Parte come una provocazione, ma finirà con una proposta di legge all’Ars.
Nello Musumeci, all’indomani dei primi consistenti, ripetuti e non isolati cambi di casacca, di gruppo e di schieramento, lancia una proposta quasi “shock”. Il deterrente invocato, per una volta non proviene dall’ antipolitica o dai “grillini” .
Musumeci è stato uomo delle isituzioni, da Presidente della Provincia di Catania e da sottosegretario di Berlusconi, eppure al suo esordio all’Ars, registra la prosecuzione di un fenomeno che, uscendo da un binario fisologico, potrebbe assumere proporzioni preoccupanti.
“Questo eccesso di mobilità e di spostamenti da gruppi e schieramenti, va oltre la crisi di idee ed i normali, comuni e leciti ripensamenti. E’ dettato da fattori contingenti, di calcolo, di sedia e di opportunità. Si tratta di stabilire dei paletti. Anzi, proprio per rafforzare il valore di un dubbio e di un cambiamento, noi proponiamo la riduzione , da stabilire nei termini, dell’indennità di carica per chi lascia il gruppo originario di appartenenza”.
Non pensa Onorevole che questo vada a ledere con il dettato costituzionale del vincolo di mandato, a cui nessun eletto può essere sottoposto?
“No. Nessuno vuole ledere questi principi. Però l’Ars in piena autonomia può individuare dei criteri per procedere ad una limitazione o comunque ad una razionalizzazione con dei contrappesi sostanziali e reali per scoraggiare il fenomeno”
Al di là di volere ridurre le “ folgorazioni” e le crisi mistiche”, non vale la pena distinguere e precisare?
“Anche io in passato ho lasciato il gruppo di Alleanza Nazionale. Qui non si dice che è vietato avere ripensamenti, né si pesa la consistenza di ogni fatto di coscienza. Però non si può neanche mancare di rispetto platealmente alle scelte di coalizione che l’elettore esprime. Sul dettaglio della proposta lavoreremo, ma la strada del cambiamento passa anche da questo”.