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Accursio Sabella
Il Pd ritrova l'unità
sulla mozione di sfiducia a Lombardo. Il documento del segretario Lupo è
stato accolto in maniera quasi unanime. Ma i dubbi riguardano l'iter in
Aula. E non è escluso che alla fine, la mozione slitti dopo il 28
luglio, giorno indicato dal governatore per le sue dimissioni.
“Sono
d'accordo con ognuna delle parole pronunciate dal segretario Lupo”.
L'unità ritrovata del Pd, prima ancora del voto al documento del
segretario regionale, era stata in qualche modo ufficializzata
dall'intervento di Francantonio Genovese. “Sono d'accordo su tutto”,
dice il big dell'area Innovazioni. La stessa, per intenderci, che due
mesi fa chiedeva la testa di Lupo, dopo la vittoria alle primarie di
Fabrizio Ferrandelli. “Ma in politica, il tempo ha tutto un altro
ritmo”, ha commentato pochi minuti dopo la fine della direzione, il
segretario. Che, per intenderci, in due settimane ha compiuto una
piroetta spericolata e perfettamente riuscita. Quindici giorni fa,
infatti, buona parte del partito voleva sfiduciarlo. E il “peccato” del
segretario era stato innanzitutto quello di aver “chiuso” all'Mpa di
Lombardo in vista delle primarie palermitane. Trascorsi quindici giorni
(chissà a quanti corrispondono, in realtà, nel calendario fantastico
della politica richiamato da Lupo), il Pd decide non solo di appoggiare
in pieno la linea del segretario, ma addirittura di sfiduciare l'Mpa di
Lombardo. E lo fa con un voto quasi unanime (solo tre contrari e un
astenuto).
Insomma, per Lupo, una piroetta perfetta. Mentre è
sembrato solo uno scatto d'orgoglio quello di Beppe Lumia, anche lui tra
i “cacciatori” del segretario nei mesi scorsi, quando nel suo
intervento ha richiamato il rischio “della marginalità, se ci chiuderemo
in un'alleanza puramente di centrosinistra”. Ma l'apertura ai moderati è
già sancita nel documento del segretario. Il riferimento è all'Udc,
principalmente. Ma non si può escludere nemmeno che il “dopo Lombardo”,
l'uscita di scena del governatore, insomma, possa consentire la ripresa
del dialogo con qualche scontento dell'Mpa. “Penso a Carmelo Lo Monte –
ha detto Lupo a margine della direzione – che ha certamente una storia
di centrosinistra”.
Insomma, Lupo vince. Ma vince sopratutto il
Pd. Che riconquista una unità dimenticata. E una mano gliel'ha data
certamente il governatore Lombardo, offrendo anche a chi nel Pd gli era
sempre stato vicino, il motivo per prenderne le distanze: la bulimia da
nomine, di incarichi, ha convinto tutti. “La giunta ormai – ha
sentenziato Lupo – è un comitato elettorale”. “Oggi – ha commentato il
capogruppo Antonello Cracolici, assente alla direzione di oggi - si è
formalizzata la rottura politica nel rapporto fra il Pd e Lombardo, dopo
che avevamo già sancito la conclusione del sostegno al governo tecnico.
Questa rottura – ha aggiunto - arriva anche a seguito degli atti
compiuti da Lombardo all’indomani della recente assemblea regionale del
Pd, con la scelta dei nuovi assessori e le nuove nomine”.
Così,
la mozione è diventata l'unica scelta plausibile. E poco prima
dell'inizio della direzione non aveva alcun dubbio per esempio Mirello
Crisafulli: “La sfiducia? Certo, dobbiamo presentarla subito. Cosa
dobbiamo attendere, che arrivi Natale?”. Non ci sarà bisogno di
attendere Natale, questo almeno pare certo. Ma sui tempi della mozione i
dubbi permangono. E non è nemmeno escluso che questa possa giungere a
ridosso delle dimissioni di Lombardo. O fungere da “paracadute” in caso
di ripensamento del governatore. “Io resto convinto – ha ribadito in
direzione Davide Faraone – che Lombardo non si dimetterà. Anzi, troverà
in Aula l'appoggio dei vecchi alleati di Pdl e Pid”. Anche per questo,
“dovremo fare più in fretta possibile”, ha detto Lupo, mentre per
Rosario Crocetta, la priorità oggi è quella di “portare in Aula il
decreto blocca-nomine. Poi, se Lombardo non dovesse dimettersi, lo
sfiduceremo subito”.
Insomma, i tempi rimangono ancora
un'incognita. Anche perché la calendarizzazione della mozione non è
nelle facoltà del Pd, che ne discuterà all'Ars nella conferenza dei
capigruppo, per poi lasciare la decisione al presidente dell'Assemblea
Francesco Cascio. Ma il partito, intanto, farà la sua parte: “Il gruppo
all’Ars – ha precisato Cracolici - compirà gli atti necessari a
formalizzare la presentazione della mozione: ne discuteremo con i nostri
deputati e, così come deciso nel corso della Direzione, sottoporremo il
testo agli altri gruppi parlamentari, per arrivare alla trattazione e
al voto finale in aula”.
Ma al di là della sfiducia, uno dei temi
centrali della direzione era quello delle alleanze in vista delle
prossime Regionali. E in questo senso, il segretario Lupo ha
ufficializzato l'apertura all'Udc, che ha accolto l'invito al dialogo:
"Siamo pronti a iniziative comuni", ha commentato un soddisfatto
Gianpiero D'Alia. “Ma la priorità – ha precisato Lupo – è quella di
ripartire dall'unità del centrosinistra, privilegiando i rapporti con
Italia dei Valori e Sel”. Rapporti che, però, iniziano un po' in salita.
Se, infatti, Claudio Fava s'è già lanciato nella propria
auto-candidatura, il segretario regionale di Idv Fabio Giambrone ha
definito la decisione di oggi “una mozione di sfiducia fumosa, dai tempi
incerti”. Insomma, non proprio un'accoglienza calorosa, nel giorno
della rottura con Lombardo. Il giorno in cui l'innovatore Genovese, dopo
mesi di incomprensioni, “si è trovato d'accordo con ognuna delle parole
del segretario Lupo”. Certificando così la ritrovata unità del partito.