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sabato 19 gennaio 2013
Spazio ai Lettori: "C’era una volta un valore chiamato libertà". Ci scrive il signor D'Angelo
Gentile Direttore, se ritiene opportuno, desidererei fosse pubblicata questa lettera, non è un articolo mirato, ne informativo, sono soltanto delle considerazioni sul Nostro stato sociale con l'approssimarsi delle elezioni.
Le scrivo perchè mi sembra di aver capito che abbia inserito nel Suo giornale uno spazio dedicato
ai lettori apposito, anticipatamente ringrazio.
Giuseppe Alessandro D'Angelo
Egregio Direttore, sfogliando sui quotidiani sia Nazionali che locali, noto con rammarico che più il tempo passa più la Nostra società “per così dire civile” invece di emanciparsi imparando e traendo insegnamento dai nostri stessi errori che hanno segnato la storia di questo paese, sta via via regredendo, tutto ciò che ci circonda, dai rapporti interpersonali di carattere sociale, civile, al modo di vivere la Nostra quotidianità, sembra mutarsi drasticamente ed in peggio. Tutti quei valori, per i quali si sono sacrificati ed hanno lottato scendendo in piazza i Nostri padri, le nostre Madri basati su principi di uguaglianza, di libertà e di democrazia, si stanno sempre più rendendo vani usando una antica e blanda scusa “è per il Vostro bene e per il pubblico interesse” strano, questa frase la disse zio Adolfo e sappiamo tutti come andò a finire, siamo passati dalla legge sulla privacy a SERPICO che ci passa al setaccio la Nostra situazione economico finanziaria, lasciando a Noi cittadini l’onere di dimostrare la Nostra innocenza fino a prova contraria. Siamo passati dalla libertà, uguaglianza e parità dei diritti, a “è meglio che le donne per il loro bene non escano di casa dopo il tramonto” frase citata dal Prefetto di Bergamo, per non finire alle telecamere di sorveglianza dei cittadini che debbono essere messe in ogni vicolo delle strade per riprendere tutto tutti e chiunque, all’obbligo di usare bancomat e carte di credito a chiunque anche alle persone anziane che hanno poca manualità con la tecnologia per tenere sotto costante controllo e rintracciabilità le nostre “ormai ridotte all’osso” spese, senza contare l’ argomento Giustizia, tutti vengono spiati controllati ed intercettati da tutti, per poi essere messi alla pubblica gogna in prima pagina sui giornali ancor prima che l’interessato sia stato messo al corrente delle accuse, una volta il codice citava “tutti sono innocenti fino a prova contraria” adesso invece intanto sei colpevole, poi si vedrà.
Concludendo, paragonando la società odierna a quella di trent’anni fa “visto che il suo giornale ha un angolo che si intitola come eravamo” adesso siamo: più poveri, più disoccupati, meno tutelati, più tartassati, più spiati e più sfruttati, tenendo conto che almeno, se volevi, potevi nascere Liparoto.
Ma il Popolo una volta non era SOVRANO??? Viva la Democrazia.
Giuseppe Alessandro D’Angelo
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