartenenti all’arma del Genio erano, tutti inquadrati
all’interno del 1° Reggimento genio zappatori
la cui sede era a Pavia. Nell’Aprile del 1915 prima dello scoppio delle
ostilità contro l’impero Austroungarico, l’organico del 1° reggimento, contava
28 compagnie di cui 4 operanti in Libia, aventi a disposizione 5 magazzini
avanzati, 14 parchi del Genio di Corpo D’Armata, 40 parchi di compagnie su
carri leggeri e su carrette, 34 sezioni da ponti divisionali, 40 parchi
telefonici per compagnie zappatori, 14 dotazioni complete per le salmerie, 3
travate Eiffel di metri 21 per strada ordinaria.
Nel mese di Maggio del 1915 nell’imminenza dell’entrata nel conflitto a fianco
degli alleati, le compagnie zappatori furono incrementate e distribuite e
queste sono le forze con cui il 1° reggimento genio entro in guerra il 24
Maggio del 1915:
43 comp. con parco
42
parchi telefonici
35 sez. da ponte per fanteria
Per Armata il 1°regg:
I° armata
III° C.A. 15°comp. Affiancata alla 35° divisione fanteria.
V° C.A. 12° comp. "" "" 9° divisione fanteria
16° comp.
"" "" 34° divisione fanteria
IV° armata
IX° C.A. 5°comp. Affiancata alla 17° divisione fanteria
8°comp.
"" "" 18° divisione fanteria
6°comp "" "" Corpo della Carnia
21°comp "" "" Corpo della Carnia
II° armata
IV° C.A. 1°comp. Affiancata alla 7°
divisione fanteria
14°comp.
"" "" 8° divisione fanteria
17°comp.
"" "" divisione bersaglieri;
gruppo Alpini A e B
III° armata
VII° C.A. 2°comp. Affiancata alla 13° divisione fanteria
7°comp.
"" "" 4° divisione fanteria
XI° C.A. 4°comp. ""
"" 21°
divisione fanteria
3°comp.
"" "" 22° divisione fanteria
A disposizione del Comando Supremo
X° C.A. 9°comp. Affiancata alla 19°
divisione fanteria
10°comp.
"" "" 20° divisione fanteria
XIII C.A. 18°comp. affiancata alla 30° divisione fanteria
13°comp.
"" "" 31° divisone fanteria
Nel territorio nazione per opere difensive e lavori erano inoltre dislocate
alcune compagnie del 1° reggimento genio direttamente sotto comando del Comando
Supremo:
19° comp. Piazza marittima di Venezia
20° comp. Fortezza di Taranto e Brindisi
Nei tre anni del conflitto, l’evoluzione bellica, portò alla
nascita di nuove specialità collocate all’interno di nuovi reggimenti, ma anche
all’interno di quelli esistenti. I reparti del Genio vennero più volte
ridistribuiti ai vari corpi d’armata ed alle varie divisioni, per compensare il
forte logoramento in termini di uomini e mezzi. Una ricostruzione sui vari
accadimenti che interessarono il 1° reggimento può essere estrapolata dal
volume “L’Arma del Genio nella Grande Guerra 1915-1918 Edizione Ministero della Guerra Ispettorato dell'Arma
del Genio Roma1940 Compilato dal Gen. Luigi Lastrico”.
Al fine di poter comprendere, quale sia
stato l’apporto dato allo sforzo bellico da parte del Genio, di seguito,
vengono riportati alcuni dati statistici sull’imponente opera di logistica
svolta dall’arma:
campagna 1915-1918
-
Costruiti 10.000 Km
di strade, con circa 50 Km di ponti stabili;
-
Scavati 80.000 Km di trincee, costruì numerosissimi ridotti,
fortini e baraccamenti;
-
Stese 100.000 Km di
linee telefoniche
-
Installate 1100 stazioni telegrafiche, telefoniche, ottiche
e radiotelegrafiche.
-
Gettati 250 Km di ponti.
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Scavate nella roccia 20 Km di galleria.
-
Costruiti 147 Km di armamento e sede stradale per ferrovie,
e 3000 mt di ponti ferroviari;
-
Costruite 918 teleferiche con 800 Km di sviluppo e 5.000 Kmi
di fune metallica con un dislivello di 525.000 mt. Le teleferiche trasportarono
un peso complessivo di 32 milioni di quintali.
Dopo l'armistizio
-
Riattivò 5.000 Km di strade;
-
Ricostruì ponti stabili per una lunghezza complessiva di 13
Km;
-
Riparò 30.000 case, eresse 10.000 baracche.
Imponente fu anche il contributo in termine di vite
sacrificate. I Reparti del Genio oltre ad attendere ai compiti logistici
ordinari, furono spesso impiegati come rincalzi delle logorate Brigate di
Fanteria, concorrendo alla conquista ed alla difesa di importanti posizioni
strategiche. Scavare trincee, gettare ponti, o ripristinare linee telefoniche e
teleferiche, divenendo bersaglio del nemico , costeranno alla fine del
conflitto un ingente tributo di sangue che tramutato in numeri sarà di:
-
424 Ufficiali
-
8780 militari di truppa
Essendo le compagnie del genio, costantemente spostate e riassegnate lungo la linea, del fronte, è particolarmente complesso, ricostruire gli spostamenti dei soldati eoliani ad asse assegnate e collegare il loro periodo di arruolamento ed il momento della loro morte, a circostanze dettagliate. Tuttavia incrociando i dati estrapolati dallo stato di servizio (foglio matricolare) e dagli atti di morte presenti nell’Ufficio Anagrafe del Comune di Lipari (ove esistenti) si può risalire, a quali siano state le circostanze storiche in cui persero la vita, o addirittura le ultime azioni a cui presero parte.