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sabato 23 novembre 2024

Riunione con scienziati, esperti e vulcanologi su "stato di salute" dell'isola di Stromboli. Stilato cronoprogramma

 

Una riunione tecnica di coordinamento si è svolta in videoconferenza: Protezione Civile Nazionale e Regionale, Comune, Enti Regionali competenti sul territorio, scienziati, esperti e vulcanologi, tutti insieme per valutare la condizione dell’isola in seguito agli ultimi eventi meteorologici. Un confronto e una riflessione importante, soprattuto dal punto di vista scientifico, per analizzare i dati già in possesso e pianificare nell’immediato analisi determinanti sulle variazioni strutturali e morfologiche dell’isola e del suo vulcano. 

L’analisi del dissesto idrogeologico di Stromboli, come hanno evidenziato tutti gli interventi tecnici e scientifici, richiede una valutazione complessa che riguarda non solo gli eventi metereologici, ma anche l’attività del suo vulcano attivo. I detriti scendono dalla montagna; la montagna è un vulcano attivo che, dopo ogni pioggia, porta a valle i depositi dei materiali vulcanici. In questo quadro, già di per sé complesso e oggetto di analisi e studio da parte della comunità scientifica da decenni, negli ultimi anni si sono aggiunti due incendi (nel 2019 per effetto di una esplosione piroclastica e nel 2022 durante le riprese di una nota fiction televisiva), e numerosi eventi vulcanici straordinari che negli ultimi 5 anni hanno aumentato di molto la quantità di materiale eruttivo depositato a monte.

La riunione di è servita per un primo approfondimento sullo stato delle conoscenze relativamente allo stato dei versanti.

Nel suo intervento, il Prof. Nicola Casagli, professore di Geologia Applicata dell’Università di Firenze, Presidente del Centro di Competenze dedicato ai servizi di Protezione Civile, specializzato su dissesto idrogeologico, colate detritiche, colate di fango, che da 30 anni svolge attività di supporto alla Protezione Civile nella gestione di tutte le calamità, ha relazionato  sull’ attività di monitoraggio svolta a Stromboli dal 2022, in particolare sulla stabilità della Sciara del fuoco attraverso radar che permettono di fare mappature precise dei fenomeni. Tra i rilievi, fatti periodicamente con il sorvolo di droni sull’isola, l’ultimo risale a luglio di quest’anno (successivamente agli eventi vulcanici che determinarono lo stato di allerta rosso) ed è stato mostrato nel corso della videoconferenza. 

Dopo gli eventi recenti, un nuovo rilievo è stato pianificato per i prossimi giorni allo scopo di poter confrontare la situazione e fare una mappatura rapida degli eventi; sarà utilizzato un drone ancora più evoluto, che normalmente viene impiegato per scopi militari, per mappare dettagliatamente l’intera isola. 

Immediatamente dopo questa analisi, sarà possibile definire una strategia immediata con interventi mirati, atti a mitigare il rischio e consentire di affrontare con maggiore serenità i mesi necessari alla realizzazione delle opere strutturali previste dal Piano degli interventi strutturali autorizzati nell’ambito dell’emergenza alluvione del 2022, sul cui stato il Sindaco ha relazionato puntualmente, nella qualità di Commissario delegato fino ad agosto 2024, e Ente responsabile del completamento delle opere da alcuni giorni. 

“Per Stromboli vanno pensate strategie ad hoc” - ha detto Casaglia - “perché è un vulcano attivo che produce materiale detritico continuamente e che bisogna trovare il modo di immobilizzare. Proprio per questo, le strategie impiegate a Ischia e Giampilieri qui non sono sufficienti, e vanno adattate a una condizione che ha un grado di complessità maggiore”. In questo senso, di fondamentale importanza risultano anche i contributi degli Istituti di Vulcanologia (INGV e LGS), dell’Autorità di Bacino e dei Dipartimenti dell’Ambiente e dello Sviluppo Rurale, del Dipartimento tecnico e del Corpo Foreste.

Il cronoprogramma, condiviso da tutte le autorità presenti prevede quindi dei rapidi passaggi in successione:

- Mappatura e analisi delle colate detritiche a monte

- Sopralluoghi congiunti di tutti gli enti coinvolti

- Condivisione dei dati e mappatura del rischio, analisi dei meccanismi di innesco delle colate e conseguente pianificazione degli interventi necessari.

- Interventi mirati

Questi passaggi dovrebbero richiedere il tempo di circa 2 settimane. Nel frattempo, il Dipartimento della Protezione Civile Regionale lavorerà sull’implementazione del sistema di allertamento e sulla necessaria, costante e tempestiva comunicazione con la popolazione.

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