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lunedì 21 gennaio 2013

CERIMONIA PER RICORDARE BORSELLINO E CHINNICI. CANCELLIERI E SEVERINO A PALERMO CROCETTA: “IN SICILIA NUOVA PAGINA”

I ministri dell’Interno Anna Maria Cancellieri e della Giustizia Paola Severino sono arrivate a Palermo per partecipare a una cerimonia per ricordare i giudici Paolo Bersellino e Rocco Chinnici uccisi da Cosa nostra.
A dare il benvenuto ai ministri, il presidente della Regione, Rosario Crocetta. ”Il valore dell’antimafia spesso e’ stato dimenticato nelle nostre istituzioni, – ha detto il governatore – se oggi siamo arrivati a questa situazione e’ perche’ abbiamo considerata la battaglia alla mafia. Oggi e’ iniziata una nuova pagina di una Sicilia che si ribella, benvenuti ministri Cancellieri e Severino”.
“I giovani non vogliono piu’ sentire le stanche parole della retorica - ha proseguito – ma contribuire al  cambiamento. Se c’e’ una cosa che non mi piace e’ la retorica. Il modo migliore per onorare figure come Chinnici e Borsellino e’ quello di  seguirne l’esempio, delle proprie scelte di vita come fanno oggi tanti imprenditori che denunciano il racket o tanti poliziotti che rischiano la vita”.
“Abbiamo il dovere della memoria,  - ha detto, invece, il ministro dell’Interno, Cancellieri, intervenendo al Liceo Meli di Palermo - dobbiamo assolutamente continuare a ricordare Paolo  Borsellino e Rocco Chinnici, intanto per ricordare quello che hanno  fatto. In trent’anni la lotta alla mafia ha fatto tanti progressi,  trent’anni fa non si contrastava Cosa nostra. La guerra non e’ finita  ancora ma i risultati ci sono stati, soprattutto e’ cambiato qualcosa  nello spirito della gente. Sono degli eroi perche’  sapevano benissimo quello che facevano e che ogni giorno poteva essere il loro ultimo giorno eppure hanno continuato”.
“Voglio ricordare – ha dichiarato, quindi, il ministro Severino – alcune parole  rivolte ai giovani dal giudice Rocco Chinnici: ‘senza voi non ce la  faremo mai’. Questo ci da’ l’idea per capire se oggi siamo qui a  parlare di lotta alla mafia e’ anche grazie a igiudici come Chinnici.  E Paolo Borsellino dieva che la lotta alla mafia ‘non deve essere solo repressione ma un movimento culturale. E’ facile dire bisogna combattere la legalita’, ma si comincia dal basso, dal rifiuto del compromesso, dell’ottenimento del successo facile senza sacrificio bisogna cominciare dalle famiglie”.

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