Su segnalazione degli ex lavoratori la Guardia costiera ha quindi effettuato un sopralluogo nell'area e documentato la presenza dell'aliscafo per la stesura di un rapporto. Ma i manifestanti non si sono accontentati e hanno occupato lo spazio davanti ai cancelli per impedire l'uscita dei sei dipendenti di Cnt. Questa azione ha portato all'intervento congiunto di otto pattuglie, tra Digos e Squadra Volante, sollecitato dal direttore del cantiere navale, Vincenzo Sorge, arrivato nel frattempo sul posto. L'iniziativa di protesta è stata infine spostata per consentire l'uscita del personale, ma i manifestanti intendono approfondire l'episodio dell'aliscafo.
«Andremo in Procura per un'ulteriore denuncia (dopo gli esposti presentati nel corso della vertenza nei confronti del Gruppo Satin-Ctn, ndr) con foto e filmati che dimostrano l'attività avviata in cantiere - anticipa il Collettivo - anche perché, per alzare l'aliscafo, è stato rimesso in funzione il travel lift, con il ripristino di otto copertoni che hanno un costo di almeno diecimila euro ciascuno, mentre noi e gli altri colleghi licenziati aspettiamo ancora il trattamento di fine rapporto e il pagamento di altre spettanze arretrate».
«Andremo in Procura per un'ulteriore denuncia (dopo gli esposti presentati nel corso della vertenza nei confronti del Gruppo Satin-Ctn, ndr) con foto e filmati che dimostrano l'attività avviata in cantiere - anticipa il Collettivo - anche perché, per alzare l'aliscafo, è stato rimesso in funzione il travel lift, con il ripristino di otto copertoni che hanno un costo di almeno diecimila euro ciascuno, mentre noi e gli altri colleghi licenziati aspettiamo ancora il trattamento di fine rapporto e il pagamento di altre spettanze arretrate».