S. Giuseppe sposo di
Maria e padre putativo di Gesù è l’immagine dell’uomo paziente, modello di
bontà e rettitudine. Egli è invocato come uomo giusto e Santo, è l’intercessore
dei moribondi, poichè si presume sia morto prima della vita pubblica di Gesù ed
è spirato tra le sue braccia.
Per i fedeli Giuseppe
è il modello del padre e dello sposo per la sua devozione alla Madonna e al
Figlio, per la Chiesa
è l’esempio dell’uomo ideale, che sa obbedire al volere divino assumendo
responsabilità e rinunciando ai propri diritti. Già dall’Avvento con il mistero
dell’incarnazione incontriamo la figura di S. Giuseppe secondo la profezia di Isaia: il Figlio di Dio s'incarna nel seno della vergine Maria e diviene uno
di noi.
A Giuseppe
sposo di Maria viene chiesto di accettare l’intervento sconvolgente di Dio, che
irrompe nella sua vita e gli propone di prendere parte al suo disegno
salvifico. Egli, oscuro discendente di Davide fa fatica ad accettare un mistero
così grande, ma proprio lui viene scelto per adottare il bambino, che Maria
porta in grembo “incinta per opera dello
Spirito Santo” e dargli il nome di Gesù: “Il Signore salva”. La tradizione eoliana è una lunga contemplazione
di Giuseppe, dei suoi sentimenti, ansie, incertezze e fiducia in Dio.
Nella tradizione popolare S. Giuseppe è il Santo
protettore dei poveri e dei derelitti ed
è ricordato anche come simbolo di castità. Dopo Maria SS. è il primo a cui
dobbiamo ricorrere ai nostri bisogni spirituali e temporali. Tanti sono i Santi
protettori per questo o per quello scopo, ma S. Giuseppe ha la chiave dei
tesori di Gesù e di Maria: è patrono per tutte le grazie.
Come da tradizione il
1° maggio festa del lavoro, si festeggia S. Giuseppe artigiano. Fu Pio XII ad
istituire nel 1955 tale festa per dare un protettore ai lavoratori e un senso
cristiano alla festa del lavoro. La Chiesa
proclama il valore reale del lavoro, anche per domandare a tutti i suoi fedeli
di riflettere sugli insegnamenti dati dalla gerarchia ecclesiastica soprattutto
con le Encicliche «Mater et Magistra» di papa
Giovanni XXIII, «Populorum progressio» di Paolo VI
e « Laborem
exercens» di Giovanni Paolo II.
La figura di S.
Giuseppe, umile e grande lavoratore di Nazareth, orienta verso Cristo, il Salvatore
dell’uomo, il Figlio di Dio che ha condiviso in tutto la condizione umana (GS 22; 32).
La religione sta alla
radice e al vertice del processo, che pone in evidenza sia il concetto che la
realtà del lavoro ricordandone l’infelice origine (Gen 3,19) e rammentandone il
suo valore redentivo (Mt 5,6).
Nella tradizione
eoliana S. Giuseppe viene venerato con celebrazioni liturgiche, durante la
quale, al momento dell’offertorio molti lavoratori giovani ed anziani depongono ai piedi dell’altare il frutto benedetto
del loro lavoro.
Non manca la parte
folkloristica, si prepara infatti, il famoso “Quadaru ‘i San Giuseppi”
consistente in un grande
minestrone con la mistura di tutti i tipi di legumi, verdure, e pasta, dopo
aver esposto il Santo sul Sagrato della Chiesa, viene benedetto il banchetto e
il grande minestrone, i pasti benedetti vengono condivisi anche tra i fedeli,
cittadini, ammalati, anziani ricoverati negli istituti, poveri, ecc…
Piace ricordare, da
una ricerca effettuata presso gli archivi storici parrocchiali della Basilica
Minore di Canneto (con la preziosa collaborazione di Maurizio Fonti), che già
dal 1917 S. Giuseppe venne portato in processione per il versante di Calandra.
Nel 1919 la processione si svolse, invece, per il versante Unci e Cesare
Battisti (inteso Stradone).
Sino al 1959 si
festeggiava il 19 marzo come festa a Lui dedicata. Dal 1960 al 1976 veniva
festeggiato il 1° maggio con il tradizionale offertorio animato da tutte le
famiglie della parrocchia, e culminava con il
rinomato “quadaro”. La solennità in onore di S. Giuseppe continuò
sino ai giorni nostri con il Triduo, ma senza processione.
Finalmente il 1°
maggio 2012 S. Giuseppe torna a ripercorrere le vie cittadine della frazione di
Canneto ed a benedire le famiglie del paese e dell’Arcipelago Eoliano, perché
Cristo (Nuovo Mosè) con la sua venuta ha abbracciato non una Chiesa settoriale
come, purtroppo, ancora qualcuno crede, ma una CHIESA UNIVERSALE che cammina
riunita ed unita sotto un Unico Pastore.
Rosario di San Giuseppe
San Giuseppi
unn’abbannunnati
nta li nuostri nicissitàti,
aspittamu la pruvidenza
di Gesù, Maria e Giuseppi.
(recitare sui 10 grani
della coroncina)
San Giuseppi giustu e
Santu,
fustivu ‘u spusu da Vergini
Santa,
fustivu rosa, fustivu
gigliu,
datinni aiutu e nu buonu
cusigghiu.
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San Giuseppe non ci abbandonate
alle nostre necessità,
aspettiamo la provvidenza
di Gesù, Maria e Giuseppe.
(recitare sui 10 grani della coroncina)
San Giuseppe giusto e Santo
foste lo sposo della Vergine Santa,
foste rosa, foste giglio,
dateci aiuto ed un buon
consiglio.
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