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domenica 20 gennaio 2013

ORA BERLUSCONI VUOLE LOMBARDO, NON SOLO IL SUO PARTITO

Era il 18 luglio del 2012. Una giornata come le altre. L’Assemblea regionale siciliana, in testa i deputati del Pdl,  ribolliva di rabbia e indignazione per la permanenza di Raffaele Lombardo a Palazzo d’Orleans a causa dell’inchiesta della Procura di Catania a carico del governatore e, ancor di più, a causa dei conti in rosso. Nelle prime ore del mattino esplode il finimondo, la Regione si è estinta, non può pagare più niente. Il Giornale di Silvio Berlusconi, in paranza con Libero, comunicano la ferale notizia a caratteri cubitali, in prima pagina. Più spazio delle Torri Gemelle. La Grecia dell’Italia, addita Il Giornale. Poi l’annuncio: “La Sicilia è fallita”. Nel sommario l’elenco delle nefandezze compiute da Raffaele Lombardo: “Un debito  da 5 miliardi, scandali, assunzioni con gli amici e fondi Ue mal gestiti”. Infine, la fucilata: “Monti licenzia Lombardo”.
Silvio Berlusconi corteggia il Professore a quel tempo e spara su Lombardo attraverso i suoi potenti mezzi, dando ad Alessandro Sallusti, la sua ammiraglia, il compito di distruggere le linee nemiche, rappresentate da Lombardo e i suoi alleati. Delenda Cartagho.
La notizia fa il giro del mondo. Una Regione con il sedere a terra, irreversibilmente, non s’è mai vista. Colpa del traditore, Lombardo, con la complicità di Gianfranco Miccichè, ex delfino del Cavaliere. Finalmente, pan per focaccia. Si muovono le agenzie di rating, il mondo politico è in subbuglio e Mario Monti viene indicato, nientemeno, come il “killer” politico del Cavaliere per via della lettera, anch’essa irrituale, con la quale il Presidente del consiglio chiede informazioni sullo stato delle finanze regionali. Arrivano pure la sospensione del  rating di Fitch, e l’anticipazione dell’ormai prossimo declassamento di Moody’s a pochi giorni di distanza dal giudizio “tranquillo” della stessa agenzia di rating. .Circolano inoltre strane storie, fantafinanza, La Grecia alla miseria e la “Sicilia come la Grecia” guadagnono spazio perfino sul New York Times .
La botta è violenta, Lombardo è fuori dalla grazia di Dio. Smentisce, urla, strepita, convoca conferenze stampa, ma non serve a niente, il danno è fatto. La prima pagina del Giornale di Berlusconi – la Sicilia è fallita – non è facile da smontare. Il Presidente della Regione fa i conti dei danni che la notizia  provocherà alle casse dela Regione a causa del feed back dei mercati. I tassi d’interesse cresceranno e la crisi di liquidità, che pure c’è, si aggraverà.
L’annuncio del fallimento, pur fasullo,  dunque mette in moto il meccanismo dello spread a danno della Regione. Ed è a quel punto che Raffaele Lombardo, alle corde,  annuncia a sua volta, una contromossa, anch’essa senza precedente. Dice di avere affidato ai legali della Regione l’incarico di chiedere il risarcimento per il danno d’immagine. Il Giornale e Libero, a suo avviso, hanno riferito notizie allarmistiche con conseguenze gravi. La Regione ha perso risorse, chi ha sbagliato deve pagare. Si parla di un miliardo di euro di risarcimento.
Nei giorni successivi Moody’s propone una classifica delle regioni italiane indebitate e si scopre che la Sicilia si trova nel gruppo centro ed in testa c’è invece il Piemonte, gestito dal  leghista Cota. E c’è chi fa notare che appena un mese prima del default la Corte dei Conti aveva firmato la parificazione del bilancio della Regione siciliana.
Tutto questo è avvenuto circa 180 giorni or sono, ma è come se fossero passati dei secoli. Ieri Berlusconi con Il Giornale stava da una parte, Raffaele Lombardo con il governo siciliano dall’altra, in trincea. A questo punto occorre una dissolvenza per ricominciare.
Silvio Berlusconi ha convinto il Partito dei siciliani di Raffaele Lombardo a intrupparsi nel centrodestra e ora vuole che lo stesso Lombardo si spenda in prima persona, dovrà capeggiare la lista al Senato per irrobustire la coalizione e permettere così la conquista del premio di maggioranza nell’Isola, impedendo il successo del Pd (ex alleato di governo). Un giro di valzer da provocare vertigini.
La politica abitua a tutto, non bisogna sorprendersi di nulla. Il limite dell’audacia viene aggiornato di volta in volta, come nel caso presente. E’ un’asticella che si abbassa continuamente . Lombardo ha abbandonato la campagna, alla quale avrebbe dovuto dedicare i suoi giorni dopo l’esperienza di governo, e guida una delle legioni di Silvio Berlusconi, a braccetto con Roberto Maroni e Gianfranco Miccichè.
Se la Sicilia fosse “capottata”, come Il Giornale di Berlusconi aveva annunciato, Lombardo si troverebbe in campagna, ma non di sua volontà. E la Sicilia starebbe peggio della Grecia.
Ci rimane una curiosità da soddisfare, dato che da luglio del scorso anno ad oggi è cambiato proprio tutto. Il Giornale, edito da Pier Silvio Berlusconi, che anniunciò il fallimento della Sicilia, fa parte della galassia Fininvest, posseduta dal Cavaliere. Il Partito dei siciliani, messo in piedi da Raffaele Lombardo, che chiese il risarcimento per la notizia falsa, fa parte della galassia del centrodestra (nove liste al Senato in Sicilia), posseduto dal Cavaliere.
Fu avviata l’azione di risarcimento  o si è trattato di un annuncio e basta? E nel caso, assai improbabile, che gli avvocati abbiano fatto quel che dovevano, stando alla volontà del governatore, a che punto sono le cose?

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