Gentile Signor
Sindaco,
il tentativo di
affrontare in consiglio comunale il tema delle eventuali osservazioni da
opporre all’avvio del procedimento entro i termini decisi unilateralmente
dall’ufficio commissariale, come Lei certamente sa, è andato a vuoto. A
prescindere da qualsiasi giudizio politico su come Consiglio e Amministrazione
abbiano gestito la vicenda, ritengo che sia comunque doveroso un opportuno
pronunciamento dell’Ente in merito al procedimento, anche alla luce di fondate
ragioni che mi permetto di evidenziarle.
1) In primo luogo, il
Commissario sostiene che il Comune abbia già dato parere favorevole sul progetto
definitivo nel corso della conferenza di servizi del 6/12/2010, e che le novità
introdotte nella redazione del progetto esecutivo rappresentino “esclusivamente
delle migliorie tecniche di dettaglio” (cito testualmente la risposta inviata
dal Commissario con n. prot. 333 del 23/10/2013 alla Codacons e, per
conoscenza, al Comune di Lipari). Questa affermazione è grave, in quanto
contravviene ciò che è espressamente prescritto nell’allegato F.6 del progetto
definitivo, ossia la redazione dell’esecutivo “nel pieno rispetto del progetto
definitivo nonché delle prescrizioni dettate nei titoli abilitativi o in sede
di accertamento di conformità urbanistica o di PARF o di conferenza di servizi
o di pronuncia di compatibilità ambientale, ove previste”. Come si fa a
sostenere che si tratti di migliorie quando ci troviamo al cospetto di un
progetto completamente difforme rispetto a quello approvato? Questo prevedeva
la realizzazione della messa in sicurezza del pendio soprastante, messa in
sicurezza per la quale erano stati rilasciati appositi pareri: dove è finita?
Gli interventi di sistemazione del pendio – cito testualmente la Relazione
Tecnica del Progetto, pag. 86, punto 3.5.6.2.15 – vengono identificati come la
parte “economicamente onerosa” dell’opera, dunque quelli per i quali erano
stati previsti i maggiori costi contemplati nell’appalto: chi beneficerà di
questo improvviso e sostanzioso risparmio? Verrà restituito alla comunità,
impiegato in altri interventi – decisi, a questo punto, in maniera altrettanto
arbitraria – o costituirà un maggior guadagno per la ditta? Inoltre, come si fa
ad affermare che si tratta di “scavi necessari per la realizzazione dei
manufatti che ospiteranno le linee di trattamento delle acque reflue e dei
fanghi prodotti in condizioni di stabilità delle pareti” attraverso “la
realizzazione a monte di una sistemazione a gradoni, realizzati con muri di
contenimento alternati a scarpate artificiali” (cito sempre la Relazione
Tecnica), e poi eliminarli del tutto? Cosa avrebbe stabilizzato, nel frattempo,
il pendio?
2) Quanto sopra,
comunque, lo deduciamo non sulla base degli elaborati inviati al Comune di
Lipari il 14 ottobre e consultabili sull’Albo Pretorio, poiché in tale data non
è mai pervenuto il progetto esecutivo, trasmesso all’Ente – a quanto pare –
soltanto ieri. E questo non è un aspetto trascurabile! Come si possono muovere
delle osservazioni se non si è in condizione di conoscere quale sia il progetto
esecutivo partorito dall’ufficio commissariale? Dobbiamo attenerci alla tesi delle
“migliorie di dettaglio”, migliorie che alterano sostanzialmente il quadro
economico del progetto e rimettono in discussione il delicato problema della
stabilità dei versanti (in un vallone torrentizio!), oppure vogliamo poterci
pronunciare nei tempi adeguati a fronte di cose concrete, quali sono – per
esempio – gli elaborati esecutivi che si sono materializzati soltanto ieri?
Appare pertanto evidente la necessità di opporre un’obiezione sulle modalità di
avvio del procedimento, a fronte dell’omesso deposito degli atti progettuali
completi.
3) Non è trascurabile
osservare, inoltre, come tutto l’impianto del procedimento sia stato portato
avanti sostenendo la tesi di una pregressa approvazione della sua pubblica
utilità. Per quale motivo, allora, viene avviato un nuovo procedimento per la
pubblica utilità ed il vincolo all’esproprio? Francamente, questo modo di
procedere sfugge a qualsiasi logica.
4) Un altro aspetto
riguarda l’eventuale pronunciamento del Consiglio sul progetto esecutivo, tesi
che il Commissario rigetta sostenendo la priorità gerarchica della fantomatica
approvazione del definitivo nella conferenza di servizi del 2010. Nel corso di
una recente riunione a Canneto, Lei ha invece affermato che il progetto sarà
oggetto di valutazioni da parte di una commissione consiliare (commissione che,
se apposita, non è stata comunque mai costituita; ma probabilmente Lei si
riferiva a quelle già esistenti, per esempio quella dei Lavori Pubblici). Dato
che si tratta di due tesi in evidente contrasto, sorge il dubbio su quale possa
essere quella maggiormente pertinente. Nel corso del consiglio comunale del 9
luglio c.a. chi le scrive ha sostenuto il principio sancito dalla L.R. 27 del
15/5/1986, una legge speciale regionale sugli impianti di depurazione, per la
quale il Commissario non ha poteri di deroga, e presumo che Lei – ribadendo la
tesi della valutazione in consiglio o in commissione – si richiami a tale
normativa. Ma il Commissario la rigetta. Se dovessimo trarre conclusioni sulla
base degli eventi che si sono succeduti in questi anni, potremmo dare per
scontato che – tanto Lei quanto io – siamo incorsi in un errore, poiché pare
che il mondo giri secondo la volontà del Commissario Pelaggi. Se tuttavia Lei è
davvero convinto della sua affermazione, allora l’Amministrazione muova
preventivamente un’obiezione avversa al perdurante stato dei fatti, e lo faccia
nelle sedi opportune – escluderei la Prefettura, auspicando livelli gerarchici
superiori – per evitare di trovarci con l’opera realizzata mentre il consiglio
o la sua commissione attendono invano di vedere il progetto e di pronunciarsi,
e i cittadini attendono i nostri pronunciamenti.
5) Ritengo utile
evidenziarle un’ulteriore affermazione del Commissario, tratta dalla già
richiamata nota n. 333 del 23/10/2013, che recita come segue: “pur essendo
l’area in questione destinata dal PRG ad insediamenti produttivi (zona D), non
è mai stato adottato il piano attuativo (PIP) … lungi dall’ostacolarlo … il
progetto del nuovo depuratore ha, invece, realizzato le condizioni
infrastrutturali (viabilità di accesso) ed ambientali (zone verdi), affinché
questo PIP possa essere effettivamente realizzato secondo le aspettative degli
Artigiani”. In pratica, tutto e il contrario di tutto, il bastone e la carota.
Il PIP non c’è – premette con sottile cinismo il Commissario – ma comunque il
depuratore lo agevolerà. E come, dato le disposizioni vigenti impongono il
rispetto della distanza di 100 metri dall’impianto? Vogliamo confrontare le
generiche affermazioni di possibilismo con la realtà geografica dell’area
interessata? O esistono deroghe anche per le normative che stabiliscono il
dimensionamento della fascia di rispetto? Perché, in caso contrario, è evidente
che le aspettative degli Artigiani andranno deluse, e sarebbe un’ulteriore
sconfitta.
6) Infine, ma
quest’ultimo punto forse esula dall’urgenza di muovere osservazioni nei tempi
imposti dall’avvio del procedimento, sono certo che il Comune di Lipari,
esigendo tra le voci della bollettazione idrica anche un “canone di
depurazione”, abbia accantonato nel tempo dei fondi con tale finalità. Dunque,
il depuratore è anche nostro, e non soltanto un “regalo” dell’emergenza. Non
sono in grado di stabilire in quale misura concorreremo all’opera, ma suppongo
che Lei lo sia. Perché non chiarire tale aspetto, una volta per tutte, al
Commissario e agli organi che valuteranno la sostenibilità delle nostre
osservazioni?
Con l’auspicio che
questo modesto contributo possa stimolare una più attenta analisi del problema,
e che tale analisi possa concretizzarsi in tempi ragionevoli in una presa di
posizione dell’Ente su una questione complessa, controversa e a tratti anche
fumosa, quale è certamente l’intera storia del fantasmagorico e dispendioso
progetto del nuovo impianto di depurazione di Lipari, le porgo distinti saluti.
Pietro Lo Cascio (consigliere comunale
de La Sinistra)