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sabato 16 luglio 2016

Grande Guerra (1915-18) I caduti eoliani (rubrica a cura di Giuseppe Cirino) : Rando Bartolo

CADUTO EOLIANO NELLA GRANDE GUERRA
4 GIUGNO 1916 – 4 GIUGNO 2016
Rando Bartolo di Gaetano
Soldato del 1° Reggimento Genio nato a Lipari il 16 luglio 1882 , distretto militare di Messina, morto il 4 giugno 1916 sul monte Ortigara, all’età di 34 anni per ferite riportate in combattimento.
Nella notte tra il 14 e il 15 maggio 1916 l'artiglieria austro-ungarica cominciò un bombardamento a tappeto (tecnica finora mai utilizzata sul fronte italiano) sulle linee nemiche, che colse impreparati molti comandi italiani. Prendeva così il via l’operazione Strafexpedition (spedizione punitiva), progettata già nel dicembre del 1915 dal generale austriaco Conrad von Hötzendorfcon lo scopo di punire l’ex alleato italiano reo di esser venuto meno al  patto della Triplice Alleanza.
Dopo un primo slancio iniziale degli austriaci che colse di sorpresa le avanguardie italiane costrette ad arretrare sulle seconde e terze linee,  il regio esercito saldamente attestato su posizioni più favorevoli lungo il fronte dei Cinque Comuni  (Altipiano di Asiago) e nel Trentino, seppe dare dimostrazione del proprio valore arrestando l’offensiva nemica e ricacciando gli austroungarici oltre le posizioni iniziali. La lentezza di manovra da parte dei comandi degli imperi centrali, impedì di ottenere una schiacciate vittoria sugli italiani che ebbero la possibilità di ripiegare su importanti posizioni strategiche, come quelle presenti sul Monte Ortigara.
Infatti Hötzendorf, ava già fatto preparare in vista di una possibile ritirata, trincee arretrate e blindate (scavate in caverna e riparate) con postazioni di nidi di mitragliatrici, pronte a falcidiare i reparti italiani lanciati all’inseguimento.
I reparto del 1° reggimento Genio, svolsero durante la Strafexpedition un importante ruolo strategico, consolidando e rafforzando le posizioni italiane minacciate dall’attacco. Una volta stabilite le posizioni difensive, concorsero unitamente alle Brigate di Fanteria e ad i Corpi d’Armata a cui appartenevano a respingere indietro l’invasore.
All’inizio di giugno del 1916, fu ordinato ad alcune  compagnie del 1° Reggimento Genio  di consolidare i capisaldi italiani sul Monte Ortigara, stabilendo posizioni fisse e protette per le artiglierie. Questo compito fù fortemente osteggiato dai “Kaiserjäger” austriaci (truppe da montagna) intente a guadagnare anch’essi posizioni più favorevoli sul rilievo. Ad operazioni completate verrà stabilita una nuova linea del fronte che vedrà di fatto l’Ortigara spaccato in due. La Cima Caldiera costituirà il caposaldo avanzato degli italiani e  il Passo dell’Agnella e Cima Ortigara  fino al picco della Val Sugana costituirono il baluardo inespugnabile contro cui un anno dopo dal 10 al 20 giugno 1917 (Battaglia dell’Ortigara), si infrangerà l’operazione “K” per la conquista totale della montagna da parte italiana.
Sarà nella radiosa giornata del 4 giugno, che perderà la vita  Bartolo Rando, soldato del 1°reggimento Genio  per ferite riportate in combattimento, nel tentativo di impedire alle truppe austroungariche di conquistare le posizioni sull’Ortigara.
                Per le vicende successive alla Strafexpedition e per via delle degli eventi bellici del giugno 1917 che interessarono il monte Ortigara, risulta per il momento impossibile stabilire l’attuale luogo di sepoltura del soldato Bartolo Rando.
Veduta del monte Ortigara


                                                                         Cippo Austriaco sulla Caldiera
Cippo italiano su Cima Ortigara 
 
Nell’estate del 1917 durante l’operazione “K” o Battaglia dell’Ortigara, il numero di caduti italiani in pochi giorni di combattimento è stimato in circa 23000 uomini, di cui 13000 solo quelli appartenenti al corpo degli alpini.  Per tale motivo il Monte Ortigara venne definito “il Calvario delle Penne Mozze”. 
“Prima della battaglia nel campo base italiano, vi era una moltitudine di soldati, dopo la battaglia una distesa di zaini abbandonati senza più padrone.”
La sofferenza di dei poveri solati ed i racconti dei loro patimenti sono giunti ai giorni nostri attraverso il celebre canto alpino “Tapum” o “Venti giorni sull’Ortigara”.

Approfondimenti tratti dal Volume - L’arma del Genio nella Grande Guerra
I Militari Liparesi appartenenti all’arma del Genio erano, tutti inquadrati all’interno del 1° Reggimento genio zappatori  la cui sede era a Pavia. Nell’Aprile del 1915 prima dello scoppio delle ostilità contro l’impero Austroungarico, l’organico del 1° reggimento, contava 28 compagnie di cui 4 operanti in Libia, aventi a disposizione 5 magazzini avanzati, 14 parchi del Genio di Corpo D’Armata, 40 parchi di compagnie su carri leggeri e su carrette, 34 sezioni da ponti divisionali, 40 parchi telefonici per compagnie zappatori, 14 dotazioni complete per le salmerie, 3 travate Eiffel di metri 21 per strada ordinaria.

Nel mese di Maggio del 1915 nell’imminenza dell’entrata nel conflitto a fianco degli alleati, le compagnie zappatori furono incrementate e distribuite e queste sono le forze con cui il 1° reggimento genio entro in guerra il 24 Maggio del 1915:

43 comp. con parco
42 parchi telefonici
35 sez. da ponte per fanteria

Per Armata il 1°regg:

I° armata

III° C.A. 15°comp. Affiancata alla 35° divisione fanteria. 
V°   C.A. 12° comp. "" ""                 9° divisione fanteria 
               16° comp. "" ""                34° divisione fanteria

IV° armata

IX° C.A. 5°comp. Affiancata alla  17° divisione fanteria
              8°comp. "" ""                  18° divisione fanteria
              6°comp  "" ""                         Corpo della Carnia
             21°comp "" ""                         Corpo della Carnia

II° armata

IV° C.A. 1°comp.  Affiancata alla  7° divisione fanteria
            14°comp. "" ""                    8° divisione fanteria
            17°comp. "" ""                    divisione bersaglieri; gruppo Alpini A e B

III° armata

VII° C.A. 2°comp. Affiancata alla 13° divisione fanteria
               7°comp. "" ""                   4°  divisione fanteria
XI° C.A.   4°comp. "" ""                 21° divisione fanteria
                3°comp. "" ""                 22° divisione fanteria
   
A disposizione del Comando Supremo

X° C.A. 9°comp.  Affiancata alla  19° divisione fanteria
            10°comp.  "" ""                  20° divisione fanteria
XIII C.A. 18°comp. affiancata alla 30° divisione fanteria
              13°comp. "" ""                 31° divisone fanteria

Nel territorio nazione per opere difensive e lavori erano inoltre dislocate alcune compagnie del 1° reggimento genio direttamente sotto comando del Comando Supremo:

19° comp. Piazza marittima di Venezia
20° comp. Fortezza di Taranto e Brindisi


Nei tre anni del conflitto, l’evoluzione bellica, portò alla nascita di nuove specialità collocate all’interno di nuovi reggimenti, ma anche all’interno di quelli esistenti. I reparti del Genio vennero più volte ridistribuiti ai vari corpi d’armata ed alle varie divisioni, per compensare il forte logoramento in termini di uomini e mezzi. Una ricostruzione sui vari accadimenti che interessarono il 1° reggimento può essere estrapolata dal volume “L’Arma del Genio nella Grande Guerra 1915-1918 Edizione  Ministero della Guerra Ispettorato dell'Arma del Genio Roma1940 Compilato dal Gen. Luigi Lastrico”.

Al fine di poter comprendere, quale sia stato l’apporto dato allo sforzo bellico da parte del Genio, di seguito, vengono riportati alcuni dati statistici sull’imponente opera di logistica svolta dall’arma:

campagna  1915-1918
-       Costruiti  10.000 Km di strade, con circa 50 Km di ponti stabili;
-       Scavati 80.000 Km di trincee, costruì numerosissimi ridotti, fortini e baraccamenti;
-        Stese 100.000 Km di linee telefoniche
-       Installate 1100 stazioni telegrafiche, telefoniche, ottiche e radiotelegrafiche.
-       Gettati 250 Km di ponti.
-       Scavate nella roccia 20 Km di galleria.
-       Costruiti 147 Km di armamento e sede stradale per ferrovie, e 3000 mt di ponti ferroviari;
-       Costruite 918 teleferiche con 800 Km di sviluppo e 5.000 Kmi di fune metallica con un dislivello di 525.000 mt. Le teleferiche trasportarono un peso complessivo di 32 milioni di quintali.

Dopo l'armistizio
-       Riattivò 5.000 Km di strade;
-       Ricostruì ponti stabili per una lunghezza complessiva di 13 Km;
-       Riparò 30.000 case, eresse 10.000 baracche.
Imponente fu anche il contributo in termine di vite sacrificate. I Reparti del Genio oltre ad attendere ai compiti logistici ordinari, furono spesso impiegati come rincalzi delle logorate Brigate di Fanteria, concorrendo alla conquista ed alla difesa di importanti posizioni strategiche. Scavare trincee, gettare ponti, o ripristinare linee telefoniche e teleferiche, divenendo bersaglio del nemico , costeranno alla fine del conflitto un ingente tributo di sangue che tramutato in numeri sarà di:
-       424 Ufficiali
-       8780 militari di truppa


Essendo le compagnie del genio, costantemente spostate e riassegnate lungo la linea, del fronte, è particolarmente complesso, ricostruire gli spostamenti dei soldati eoliani ad asse assegnate e collegare il loro periodo di arruolamento ed il momento della loro morte, a circostanze dettagliate. Tuttavia incrociando i dati estrapolati dallo stato di servizio (foglio matricolare) e dagli atti di morte presenti nell’Ufficio Anagrafe del Comune di Lipari (ove esistenti) si può risalire, a quali siano state le circostanze storiche in cui persero la vita, o addirittura le ultime azioni a cui presero parte.

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