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lunedì 11 giugno 2012
Vulcani sottomarini svelati i segreti
Sono stati individuati i segnali che precedono il risveglio di un vulcano sottomarino. La scoperta, pubblicata sulla rivista Nature Geoscience, si deve a tre studi coordinati da tre ricercatori americani e potrebbe contribuire a prevedere le eruzioni sottomarine che rappresentano la stragrande maggioranza del vulcanismo della Terra. I lavori coordinati da Chadwick William, Robert Dziak entrambi della Oregon State University e da David Caress dell’Istituto di Ricerca Monterey Bay Aquarium, si basano sul monitoraggio del vulcano sottomarino Axial Seamount situato nell’Oceano Pacifico, a largo delle coste degli Stati Uniti, prima e dopo l’eruzione nel mese di aprile 2011. Questa eruzione era stata prevista con successo dagli stessi autori che avevano individuato un arco di tempo durante il quale poteva avvenire e ora i lavori descrivono i segnali precursori del “risveglio” del vulcano.
Per monitorare l’Axial Seamount, uno dei vulcani sottomarini più attivi del mondo, i ricercatori hanno usato un robot sommergibile per analizzare il fondale marino, sensori di pressione per misurare l’innalzamento e l’ abbassamento del fondale, strumenti per registrare i piccoli terremoti generati dal magma che si muove nella crosta terrestre. È stato documentato un aumento graduale del fondo del mare di quasi 20 centimetri in un periodo di diversi mesi, seguito da un brusco sollevamento di 7 centimetri avvenuto in meno di un’ora prima della comparsa dell’eruzione. Durante l’eruzione, durata sei giorni, che ha fatto svuotare il serbatoio di magma, il fondale marino si poi è “sgonfiato” abbassandosi di due metri. Questi movimenti del suolo, sottolineano gli esperti, indicano il riempimento graduale del serbatoio del magma sotto la superficie e il successivo svuotamento. Nelle due ore prima dell’eruzione, i ricercatori, hanno inoltre registrato uno sciame intenso di terremoti.
È la prima volta, sottolinea Chadwick, che si dimostra il legame tra sismicità, deformazione del fondo marino e l’intrusione di magma in un vulcano sottomarino. «Gli strumenti - ha rilevato Dziak - hanno registrato i segnali di migliaia di piccoli terremoti in pochi minuti, generati dal magma che sale infiltrandosi nelle crepe della crosta e che ci hanno permesso di tracciare chiaramente la risalita del magma».
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