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domenica 29 aprile 2012

Dopo il voto, quattro nuovi assessori La scelta sarà influenzata dal risultato delle urne. Rutelli: cominceranno da Palermo i nuovi equilibri

Mario Cavaleri
PALERMO
Per i candidati che concorrono alla conquista di un seggio nelle 147 realtà municipali chiamate al voto domenica prossima è l'ultima settimana di passione; poi comincerà l'estenuante e interminabile "vigilia" delle Regionali. Perché a tutti è ben chiaro che all'indomani del voto, specie quello che verrà da Palermo, si scriverà una pagina nuova. Impossibile fare previsioni persino per i più navigati osservatori, giacché le variabili che si intersecano e gli elementi di novità sono tali e tanti da autorizzare più scenari: dall'affermazione della denigrata "antipolitica" (come se la politica ortodossa non fosse la sua vera genitrice); al ribaltamento dei due Poli, che a Palermo sono almeno il doppio. Non è unito il Centrosinistra con le due espressioni, Fabrizio Ferrandelli e Leoluca Orlando, che interpretano sentimenti diversi e contrapposti; è sparpagliato il Centrodestra con almeno tre candidati (Alessandro Aricò, Massimo Costa e Marianna Caronia) in totale antitesi. Se poi si aggiungono gli altri sei outsider in corsa per Palazzo delle Aquile, si ha un quadro della complessità di una situazione che riproporrà lacerazioni e rese dei conti pure in sede di ballottaggio. Dell'importanza del voto palermitano è consapevole il presidente della Regione Raffaele Lombardo, reduce da un'altra sua personale settimana di passione, diviso tra Palermo e Catania, tra Finanziaria e vicenda giudiziaria. Nonostante tutto, sereno, instancabile, coriaceo.
Sul Bilancio niente da rimproverarsi, anzi: «Ci sono venuti meno 800 milioni di Fondi Fas; altri 600 sotto forma di premialità per la Sanità; un miliardo e mezzo che abbiamo dovuto recuperare con tagli severi ma inevitabili. E tuttavia con un'attenzione agli investimenti, ad agevolazioni laddove possibile alle famiglie per affrontare gli effetti della crisi in un momento in cui essa colpisce tutti gli strati della popolazione».
Archiviata la lunga questione Finanziaria che ha surriscaldato gli animi, a Sala d'Ercole potrà tornare il sereno. Le dimissioni preannunciate da Lombardo per far scattare il meccanismo procedurale del voto in autunno sono intanto un bel regalo per i Novanta che rischiavano di assottigliarsi a settanta se la legislatura si fosse conclusa normalmente e il Parlamento avesse portato avanti la Riforma costituzionale di riduzione dei numero dei parlamentari già votata dall'Ars. Anche se l'ipocrisia farà dire a ciascun deputato di essere "rammaricato", di beffa si tratta, visto che in tempi di tagli nessun'altra riduzione significativa si è varata.
Il tempo di analizzare il voto di maggio ci sarà al lavoro un nuovo Esecutivo, Lombardo ci sta già pensando: «Procederò a un riassetto, con l'inserimento di personalità che diano una fisionomia marcatamente politica. Tre o quattro assessori almeno da cambiare».
Non fa nomi ovviamente e non indica neppure quali assessorati saranno interessati. Ma assicura che si tratterà di settori importanti della giunta.
Quanto al dopo, alla successione, è ancora presto. Auspica un rilancio dell'attuale alleanza che sostiene il governo, magari più allargata.
Anche all'Udc? «Possibile. Una volta che mi farò da parte verrà meno la preclusione oggi posta nei miei confronti, quindi sarà possibile».
Non si sbilancia sull'identikit del successore. Che potrebbe provenire da quella parte del Pd che gli ha dato finora sostegno convinto. Tuttavia solo congetture al momento. Incombe il voto di Palermo che dirà la sua, di cui tutti dovranno tenere conto.
Ieri anche Francesco Rutelli, leader dell'Alleanza per l'Italia, componente di quello che era il "terzo polo" giunto a Palermo per sostenere la campagna elettorale di Alessandro Aricò ha ricordato il nostro ruolo di apripista: «La Sicilia è sempre stata un laboratorio nazionale. Da qui sono partiti fenomeni politici che hanno fatto la storia d'Italia anche recente. Berlusconi è partito da qui, quindi dall'Isola partiranno i nuovi equilibri che cambieranno segno alla politica nazionale».
E poi: «La politica nazionale vivrà una vera rivoluzione da queste elezioni amministrative perchè si affermeranno molte realtà civiche. Ci saranno risultati inaspettati come una forte battuta d'arresto del Pdl e questo porterà un cambiamento che spingerà moderati e riformisti a nuove aggregazioni».

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