COMUNICATO
Spartiti per le Eolie: Da Bach a Brahms, da Ravel a Lipari.
Così
titola la rassegna di incontri musicali che l’Associazione culturale “Euterpe”,
con il patrocinio del Comune e del Rotary Club di Lipari, ha voluto offrire,
per il secondo anno consecutivo, a turisti più stanziali, meno frettolosi e più
attenti, a melomani residenti e ad amanti della cultura e dell’arte.
I
tre avvenimenti sono stati tutti realizzati presso la chiesa dell’Addolorata al
Castello, una piccola gemma che meriterebbe qualche modesto restauro
(soprattutto agli stucchi dorati delle colonne presso l’altare maggiore). È
raccolta, accogliente e preziosa e con un’acustica perfetta.
La
rassegna, tutta dedicata al romanticismo, con uno slancio, in seconda serata,
verso l’impressionismo di Ravel, dovendosi adattare ai luoghi, ha dovuto
evitare le grandi e piccole formazioni orchestrali ed è stata incentrata su un
programma, poco frequentato e non banale, di musica da camera, avvalendosi di
cinque maestri di prima grandezza.
Un
violino, una viola, un violoncello, un pianoforte.
Il
9 Settembre la prima serata:
La
Sonata n. 1 op. 105 per violino e pianoforte di Robert Schuman (David
Haroutunian al violino e Gérard-Marie Fallour al pianoforte), la Sonata n. 1
op. 120 di Brahms per viola e pianoforte (Giuseppe Russo Rossi alla viola e
Fallour al piano) e il Quartetto n. 3 op. 60 di Brahms per i quattro strumenti
(Haroutunian al violino, Russo alla viola, Dorel Fodoreanu al violoncello e
Fallour al piano).
Poche
parole sulla prima serata. Difficile Schuman, perché è difficile l’autore:
“prende” con una certa difficoltà. Affascinante Brahms: la sua cantabilità, i
suoi motivi, tratti spesso da musiche popolari e poi sviluppati in un
polifonismo classico strabiliante, hanno toccato il cuore di tutti. Come ha
impressionato lo straordinario affiatamento del quartetto, che non avrà avuto
modo di provare molto, ma comunicava plasticamente con gli occhi, con gli
sguardi, coi respiri. Nella vita comunicano in francese o in inglese, vista la
variegata origine (Haroutunian è armeno, Russo è italiano, Fodoreanu è rumeno e
Fallour è francese); sul palcoscenico comunicano col cuore, con la
professionalità e con gli occhi.
La
seconda serata, il 10 Settembre, ha
visto all’opera Salvatore Gitto e ancora Fallour impegnati in un programma per
pianoforte a quattro mani. Sono state eseguite: la Fantasia in fa minore D 940
di Schubert, e due composizioni di Ravel che ci hanno condotto al centro
dell’impressionismo: Ma mere l’Oye e la Rhapsodie espagnole.
Venerdì,
12 settembre, la terza serata.
Ritorno in pieno romanticismo con la “Schubertiade”. Con una piccola variazione
di programma, rispetto a quanto comunicato nei programmi di sala, sono stati
eseguiti: la Sonata Arpeggione D 821 per viola e pianoforte (Russo e Fallour),
l’Allegretto in do minore D 915 per pianoforte (Fallour), la Fantasia D 940 in
fa minore per pianoforte a quattro mani (Fallour e Gitto) ed è stata riproposta
la sonata per violino e pianoforte di Schuman, come in prima serata.
Gli
esecutori, tutti di livello internazionale e dotati di curricula prestigiosi
con attività che spaziano prevalentemente in Europa (ma alcuni hanno
frequentazioni continue con America e Giappone), hanno fornito ad un pubblico
attento, silenzioso ed entusiasta performances di tutto rilievo, soprattutto in
terza serata quando, malgrado i problemi di intonazione causati dall’eccessiva
umidità, l’acquisita confidenza con l’ambiente (anche dal punto di vista
acustico) e l’affiatamento con il pubblico ha sciolto tensioni e scaldato i
cuori.
La
palpabile emozione suscitata dalla naturale espressione di libertà creatrice,
vera e propria poesia dell'immaginario che è
la Fantasia di Schubert, la sua romanticissima malinconia in minore, mirabilmente
interpretata da Fallour e Gitto, si è dissolta nel piglio e nel cipiglio, più
energici rispetto alla prima serata, di un Haroutunian particolarmente in vena
e nell’entusiasmo dei bis richiesti e ottenuti.
Alto
livello, dunque, che fa ben sperare. Per Lipari e per le Eolie: che tornino ad
essere quella culla di cultura “alta” che ha portato qui i grandi viaggiatori
dell’ottocento e successivamente Celibidache e Sinopoli.
È
quanto si augura l’associazione Euterpe che ama le Eolie, si impegna per chi le
ama e spera di allargare la cerchia dei soci per perseguire questi obiettivi
con impegno e con maggiore disponibilità di mezzi, idee e associati.